Jihadisti – al servizio del regime di Zelensky

Miliziani provenienti dal Medio Oriente e dai Balcani sono stati avvistati vicino ai confini della Russia nella regione di Belgorod.

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Di Valerij Il’in, fondsk.ru

 

La serie di attacchi contro le regioni russe confinanti con l’ex-Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (di seguito nel testo solo “Ucraina” ndt.), oltre al terribile attacco terroristico[1]  nel centro commerciale e d’intrattenimento Crocus City Hall la sera del 22 marzo, hanno ricordato ancora una volta lo stretto legame tra il regime di Zelensky, i suoi sponsor occidentali, con variegati gruppi terroristici, fatto che tempo non è un segreto per nessuno. Così, l’ex-primo ministro britannico Liz Truss, riflettendo i sentimenti di una parte influente dell’establishment, afferma che gli Stati Uniti dovrebbero consentire all’Ucraina di utilizzare “tutti i tipi di armi e tutti i tipi di tattiche” per affrontare la Federazione Russa.

Non è un segreto che molti terroristi e separatisti si siano da tempo trincerati proprio a Londra, come il noto Akhmed Zakaev, che all’inizio di marzo ha dichiarato attraverso i media del regime di Kiev[2]: “In Ucraina si sta formando un esercito ceceno che in futuro de-occuperà la Repubblica cecena di Ichkeriya. Il Ministero della Difesa è stato formato, si stanno reclutando unità, si stanno formando battaglioni. Oggi, a livello dell’Unione Europea, siamo riusciti a creare il Comitato statale per la restaurazione dei popoli e della statualità del Caucaso. Questa è la piattaforma giuridica e politica che contribuirà ampiamente alla disintegrazione della Russia e dell’Impero russo. Ecco tutto questo avviene con l’aiuto e il sostegno dell’Ucraina e dello Stato ucraino”.

Un altro noto terrorista ceceno, Rustam Azhiev (Abdul Hakim al-Shishani), anch’egli combattente contro le forze federali in Cecenia, ha affermato che i suoi miliziani attaccano il confine russo e sono diventati parte dei gruppi ucraini di sabotaggio-ricognizione operanti nella regione di Belgorod. Azhiev-Shishani[3] ha un lungo curriculum di partecipazione alle attività di organizzazioni terroristiche internazionali. Era comandante dell’“Emirato del Caucaso”, organizzazione bandita in Russia, riconosciuta come terroristica anche a livello ONU e perfino negli USA. Dopo la sconfitta dei terroristi nel Caucaso settentrionale, Azhiev si è trasferito in Siria, dove ha guidato il gruppo “Emirato del Caucaso in Siria”, anch’esso bandito in Russia, che in seguito è stato trasformato in “Ajnad al-Qawqaz”. Questa fazione ha interagito strettamente con un’altra organizzazione terroristica a sua volta sulla lista sanzioni delle Nazioni Unite “Hay’at Tahrir al-Sham” (HTS, in seguito “Jabhat al-Nusra” – organizzazione terroristica bandita nella Federazione Russa) passando sotto il suo controllo. Dopo che la leadership dei terroristi a Idlib stabilì la rotta per “radicare” il gruppo, cioè trasformarlo da internazionale in puramente siriano, Shishani-Azhiev entrò in contatto con Akhmed Zakaev ricevendo da lui l’offerta di guidare i “battaglioni ichkeriani” che combattono contro i russi in Ucraina.

Pertanto, il regime di Kiev per affrontare la Russia ha già iniziato a utilizzare apertamente terroristi e islamisti non solo dall’esterno, ma anche all’interno della Federazione Russa. Ora, a quanto pare, i pianificatori di attacchi terroristici sul territorio russo cercheranno di “diluire” gli attacchi con droni, esplosioni in magazzini, centrali termiche, ecc. con qualcos’altro nel Distretto Federale del Caucaso Settentrionale e in altre regioni densamente popolate da musulmani russi di varie origini etniche.

Per tal ragione, oltre alla rianimazione dei superstiti “ichkeriani”, in Ucraina sono state create una serie di formazioni pan-turche di islamisti, volte a indebolire la Russia dall’interno, provocando il separatismo e l’estremismo delle nazionalità caucasiche e turche presenti nella Federazione Russa. In Ucraina a fianco delle Forze Armate Ucraine combatte l’unità turca “Musul’manskij korpusKavkaz” (Corpo musulmano – Caucaso), finanziata dalla Turchia. Questa formazione fa parte delle Forze di Difesa Territoriale delle Forze Armate Ucraine ed è composta principalmente da daghestani, ceceni, azeri, uiguri e turchi. Lo sponsor è la società turca ULUBEY CORP, fondata nel 2017 dai fratelli impresari Berk e Mert Ulu.

