Il Peccato Cardinale della Finanza Internazionale

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DI NICK GIAMBRUNO

Ecco perché il governo degli Stati Uniti protegge il petrodollaro con tanto zelo. Ha bisogno di questo sistema per sopravvivere e quei leader mondiali che hanno sfidato il petrodollaro sono finiti per morire  …

Perché tutti usano il dollaro USA … per ora

Negli anni ’70, il governo degli Stati Uniti firmò una serie di accordi con l’Arabia Saudita, creando il sistema del petrodollaro. Gli Stati Uniti promisero di proteggere  e di viziare il regno saudita e, in cambio, l’Arabia Saudita avrebbe usato la sua posizione dominante nell’OPEC per garantire che tutte le transazioni petrolifere avvenissero in dollari USA.

Fino a poco tempo fa, praticamente chiunque volesse importare petrolio da qualsiasi paese aveva bisogno di dollari USA per pagarlo.

Quindi il dollaro è solo un intermediario, ma i paesi e le aziende lo usano per innumerevoli transazioni – per migliaia di miliardi – che non hanno nulla a che fare con prodotti o servizi USA.

Inoltre, se i paesi stranieri già usano il dollaro per il petrolio, è più facile usare lo stesso dollaro per altri scambi internazionali. Ecco perché, oltre alle vendite di petrolio, il dollaro USA viene utilizzato per circa l’80% di tutte le transazioni internazionali.

Prendiamo ad esempio Saddam Hussein e Muammar Gheddafi, che sono stati alla guida di grandi paesi produttori di petrolio, rispettivamente Iraq e Libia. Entrambi hanno cercato di vendere il loro petrolio per qualcosa di diverso dal dollaro USA, prima che interventi militari USA li portassero alla morte.

Nell’ottobre del 2000, Saddam aveva cominciato a vendere petrolio iracheno solo contro euro. L’Iraq – disse SADDAM – non accetterà più dollari per il petrolio perché non vuole trattare “nella valuta del nemico”.

Poco più di due anni dopo, gli Stati Uniti invasero il paese e  subito dopo la caduta di Baghdad nelle mani USA, tutte le vendite di petrolio iracheno tornarono ad essere effettuate in dollari.

Grazie alle rivelazioni di  WikiLeaks  sulle e-mail di Hillary Clinton, abbiamo appreso che il defenestrazione di Gheddafi in Libia fu scatenata per proteggere il prezzo dollaro —non per motivi umanitari. Secondo quelle sue e-mail , Stati Uniti (e  Francia) temevano che Gheddafi avrebbe usato le enormi riserve d’oro della Libia per creare una valuta panafricana. Questa valuta basata sull’oro sarebbe servita per comprare e vendere petrolio su tutti mercati globali. Inoltre, probabilmente  avrebbe anche rimpiazzato quella versione del franco francese che viene usata  in Africa centrale e occidentale.

Furono gli Stati Uniti e la Francia a sostenere la ribellione, sia militare che finanziaria, che rovesciò Gheddafi nel 2011.

Dopo la morte di Gheddafi, i piani per la moneta-oro, insieme con i 4,6 milioni di once d’oro della Libia, svanirono.

Certamente c’erano altre ragioni per cui gli USA rovesciarono Saddam e Gheddafi. Ma anche proteggere il petrodollaro era una cosa seria da tenere in considerazione, per lo meno.

Putin è un avversario piuttosto duro 

Lo status speciale dato al dollaro dallo zio Sam è una leva tremenda, quindi non sorprende che la Russia voglia minare il sistema del petrodollaro che il presidente russo Vladimir Putin ha riassunto così:

La Russia condivide le preoccupazioni dei paesi BRICS per le ingiustizie dell’architettura finanziaria ed economica globale, che non tiene in debito conto il crescente peso delle economie emergenti. Siamo pronti a collaborare con i nostri partner per promuovere le riforme della regolamentazione finanziaria internazionale e per superare l’eccessivo predominio di un numero limitato di valute di riserva.

Essenzialmente, Putin sta dicendo che tutti vogliono abbandonare il dollaro.

Questo essenzialmente è perché gli Stati Uniti usano il dollaro come arma politica. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno cercato di sanzionare la Russia per le sue azioni in Crimea e in Ucraina. Queste sanzioni hanno reso più difficile per la Russia accedere al sistema finanziario basato sul dollaro USA. Quindi, ovviamente, la Russia spingerà per trovare un sistema alternativo.

Poco dopo le sanzioni, la Russia ha concluso un mega-accordo  in yuan, per vendere petrolio e gas alla Cina. L’accordo ha completamente raggirato il sistema finanziario statunitense … e qualsiasi sanzione.

Un Bypass permanente della Cina intorno al dollaro

La Russia è il più grande produttore di energia al mondo. La Cina è il più grande importatore di energia al mondo. Normalmente, dovrebbero fare lo scambio reciproco esclusivamente in dollari USA.

