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La Redazione

 

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Mattarella riscrive il passato per legittimare il Potere sul presente

Le curiose interpretazioni e reinterpretazioni storiche del Quirinale.
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A cura di Redazione CDC
Il 27 Agosto 2023
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Mattarella riscrive il passato per legittimare il Potere sul presente

Il capo dello Stato al Meeting Cl di Rimini (25.08.2023) - Foto Ansa

Di Belisario per ComeDonChisciotte.org

Secondo Georg Friedrich Hegel, “la storia ci insegna che l’umanità non apprende niente dalla storia”.

Ad estensione di tale verità, per Giovanni Gentile “ogni interpretazione o reinterpretazione storica ha molto poco a che vedere con i fatti storici interpretati o reinterpretati, e quasi solo con le ideologie e gli interessi dominanti nell’epoca in cui l’interpretazione o la reinterpretazione viene effettuata”.

Pertanto, “ogni storia è storia contemporanea” (Giovanni Gentile).

Viviamo, ancora oggi, sotto la storia del Novecento e della Seconda Guerra Mondiale nella versione dei vincitori, in gran parte falsa, ed ovviamente anche per quanto concerne la storia del nostro Paese.

Per esempio,

perché l’Italia è militarmente crollata nel 1943?

La risposta è molto semplice, per chi conosce la storia reale: non certo per la sconfitta di Stalingrado nel febbraio 1943, ma a causa della definitiva sconfitta dell’ Afrika Korps in Tunisia nel maggio 1943. Dopo lo sbarco in Nord Africa delle truppe di USA e GB (novembre 1942), la collaborazione loro prontamente fornita dalle autorità della Francia di Vichy in Tunisia e Algeria e la definitiva sconfitta dell’ Afrika Korps con 250.000 soldati italiani e tedeschi presi prigionieri (maggio 1943), finalmente USA e GB ebbero a loro disposizione basi navali e aeree in Nord Africa dalle quali invadere la Sicilia e bombardare l’intera Italia.

Prima, infatti – come pochi sanno – i bombardieri di USA e GB erano costretti a decollare dalla Gran Bretagna, e molto a stento arrivavano in Nord Italia, in un pericolosissimo sorvolo AR su Germania e Francia occupate dall’ Asse.

Il crollo del fascismo si verificò con il bombardamento di Roma del 19 luglio 1943 da parte di 591 aerei USA della Northwest African Air Forces decollati dalle nuove basi aeree in Tunisia e Algeria (1), bombardamento che rese evidente la completa assenza di adeguate difese aeree e contraeree da parte dell’ Italia (2). Non a caso Mussolini il 21 luglio 1943 convocò, per la seconda volta nella sua storia, il Gran Consiglio del Fascismo, per la fatale seduta del 25 luglio 1943.

Alzi la mano chi tra i lettori era già al corrente di tale realtà storica: non penso più di 1 su 100. Ed alzi ancora la mano chi tra i lettori era al corrente del fatto che Mussolini e Ciano fin dall’autunno del 1942 (3) avevano ripetutamente manifestato a Hitler l’impossibilità per l’Asse di occupare la Russia, scongiurandolo di avviare negoziati di pace con l’URSS o di impostare una linea meramente difensiva, e di spostare ingenti risorse militari in Nord Africa, per la difesa del nostro Paese. Richieste che come al solito Hitler rifiutò in toto.

Il messaggio della sovraesposta analisi storica è chiarissimo:

le sorti militari dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale furono decise in Nord Africa, fatto incontrovertibile ma occultato dalla versione dei vincitori.

E sulla base di tale consapevolezza, anche le recenti vicende in Nord Africa assumono un significato molto diverso da quello che ci viene propinato, anche in questo caso, dalla versione dei vincitori.

Quando Berlusconi nel 2008 sottoscrisse l’accordo strategico con la Libia – ad onor del vero, in buona parte preparato dall’ex Ministro degli Esteri D’Alema – non aveva ovviamente alcuna intenzione di tentare di risfoderare i fasti dell’ Impero italiano nel Mediterraneo. L’accordo mirava solo a proteggere l’Italia dall’immigrazione e, attraverso l’impegno a costruire una autostrada litoranea dalla Tunisia all’Egitto, ad unire la Libia di fatto sempre divisa tra Cirenaica e Tripolitania in una infrastruttura assolutamente fondamentale e decisiva per il suo sviluppo economico e turistico, e per la nostra presenza nel Paese.

