Michel Onfray: la mia battaglia contro “l’Impero di Maastricht”

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DI FEDERICO IARLORI

davincipost.info

L’avanzata dei partiti populisti in Europa e nel mondo, l’avvenire della sinistra, l’opposizione tra liberalismo ed ecologia, il servilismo dei media tradizionali ed il ruolo delle reti sociali nell’informazione, le elezioni europee e la rovina della civiltà occidentale. Il filosofo Michel Onfray risponde alle nostre domande

In Francia Marine Le Pen resta lo spauracchio. Ad ogni elezione rappresenta un pericolo, ma dopo sono sempre gli altri (gli stessi) che vincono e lei scompare fino alle seguenti elezioni. In Italia questo incubo presunto è diventato realtà, con il successo elettorale di Salvini: perché secondo lei? Qual è la differenza tra i due paesi?

Mitterrand ha tradito due volte la sinistra: una prima volta nel 1983 con la svolta verso il rigore, una seconda nel 1992 con il Trattato di Maastricht. In entrambi i casi si trattava di permettere la costruzione di un’Europa liberale. Per restare al potere ed essere rieletto per un secondo settennato, Mitterrand ha avuto bisogno di lasciar credere che la direzione storica della sinistra era di convertirsi al mercato che fa le regole… In quel modo realizzava il programma politico di colui che aveva battuto nel 1981: Giscard d’Estaing! Per essere rieletto, ha dovuto spaccare la destra in due fazioni, dato che non poteva essere rieletto soltanto in base alla sua forza elettorale ma solo grazie alla debolezza del suo avversario. Dunque ha strumentalizzato Jean-Marie Le Pen intervenendo personalmente presso i giornalisti per dare al leader del Fronte nazionale una diffusione mediatica che faceva il suo gioco politico, dato che indeboliva la destra repubblicana.
Da allora, i liberali di destra (Sarkozy e Chirac) e di “sinistra”, (Hollande e Macron), utilizzano la stessa strategia: bisogna che Marie Le Pen sia sufficientemente forte per arrivare al secondo turno, ma non abbastanza per vincere. Da qui la necessità di demonizzare la Le Pen in modo che al secondo turno non ci sia altro voto possibile tra i falsamente progressisti e chi viene qualificato come cattivo populista.
Insomma ciò che è chiamato “populismo” non già dai progressisti, ma dai “populicidi” non è altro che il rifiuto del programma politico liberale di distruggere la protezione dello Stato sovrano in nome di un internazionalismo del mercato degli uomini e delle merci -degli uomini considerati merce. Questo modo di fare funziona ovunque sia in vendita l’Europa liberale, Italia compresa…

Il Partito Democratico in Italia, così come il Partito Socialista in Francia vivono un momento tra i più oscuri della loro storia politica. Perché la sinistra moderata perde dovunque e perché non riesce a prendere coscienza dei suoi errori e a rifondarsi ?

Perché la linea di demarcazione a destra e a sinistra separa ormai i “sovranisti” dai “liberali” e non esiste un uomo politico francese ideologicamente e moralmente abbastanza forte per rinnovare il Partito Socialista nel senso di un nazionalismo di sinistra, per la buona semplice ragione che questo richiede del tempo e che essi hanno invece tutti un obiettivo volgare a breve termine: la loro elezione o la loro rielezione.
Aggiungo che questa stessa linea di demarcazione è anche una linea di frattura del Partito Socialista stesso e che da Mitterrand a Hollande, passando per Jospin, i socialisti che hanno avuto il potere dal 1981 nel quadro europeo a volte sono stati più liberali che i liberali stessi. Quelli che sono stati sovranisti, come il mio amico Jean-Pierre Chevènement, sono stati emarginati, e poi criminalizzati intellettualmente dagli intellettuali compagni di strada del progetto di Maastricht – penso a Bernard Henry Levy e ai suoi sodali.

È realmente possibile una vera politica ecologista in un sistema liberale e capitalista ?

