DI ANDREA MENSA
Se nel precedente ho cercato di definire in modo più appropriato l’inflazione, in questo vorrei sfatare un’altra bufala pienamente condivisa.
Lo scopo di questo mio scritto è quello di analizzare se le colpe attribuite alla FED siano reali, e chi sia l’eventuale colpevole dell’aumento di liquidità programmato, con l’intento non di assolvere la FED dalle sue tante colpe, ma di fare chiarezza sul QE2.
Come ho già osservato nel mio precedente sulla inflazione, siamo rimasti a definizioni vecchie, declinate in tempi in cui internet era agli albori, in cui la finanza era supporto dell’economia, e buona parte delle azioni economiche richiedevano l’intervento umano.
Non è cambiata solo la quantità di elementi trattati, non è aumentata solo la velocità delle transazioni, ma è cambiata la qualità delle stesse, modificando il senso stesso delle parole con le quali si definivano alcuni eventi.
Lo scopo di questo mio scritto è quello di analizzare se le colpe attribuite alla FED siano reali, e chi sia l’eventuale colpevole dell’aumento di liquidità programmato, con l’intento non di assolvere la FED dalle sue tante colpe, ma di fare chiarezza sul QE2.
Come ho già osservato nel mio precedente sulla inflazione, siamo rimasti a definizioni vecchie, declinate in tempi in cui internet era agli albori, in cui la finanza era supporto dell’economia, e buona parte delle azioni economiche richiedevano l’intervento umano.
Non è cambiata solo la quantità di elementi trattati, non è aumentata solo la velocità delle transazioni, ma è cambiata la qualità delle stesse, modificando il senso stesso delle parole con le quali si definivano alcuni eventi.
Pertanto ritengo opportuno iniziare dando una definizione adeguata ad alcune parole, per poi poter analizzare il senso di questa infausta manovra.
Ed inizio col concetto di ricchezza che definisco come disponibilità totale o parziale di azioni o beni, desiderata da altri, e per la quale sarebbero disposti a dare qualcosa in loro disponibilità, per averla in cambio.
Risalendo alle origini di questo concetto, direi che è nato nel momento in cui l’uomo si è reso conto del proprio ciclo vitale e ha avuto paura di non poter più provvedere, un giorno, alle proprie incombenze.
Di qui la spinta a procurarsi dei beni non deperibili da poter offrire a chi, in futuro, avrebbe provveduto al posto suo a tali compiti.
Il “sé stesso” da interpretare in modo estensivo, al di la della persona, includendo cioè anche i propri cari, la famiglia, eccetera.
Di qui nasce il concetto di “riserva di valore” come caratteristica di beni che conservino nel tempo la loro desiderabilità da parte di altri individui.
In tutto ciò sono inclusi non solo i beni fisici, ma anche le capacità, le conoscenze ritenute utili, se non vitali, da poter eventualmente trasmettere ad altri.
Quindi, l’insieme di tutto quanto un individuo possiede, che sia desiderato anche da altri, che non ne hanno o non ne hanno quanto vorrebbero, e che un giorno può diventare merce di scambio, rappresenta la ricchezza.
Di qui la caratteristica principale che deve avere tutto ciò che rappresenta ricchezza, ovvero la non deperibilità, ovvero la caratteristica della capacità di conservare valore anche in vari eventi e soprattutto nel tempo.
Una cassetta di mele rappresenta ricchezza solo se la scambio o le mangio prima che le mele marciscano, mentre invece il melo, con la sua capacità di replicare il ciclo, può essere considerato una ricchezza.
Di essa fanno parte due grandi categorie di beni: gli investimenti e la liquidità.
Quale è la caratteristica della liquidità ?
Per prima cosa essere immediatamente disponibile (in alcuni casi “immediatamente” può anche voler dire qualche ora, ma sicuramente non giorni), poi avere un valore certo, condiviso, che vuol anche dire di esser sicuro su quanto valore disporre e che venga sicuramente accettato in uno scambio.
Di questa categoria fanno parte sicuramente le banconote e le monete, le carte di credito (perché l’importo è garantito dalla società emittente la carta), il bancomat o la “carta moneta” in quanto facendo riferimento immediato al conto corrente, ne è garantita la copertura, i bonifici, in quanto se ne può provare l’avvenuta transazione.
Già gli assegni non rientrano in questa categoria, perché potrebbero non essere accettati in tempi (orari) in cui non sia possibile accertarne la copertura.
Mentre ne fanno parte gli assegni circolari, in quanto garantiti dalla banca emittente.
Gli investimenti sono quegli impieghi di denaro, generalmente remunerativi, ai quali manca almeno una delle caratteristiche sopraddette.
Le azioni posso stabilire un valore a cui venderle,ma non saprò quando ciò avverrà, oppure stabilire il momento, ma allora non saprò quanto incasserò.
Una casa, un appartamento, ma anche delle monete d’oro, quadri d’autore, tutti beni dei quali posso conoscere un valore indicativo, ma quello effettivo lo conoscerò solo all’atto della vendita.
Senza contare che , a volte, possono esser necessari mesi o anni per vendere ad un valore minimo prefissato.
Tra queste due categorie, oggi, ne esiste una terza, la quale si è sviluppata grazie alla propria diffusione e quantità, pertanto creando un mercato estremamente “liquido”.
Questa caratteristica significa che, dati i volumi di tali beni scambiati giornalmente e ad ogni ora, grazie a servizi informatici che trasformano l’intero globo in un unico grande mercato a cui tutti possono accedere, è estremamente facile vendere tali beni, in frazioni di secondi, ed a valori praticamente già noti.
Si tratta del mercato dei titoli sovrani (almeno di alcune nazioni) delle obbligazioni (almeno di alcune società), e di alcuni derivati che hanno questi come sottostanti.
Tali titoli, per la loro facilità di esser venduti, vengono anche accettati direttamente in pagamento, soprattutto per certe tipologie di beni, quindi senza bisogno di doverli vendere prima. Essendo “al portatore” e comunque generanti un interesse, sono a volte addirittura preferibili al denaro contante, se chi li riceve non deve spenderli immediatamente a sua volta.
Per tutte queste ragioni questi titoli sono assimilabili più al denaro liquido che ad un investimento.
Quindi, con il Quantitative Easing, la FED intende acquistare dei titoli del tesoro americano con denaro creato apposta.
Ci troviamo quindi nella situazione in cui chi possedeva prima tali titoli, praticamente assimilabili alla liquidità, li cede alla FED e riceve del denaro in cambio che è liquidità, pertanto dove è tale aumento ?
Tutto questo can can fa semplicemente dimenticare, invece il vero problema, la vera operazione che aumenta la liquidità.
Quando il tesoro emette un titolo, se una volta chi lo acquistava faceva un investimento, in quanto tale titolo era relativamente difficile da vendere, oggi è questione di una frazione di secondo, per cui , se prima dell’emissione esisteva solo il denaro del futuro acquirente, dopo che è stato assegnato, il tesoro avrà il denaro, e l’acquirente il titolo, che, come ho detto è assimilabile al denaro.
È quindi l’emissione del titolo da parte del tesoro che raddoppia la liquidità, non il quantitative easing (sempre che si limiti solo ad essere usato per l’acquisto di titoli già liquidi).
Come si vede, tanto polverone è quindi solo una copertura per distogliere l’attenzione dall’operazione (emissione di una quantità enorme di titoli ) che veramente aumenta la liquidità.
ANDREA MENSA