Il ratto d’Europa

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Nestor Halak per Comedonchisciotte,org

Mentre l’importanza geopolitica dell’Europa continua a calare, le condizioni economiche e sociali del continente sembrano essere in costante peggioramento il che non meraviglia di certo stante le scellerate scelte che sono state fatte e che continuano ad essere fatte dai vari governi che perseguono con ostinazione incrollabile sostanzialmente le medesime politiche fallimentari qualunque sia il colore politico con il quale si auto qualificano.

In realtà l’Europa ha potenzialmente un peso politico immenso, il problema è che non viene esercitato se non nel senso di appiattirsi sulle posizioni dei neocons americane senza la sia pur minima traccia di autonomia e a costo del sacrificio dei più vitali interessi del continente. Per la seconda volta nel giro di un secolo, il vecchio continente sembra anelare al suicidio, come già fece nel 1914. Ancora oggi risulta difficile comprendere pienamente le ragioni che portarono alla Grande Guerra: certo, si possono leggere innumerevoli opere storiche che ce le illustrano più o meno ampiamente, tuttavia anche dopo averle lette, è difficile liberarsi dall’impressione di non averle capite a fondo, dal sentore di una certa artificiosità, di ragionamenti costruiti ex post per rendere comprensibili i fatti che si sono succeduti.

Un’analoga impressione di irrealtà si avverte anche nella situazione politica corrente: che cosa spinge realmente i governanti europei ad accodarsi ad imprese che nel migliore dei casi non possono portare alcun vantaggio alle loro nazioni e nel peggiore e più probabile, portano dritte al disastro? Le elite dominanti sembrano completamente prese dai loro interessi comuni e dalle loro follie distopiche e mandano avanti politici dallo spessore culturale e umano francamente imbarazzanti, mentre le popolazioni sembrano essere vittima di un incantesimo di stupidità che impedisce loro di rendersi conto anche degli inganni più evidenti, come dimostra la grande pandemia di raffreddore assassino.

Eppure l’Europa è un fattore determinante per il destino del mondo in questo secolo e avrebbe potuto e ancora potrebbe cambiarne completamente il volto senza neppure dover ricorrere a guerre o particolari estremismi socio politici, ma semplicemente prendendo posizioni conformi ai suoi interessi e mantenendo il punto. Sfortunatamente per far questo occorrerebbero dei leader politici veri, non dei pupazzi ignoranti e probabilmente è proprio per questo motivo che coloro ai quali è consentito arrivare a posizioni di potere sono quelli che sono. Se invece di Macron,  Scholz o la Von der Layen l’Europa avesse alla guida gente come Putin o perfino come il turco Erdogan, che per quanto lo si possa detestare, non si può comunque negare che tra i suoi pensieri ci sia quantomeno anche la Turchia, la sua nazione, cosa che riguardo ai nostri davvero non si può dire.

Il fatto è che in occidente la politica e conseguentemente le “istituzioni democratiche” hanno perso gran parte del potere a favore dei grandi potentati economici complici le riforme “liberiste” adottate nel corso degli anni, è questo che rende possibile l’ascesa di perfette nullità ai vertici delle istituzioni, poiché coloro che comandano davvero rimangono nell’ombra e sono esattamente quelle immense concentrazioni di ricchezza privata di cui le nuove tendenze politiche hanno consentito la formazione e che non possono per la loro sola esistenza non svuotare dall’interno le suddette istituzioni. I legislatori delle democrazie liberali del dopoguerra erano perfettamente consci del pericolo ed avevano realizzato una legislazione che permetteva di mantenere le leve del potere nelle mani delle istituzioni statali: i Beatles negli anni sessanta si lamentavano del fatto che quasi tutti i loro immensi guadagni andassero in tasse ed infatti non sono diventati dei Bill Gates ante litteram.

I nuovi oligarchi oramai al potere non ragionano più in termini di stati, ma in termini di profitti dei loro onnipotenti conglomerati finanziari o, tuttalpiù, ossequiano fantasiose follie distopiche che circolano in quegli ambienti come ad esempio la “green economy” , l’ideologia “woke” o lgbt +.

La trasformazione in senso oligarchico della società è stata resa possibile anche dal controllo indiscusso di tutta l’informazione che ha facilmente potuto gabellare le nuove norme per vantaggi per il popolo. Il controllo statale della moneta, delle industrie chiave, dei monopoli naturali, la forte progressività della tassazione o anche norme più particolari come il finanziamento pubblico dei partiti che era stato evidentemente introdotto al fine di correggere la sproporzione dei mezzi a disposizione delle classi dominanti rispetto a quelli delle parti politiche che sostenevano gli interessi popolari, erano tutte norme volte ad assicurare il potere in mani pubbliche. Ma evidentemente non è difficile convincere demagogicamente il popolino a “non dare i soldi delle tasse ai partiti ladri”, col risultato di dover alla fine pagare ben di più.

Già oggi chiunque può constatare semplicemente dalle telefonate ricevute che il vero pericolo non è tanto quello di essere imbrogliati dai molto pubblicizzati “pirati informatici”, bensì la certezza di essere imbrogliati, in perfetta legalità, dagli operatori del sistema o dai loro beneficiari che si sono spartiti le aziende pubbliche essenziali come le comunicazioni, l’elettricità, l’energia, i trasporti. Lo stesso vale per la privacy: il problema non sono i ladri di dati, ma i gestori del sistema.

