L’uomo e la tecnologia del futuro nell’immaginario
di Giulio Bona per ComeDonChisciotte.org
“E l’uomo disse: Che sia la luce! E fu benedetto dalla luce…”
cit. Animatrix, Il Secondo Rinascimento, Parte II
Voglio iniziare parlando di futuro. Il futuro come lo vedevamo un po’ di tempo fa almeno, non è esattamente quello che vediamo oggi. La concezione del futuro fino alla prima metà degli anni ‘70 del XX secolo, per alcuni almeno, era un futuro spesso prospero, dove avremmo dimenticato gli sbagli del passato, e dove una rinnovata umanità, avrebbe vissuto in pace ed esplorato lo spazio unita (uno dei mantra utilizzati dal comico Bill Hicks, scomparso nel 1993).
Bill Hicks diceva: “Se tutto il mondo oggi, smettesse di spendere soldi in eserciti ed armi, ci sarebbero risorse sufficienti per nutrire ogni singolo essere umano sulla terra, e così potremmo vivere in pace ed esplorare lo spazio, insieme… per sempre…”
Questo era l’utopistico augurio del grande comico statunitense, utopistico si, ma sicuramente corretto nella sua semplicità logica, ed era anche un ossimoro con cui concludeva i suoi spettacoli, spesso estremi ed oscuri.
(In uno spettacolo teatrale, si rivolse ai pubblicitari e le persone che lavorano nella pubblicità in sala, dicendo: “Uccidetevi, fatelo adesso, non sto scherzando, siete il vomito di Satana e distruggete tutto ciò che è bello e buono, per favore, uccidetevi. Non sto scherzando, sparatevi in bocca, succhiate un tubo di scappamento, non lo so…” lui era un po’ estremo ogni tanto, un po’)
Qualcun’altro ha visto un futuro in cui le macchine stesse potrebbero competere con l’uomo. Si potrebbe citare esempi come Terminator, in cui l’uomo e le macchine entrano in collisione diretta, nello stesso momento in cui l’intelligenza artificiale nasce e prende coscienza. Oppure qualcosa di più recente come la trilogia di Matrix, o sullo spin off chiamato Animatrix.
Negli Animatrix, serie di cartoni basati sulla trilogia di “Matrix”, che danno un certo contesto alla condizione umana reale nei film, gli umani si ritrovano a vagare per secoli nelle fogne, cacciati a vista dalle macchine che dominano la superficie della terra. La storia narrata dagli Animatrix nel cortometraggio: “Il Secondo Rinascimento”, dipinge l’uomo come Dio-Creatore di una nuova specie dominante: le macchine. Queste, una volta presa completa coscienza, si comportano da esseri “senzienti”, quindi si ribellano all’uomo. Il cortometraggio è diviso in due parti, la parte 1 parla proprio dell’uomo e della sua vanità ed arroganza, che dopo aver partorito l’intelligenza artificiale, la tratta come un essere inferiore, mentre ella prende sempre più coscienza, fino al punto di rottura che sfocia nella ribellione.
Dopo la ribellione, alcune macchine “senzienti” si separano dall’uomo e formano una nazione chiamata “01”, che sono anche i 2 unici simboli utilizzati nel linguaggio-macchina binario. Nel cartone animato, loro localizzano questa nazione nel medio-oriente, non so bene perché, possibilmente, per il valore simbolico di quella terra per tutta l’umanita’. Le macchine, cercano di sviluppare una cultura pacifica di convivenza. Gli uomini, dipinti come ciechi ed arroganti, intensificano odio ed intolleranza verso queste macchine, fino alla dichiarazione di guerra totale. Da qui inizia la parte 2. La guerra tra le macchine, superiori in tutto, e gli uomini, che palesano tutta la loro fragilita’ contro questo nuovo nemico. Il risultato di questo, è il mondo “reale” dipinto in Matrix e la trilogia, un mondo in cui l’umanità intera ha perduto la guerra contro le macchine.
