FONTE: DAILYMAIL.CO.UK
Alcune fotografie mostrano come gli Stati Uniti eseguivano esperimenti sui cittadini disabili e sui carcerati.
Sono comparse alcune fotografie che forniscono la terribile prova del fatto che i medici del governo degli Stati Uniti spesso eseguivano esperimenti sui cittadini americani disabili e sui detenuti.
Questi esperimenti consistevano ad esempio nella trasmissione dell’epatite ai malati di mente in Connecticut, nell’intromissione di un virus influenzale pandemico direttamente nelle narici dei detenuti in Maryland, nell’iniezione di cellule cancerose in malati cronici all’ospedale di New York.
Nella foto: la prigione di Holmesburg, torre di guardia 2
Gran parte di questa orribile faccenda risale a un periodo tra i 40 e gli 80 anni fa, pur costituendo lo sfondo di una recente assemblea di una commissione presidenziale di bioetica a Washington.
Si pensa che i carcerati siano stati costretti.
L’assemblea è stata provocata dalle scuse dello scorso anno del governo relative al contagio di sifilide di detenuti e di malati mentali da parte dei dottori federali in Guatemala 65 anni fa.
I funzionari statunitensi hanno ammesso decine di esperimenti simili in America – studi che hanno causato l’infermità di individui precedentemente sani.
Una ricerca dell’Associated Press sulle notizie delle riviste mediche e su vecchi ritagli di giornale ha rivelato più di 40 studi simili.
Nei casi migliori si trattava di ricerche su cure salvavita – in quelli peggiori esse erano mosse semplicemente dalla curiosità – che danneggiavano gli individui senza però fornire risultati utili.
Tutto questo ricorda gli ignobili e mortali esperimenti condotti dai dottori nazisti sui detenuti ebrei nei campi di concentramento.
E ciò è sicuramente paragonabile allo studio sulla sifilide di Tuskegee, dove i funzionari medici degli Stati Uniti seguirono in Alabama 600 uomini neri già malati di sifilide, senza somministrare loro una cura adeguata benchè la penicillina fosse disponibile.
Arthur Caplan, direttore del Center for Bioethics dell’Università della Pennsylvania ha affermato: “Quando si trasmette ad un individuo una malattia – anche secondo gli standard del tempo – si oltrepassano realmente le norme etiche fondamentali della professione.”
La maggior parte degli studi rivelati recentemente, che vanno dagli anni ’40 agli anni ’60, apparentemente non vennero trattati dai mezzi di comunicazione. Di altri si parlò, ma l’attenzione venne posta sulla promessa di nuove stabili cure, sorvolando sulle modalità con cui venivano trattati i soggetti.
Molti importanti ricercatori credevano che fosse legittimo condurre esperimenti sulle persone che non godevano di pieni diritti sociali – ad esempio detenuti, malati di mente o persone di colore povere.
Laura Stark, ricercatrice universitaria in Scienze nella società alla Wesleyan University – che sta scrivendo un libro sugli esperimenti medici federali condotti in passato – ha affermato: “Esisteva senza dubbio un senso – che noi oggi non abbiamo – secondo il quale il sacrificio per la nazione era importante”.
Benchè le persone coinvolte nello studio venissero generalmente descritte come volontari, gli storici e gli studiosi di etica si sono spesso domandati se queste persone fossero a conoscenza di cosa veniva fatto loro e perchè, e se venissero costretti.
I detenuti sono stati a lungo sacrificati per il bene della scienza. Nel 1915, il medico del governo degli Stati Uniti Joseph Goldberger – oggi ricordato come un eroe della salute pubblica – reclutò nel Mississippi dei detenuti che si potessero prestare ad un’alimentazione speciale per poter provare la sua teoria secondo la quale la dolorosa malattia conosciuta come pellagra era causata da un’insufficienza alimentare (gli uomini coinvolti furono ripagati per la loro partecipazione con la grazia).
Tuttavia, gli studi che si servivano dei detenuti erano rari durante i primi decenni del ventesimo secolo, e in genere erano condotti da ricercatori considerati stravaganti perfino per gli standard del tempo.
Uno di questi era il Dottor LL Stanley, il medico interno del carcere di San Quintino in California, che intorno al 1920 tentò curare i più anziani, “gli uomini devitalizzati” attraverso il trapianto di testicoli di animali e di persone recentemente giustiziate.
I giornali parlarono degli esperimenti di Stanley, ma la cosa sorprendente fu la mancanza di indignazione generale.
