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DI HELENA SMITH
Guardian.co.uk
La crisi del debito ha spedito i laureati greci all’altro capo del mondo in un luogo che considerano una terra di opportunità
Da molti mesi un flusso principalmente composto di giovani uomini e donne, appena scesi di aereo dalla Grecia, bussa alle porte di un vasto edificio su Lonsdale Street nel cuore di Melbourne. Il palazzo degli anni ’40 ospita il quartier generale della più grande comunità greca in Australia. La scena ci fa ricordare la grande corsa all’oro all’inizio del XX secolo, quando gli uomini e le donne si diressero agli antipodi in cerca di una vita migliore. Diversamente dai greci del passato, comunque, questi nuovi emigrati sono sicuramente più formati, con lauree toste che hanno conseguito nei campi più difficili.
“Sono tutti laureati all’università, ingegneri, architetti, meccanici, insegnanti, banchieri che fanno di tutto per poter lavorare”, ha detto Bill Papastergiades, l’avvocato presidente della comunità. “È una disperazione. Siamo tutti atterriti. Spesso arrivano solo con una borsa. Queste storie sono sconvolgenti e ogni aereo che arriva che ne sono di nuove“, ha riferito al Guardian in un’intervista telefonica: “Molti di loro vengono qui e si sentono persi. Facciamo in modo di dargli una
casa, cinque o sei per volta, qui in centro.”
L’esodo è solo una parte del dramma umano a cui si assiste in Grecia da dove è partita la crisi del debito dell’eurozona. Da giugno i dirigenti della comunità di Melbourne
dicono di essere stati sommersi da migliaia di lettere, di email e telefonate da greci disperati che vogliono emigrare in un paese che,
salvaguardato dalla turbolenza globale dei mercati, ora viene considerato una terra di opportunità senza pari.
Solo quest’anno 2.500 cittadini greci
si sono spostati in Australia anche se i funzionari di Atene dicono che ce ne siano 40.000 che “hanno manifestato interesse”
per avviare l’arduo processo per trasferirsi. Una fiera promossa dal
governo australiano per valutare 800 richieste di lavoro che si è tenuta
in ottobre nella capitale greca ha attirato circa 13.000 candidati.
Con la Grecia che si prepara al quinto anno di recessione, con la disoccupazione al record del 18% – e con il dato senza precedenti del 42,5% dei giovani senza un lavoro – la fuga dei cervelli potrà solo salire di intensità. L’economia australiana, al contrario, dovrebbe salire del 4% nel 2012.
“Spesso le persone dicono di non voler far crescere in Grecia i propri figli“, ha detto Papastergiades: “L’altro giorno ho ricevuto una telefonata da un idraulico greco che mi ha detto di non lavorare da otto mesi, che ha tre bambini da sfamare e che era tanto disperato da pensare di togliersi la vita. Lo stesso giorno ho ricevuto una lettera da un professore dell’Università di Atene che ha riferito di voler emigrare qui con la famiglia.”
Tessie Spilioti è tra quelli che si sono già trasferiti in Australia. Un talentuoso artista e conservatore di musei, la sua galleria nell’una volta animato centro storico di Atene ha fatto esperienza dei tempi del boom dopo le Olimpiadi del 2004. ma alla fine del 2008, quando la recessione ha fatto il suo ingresso, ha dovuto assistere alla decadenza di una città sempre più in balia degli scioperi, delle proteste e delle rivolte.
Dopo un po’ di tempo, la quarantacinquenne ha deciso di spostarsi la scorsa estate a Melbourne, l’arte era diventata un lusso che pochi potevano permettersi, con le gallerie che ospitavano persino lezioni di yoga per tirare a campare.
“Non c’è un posto al mondo come la Grecia e mi manca, come tutti i giorni sento la mancanza dei miei amici“, ha detto Spilioti che è cresciuta in Australia prima di stabilirsi ad Atene 27 anni fa. “Ma l’Australia è un paese positivo. È una terra di abbondanza, si percepiscono le possibilità e le opportunità“, ha detto entusiasta. “Una cosa totalmente assente in Grecia. Le persone sono strette dal panico, l’atmosfera è pessima, l’umore è cattivo e c’è la sensazione di essere quasi sotto assedio. Non avrei mai pensato di andare via ma con lo stress della sopravvivenza quotidiana sapevo che sarebbe stato molto difficile tirare avanti.”
Ci si aspetta la perdita di due generazioni come risultato della grande crisi economica della Grecia. La nuova diaspora, dicono gli esperti, ridurrà sicuramente i giovani greci ben formati e poliglotti, ma che non sono più in grado in vivere in un paese la cui economia è in caduta libera, in parte perché le severe misure di austerità che la Grecia è stata costretta a introdurre in
cambio degli aiuti.
Uno studio recente dell’Università
di Salonicco indica che la vasta maggioranza del greci adesso punta
a cercarsi un lavoro all’estero, con le nuove generazioni che puntano
a paesi molto variegati, come Russia, Cina e Iran.
Delle persone contattate, la gran parte
non ha neppure cercato di trovare un lavoro in patria perché non vedono
alcun futuro in un’economia che prevedono debba affrontare una stretta
soffocante per almeno un decennio.
In Australia l’afflusso ha sgomentato
gli altri greci che erano stato costretti dalla povertà e dalla guerra
a emigrare negli anni ’50 e nei ‘60.
Per anni la diaspora è stata
guardata dall’altro in basso dai vari governi che si sono succeduti
ad Atene, che si sono perfino rifiutati di concedere il voto ai greci
residenti all’estero, anche in posto come Melbourne in cui la prospera
comunità greca conta più di 300.000 persone. Vedere i ragazzi di talento
della loro terra arrivare in massa – con molti di essi disposta a
fare anche i lavori più rifiutati per poter campare – è stato un
duro risveglio.
“Molti sogni sono andati in
frantumi”, dice Litsa Georgiou, 48 anni, che si è spostata a
Sydney con la sua bambina piccola e il marito ateniese lo scorso anno:
“La comunità è sotto shock. Molti speravano di poter
tornare in Grecia […] e invece tutti i giorni si sente di qualcuno
che è salito sul volo da 22 ore per trasferirsi qui.
È terribile pensare che ci vorranno almeno dieci anni prima che la
Grecia possa iniziare a riprendersi.”
Fonte: Fleeing Greeks bank on new Australian gold rush
21.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE
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