In linea di massima, l’idea di Matrix, è quella in cui l’uomo, è il genio che inventerà un essere superiore a se stesso, che per l’intrinseca imperfezione dell’essere umano, ucciderà il suo creatore un giorno. Loro aggiungono qualcosa però, la storia di Neo, dell’eletto, parla invece ‘bene’ dell’imperfezione dell’uomo stesso, quando le macchine chiamano lui, che è l’eroe del film, “L’anomalia”. Loro narrano che l’uomo ha qualcosa, che le macchine in centinaia di anni, non sarebbero mai riuscite a capire. Chiamatela Anima, chiamatelo spirito, chiamatelo come volete, ma l’imperfezione dell’uomo è una cosa che le macchine tenteranno (invano) di comprendere. Un punto per l’uomo, che ha qualcosa che le macchine non hanno, l’unicità dell’individuo.
Quella di Matrix o Terminator è un’idea molto negativa del progresso tecnologico, passiamo invece adesso all’idea positiva del futuro e della tecnologia, meno oscura, più morigerata ed etica. Alcuni nella fantascienza hanno proposto questa idea, di un futuro senza denaro, senza razzismo, senza odio (più o meno), altri come Gene Roddenberry e la sua serie di film Star Trek.
Conversazione tra il Capitano Jean-Luc Picard e la donna terrestre del 2063 di nome Lily, in Star Trek – Primo Contatto del 1996:
Picard: “L’economia del futuro è piuttosto diversa…” poi continua “Vedi, il denaro non esiste nel XXIV secolo.”
Lily: “Niente soldi? Significa che non venite pagati?”
Picard: “L’accumulare ricchezze, non è più un impulso primario della nostra vita. Lavoriamo, per migliorare noi stessi, ed il resto dell’umanità…”
Molto ZEN, molto utopico, detto da un capitano di una nave da guerra tra l’altro, ancora più inverosimile.
Il film del ‘96 è solo uno dei films in cui si ripete questo leit motif famoso di Star Trek: “Il denaro non esiste nel XXIII e XXIV secolo, perché non ne abbiamo più bisogno. Adesso lavoriamo per arricchire le nostre vite di esperienze e conoscenza.” Diciamo che in alcuni autori di fantascienza, questo motivo è abbastanza ricorrente, e gli autori ne rimarcano i lati positivi, senza menzionare cosa succede all’identità dell’uomo, alle sue culture, alla possibile omologazione dell’uomo. Il mondo di Star Trek sembra una sorta di mondo comunista, quasi sovietico, omologato e relegato ad una cultura unica “terrestre”, poiché il ‘diverso’ ed il ‘nemico’ in Star Trek è rappresentato dall’alieno, dal non-terrestre.
Comunque non sono soltanto autori di fantascienza a pensarla così. Anche altre persone di altre discipline sono aderenti a questa scuola di pensiero. Uno di questi, che mi ha profondamente colpito, è Jacque Fresco. Una mente raffinata, un inventore prodigioso, un uomo con una positiva visione del futuro basata sulla tecnologia. Si potrebbe sintetizzare il suo pensiero nel pensiero di molti altri come Sartre e di altri positivisti. La tecnologia, potrebbe servire l’umanità intera in tutti gli aspetti della sua vita, e l’uomo, deve solo ottimizzare questa stessa tecnologia, e goderne i frutti.
Tra le meraviglie create da Fresco, il cinema 3D, il metallo con la “memoria”, le case anti-tornado… e molte altre. Il cinema 3D, onestamente lo trovo ingegnoso ma non troppo utile, non ha mai avuto molto successo. Per il metallo con la “memoria” devo dire che sono rimasto stupefatto. Se hai in incidente d’auto non troppo grave, un’ammaccatura, bastano un paio di colpi di asciugacapelli per riavere la macchina come prima! Sarebbe la morte dei carrozzieri. Le case anti-tornado, le trovo ingegnose, specialmente in alcune zone del mondo dove ancora si costruisce usando legno e materiali leggeri. Il cono rovesciato è la risposta! Se la casa ha la forma di un cono rovesciato, il vento non ha ‘appigli’ sulla quale agganciare la casa e portarla via con lui. Se stringi un cono rovesciato con la mano, più stringi la presa più il cono è saldo sul terreno. Questo potrebbe salvare vite, lo trovo assolutamente ingegnoso.