Nel 1919 sul Washington Post comparve un lungo ma allegro articolo che apriva con: “Entrate nel penitenziario di San Quintino, la Fonte della Giovinezza – un’istituzione dove gli anni verranno ridotti per coloro che presenteranno scarsa capacità mentali e vitalità e dove la sorgente restituirà brio alla mente, vigore ai muscoli e ambizione allo spirito. Tutto ciò è già accaduto e accade anche ora….grazie ad un medico con un bisturi.”
Ai tempi della II guerra mondiale, i detenuti venivano chiamati a partecipare allo sforzo bellico prendendo parte agli studi per poter aiutare le truppe. Uno di questi era costituito da una serie di ricerche sulla malaria condotte nel penitenziario di Stateville nell’Illinois, mirate a testare i farmaci antimalaria per poter aiutare i soldati che combattevano nel Pacifico.
Fu all’incirca in questo periodo che la persecuzione da parte dei dottori nazisti portò alla redazione del Codice di Norimberga del 1947, un insieme di regole internazionali che proteggevano gli individui testati. Molti dottori statunitensi le ignorarono completamente, sostenendo di essersi ispirati più alle atrocità naziste che non alla medicina americana.
Con la fine degli anni ’40 e per tutti gli anni ’50 si vide un’enorme crescita dell’industria sanitaria e farmaceutica statunitense, accompagnata da un aumento degli esperimenti sui detenuti finanziati sia dal governo che dalle società private.
Negli anni ’60, almeno la metà degli stati aveva dato il consenso ad utilizzare i prigionieri come cavie mediche.
Ma due studi condotti negli anni ’60 causarono un’inversione decisiva dell’opinione pubblica verso le modalità di trattamento degli individui testati.
Il primo venne alla luce nel 1963. I ricercatori iniettarono cellule tumorali in pazienti diciannovenni e debilitati al Jewish Chronic Disease Hospital nel quartiere di Brooklyn a New York – per verificare se i loro organismi li avrebbero rigettati.
Il direttore dell’ospedale affermò che i pazienti non sapevano di aver ricevuto un’iniezione di cellule tumorali perchè ciò non era necessario. Le cellule erano infatti considerate innocue.
Ma l’esperimento sconvolse il legale William Hyman, che insabbiò il consiglio d’amministrazione dell’ospedale.
Lo stato indagò, e l’ospedale infine concordò il fatto che per ogni esperimento simile sarebbe stato necessario il consenso scritto del paziente.
Nella vicina Staten Island, dal 1963 al 1966, fu condotto un controverso studio medico alla Willowbrook State School per bambini con ritardi mentali.
I bambini venivano intenzionalmente contagiati con epatite o per via orale o tramite iniezione per sperimentare una possibile cura con le gammaglobuline.
Questi due studi – insieme all’esperimento Tuskegee rivelato nel 1972 – riconosciuti come il “terribile trio”, suscitarono un vasto e critico interesse dei media e l’indignazione del pubblico, ha affermato Susan Reverby, una storica del Wellesley College che per prima scoprì le registrazioni degli studi sulla sifilide in Guatemala.
All’inizio degli anni ’70, anche gli esperimenti che coinvolgevano i detenuti furono considerati scandalosi.
Durante i molto seguitissimi congressi del 1973, i funzionari delle industrie farmaceutiche ammisero l’utilizzo dei detenuti nella sperimentazione, più economici rispetto agli scimpanzè.
La Holmesburg Prison a Philadelphia fece un largo uso dei detenuti negli esperimenti medici. Alcune vittime ne parlano ancora.
Edward Anthony, di cui si parla in un libro relativo agli studi, disse di aver acconsentito al trattamento di un’area di pelle della schiena con prodotti ustionanti, nell’ambito della sperimentazione di un farmaco. Lo fece per avere i soldi necessari a comprarsi le sigarette in carcere.
Egli parla della sua reazione all’esperimento, e afferma ‘Dissi “Oh mio Dio, la mia schiena va a fuoco!Toglietemi questa roba di dosso” ‘
Il signor Anthony ricorda nelle prime settimane il prurito intenso e l’angoscioso dolore.
Il governo reagì con delle riforme. Tra queste: il Bureau of Prisons americano a metà degli anni ’70 vietò efficacemente ogni tipo di ricerca da parte di ditte farmaceutiche ed altre agenzie esterne all’interno di carceri federali.
Quando le scorte di detenuti e malati mentali si esaurirono, i ricercatori si rivolsero ad altri Paesi.
Ciò aveva un senso. Gli esperimenti potevano essere fatti in modo più economico e seguendo meno regole. Ed era facile trovare pazienti che non stessero assumendo altri medicinali, fattore che poteva complicare la sperimentazione di altri farmaci.
Nel tempo sono stati emanati ulteriori principi etici fondamentali, ma alcuni credono che un altro studio come quello in Guatemala sia ancora oggi possibile.
