Gilad Atzmon
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Oggi abbiamo appreso che l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Dannon, ha riferito all’AIPAC che Bernie Sanders è un pazzo ignorante, un bugiardo o entrambe le cose. “Non vogliamo Sanders all’AIPAC. Non lo vogliamo in Israele … Chiunque definisca il primo ministro israeliano un ‘razzista’ è un bugiardo, un idiota ignorante o entrambe le cose,” ha annunciato l’ambasciatore Dannon.
Le prove del razzismo israeliano e delle politiche razziste del governo Netanyahu sono, purtroppo, indiscutibili. Lo si può vedere in come il governo Netanyahu affronta il problema dei migranti di colore. O esaminare questo razzista disegno di legge nazionale israeliano. Ciò induce a chiedersi che cosa abbia motivato l’ambasciatore Dannon ad agire in modo così “antidiplomatico,” per indurlo ad attaccare in questo modo il leader del Partito Democratico, reo di aver espresso una critica motivata ad Israele e al suo primo ministro.
Ma, ancor prima di porci questa domanda, dobbiamo considerare ciò che ci hanno fatto sapere gli stessi media israeliani. In una registrazione trapelata al pubblico, Natan Eshel, consulente anziano di Netanyahu, ha rivelato che “l’odio è ciò che unisce” la destra israeliana e “funziona bene con gli elettori non aschenaziti.”
Eshel, un ex dirigente dello staff di Netanyahu che aveva rassegnato le dimissioni a seguito di uno scandalo di natura sessuale, continua a lavorare con il primo ministro israeliano e, l’anno scorso, aveva condotto i due negoziati per la formazione della coalizione di governo.
Nella registrazione, Eshel spiega che il ministro del Likud (ed ex portavoce dell’IDF) Miri Regev è “molto brava” ad “agitare” i sostenitori del Likud. Eshel definisce la Regev “un animale,” ma fa notare che le sue tattiche funzionano molto bene nell’”ottenere il sostegno della folla.”
È ragionevole pensare che la descrizione che l’ambasciatore Dannon fa del senatore Sanders servisse ad uno scopo simile: aizzare la folla dell’AIPAC. E, naturalmente, i media ebraici britannici, insieme ai gruppi di pressione ebraici e alla lobby israeliana, hanno anch’essi usato questa tecnica fin dal 2017 per scatenare l’odio della folla verso il Partito Laburista e il suo leader, Jeremy Corbyn. Certa gente, a quanto pare, è unita dall’odio.
Questa registrazione del consulente anziano di Netanyahu trapelata al pubblico fa luce sulla sempre crescente paura che gli Ebrei hanno dell’antisemitismo. Quelli che sono così facilmente “uniti dall’odio” tendono a credere che anche il prossimo sia ugualmente carico di odio. La paura ebraica dell’antisemitismo può essere vista come una proiezione. Quelli che sono “uniti dall’odio” possono benissimo attribuire la propria astiosità ai loro vicini, non importa se Palestinesi, elettori laburisti o addirittura leader democratici.
Ciò che vediamo è una micidiale valanga di odio e di paura: più uno è gonfio di odio, più è tormentato dal pensiero che l’Altro sia afflitto dalla sua stessa animosità.
Gesù Cristo aveva riscontrato questa caratteristica molto pericolosa tra i suoi stessi confratelli. La sua soluzione era stata scioccante, anche se semplice. Invece di accumulare armi, aveva detto ai suoi seguaci di porgere l’altra guancia: fare un passo avanti, amare il prossimo, staccarsi dal circolo vizioso, cercare la pace e l’armonia.
Il destino di Gesù è noto a tutti. Come non è un segreto la sorte di quelli che cercano di predicare la pace agli Israeliani e ai Sionisti.
Gilad Atzmon
Fonte: gilad.online
Link: https://gilad.online/writings/2020/3/2/hate-vs-peace-and-harmony
02.03.2020