In quella che è stata spacciata per la democrazia per antonomasia, gli Stati Uniti, per essere eletti a qualsiasi carica importante occorre disporre di notevolissime somme di danaro e chi le possiede è l’oligarchia che non le userà certamente per favorire gli interessi della comunità, fosse pure quella nazionale, ma esclusivamente i propri. La preoccupazioni costante dei “rappresentanti del popolo” è quella di essere rieletti e la loro rielezione dipende dall’appoggio degli sponsor, conseguentemente sarà a loro e solo a loro che risponderanno davvero: il volto pubblico è solo una farsa.

Il  corrente secolo è iniziato con la caduta dell’Urss e con gli americani che si sono ritrovati ad essere l’unica superpotenza mondiale. Ciò rappresentava per l’Europa un’occasione epocale per riguadagnare la propria indipendenza e reimpostare completamente i rapporti internazionali in senso a noi più favorevole: c’era già istituzioni centrali, l’Europa nel suo complesso era una potenza economica oramai superiore a quella americana, fra i paesi europei c’erano potenze nucleari, gli Stati Uniti non erano più in grado di dominarli se semplicemente non fossero stati d’accordo, né con la forza né con il soft power. Nonostante la superiorità militare, bombardare Parigi non sarebbe mai diventato politicamente possibile.

Sarebbe stato sufficiente ritirarsi dalla Nato, sciogliere l’alleanza e invitare gli americani a tornarsene a casa. L’Unione Sovietica non era più una minaccia, il mondo non era più diviso in due, adesso la Nato non serviva più allo scopo per il quale era stata costituita. L’Europa era perfettamente in grado, finanziariamente, tecnologicamente, scientificamente, economicamente e militarmente di fare da sola. In Europa si costruivano aerei all’avanguardia in campo civile e militare, era in grado di far volare satelliti, di costruire i più grandi apparati scientifici al mondo: che necessità aveva di lavorare attivamente per mantenere in piedi l’impero americano? Tanto più che per distaccarsene non aveva bisogno di sparare: bastava semplicemente che decidesse che la Nato era cosa d’altri tempi, che non aveva bisogno della Banca Mondiale o del Fondo Monetario  e tanto meno dell’Organizzazione della sanità, tutte controllate dagli Usa. Difficile fare le “sanzioni” a qualcuno che ha un’economia più grande della tua: anche se non è autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentare, ci sono vicini che possono facilmente rimediare e a buon prezzo.

Al contrario da allora è stata tutta una corsa ad essere sempre più sottomessi ad un padrone che ha interessi diversi e mire messianiche ad un dominio del mondo che non può più permettersi. A quale fine questo zelo masochista, perché questa voglia di sottomissione ad un potere sempre più velleitario? Sarebbe inspiegabile se davvero l’Europa fosse controllata dai rappresentanti degli interessi dei suoi popoli, da un potere distinto da quello che comanda gli Usa.

L’Europa avrebbe potuto facilmente impedire la guerra in Ucraina, non aveva neppure bisogno di schierarsi, sarebbe stato sufficiente proclamarsi neutrali, non appoggiare il sopruso. Volete fare la guerra alla Russia? Le sanzioni? Prego accomodatevi, ma non con il nostro appoggio, non con le nostre risorse, non sul nostro territorio, noi siamo neutrali. In realtà, ancora oggi, è L’Europa che tiene in piedi l’impero americano, sono la Germania, l’Italia, la Francia, la Spagna, la Grecia è Bruxelles: se l’Europa semplicemente toglie l’appoggio e smonta la Nato, è game over, rien ne va plus, scacco matto, nun ce sta niente a fa.

Così come appare incredibile che una nazione istruita e moderna come l’Ucraina accetti di autodistruggersi e di sacrificare centinaia di migliaia dei propri connazionali per un’impresa destinata non a vincere una guerra, ma ad indebolire un nemico altrui, non a guadagnare l’indipendenza o la libertà perché se anche  per assurdo vincesse la guerra, sarebbe comunque schiava degli Usa, altrettanto appare incredibilmente stupido che l’Europa sacrifichi la propria prosperità non per guadagnare potere, ma per rimanere al servizio di un padrone oramai con le pezze al culo.

Fedeltà canina, non c’è che dire, ma fedeltà resa possibile  solo dal fatto che i veri centri di potere sono gli stessi in tutto l’occidente e hanno sede principalmente negli Stati Uniti.

Mi pare dunque che in esito alla guerra in Ucraina ed alla serie di sconvolgimenti attualmente in corso nel potere mondiale, non ci sia tanto da aspettarsi un crollo definitivo dell’occidente, ma più probabilmente un  mondo di nuovo diviso in due principali sfere di influenza, quella occidentale e quella orientale che finiranno inevitabilmente per assomigliarsi, ma in quella orientale la politica e le istituzioni statali continueranno a riservarsi la maggior parte delle leve fondamentali del potere, mentre in occidente esso passerà sempre più nelle mani degli oligarchi, magari “visionari”, come quelli che sognano di “conquistare” Marte oppure di creare una razza di superuomini dalla vita lunghissima. Una società totalitaria che finirà per avere molti punti di contatto con quella sovietica di un tempo, dove lo spazio per la prosperità e la libertà individuale sarà praticamente inesistente. Solo che questa volta al comando non ci sarà un partito politico, ma una ristretta oligarchia privata più o meno nascosta che, anche grazie alle nuove tecnologie, deciderà tutto nelle nostre vite ed esclusivamente in funzione di quelli che percepirà come propri interessi, senza riguardo alcuno ad orpelli ridicoli come il buon senso o i diritti umani. Ne abbiamo già avuto qualche chiaro assaggio. E questa volta ci saremo noi dalla parte sbagliata del muro.

L’Europa avrebbe le potenzialità per far sì che ciò non accada, la piccola Ungheria mostra che opporsi è possibile.

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