Nonostante l’indignazione attuale, questa non ha fermato il proseguimento di esperimenti simili a quello di Tuskegee.
In Uganda, i dottori statunitensi non hanno fornito l’AZT (il farmaco utilizzato in caso di AIDS) alle donne incinte affette da HIV, anche se ciò avrebbe protetto i neonati dalla malattia.
I funzionari sanitari degli Stati Uniti hanno affermato che lo studio avrebbe risposto a delle domande sull’uso di ATZ nei Paesi in via di sviluppo.
Un altro studio, condotto dalla Pzifer, somministrò un antibiotico chiamato Trovan a bambini colpiti da meningite in Nigeria, benchè ci fossero dubbi circa la sua efficacia per quella malattia.
L’esperimento è stato da molti ritenuto responsabile della morte di 11 bambini e per aver causato la disabilità di molti altri.
Pzifer intentò una causa con l’amministrazione nigeriana per 75 milioni di dollari, ma non ammise nessuna responsabilità.
Era ancora discusso il caso delle ricerche estere condotti dagli americani quando, lo scorso ottobre, lo studio in Guatemala venne alla luce.
Nello studio tra il 1946 e i 1948, gli scienziati americani infettarono i detenuti e i pazienti in un manicomio con sifilide, apparentemente per verificare se la penicillina potesse ostacolare alcune malattie trasmesse sessualmente. Lo studio non condusse a nessuna dato utile e venne nascosto per decenni.
UNO SCONVOLGENTE ELENCO DI STUDI MEDICI CONDOTTI DALL’AMERICA…SULL ‘AMERICA
Esaminando le ricerche passate l’Associated Press ha scoperto/è venuto a conoscenza che:
1) Uno studio federale iniziato nel 1942 si occupò di iniettare un vaccino sperimentale contro l’influenza nei pazienti uomini di un manicomio statale a Ypsilanti, Michigan, per poi esporli all’influenza per diversi mesi.
Il coautore fu il dottor Jonas Salk, che un decennio dopo sarebbe diventato famoso per l’invenzione del vaccino contro la poliomielite. Alcuni uomini non erano in grado di descrivere i propri sintomi e, perciò, si sollevarono diverse domande su quanto effettivamente comprendessero ciò che stava capitando loro.
1) Negli studi federali degli anni ’40, il noto ricercatore dottor W Paul Havens Jnr espose degli individui all’epatite in una serie di esperimenti. Fra questi, uno utilizzava pazienti che provenivano da manicomi di Middletown e Norwich, in Connecticut.
Il dottor Havens, un esperto delle malattie virali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fu uno dei primi scienziati a differenziare i vari tipi di epatite e le loro cause.
3) Verso la metà degli anni ’40, alcuni ricercatori studiarono la trasmissione di un germe mortale dello stomaco facendo ingerire a dei giovani sostanze fecali non filtrate. Lo studio fu condotto nel New York State Vocational Institution, un riformatorio nel West Coxsackie. Lo scopo era quello di verificare in che modo la malattia si diffondesse tramite l’ingestione.
Lo studio non rivela se gli uomini furono ricompensati dopo questo terribile compito.
1) Verso la fine degli anni ’40 durante uno studio dell’Università del Minnesota venne trasmessa la malaria a 11 impiegati volontari del servizio pubblico. Successivamente furono costretti alla fame per cinque giorni e alcuni vennero anche sottoposti ai lavori forzati. Infine vennero curati per la febbre malarica con solfato di chinino.
Uno degli autori era Ancel Keys, un famoso scienziato dell’alimentazione che individuò le razioni K per l’esercito e la dieta mediterranea per la popolazione.
1) Durante uno studio del 1957, quando l’epidemia dell’influenza asiatica si stava diffondendo, i ricercatori federali fecero inalare il virus a 23 detenuti alla Patuxent prison a Jessup, Md., per confrontare le loro reazioni con quelle di altri 32 carcerati che erano stati esposti al virus e a cui era stato somministrato un nuovo vaccino.
6) I ricercatori del governo tentarono, durante un esperimento condotto in una prigione federale di Atlanta negli anni ’50, di trasmettere la gonorrea a una ventina di volontari carcerati utilizzando due diversi metodi. Ma i ricercatori notarono che i loro metodi non erano comparabili alle modalità con cui gli uomini normalmente si infettavano – ossia intrattenendo rapporti sessuali con un partner infetto. Fu però troppo tardi per gli uomini che erano già stati contagiati.
Fonte: www.dailymail.co.uk
Link: http://www.dailymail.co.uk/news/article-1361275/Americas-shocking-secret-US-experimented-disabled-citizens-prison-inmates.html
28.03.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARZIA MIGLIORINI