Sappiamo tutti com’è finita: nell’aggressione alla Libia, scatenata guarda caso dagli stessi protagonisti della campagna di Tunisia – Stati Uniti, Regno Unito e Francia – alla quale, grazie in particolare alla quinta colonna del PD ed al Presidente Giorgio Napolitano, non solo non ci siamo opposti, ma ci siamo alla fine anche uniti. Nel silenzio dei nostri media, infatti, la nostra Aereonautica Militare partecipò ai bombardamenti della Libia, andati di molto oltre lo stabilimento della No fly zone di cui alla risoluzione dell’ONU.

Oggi, grazie ad USA, GB e Francia, la Libia è un Paese distrutto e diviso, ed il nostro Paese è stato ridotto dall’immigrazione ad una colonia di ripopolamento dall’ Africa.

Ma continuiamo a far finta di niente.. .

Interpretazioni e reinterpretazioni storiche.. ma venendo ad oggi, dov’erano i nostri pacifisti cattolici e marxisti, quelli che ogni anno sfilano con il sorrisetto semi ebete, mano nella mano, con sandaletti e ramoscello d’ulivo, nella marcia per la pace di Assisi, o che si incontrano felici nella Comunità di Sant’Egidio a Roma, o nel convegno annuale di Comunione e Liberazione di Rimini, quando la NATO bombardava la Libia, o quando USA e GB invadevano l’Iraq, uccidendo circa 700.000 civili? Dove sono, oggi, mentre continuiamo ad armare fino ai denti l’Ucraina, in una guerra che non potrà mai vincere? Perchè non richiedono, quanto meno, un cessate il fuoco, e la definizione di nuovi confini russo-ucraini ritagliati sull’appartenenza nazionale, ossia la misura che pose fine alla guerra civile jugoslava?

In questi giorni, sono a Rimini, come sempre autoreferenzialmente contenti e beati. E come sempre, sono stati raggiunti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nessuna novità, si direbbe.

E invece no, la novità questa volta c’è eccome, e consiste nel discorso di Mattarella. Ne prendo solo il seguente passo testuale (4):

“E’ il valore della nostra Patria, del nostro straordinario popolo – tanto apprezzato e amato nel mondo – frutto nel succedersi della storia dell’incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni; di apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua e diretto a costruire il bene comune”.

Chiunque rifletta un attimo su tale passo testuale, comprende che siamo veramente alla “nuova frontiera” del capitolo delle interpretazioni e reinterpretazioni storiche di gentiliana memoria.

Cominciamo dalla “nostra splendida lingua”. Da quando in qua, improvvisamente, sarebbe frutto dell’ “apporto di diversi idiomi”? Ma stiamo scherzando? L’italiano, come lo spagnolo ed il portoghese, deriva integralmente dal latino. Non è l’inglese, che pur essendo una lingua germanica, ha un vocabolario composto al 65% da termini derivanti dal latino.

Continuiamo: da quando in qua il popolo italiano sarebbe il frutto “dell’incontro di più religioni”? Dalla caduta dell’Impero romano fino ad oggi, l’Italia è sempre stata un Paese cristiano e cattolico, nel quale le altre religioni hanno sempre riguardato una quota trascurabile della popolazione. Non abbiamo avuto le guerre civili tra cattolici e protestanti, come in Germania ed in Francia.

E dulcis in fundo, la perla maxima: “il nostro straordinario popolo” come “frutto dell’incontro di più etnie”.

C’è veramente di che sprofondare, letteralmente, dalla vergogna. Ma gli augusti e strapagati barbagianni che scrivono i discorsi del Presidente Mattarella, hanno una qualche remota cognizione della differenza tra popoli e etnie? Qui si va ben oltre le interpretazioni e reinterpretazioni storiche, per entrare nel terreno della crassa e becera ignoranza nel migliore, e della falsificazione nel peggiore dei casi.