Alla fine di ottobre 2022, Magomed Dzhafarov, un mercenario dell’Azerbaigian che combatte nelle file delle Forze Armate Ucraine, ha annunciato la creazione di una “legione turca” composta da tatari di Crimea, azeri, uzbeki e altri rappresentanti di popoli turchi. Lo stesso Dzhafarov è noto per la sua appartenenza al movimento ultranazionalista pan-turco “Lupi Grigi”, bandito in molti paesi, che sostiene l’unificazione di tutti i popoli turchi sotto il dominio turco, compresi quelli che abitano la Russia e lo spazio post-sovietico.

Nello stesso periodo è apparso il cosiddetto battaglione turco “Turan” – un’altra formazione armata illegale progettata sia per ingaggiare mercenari musulmani per le Forze Armate Ucraine, sia per stimolare il separatismo nella stessa Russia. I media associati alla SBU (Sluzhba Bezopasnosti Ukrainy – Servizi di Sicurezza Ucraini ndr.) hanno riferito che tale formazione è stata creata dall’oppositore kazako fuggitivo Ajdos Sadykov, rifugiatosi a Kiev. Il comandante della formazione si è identificato come cittadino del Kirghizistan, un certo Almaz Kudajbek, che combatte in Ucraina dal 24 febbraio, ma che prima dell’inizio dell’Operazione Militare Speciale (SVO Spetsial’naya Voennaya Operatsiya) lavorava in Russia come parrucchiere. Sui media, i miliziani del “Turan” mostrano il segno della “testa di lupo” utilizzato dal movimento turco dei “Lupi grigi”.

Secondo gli ex-dipendenti della SBU, l’Ucraina da tempo è diventata una “pensione” e un poligono non solo per ichkeriani “locali” e altri “pan-turchi”, ma anche per miliziani dello “Stato Islamico”, bandito in Russia (menzionati[4] da alcuni fonti nel contesto dell’attacco terroristico al “Crocus City Hall”), per altri gruppi salafiti-jihadisti, e persino per formazioni statali note per il loro atteggiamento leale nei confronti di questo tipo di “pubblico”. Hanno iniziato ad attirarli in Ucraina alla vigilia e nei primissimi mesi dopo l’inizio della SVO. Ad esempio, all’inizio di febbraio del 2022, il Ministero degli Esteri ucraino si vantò apertamente di cooperare con i veterani dell’UCK del Kosovo, massacratori di serbi, desiderosi di raggiungere l’Ucraina. Ciò avvenne molto prima dell’annuncio ufficiale della creazione della cosiddetta “Legione straniera” delle Forze Armate Ucraine.

Vladimir Putin all’inizio di marzo 2022 aveva già notato[5] che in Ucraina non solo i nazionalisti, ma anche i mercenari stranieri provenienti dal Medio Oriente si nascondevano dietro i civili come scudi umani: ci sono fotografie dove loro piazzano mezzi militari pesanti nelle zone residenziali delle città. I mercenari islamici professionisti, sin dall’inizio hanno soprattutto condotto operazioni di sabotaggio e ricognizione. I rimanenti, compresi quelli con una vasta esperienza nei combattimenti urbani e nelle tattiche terroristiche, sono stati utilizzati dagli sciocchi “strateghi” di Kiev in prima linea contro le truppe russe (il che ha portato subito a grandi perdite e ad un certo calo di entusiasmo nelle file dei “guerrieri della jihad”).

All’inizio della primavera dello stesso anno, secondo il canale Telegram[6] della famosa politologa russa V. Krasheninnikova, la “Resistenza islamica in Iraq” confermò l’arrivo nel paese, il 9 marzo, di ufficiali dei servizi segreti della NATO da Gran Bretagna, Germania, Italia, Ungheria, Lituania per il reclutamento di mercenari islamici provenienti da Siria, Libia, Turchia, Tunisia, Sudan, Egitto, Giordania, nonché dallo stesso Iraq. Il canale di notizie iracheno Sabereen riferì inoltre dei tentativi del regime di Zelensky di reclutare mercenari iracheni con vasta esperienza nell’operare sui social network.