Lui poi ha poi anche fatto disegni delle città del futuro, città completamente tecnologiche che hanno anche sollevato domande per il suo inventore.
Per maggiori informazioni sul Venus Project, clicca l’immagine qui sotto (sito in inglese):
Una domanda ricorrente per Jacques Fresco, da cui mi ricollego agli esempi che ho portato prima su Matrix o Terminator è stata: “Dobbiamo farci comandare dalle macchine? E se le macchine un giorno sottomettessero l’uomo invece che servirlo? Se un giorno si evolvessero?” La risposta di Fresco è stata un po’ semplicistica, ma in un certo senso vera ed incontrovertibile:
“Le macchine cambieranno atteggiamento in male, se saranno programmate da esseri umani per farlo.”
Non fa una grinza per me.
Quindi la tecnologia non deve finire nelle mani sbagliate, abbastanza giusto. Ma come si fa a garantire che questo sistema sarà sempre li a servire tutti i bisogni di tutti gli uomini? Non credo che Fresco, da architetto ed ingegnere, avesse una risposta a questo problema atavico e quasi archetipico dell’uomo. Chi controlla quelle magiche macchine che ci nutrono e ci curano? Oggi, per esempio, che abbiamo una civilta’ completamente asservita alle macchine come mai nella storia, queste macchine sono nelle mani delle entità più meritevoli ed eticamente corrette per questo indispensabile lavoro? Lasciando stare la fantascienza, credo che dovremmo cominciare a farci questa domanda.
L’immagine del futuro delle citta’ nell’immaginario di Jacque Fresco, era un futuro di efficienza, di ecologia, di mistura tra uomo e natura, senza aggredirla, una simbiosi. La tecnologia sarebbe solo un ‘tramite’ di questa cosa. Lui ha pensato alle città, non solo come un ingegnere le penserebbe, per efficienza, per risparmio di risorse. Fresco andava oltre. Lui pensava anche che fossero belle da vedere, e piacevoli da visitare e vivere tutti i giorni, aveva pensato a quasi tutto.
Fresco, era statunitense, e la sua ideologia è stata contestata per il suo concetto di ‘politica’ di queste città. Il suo concetto, era molto vicino ad un concetto comunista della proprietà e della scala sociale. Lui vedeva le sue città, per uomini e donne, non aveva pensato a classi sociali, uomini più ricchi di altri o più poveri di altri, aveva una concezione completamente uniformante delle città. Questo negli Stati Uniti, non è visto bene. Da qui mi ricollego alla concezione ‘buonista’ ed ingenua di Star Trek, in cui il mondo del futuro, vedrà la scomparsa del denaro usato come risorsa, niente denaro, niente differenza fra me e Briatore, fra me Berlusconi, avremmo gli stessi diritti e potere in quel mondo. Fantastico!
Oggi molti futuristi come Fresco, mirano all’efficienza ed il risparmio di risorse, quindi le città sono fatte di cerchi concentrici, in cui è facile muoversi, in cui le risorse più indispensabili stanno al centro, accessibili da tutti. Ma c’è qualcosa che non viene considerato. La unicità, la cultura, la storia, le tradizioni, l’etica, lo spirito, sono cose non comprese negli immaginari di persone come Fresco. Lui diceva che qualunque religione sarebbe stata servita nelle proprie città del futuro, ci sarebbero sinagoghe, templi, chiese, moschee e tutto il necessario per fare in modo che le persone potessero coltivare la propria fede religiosa.
Ma non si è pensato alla “cultura” che comprende le tradizioni, religioni ed usi delle persone, non strutturate da un computer, ma che sono frutto delle scelte di ogni singola generazione, libera, figlia della saggezza e della tradizione. Io sono per l’evoluzione, si, ma la perdita della tradizione e della cultura, non ha mai fatto bene all’uomo. Quando si uniforma un mondo e lo si rende tutto uguale, si sacrifica la cultura e la libertà degli individui, tutti quanti.
di Giulio Bona per ComeDonChisciotte.org