Il capitalismo, è la costruzione delle ricchezze per mezzo della scarsità e questo modo di creare la ricchezza è inseparabile dalla produzione da quando esiste: i gioielli delle tombe preistoriche sono fatti con delle belle pietre e delle belle conchiglie perché erano cose rare. Questo tipo di produzione esiste ed esisterà sempre. Il liberalismo è il mercato, dunque il denaro che detta le regole, mentre invece per l’ecologia dovrebbe prevalere la conservazione del pianeta. Quando il mercato detta la legge non vi può essere cura per il pianeta: è una cosa totalmente opposta. Ancor peggio, il capitalismo riesce a utilizzare l’istanza ecologica per fabbricare delle merci redditizie…
Non può esserci vera ecologia senza decrescita attiva. Ma a livello planetario, questa è impensabile…

Perché certi pensatori storici fortemente connotati a sinistra, come Antonio Gramsci per esempio, diventano dei simboli per le destre “populiste“? E inoltre, perché dei pensatori contemporanei di sinistra come Jean-Claude Michéa e Lei stesso prendono sempre più una certa distanza dalla sinistra contemporanea ?

Gramsci è utilizzato per una sola delle sue idee, che per giunta è banale: il potere reale non si ottiene se non dopo averlo conquistato con una battaglia ideologica e intellettuale. All’infuori di questo, la conoscenza di Gramsci da parte di coloro che lo citano, come nel caso in cui si citano Carl Schmidt, Spengler o Orwell, ha raramente delle basi solide.
Jean-Claude Michéa e io stesso, ma non vorrei parlare al posto suo, siamo di una sinistra impossibile da inquadrare negli schemi istituzionali francesi: la mia sinistra antiliberale, non può piacere al Partito Socialista, la mia sinistra antitotalitaria non può piacere al campo robespierriano che riunisce comunisti, mélenchonisti,, trotzkisti. Non si tratta dunque di pensare a destra con i neo-socialisti o di pensare neo-bolscevico con i nuovi comunisti o i neo-trotzkisti : la mia sinistra libertaria è altrove…

Qual è il ruolo giocato dalle reti sociali e dalle “fake news” nelle vittorie dei partiti populisti ? L’informazione tradizionale, in particolare il servizio pubblico, ne sono anche responsabili in una certa misura ? Che cosa cambierebbe Lei in Francia dell’informazione pubblica ?

Il servizio Pubblico è il più grande fornitore di fake news in Francia! È una valanga 24 ore su 24, del catechismo che io chiamo l’impero di Maastricht. Vi si criminalizzano e vi si assurgono al rango di eroi gli stessi, si divide il mondo in due fazioni, quella del bene e quella del male nella quale, come se fosse l’Inferno di Dante, si trovano Le Pen e Putin, Trump e Orban, Salvini ed Erdogan in compagnia certo di Adolf Hitler e di Pétain- ma mai in compagnia di Lenin o di Mao, di Trotzky o di Stalin, dei grandi cattivi accettati nel campo del Bene.
Quello che bisognerebbe cambiare nel servizio pubblico? Bisognerebbe semplicemente che questo fosse ciò che si definisce : un servizio del pubblico… In altre parole che funzionasse non come una propaganda spudorata, ma come un dibattito democratico! Il denaro dei contribuenti non deve finanziare la causa minoritaria dell’ideologia di Maastricht.

Con la vittoria dei 5 Stelle e della Lega, ormai in Italia la guerra è dichiarata tra gli intellettuali considerati come dei Borghesi bohemien (bobos), dei benpensanti eccetera e il popolo che si sente autorizzato a parlare liberamente e non ha più paura di farsi etichettare come fascista, razzista o omofobo. Come si è arrivati a questo?

Le reti sociali hanno reso possibile un’informazione alternativa alla luce della quale è stato possibile misurare il grado di servilismo dei media ufficiali nei quali lavorano gli intellettuali organici dell’impero di Maastricht. La Stampa agli ordini di questo Stato imperiale può anche insultare, disprezzare questo o quell’altro, il popolo non cambia idea. Ricordatevi che tutta la stampa ufficiale era favorevole a Hillary Clinton mentre lei bombardava massicciamente Trump, che è stato eletto lo stesso… I giornalisti del sistema non hanno ancora capito neanche questo: continuano a vendere i loro giornali soltanto perché lo Stato li sovvenziona, compresa l’Humanité, una delle testate più sovvenzionate con LeMonde e Libération.