Agenti della SBU, accompagnati da ufficiali dell’intelligence turca, visitarono le zone nel Nord della Siria occupate dalla Turchia per incontrare i miliziani sostenuti da Ankara, il 4 febbraio (2022 ndr.), cioè poche settimane prima della SVO russa in Ucraina! Collaboratori dell’intelligence turca incontrarono anche il leader del Hay’at Tahrir al-Sham, Abu Mohammed al-Jolani (catalogato come terrorista internazionale), per accelerare il trasferimento dei combattenti jihadisti verso le azioni di combattimento in Ucraina. Gli specialisti turchi addirittura trasportarono nel territorio dell’Ucraina quei miliziani che in quel momento si trovavano ancora nel Nagorno-Karabakh.

Subito dopo l’inizio della SVO, alla fine di febbraio, sui media spuntò un rapporto dell’intelligence siriana[7] secondo cui Ankara aveva iniziato a selezionare miliziani da bande sotto il loro controllo per formare unità speciali da inviare poi in aiuto del regime di Kiev. A tal fine, le forze di sicurezza turche iniziarono a formare e armare sette gruppi di un centinaio di miliziani ciascuno, membri delle bande Jabhat al-Nusra/Hay’at Tahrir al-Sham, come pure del Partito Islamico del Turkestan, bandito in Russia.

Allo stesso tempo, si venne a sapere del completamento del primo grande raggruppamento di mercenari-islamisti e dell’inizio del suo trasferimento dalla Siria all’Ucraina. Era formato da miliziani dell’ISIS occultati principalmente nei campi profughi della provincia di Idlib. Il numero totale dei componenti dei gruppi terroristici era di circa 600 miliziani. Il primo gruppo di 50 islamisti venne inviato a Odessa via Istanbul con piccole imbarcazioni.

Gli islamisti vengono lanciati in Ucraina non solo dal Sud, ma anche dall’Ovest, ciò accade fin dai primi giorni della SVO. Secondo una dichiarazione dell’ufficio stampa del Servizio di intelligence estera (Sluzhby Vneshnej Razvedki ndr.) della Federazione Russa del 4 marzo 2022, i servizi di intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna, di fatto, hanno trasformato il territorio della Polonia in un “hub logistico” utilizzato per la fornitura di armi e il trasporto di miliziani in Ucraina, anche dal Medio Oriente. Alla fine del 2021, gli americani avevano già rilasciato diverse dozzine di terroristi dell’ISIS dalle carceri dell’ala curda del gruppo armato illegale “Syrian Democratic Forces” tra i cittadini della Russia e dei paesi della CSI. Tutti loro furono inviati nella base di al-Tanf, controllata dagli Stati Uniti, per seguire uno speciale addestramento di tecniche sabotaggio-terroristiche finalizzato alla regione del Donbass.

Gli estremisti sono stati addestrati all’uso di anticarro, MANPADS, MLRS, droni d’attacco e altri tipi di armi moderne. Successivamente i membri dell’ISIS sono stati portati in una base militare americana nel Nord dell’Iraq, per essere poi trasferiti in territorio ucraino. La CIA e il Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti hanno continuato a formare nuovi “scaglioni dell’ISIS” in Medio Oriente e nei paesi africani. Secondo fonti russe, “insieme agli americani, il funzionamento del “hub logistico” polacco è assicurato anche da rappresentanti dei servizi segreti di Gran Bretagna, Canada e di numerosi altri paesi della NATO”. Essi mantengono contatti diretti con i rappresentanti della SBU e della GUR (Glavnoe Upravlenie Razvedki – Direzione principale dell’intelligence) del Ministero della Difesa dell’Ucraina, fornendo loro, tra le altre cose, informazioni di intelligence sui piani e sui movimenti delle Forze Armate Russe.

