Il transumanesimo e il picco del petrolio

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Israel Shamir
unz.com

Cominciamo con le buone notizie. Il meraviglioso agosto, l’ultimo mese estivo, ha benedetto il Nord! Il sole splende, i laghi sono ancora abbastanza caldi per nuotare, i funghi sono pronti per la raccolta, i lamponi selvatici sono cremisi e dolci, i Bambi dal pelo rossastro giocano nella foresta che arriva fino alla nostra casa estiva; Dio è nel suo paradiso – tutto va bene al mondo! Veramente? Nonostante gli incessanti sforzi per farci cadere nel panico e nella disperazione, questo robusto mondo non si lascia gettare nel caos tanto facilmente e ci sono persino segni di miglioramento (anche se nuvole temporalesche si profilano ancora all’orizzonte).

La gente si sta spostando dalle grandi città verso paesi più piccoli, invertendo una tendenza consolidata nel tempo. Le capitali sovraffollate hanno cominciato a liberarsi dei loro abitanti in eccesso. Stoccolma ha iniziato a perdere popolazione; lo stesso dicasi per Mosca. I Russi innovativi meditano piani per ricostruire la loro capitale nella lontana Siberia, lasciando Mosca all’asciutto. I salari dei lavoratori agricoli e degli addetti alle costruzioni salgono, perché non è facile trovare lavoratori immigrati. Mentre il flusso di migranti e rifugiati si prosciuga, i salari dei lavoratori hanno cominciato a crescere.

I viaggi internazionali sono diventati così difficili che solo i molto ricchi o i molto ostinati si avventurano ancora all’estero, e così c’è più turismo interno, un qualcosa che era quasi estinto. Perché uno Svedese, un Britannico o un Russo sano di mente avrebbe dovuto fare le vacanze nel proprio Paese, quando era più economico ed esotico andare in Spagna, Turchia, Grecia?

Ora, visti gli infiniti gravami, preferiscono spendere il loro tempo e denaro nel proprio Paese. Uno Svedese scoprirà le foreste sulle montagne di Bergslagen o la città medievale di Gotland; un Russo potrà visitare i monasteri di Vologda, dimenticati secoli fa nelle terre selvagge del nord, o fare un tour sui monti dell’Altai; un Britannico, invece delle isole Canarie, ora può andare nella selvaggia Cornovaglia o visitare la sublime cattedrale di Salisbury. Non abbiamo mai dato molto peso alla globalizzazione e il nostro desiderio è stato esaudito: la globalizzazione è finita. Questo è sicuramente un risultato positivo di un evento assai negativo.

Tuttavia, l’inasprimento dei regimi continua in tutto il mondo. Alcune libertà elementari di cui nessuno dubitava, così elementari che non sapevamo nemmeno che fossero libertà – andare al bar, accendersi una sigaretta, guidare per qualche chilometro, chiacchierare con gli amici, flirtare con le ragazze, spendere un po’ di spiccioli, esprimere la propria opinione – sono state scartate come pula sull’aia. Il diritto di riunirsi, di manifestare, di decidere il proprio destino, persino il diritto di controllare il proprio corpo è ora liquidato come antigienico e scellerato. Le autorità fingono sempre di farlo nel nostro interesse, perché sanno cosa è meglio per noi.

Anni fa se l’erano presa con i produttori di tabacco; i giudici li avevano giudicati colpevoli di ogni caso di cancro e li avevano multati per miliardi. La gente aveva applaudito, a nessuno piacciono le grandi multinazionali. Solo più tardi avevano iniziato a rendere la vita un inferno alle persone con l’innocente vizietto. Ora se la prendono con le compagnie petrolifere. Sono grandi e sporche; non piacciono a nessuno. Ma, molto presto, le nostre bollette del riscaldamento, i costi dei trasporti e del cibo andranno alle stelle. E allora scopriremo che stare al caldo in inverno non è un diritto naturale ma un grande lusso.

