Secondo i dati della società di analisi energetica Vortexa citati dall’agenzia Reuters, quasi 62 milioni di barili di greggio degli Urali, una quantità record, si trovano attualmente nelle navi cisterna in mare, confermando così che il volume di greggio russo in mare è triplo rispetto alla media registrata prima del 24 febbraio, quando è stata lanciata l’operazione militare della Russia in Ucraina.
“I numeri principali, che mostrano che le esportazioni russe sono ancora relativamente forti, non raccontano la storia completa”, ha tuttavia affermato l’Amministratore delegato di Vortexa Clay Seigle contattato da Reuters. “Il petrolio russo in mare continua ad accumularsi”.
Il numero di carichi di Urali in mare senza una destinazione stabilita costituisce il 15% del totale, un nuovo massimo, ha detto Seigle, aggiungendo che parte del petrolio potrebbe essere in transito verso acquirenti non rivelati, mentre altri potrebbero essere carichi invenduti.
I grandi rivenditori starebbero infatti faticando per trovare acquirenti per una parte del carico, dato che i Paesi dell’UE non riescono a trovare un accordo su un eventuale divieto del petrolio russo. Altri acquirenti invece potrebbero voler evitare il greggio russo per timore di future sanzioni.
Secondo le ultime indagini svolte da Vortexa, la maggior parte dei barili di greggio russo è diretta in Asia, soprattutto in India e Cina.
Massimo A. Cascone, 25.05.2022