Agli islamisti radicali della Bosnia-Erzegovina venne data “luce verde” di entrare in massa in Ucraina a metà dell’aprile 2022, quando improvvisamente cessò di validità l’appello del Forum musulmano europeo e la richiesta del leader spirituale dei musulmani bosniaci, Mustafa Cerić, di restare lontani dal contesto interetnico. Tuttavia, nelle para-jamaat[8] c’era ancora chi voleva affinare la propria abilità, fu così che molti islamisti bosniaci schierandosi con altri originari dei Balcani si precipitarono in Ucraina, scelta della quale, come accennato in precedenza, se ne parlava anche prima dell’inizio della SVO[9]. Il capo dell’“amministrazione presidenziale” del Kosovo, Blerim Vela, si affrettò a definire tutto ciò “parte integrante di una campagna di disinformazione volta a giustificare l’aggressione militare”[10]. Ma l’ambasciatore ucraino in Albania, all’inizio di febbraio 2022, si vantava già di cooperare attivamente con i provenienti del Kosovo diretti in Ucraina. Si è saputo, tuttavia, non sempre e non per tutti. Ad esempio, subito dopo queste dichiarazioni vanagloriose, all’inizio di marzo, certi Azim Bekhlyul e Ismet Shalya del comune di Suva Reka furono arrestati al confine polacco-ucraino. Nonostante ciò altri, smaniosi, provenienti dall’Albania arrivarono a destinazione – le loro perdite irrimediabili sono già note. La lista dei terroristi albanesi liquidati in Ucraina nelle primissime settimane della SVO è stata inaugurata dal ventiquattrenne Emanuel Bazani di Elbasan…

Sul fatto che l’Occidente e la Turchia stiano trasportando in Ucraina, insieme ai tagliagole dell’UCK e ad altre bande dei Balcani, anche miliziani delle organizzazioni terroristiche “Stato Islamico” e “Jabhat al-Nusra” è stato riferito dall’ambasciatore siriano presso la Federazione Russa Riad Haddad in un’intervista a Ria Novosti e a Tass. Il diplomatico siriano è convinto che “in tal modo stanno trasformando il Paese in un centro di ammassamento di terroristi e mercenari, senza rendersi conto delle conseguenze negative che una tale politica comporterà per la sicurezza nel mondo”[11].

I tagliagole jihadisti in arrivo ​​​​dall’Occidente, dai Balcani, dalla cosiddetta “Jamaat albanese” attiva oggi in Ucraina e associata ad “Ajnad al-Qawqaz”, all’ISIS e ad altri terroristi mediorientali è già stata avvistata vicino ai confini della regione di Belgorod della Federazione Russa. Anche in Ucraina questo “pubblico” ha già attirato su di sé l’attenzione. Lo scorso autunno, la rivista britannica The Sun ha pubblicato un video[12] in cui i miliziani della 241° brigata delle Forze di Difesa Territoriale Ucraine guidavano lungo le strade al ritmo di musica da carica. Il filmato mostra un dettaglio rilevante: uno degli “eroi” indossa due toppe con la bandiera del gruppo terroristico.

Pertanto, la presenza di seguaci di organizzazioni islamiche radicali e di terroristi jihadisti nelle file delle forze di sicurezza del regime di Kiev, da tempo, non è più un segreto. Forse, con l’uscita dai ranghi dei quadri e del personale mobilitato delle Forze Armate Ucraine, si stanno preparando dei sostituti con esperienza e capacità in attività di sabotaggio e terrorismo in diverse regioni del mondo.

Di Valerij Il’in, fondsk.ru

23.03.2024

NOTE

[1] https://fondsk.ru/news/2024/03/22/terakt-v-krokus-siti-kholl-belyy-dom-pytaetsya-neuklyuzhe-opravdyvatsya.html

[2] https://www.unian.net/world/v-ukraine-vosstanavlivaetsya-chechenskaya-armiya-kotoraya-budet-deokkupirovat-ichkeriyu-zakaev-novosti-mira-amp-12565857.html

[3] https://regnum.ru/article/3875310

[4] https://t.me/directorate4/18902

[5] https://ria.ru/20220313/naemniki-1777951655.html

[6] https://t.me/s/PrognozyVK?q=11+марта

[7] https://rusvesna.su/news/1645957908

[8] Centri nevralgici del loro proselitismo, abitazioni private o strutture fuori dai circuiti della Comunità islamica di Bosnia ndr.

[9] https://t.me/rybar/24090

[10]https://twitter.com/Blerim_Vela/status/1494695814794407936?s=20&t=9wOjUKUGcrLQmm2psbLs8w

[11] https://russian.rt.com/ussr/news/1021826-boeviki-ukraina-turciya-ssha

[12] https://www.youtube.com/watch?v=lJmLj7yjk9s

 

Fonte: https://www.fondsk.ru/news/2024/03/23/dzhikhadisty-na-sluzhbe-rezhimu-zelenskogo.html

 

Traduzione di Eliseo Bertolasi per ComeDonChisciotte.org

 

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