Oggi il prezzo del petrolio è nuovamente sceso, continuando la tendenza al ribasso. Eppure il prezzo alla pompa non scende mai, quindi non possiamo godere di questo risultato della guerra del petrolio. Ma qualcuno ci riesce: i giganti digitali. Il mammut del petrolio è stato sconfitto nel discorso collettivo da snelli giganti digitali. Vent’anni fa, quando gli Stati Uniti avevano scatenato numerose guerre in Medio Oriente, avevamo dovuto chiamarle “guerre per il petrolio,” a meno che non si fosse pronti ad affrontare un’accusa di (Dio non voglia!) antisemitismo. Invano avevamo fatto notare che Big Oil non aveva bisogno del petrolio dell’Iraq e non poteva trarne profitto. Avevamo spiegato che l’Afghanistan non aveva petrolio, ma quell’invasione era stata comunque chiamata una guerra per il petrolio. Le compagnie petrolifere erano impotenti a controbattere l’accusa perchè avrebbero dovuto puntare il dito contro Israele, e così avevano dovuto rimanere impotenti e silenziose.

Ora è in corso una vera e propria offensiva contro le compagnie petrolifere. I Dem hanno redatto un disegno di legge per tassare Exxon, Chevron e una manciata di altre grandi compagnie del petrolio e del gas, sostenendo che i più grandi inquinatori del clima dovrebbero pagare per le inondazioni, gli incendi e tutti gli altri disastri che gli scienziati hanno collegato alla combustione dei “combustibili fossili.” La tassa è stimata in 500 miliardi di dollari per il prossimo decennio. Prima di esultare per la caduta del guerrafondaio Big Oil, ricordate che trasferiranno ogni centesimo di questa tassa su di voi, i loro clienti. E chi sta spingendo per la tassa? I nostri amati filantropi, secondo New York Times:

“Queste compagnie petrolifere e i loro dirigenti sono di gran lunga le parti maggiormente responsabili della crisi climatica,” ha detto Lee Wasserman, direttore del Rockefeller Family Fund, un gruppo filantropico che ha aiutato a sviluppare la proposta di legge di cui sopra. Le compagnie petrolifere hanno accusato il Rockefeller Family Fund di finanziare una cospirazione climatica, visto che sponsorizza la ricerca che viene utilizzata nelle cause contro l’industria dei combustibili fossili.

La storia risale al 2016, quando la famiglia Rockefeller era stata accusata di incoraggiare e finanziare le indagini e le campagne contro le compagnie petrolifere. Continuiamo con la versione non a pagamento dell’articolo:

Entrambe le organizzazioni giornalistiche che avevano indagato sulla Exxon Mobil erano state finanziate dalle organizzazioni filantropiche dei Rockefeller, anche se le organizzazioni affermano che i loro sponsor non hanno alcun controllo su ciò che esse scrivono.

Questa è un’affermazione veramente molto probabile, di sicuro! I loro sponsor hanno la stessa probabilità di sostenere la Unz Review allo stesso modo delle pubblicazioni che effettivamente sostengono, figuriamoci!

I Rockefeller sostengono anche gruppi come Greenpeace e 350.org che hanno indagato e criticato la compagnia petrolifera. Una conferenza su petrolio e clima si è tenuta negli uffici condivisi da due fondi della famiglia Rockefeller con l’intento di “far arrivare alla mente del pubblico che Exxon è un’istituzione corrotta che ha spinto l’umanità (e tutto il creato) verso il caos climatico e una grande devastazione.” Alan Jeffers, un portavoce della Exxon Mobil, ha detto in un’intervista: “Ogni volta che abbiamo visto la nostra azienda subire un attacco, c’era un collegamento con il Rockefeller Brothers Fund o il Rockefeller Family Fund.”

Per noi è particolarmente rilevante che la prima sceneggiatura conosciuta della pandemia Covid e la relativa risposta ad essa (Lockstep 2010 – qui c’è un “debunking abbastanza ridicolo di questa accusa”) fosse stata creata da quella stessa famiglia Rockefeller, il vecchio nemico dell’umanità. Il suo incredibile potere sugli Stati Uniti era stato apparentemente spezzato nel 1911 da una decisione della Corte Suprema, ma, come la mitica Idra, aveva fatto crescere nuove teste ed era tornata ai suoi vecchi giochi di controllo. Covid e l’Agenda Verde sembrano essere inseparabili come gemelli siamesi, entrambi nati e armati da questa famiglia di “filantropi” internazionali.