I 5 Stelle hanno voluto introdurre la moralità in politica. D’altra parte essendo in maggioranza persone che appartengono alla società civile, sono spesso criticati per la loro mancanza di competenza. Che cosa è peggio secondo lei?

Il problema è che il potere corrompe e che ha anche corrotto alcuni che venivano dai 5 Stelle e quindi ci sono stati incompetenza e corruzione…
La mia sinistra libertaria è comunarda e girondina: evita la rappresentanza politica e promuove il potere diretto sul principio dei Soviet russi (e non bolscevichi) o dei consigli operai ungheresi. Il peggio è dunque nel potere rappresentativo…

Che cosa ne pensa dell’iniziativa di Salvini di chiudere i porti italiani alle ONG ? Pensa che come reazione a una politica europea sempre penalizzante nei confronti dei paesi del Sud possa essere giustificata? O piuttosto che debba essere comunque condannata ?

L’immigrazione è un fenomeno di civiltà contro il quale l’occidente non può ormai far più niente. La fine delle nazioni, come premessa alla costituzione dello Stato Maastrichtiano che è diventato un Impero, non è stato paradossalmente la data di nascita dell’Europa, ma quella della sua morte. Nelle civiltà capita come nel corpo umano: quando si trova in fase terminale, non c’è molto da fare. Non sono mai stato un partigiano delle cure palliative…

Lei ha scritto “Pensare l’Islam”. Come si può “Pensare l’immigrazione” perché questo non sia sistematicamente utilizzato come argomento di propaganda dall’estrema destra?

Quello che vi ho appena detto non mi mette nella schiera dei pessimisti che vedono il peggio ovunque o degli ottimisti che vedono il meglio ovunque, ma nella schiera dei tragici che cercano di vedere la realtà qual è. L’immigrazione e l’Islam devono essere considerati con il distacco che conviene alla lungimiranza degli storici o dei filosofi e non con la tirannia dell’istante e dello scalpore cari ai giornalisti e ai politici…Bisogna pensare a tutte queste cose tenendo sott’occhio Hegel e non i giornali quotidiani… Piuttosto le Lezioni sulla filosofia della storia e non i media del servizio pubblico. Leggendo Hegel si impara che le civiltà nascono, crescono, vivono, muoiono e lasciano il posto a delle altre… È una premessa elementare a qualunque considerazione seria su questi argomenti.

Le prossime elezioni europee saranno il campo di battaglia degli europeisti contro gli euroscettici o come Lei ha scritto su Marianne, dei “populisti contro i populicidi”: che cosa capiterà secondo Lei ?

Il grande vincitore sarà l’astensione e poi tutti quelli che diranno che non vogliono più saperne di questo stato di Maastricht diventato Impero. Ma alla fine quelli che governeranno saranno in maggioranza per questo Impero…

 

Intervista raccolta da Federico Iarlori

Fonte: http://davincipost.info/

Link: http://davincipost.info/fr/2018/11/michel-onfray-ma-bataille-contre-lempire-maastrichien/

9.11.2018

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

Michel Onfray  è un filosofo e saggista francese, appartenente alla corrente del post-anarchismo e dell’edonismo.
I suoi scritti celebrano i sensi, l’ateismo filosofico, l’edonismo e il piacere (senza rinunciare a una decisa impronta etica e politica), e la figura del “filosofo-artista” nella tradizione dei pensatori greci, che affermarono l’autonomia della vita e del pensiero.
Il filosofo francese si definisce “post-anarchico”, anticomunista, anti-liberale, anticapitalista e simpatizzante del socialismo libertario e del mutualismo di Proudhon.
Egli è attivo nell’area della sinistra libertaria e alternativa, sostenendo l’utilità del voto per contrastare le forze conservatrici. Come per il suo ateismo, le sue posizioni politiche, estremamente personali e difficilmente inquadrabili in una precisa ideologia (alla maniera del suo principale ispiratore, Albert Camus), hanno provocato spesso polemiche.
(Estratto da Wikipedia)

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