LUCIANO BIANCIARDI SCRITTORE, 14 NOVEMBRE 1971

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Siete impantanati nelle sabbie mobili del consumismo, del desiderare tutto a ogni costo.

Mentre negli anni sessanta festeggiavate Agnelli, Pirelli e tutti gli altri che avevano costruito i miracoli dell’economia italiana, a me non sfuggiva il ruolo centrale delle fabbriche nel cambiamento sociale e politico.

 

“Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l’automobile l’avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l’asciugacapelli, il bidet e l’acqua calda. A tutti.
Purchè tutti lavorino, purchè siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tanfanarsi l’un con l’altro dalla mattina alla sera. Io mi oppongo”

In questa epoca malata avete ancora bisogno di un romantico come me.

Estratto da Giacomo Di Girolamo, “Dormono sulla collina – 1969-2014” Ed.ilSaggiatore 2014 (pag73)

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