Non è passato molto tempo da quando ci esortavano a disfarci dei nostri fidati frigoriferi perché causavano “buchi nell’ozono”! Non mi interessa molto il Green Deal e la sua obbligatoria austerità.

Mentre è in corso la rumorosa battaglia contro le compagnie petrolifere, l’economia reale viene silenziosamente strangolata dall’economia digitale. Potreste scegliere di guardare ancora più in profondità nella tana del coniglio e cercare di vedere cosa si nasconde sotto. Lì scoprirete l’agenda transumanista, la peculiare idea di creare androidi-superuomini e scartare gli umani ordinari. La negazione di Dio è alla base di questa idea. Nietzsche l’aveva resa popolare agli inizi del XX secolo, con la sua famosa battuta “Dio è morto.” Aldous Huxley le aveva dato il nome di transumanesimo.

L’idea aveva trovato un impulso nelle frange del pensiero sovietico a causa del suo ambiente completamente senza Dio. La versione pop si trova nei libri di fantascienza dei fratelli Strugatsky. Essi sostengono che la transumanità è il prossimo passo logico dell’evoluzione, che, inevitabilmente, risulterà in creature immortali, connesse al computer e incredibilmente intelligenti. I transumani erediteranno la Terra, mentre agli umani ordinari sarà permesso di vivere le loro vite naturali e poi estinguersi. Qui è dove entra in gioco l’idea del Reddito Universale di Base, come versione moderna del panem et circenses romano, questo sarà denaro fornito dai transumani superiori per permettere agli umani ordinari di continuare a vivere le loro inutili vite fino alla naturale dipartita.

Questa strana idea post-sovietica (o piuttosto anti-sovietica) era poi stata importata nella Silicon Valley dai tecnici informatici russo-ebraici che avevano formato il nucleo di Google. Da lì, si è diffusa tra il personale high tech fino ad attirare l’attenzione dei super-ricchi, che hanno sempre voluto essere speciali e non solo ricchi. Yuval Noah Harari, scrittore israeliano di bestseller, è diventato uno dei profeti del transumanesimo, negando l’esistenza stessa dell’anima umana e del libero arbitrio.

Il transumanesimo è la base ideologica del Wokery (o Wokeism o Wokeness), la Teoria del Risveglio, un modo speciale di parlare e di pensare che sottolinea il proprio status speciale e superiore. Scott Alexander ha scherzato: la wokeness è una religione misteriosa inventata da persone istruite al college per potersi sentire superiori a voi. Alla gente comune non piace, ma si sa che i wok hanno soldi e potere, e questa è una ragione sufficiente per emularli. È una fede, ma non è una fede per tutti come lo era il Cristianesimo. È una fede per la classe dirigente. Una fede come lo era la versione ariana del Cristianesimo per i governanti della Spagna visigota, almeno fino a quando i Mori non avevano rovinato la festa. La fede giudaica è un altro esempio di religione per l’élite, che però trasforma la vita delle masse in un inferno. Non si possono capire i tempi in cui viviamo se non si è a conoscenza di questa fede nascosta dei nostri superiori.

I transgender vengono esaltati e promossi dai media di proprietà dell’élite per preparare l’umanità all’avvento del transumano. Idem per i vaccini Covid, che vengono promossi e spinti con un vigore senza precedenti. Non viene fatto per uccidere l’umanità, come sospettano gli anti-vax, né per salvarci tutti dalla temuta Covid, come credono i pro-vax. È un passo nella direzione della transumanità. L’economia digitale, il reddito di base universale, la transessualità e le vaccinazioni mRNA obbligatorie sono una rapida strategia evolutiva che, secondo i visionari di oggi, dovrebbe preparare le masse ad accettare una super-razza trans-umana.

Ma queste sono cose lontane e lungi dall’essere realizzate. C’è molto lavoro da fare prima che il loro sogno possa materializzarsi. Saliamo al livello osservabile, all’attuale lotta sull’energia. Nel 2020 e nel 2021 la pandemia di Covid ha diminuito la domanda di petrolio e questo ha permesso all’agenda verde di crescere. Non è abbastanza; il futuro verde ha bisogno di un altro attacco al petrolio e ci penserà la variante Delta della Covid. L’attuale caduta dei prezzi del petrolio è stata interpretata come l’anticipazione di imminenti lockdown, prima di tutto in Israele, che ha un altissimo tasso di vaccinati. Negli Stati Uniti, nonostante le molte vaccinazioni, soprattutto nelle città, ci sono 250 mila nuovi casi al giorno, e ci sono forti richieste di limitare le attività commerciali.

