di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Dobbiamo ringraziare Nostro Signore onnipotente, per averci dato Claudio Borghi che con la sua frenetica attività su Twitter, ci fornisce ancora gli stimoli per continuare la nostra ecumenica missione di informare il popolo sulle balle che la politica tutta, senza remore, non cessa di raccontarci.
Siamo a pochi giorni dall’approdo in Parlamento dell’annuale Legge di bilancio, il testo è quasi definitivo e gli italiani, ormai più curiosi che speranzosi, si apprestano a conoscere quale ennesimo tragico destino li aspetta.
Tra un taglia e cuci da un parte ed un gioco delle tre carte dall’altra, all’interno di quello che è il medesimo refrain che anche i gatti dei vicoli più sperduti ormai conoscono – ovvero che soldi per gli italiani (la maggioranza di essi si intende, ndr), non ce ne sono – si registra il solito entusiasmo a fini elettorali che chi fa parte del governo mostra nel presentare agli italiani le lucciole per lanterne.
Ed il primo a lanciarsi nella solita impresa da kamikaze di far apparire il proprio governo migliore di quello degli altri, non poteva che essere il deputato leghista Claudio Borghi, al quale, tra una balla sparata e l’illusione di un sogno, dobbiamo almeno riconoscere una insolita onestà intellettuale, sconosciuta al DNA del politico italiano medio:
Veniamo subito alla balla: la manovra non è espansiva come ci esalta Borghi; per il semplice motivo che – come è scritto chiaro nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza 2023 (DEF)(NADEF), deliberato dal Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso – nel 2024 torneremo al consueto avanzo primario che sarà dello 0,6% rispetto al PIL.
L’avanzo primario del bilancio statale altro non è che la differenza fra la spesa pubblica e le entrate tributarie e extra-tributarie esclusi gli interessi da pagare sul debito. Quindi sono soldi che vengono tolti dalle tasche della gente che lavora per andare a finanziare la rendita rappresentata dagli interessi sul debito pubblico.
Se, come si evidenzia nella manovra, il deficit potrebbe oscillare fra il 3,7 ed il 4,3 per cento del Pil – ossia 75/85 miliardi circa – e la spesa per interessi si aggira intorno a 100 miliardi, è chiaro che questa finanziaria contribuirà ad aumentare la capacità di spesa solo per quel 5% di italiani che detengono i nostri Btp. Stante il fatto che il resto andrà al mondo finanziario che certamente lo riverserà in altri lidi.
E’ sufficiente ripercorre i dati riportati nel grafico qui sopra, per comprendere come da quasi tre decadi (eccetto che per gli anni del Covid dove tenuta sociale ed Euro erano a forte rischio), ogni governo del nostro paese si sia allineato al disegno colonialista messo in piedi dalle nostre élite e quelle internazionali, che prevede di estrarre sangue dal lavoro degli italiani per consegnarlo alla rendita dei poteri parassitari che vivono alle nostre spalle ed ipotecano sempre più il futuro dei nostri figli.
Quindi, come si legge nel DEF, al contrario di quanto ci vuol far intendere Borghi, anche il governo di coloro che si sono spacciati per anni come sovranisti, non può esimersi dal riportare il paese sulla strada ormai tracciata del più che deleterio (per lavoro e consumi), avanzo primario. Se poi, come ci dice Borghi, in quanto a scelte di politica fiscale il suo governo opererà a livello di una redistribuzione più equa fra ricchissimi e poveri, ben venga, ma il deputato del Carroccio non può dirci che la manovra non prevede una aumento delle tasse a livello macro. La parte di interessi non finanziata in deficit deve essere per forza finanziata mettendo le mani in tasca a cittadini ed imprese che fiscalmente risiedono nel paese.
Con apprezzabile onestà intellettuale, Borghi ci dice anche che il deficit è meno di quello che lui vorrebbe (ed è molto meno di quello che occorre per far ripartire il nostro sistema economico, aggiunge chi vi scrive).