La scienza, e particolarmente la genetica, specialmente a seguito dalle ricerche avviate a seguito dell’isolamento del genoma umano nel 2003, attesta che il mondo è infatti popolato da diverse razze o etnie o – secondo il termine asettico utilizzato per evitare grane dal più importante genetista mondiale degli ultimi 50 anni, l’italiano Luigi Cavalli Sforza – da diversi “clusters”. Le maggiori e più importanti razze, etnie o clusters sono cinque: la bianca caucasica, l’africana, l’asiatica del Nord (Cinesi, Mongoli, Coreani e Giapponesi), la americana precolombiana e quella delle isole del Pacifico. Alcuni genetisti aggiungono anche Eschimesi e Aborigeni australiani come separate razze, etnie o clusters.

La scienza e la genetica attestano che il popolo italiano è il frutto dell’incontro di diversi popoli indoeuropei che si collocano tutti all’interno della razza, etnia o cluster bianca caucasica (5). Le ripetute, recenti ricerche genetiche effettuate sul genoma italiano attestano che aplogruppi e alleli estranei alla razza, etnia o cluster bianca caucasica rappresentano solo mere e trascurabili tracce (5).

Affermare che la lingua italiana deriverebbe dall’incontro tra più idiomi, e che il popolo italiano sarebbe il frutto dell’incontro tra più religioni ed etnie, non sta semplicemente né in cielo e né in terra, Presidente Sergio Mattarella.

Abbiamo tutti compreso come Lei voglia convincere il popolo italiano ad accettare obtorto collo l’invasione migratoria in corso, ma forse dovrebbe sorvegliare maggiormente chi Le prepara i discorsi, perchè il ricorso a simili, gigantesche falsità non può che esporre sia Lei che soprattutto il nostro Paese a pessime figure, nazionali e internazionali, specialmente negli ambienti accademici. Nessuno detiene il monopolio dell’accusa di demagogia e populismo.

Nel frattempo, come nel Gioco dell’Oca, non ci resta che tornare al punto di partenza:

La storia ci insegna che l’umanità non apprende niente dalla storia”- Georg Friedrich Hegel.

Ogni interpretazione o reinterpretazione storica ha molto poco a che vedere con i fatti storici interpretati o reinterpretati, e quasi solo con le ideologie e gli interessi dominanti nell’epoca in cui l’interpretazione o la reinterpretazione viene effettuata” – Giovanni Gentile.

Ogni storia è storia contemporanea”- Giovanni Gentile.

Di Belisario per ComeDonChisciotte.org

27.08.2023

BIBLIOGRAFIA E NOTE

(1) Sulla Northwest African Air Force – Craven, Wesley F. and James L. Cate. The Army Air Forces in World War II, Volume 2, Chicago, Illinois: Chicago University Press, 1949 (Reprinted 1983); Richards, D. and H. Saunders, The Royal Air Force 1939-1945 (Volume 2, HMSO, 1953); Howe, George F., Northwest Africa: Seizing the Initiative in the West, Center of Military History, Washington, DC., 1991.

(2) Per approfondimenti, vedasi l’articolo Solo gli sconfitti commettono crimini contro l’umanità – Come Don Chisciotte

(3) Vedasi l’incontro tra Ciano e Hitler del 18 dicembre 1942 a Berlino, in Diario volume I 1939-1940, Diario volume II 1941-1943, Milano, Rizzoli, 1946-1950, e la lettera di Mussolini a Hitler dell’8 marzo 1943, da Biblioteca Fascista: Lettera al cancelliere Adolf Hitler, 8 marzo 1943

(4) L’intervento del presidente Mattarella al Meeting di Rimini | Il Foglio

(5) = Genetic history of Italy – Wikipedia. Si sottolinea l’importanza di consultare il sito nella versione in inglese, e non nella versione italiana. Come quasi sempre su Wikipedia, la versione italiana è molto più ridotta e soprattutto parziale, in questo caso tutta impostata solo sulla teoria della presunta estrema etereogeneità della popolazione italiana, e si guarda bene, per esempio, dal menzionare lo studio di genetisti olandesi del 2008, secondo il quale Italia e Finlandia sarebbero le uniche isole genetiche europee, nel caso dell’ Italia grazie alle Alpi, che avrebbero impedito le grandi migrazioni invece verificatesi nel resto dell’ Europa.

In materia, vedasi Nicholas Wade, A Troublesome Inheritance: Genes, Race and Human History, 2014 Penguin Books, o la traduzione italiana Una scomoda eredità. La storia umana tra razza e genetica, 2015 Editore Codice.

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