La Cina è un potente attore che non fa certo gli interessi di Big Oil; ha poco petrolio di suo; è costretta a comprarlo all’estero e quindi ha un forte interesse a far scendere il prezzo del greggio. Ecco perché, anche se la Cina ha un numero ridicolo di malati Covid (125 nuovi casi! Mille volte meno che negli Stati Uniti), limitano ancora pesantemente i viaggi. La versione cinese di Google, Baidu, dice che il traffico a Pechino è sceso del 30% rispetto alla settimana scorsa. Certo, potremmo giustificare queste misure draconiane invocando il rispetto della Cina per la vita umana, ma forse la loro partecipazione alla guerra globale del petrolio potrebbe essere una spiegazione migliore. I Cinesi continuano tranquillamente a gestire la loro economia con il carbone, il che dimostra quanto poco i loro partner verdi nella guerra del petrolio temano il cambiamento climatico. Idem per gli Stati Uniti: un accordo pianificato per porre fine alla combustione del carbone sarebbe stato omesso dal comunicato della riunione del G7 di giugno in Gran Bretagna perché l’amministrazione Biden temeva una reazione negativa in patria.

In ogni caso, sarà il cliente, cioè voi, a pagare di più; infatti, questa è l’idea. In Europa, i prezzi del gas naturale sono aumentati del 1000%, ha riferito Bloomberg; [il gas] non è più così economico, ma sarà comunque necessario per riscaldare gli Europei nel prossimo inverno. La versione ufficiale è che il prezzo è alto perché i burocrati dell’UE avrebbero basato i loro calcoli sui prezzi spot, che di solito sono più bassi dei prezzi dei contratti a lungo termine, e avrebbero pianificato di frodare i fornitori russi di gas naturale, ma negli ultimi giorni la tendenza si è invertita a causa del deficit di gas e dell’aumento della domanda.

I Russi dovevano essere le prime vittime dell’agenda verde Covid e dei prezzi spot del gas naturale, ma, a quanto pare, il grande judoka Putin-san è uscito ancora una volta vincitore. I prezzi spot del gas avrebbero dovuto impoverire la Russia, ma invece l’hanno arricchita. L’attacco contro le compagnie petrolifere statunitensi e britanniche da parte dei fautori del Green Deal ha inaspettatamente fatto il gioco delle compagnie petrolifere russe. La Russia dovrà pagare qualche tassa sul clima, ma questa spesa sarà scaricata sui loro clienti internazionali. Il Green Deal ha già trasformato la Russia nel secondo più grande esportatore di petrolio verso gli Stati Uniti, dopo il Canada.

Il gas naturale russo arriverà in Germania molto presto, forse prima della fine di agosto attraverso il North Stream II, il nuovo gasdotto completato la settimana scorsa. Proprio al momento giusto per contrastare l’aumento dei prezzi, dato che il deficit di gas si fa sentire in tutta Europa. Il presidente Biden ha accettato, in un accordo semi-segreto con la cancelliera Merkel, di rimuovere le obiezioni americane al gasdotto europeo. Una delle ragioni è la carenza globale di gas naturale, visto che la Cina e il Sud-Est asiatico ne comprano sempre di più. Anche questo è collegato al Green Deal, perché quelli che ne tirano le fila considerano il gas naturale il meno inquinante e dannoso dei combustibili naturali.

Questo sviluppo ha permesso a Putin di sabotare le autorità ucraine, che avevano cercato di suonare da primo violino nell’orchestra anti-russa. Fino ad ora, il gas naturale russo arrivava in Europa attraverso vecchi gasdotti di costruzione sovietica che passavano attraverso l’Ucraina e garantivano a Kiev pingui diritti di transito. Ora, con il completamento del North Stream II, la maggior parte del gas arriverà direttamente in Germania. Il gas europeo diventerà considerevolmente più economico; gli Ucraini rubavano gran parte del gas destinato all’Europa occidentale, oltre a truffare entrambe le parti con le tasse di transito. Questo significa che l’Ucraina avrà meno profitti per finanziare le sue attività anti-russe. Non è impossibile che il popolo ucraino capisca che il suo futuro è nell’amicizia con la Russia, visto che l’inimicizia non ha portato alcun beneficio. Secondo un recente sondaggio, quasi la metà degli Ucraini che vivono nell’est e nel sud di questo Paese frammentato sentono una grande affinità con i Russi e sono d’accordo con la visione del signor Putin di Ucraini e Russi come un unico popolo. I prezzi del petrolio e i gasdotti sono miracolosi nel cambiare la testa della gente!

