DI PAOLO FRANCESCHETTI
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Qualche giorno fa parlavo con una persona accusata di omicidio ingiustamente. Parlava, mi raccontava, e ogni tanto commentava “e allora è entrato il giudice… avvocato, vedesse che figa… una figa da paura”.
Una volta parlavo con uno a cui avevano ucciso la figlia. “e poi l’avvocatessa mi ha detto… avvocato… vedesse che figa questa avvocatessa, una vestita cosi e cosà”.
Anni fa un deputato con cui stavo discutendo una proposta di legge (eravamo in parlamento) interrompeva spesso il discorso quando vedeva passare una collega donna, commentando i costumi sessuali di tutti quelli che passavano, di cui lui sapeva vita morte e miracoli.
Spesso mi è capitato di andare a riunioni di lavoro. anche con persone sconosciute o comunque conosciute poco, che dopo il saluto e la stretta di mano invece di approcciare con un generico “bella giornata eh?” o “come è andato il viaggio” ti dicono “quanta figa c’è in giro, vero?”
Quando torno dalla Florida, dove vado ormai quasi tutti gli anni,se riesco, a trovare dei miei amici e a godermi un’aria diversa, alcuni la prima cosa che mi domandano è: “quanta figa c’è in Florida?” e quando rispondo “ma che cazzo me ne fotte di quanta figa c’è in Florida??? Che è pure un paese di pensionati e gente obesa” mi rispondono stupiti: “ah come sarebbe… non ti guardi in giro per vedere quanta figa c’è?”.
Il top però fu quando, pochi giorni prima che Mariapaola morisse, andai a trovare nella stanza a fianco alla sua un malato terminale di tumore, ormai ultranovantenne; appena entrai e gli chiesi come stava rispose “con certe fighe come infermiere come farei a non star bene? Guarda questa qui, per esempio, che culo che ha….”. Inutile dire che non tornai più a trovarlo perchè mi pareva che la non avesse eccessivo bisogno di conforto spirituale e dialogo. Perlomeno non aveva bisogno del mio dialogo.
Da piccolo pensavo che il fenomeno fosse dovuto agli ormoni in eccesso dei mei coetanei, e pensavo di essere io in difetto, ma adesso che ho 50 anni e mi accorgo che questo intercalare ogni discorso, anche il più serio, con commenti sulla figa, è diffuso ad ogni livello sociale e ad ogni età, capisco che il problema è proprio una patologia diffusa, credo dipendente da un’errata educazione sessuale che ci inculcano fin da piccoli.
Intendiamoci, pure molte donne si comportano allo stesso modo, ma credo che il fenomeno sia meno frequente, dal punto di vista statistico. Non ce la vedo una donna di novant’anni in punto di morte a dire “con tutti questi cazzi in giro per l’hospice non posso che sentirmi benissimo” nè riesco a pensare ad una madre che mentre discute con un avvocatessa della morte del figlio le fa “senta un po’ avvocato, ma lei se lo scoperebbe quel giudice?”
Ho cercato di difendermi da questi attacchi di demenza negli anni provando tattiche del tipo “guardi, non ne frega molto… sa sono omosessuale”. Ma niente, non c’era nulla da fare la maggior parte degli uomini per un impulso incoercibile insiste nel descriverti le mirabolanti prestazioni che vorrebbe provare ad ottenere se avesse tra le mani la sconosciuta in questione, aggiungendoci commenti del tipo “non sai che ti perdi…”. Allora ho provato con “guardi sono impotente, purtroppo questi discorsi con me non attaccano” ma la maggior parte continua imperterrita,
A 50 anni purtroppo questa cosa continua a rimanere per me un mistero più insondabile di quello della rosa rossa, pari all’altro fenomeno che ho sempre guardato con una certa curiosità, di milioni di persone che si appassionano al calcio, alla bicicletta, all’automobilismo o al motociclismo e poi non sono mai saliti su una moto, e lo sport non lo praticano mai e l’unica sportività se la concedono rifiutando categoricamente di acquistare un auto col cambio automatico perchè altrimenti “perdono il piacere della guida”.
Che cazzo di piacere ci sarà nello stare imbottigliati nel traffico di Roma in una punto, sfrizionando in continuazione non l’ho mai capito. Boh.
Uno dei motivi per cui mi piace andare in giro da solo in Florida è che non capisco la lingua e non sento le cazzate della gente.
Paolo Franceschetti
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3.11.2015