“Scelta politica. Se non si vogliono fare le rivoluzioni, difficile fare troppo di diverso. La sinistra, sono pronto a scommettere, avrebbe fatto meno deficit per fare bella figura in UE tassando la casa e non rivalutando per nulla le pensioni. Cambiava poco, ma secondo me sarebbe stato peggio. Scelte politiche appunto. I numeri quelli sono” – scrive Borghi
Sì, caro Borghi, si tratta sempre di scelte politiche e non occorre fare chissà quale rivoluzione per fare un deficit del 10%, come è stato fatto durante il Covid senza che fossimo invasi dalle cavallette, come da anni ci prospetta quotidianamente il main-stream, voce fedele dei padroni del nostro paese. E lascia stare cosa avrebbe fatto la sinistra, del cui operato il popolo italiano porta ben evidenti i segni sulla propria pelle. Ecco di cosa sono capaci i catto-comunisti, ovvero quella parte degli eredi del PCI che si è unita con la feccia peggiore dei cattolici democristiani, nel sacro principio di quel che mio è mio e quel che tuo è di tutti: delle stesse politiche di austerità che state facendo anche voi!
Infatti, con l’ennesimo scatto di onestà intellettuale, segno che dentro di Te qualcosa ancora si muove, affermi: “cambiava poco!” – cambiava niente aggiungo io che scrivo!
“Cosa avrei fatto io? Forse avrei sfidato la UE con almeno due punti di deficit in più, però capisco che fare la guerra al mondo se non si è pronti è un azzardo, già resistere sul MES non è poco. Hanno fatto fare marcia indietro per troppo deficit persino a Liz Truss che pure aveva moneta sua ma non era pronta. Prepararsi per essere pronti al momento buono. Se il patto di stabilità tornasse o venisse rinnovato male quel momento potrebbe arrivare presto” – conclude Borghi
Finalmente Borghi ci dice quanto deficit avrebbe fatto lui, sfidando apertamente la UE. Due punti percentuali in più, seppur meglio che niente, servirebbero a poco, visto che illustri economisti, già prima della batosta del Covid, prevedevano un deficit del 10% come inizio per poter provare a far tornare gli italiani a vivere in quella che si definisce una buona economia.
Caro Borghi, non posso pensare che tu sia così ingenuo da credere che quei poteri profondi che hanno fatto fare marcia indietro a Liz Truss e che ritieni essere anche i padroni del timone a Roma, si possano identificare in quelli di stanza a Bruxelles. I poteri italiani che ti hanno messo su quella poltrona su cui credo tu stia comodo, o forse meglio dire, che non hanno fatto obiezioni affinché tu sedessi su quella poltrona, sono i principali beneficiari del sistema-euro, che permette loro di saccheggiare a piacimento il paese da tempo. E quindi sono loro i primi a tenerci dentro, condizionando le scelte politiche dei nostri governi e non lo specchietto per le allodole italiche rappresentato dai cd falchi tedeschi.
Ti confesso che fa piacere sapere che anche tu, nel buio della tua cameretta, continui a sognare il magic moment che molti italiani si sono augurati per lunghi anni fino a perdere le speranze per il suo arrivo. Cogliere l’opportunità per uscire dall’euro e per questo muoversi furtivi nella boscaglia per farsi trovare pronti, come tu ci fai intendere, è quello che gli italiani si aspettano da chi li rappresenta, purché alle parole seguano i fatti. Ma prima di esporti in modo cosi dolcemente folle ed ingenuo, ti consiglio di non sussurrare questo tuo onesto proposito a Giorgetti, nel profondo dei cui padiglioni auricolari, ti rammento, giacciono i timpani ben funzionanti di Mario Draghi.
Ti ricordo inoltre che Mr. Britannia sta lavorando sodo per arrivare al più presto agli Stati Uniti d’Europa ed all’Euro forever e, appena ottenuto lo scorporo delle spese militari e del PNRR dal deficit – tanto per iniziare il processo di unione fiscale – e gettate le basi per l’unione bancaria, darà subito il via libera alla Meloni (always by Giorgetti), per ratificare la riforma del Mes, che tu contrasti da tempo.
Sarà allora che ti misureremo, caro Claudio!
Che farai dopo che la Lega, per esigenze di consenso elettorale, si sfilerà nella votazione ed il governo sarà salvato da PD e Renzi?
Tornerai a decantare le lodi del governo Meloni sul tuo profilo Twitter?
di Mega Alexandros
Fonte: La manovra del governo è espansiva? sì, per il 5% degli italiani – Megas Alexandros