In un mio recente pezzo, il Prof Roman Zubarev chiama questi cambiamenti “il picco del petrolio,” l’inevitabile declino dei combustibili naturali estratti. Una decina di anni fa, il picco del petrolio era di gran moda nei media, ma, da allora, non se ne parla quasi più. Tuttavia, una recente analisi di Fred Pierce, analista di Yale Environment 360, arriva alla stessa conclusione e va anche oltre: il picco del petrolio è già dietro di noi.

A quanto pare, era successo nel 2019. Lo scorso maggio, gli attivisti, arrabbiati per le politiche climatiche di ExxonMobil, avevano conquistato tre posti nel suo consiglio di amministrazione; gli azionisti di Chevron hanno votato per costringere la società ad iniziare a tagliare le emissioni e un giudice nei Paesi Bassi ha stabilito che Shell dovrà ridurre le sue emissioni del 45% entro il 2030. Il petrolio è in via di estinzione, così come i viaggi ad esso associati e molti altri piaceri che avevamo una volta. Solo il futuro ci dirà se il petrolio è ‘out’ perché l’abbiamo finito, o perché è stato dichiarato fuori moda, ma, in ogni caso, le élite ispirate dal digitale e dal transumano hanno deciso di mandarlo in pensione.

È prevedibile che la vittima principale di tutto questo sarà il consumatore statunitense. Quel pasticcione di Donald Trump si preoccupava di questo grande Paese e della sua gente, ma non aveva potuto fare molto; alle élite che ora sorseggiano alle fonti del potere non potrebbe fregare di meno degli Americani comuni. Hanno una visione più alta, quella di trasformare l’umanità e ridisegnare il suo corso. Lo pagherete voi e potrebbe non piacervi, ma a loro non importa.

Gli Stati Uniti di Biden hanno meno appetito per le avventure militari; l’ideologia woke è fortemente anti-testosterone. Questa è una ragione sufficiente per il ritiro dall’Afghanistan e dall’Iraq. Non ci si può aspettare che i woke vogliano combattere nei paesi del Terzo Mondo, lontano dalle delizie urbane di New York e della California. E, anche se la loro ideologia elitaria, o trans-fideista, è abominevole, le conseguenze internazionali potrebbero essere positive per il mondo.

Riassumendo

Stiamo vivendo una lotta titanica tra un futuro digitale e il nostro passato petrolifero. Questo spiega gran parte del dramma Covid. In questa lotta, la Cina senza petrolio è contrapposta a Big Oil, anche al prezzo di pesanti restrizioni e lockdown per la sua popolazione. La Russia si defila dall’attacco del Green Deal ai produttori di petrolio degli Stati Uniti, ma continua a trarne profitto pur rimanendo in disparte, mentre la domanda di gas russo aumenta. La Russia ha il suo vaccino, quindi è abbastanza al riparo dalle pressioni pandemiche orchestrate [dalle elites occidentali].

L’Afghanistan e l’Iraq sono diventati abbastanza irrilevanti per i gestori dell’amministrazione Biden; hanno battaglie più pressanti in patria, prima di tutto contro i nazionalisti statunitensi. Ecco perché l’Impero si ritira.

Alla fine, i transumanisti senza Dio saranno sconfitti, come tutti i loro predecessori; cioè, a meno che non raggiungano prima la loro “Singolarità” (così è come chiamano l’avvento dell’Anticristo). Ma non preoccupiamoci troppo del futuro, perché è detto (Matt, 6:34): non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà da solo. Ogni giorno ha già abbastanza problemi per conto suo.

Israel Shamir & Paul Bennett

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/ishamir/trans-digital-vs-oil/
10.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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