Ma, come ho detto nelle ultime settimane, la Cina ora sta introducendo un procedimento più stabile. Chiamiamolo “Golden Alternative” della Cina al petrodollaro. È un modo razionalizzato per la Russia e per tutti gli altri paesi che vogliono vendere  – in Yuan, in contanti o in oro – il loro petrolio alla Cina.

La “Golden Alternative” cinese  al  Petrodollaro

La Cina sta lanciando un’alternativa pratica e attraente al vigente sistema del petrodollaro. Permetterà a chiunque nel mondo di scambiare petrolio con oro e questo supererà totalmente anche il dollaro USA.

Ecco come funzionerà …

Lo Shanghai International Energy Exchange (INE) sta introducendo un contratto in futures sul petrolio greggio denominato in yuan cinese e permetterà ai produttori di petrolio di vendere il loro petrolio in yuan.

Certo, la Cina sa che la maggior parte dei produttori di petrolio non vuole accumulare una grande riserva di yuan e per questo i produttori potranno convertire efficientemente lo yuan  in oro fisico alle borse dell’oro di Shanghai e di Hong Kong.

In conclusione, due dei maggiori attori del mercato globale dell’energia stanno bypassando completamente il sistema del petrodollaro e osservatori ben  informati affermano che la Russia stia già convertendo in oro gran parte dei suoi incassi fatti in yuan.

Naturalmente, anche altri paesi sono interessati a eludere il sistema finanziario USA e le loro sanzioni e la Golden Alternative  della Cina darà a chiunque la possibilità di farlo.

Questo renderà il dollaro un’arma politica molto meno efficace.

Altri paesi sulla lista dei cattivi di Washington stanno firmando con entusiasmo. L’Iran, altro importante produttore di petrolio, accetta pagamenti in yuan, così come il Venezuela, che ha le più grandi riserve petrolifere del mondo.

Penso che altri paesi seguiranno presto. Dal punto di vista dei produttori di petrolio, è un gioco da ragazzi.

Con l’alternativa dorata della Cina, un produttore di petrolio può entrare sul mercato più grande del mondo e cercare di conquistare più quote di mercato e può anche  convertire facilmente e rimpatriare i suoi proventi in oro, una forma di denaro internazionale che non corre rischi politici.

Ma questo non vale per un blocco che è rimasto critico …  quello dell’Arabia Saudita.

Il braccio di ferro saudita

L’ Arabia Saudita è il più grande esportatore di petrolio del mondo. Gran parte di quel petrolio va in Cina, il più grande importatore del mondo.  Pechino paga ancora con riluttanza il greggio saudita in dollari USA ed i sauditi non vogliono nient’altro, almeno per ora.

Questo disturba la Cina che può importare il greggio saudita solo comprando e quindi usando dollari USA e questo, ovviamente, significa che la Cina deve rimanere nelle grazie di Washington.

Il segretario del Tesoro di Trump recentemente ha portato a casa proprio questo punto. Ha minacciato di cacciare la Cina dal sistema del dollaro USA se non avesse schiacciato la Corea del Nord.

La Cina preferirebbe non dipendere da un avversario di questo genere e questo è uno dei motivi principali per cui sta lanciando la Golden Alternative. L’Arabia Saudita, tuttavia, rifiuta di partecipare. Non venderà il suo petrolio in nessun’altra valuta che non sia il dollaro USA perché non farlo, significherebbe rompere il vecchio accordo sul petrodollaro con gli Stati Uniti.

Se Cina, Russia, e altri commercianti di petrolio commerciano in yuan, questa è una bella spallata contro il petrodollaro, ma se anche l’Arabia Saudita dovesse cambiare idea e accettare gli  yuan, questo farebbe essiccare la valuta-super-dollaro … e provocherebbe un immediato panico finanziario negli USA.

La verità è che vendere petrolio in yuan costerebbe troppo all’Arabia Saudita.

Perderebbe immediatamente la protezione diplomatica e militare USA, poi i media e i think tank comincerebbero a battere subito i pugni sul tavolo per spingere l’esercito americano ad intervenire per portare la democrazia a Riyadh.

L’anno scorso Trump ha dichiarato: “Se l’Arabia Saudita non fosse sotto il mantello della protezione americana, non penso che sarebbe ancora in giro”.  

Ha assolutamente ragione. Certo, i sauditi lo sanno bene e per questo motivo sono rimasti al guinzaglio corto … fino a poco tempo fa.

Con una mossa a sorpresa, ultimamente  Re Salman è stato il primo monarca saudita a visitare la Russia. Fino a poco tempo fa, la visita sarebbe stata impensabile. L’Arabia Saudita è stata uno dei più stretti alleati USA da quando cominciò il sistema del petrodollaro negli anni ’70.

E in tutto questo tempo, Russia e Arabia Saudita sono state nemiche, per decenni e anche recentemente, sauditi e russi, sono stati su parti opposte nella guerra civile siriana.

Ecco perché la storica visita di King Salman a Mosca è così importante. I sauditi stanno chiaramente cercando di dare una nuova copertura alle loro scommesse contro gli Stati Uniti e il sistema del petrodollaro.

L’Arabia Saudita ora si sta riavvicinando alla Russia.

I sauditi si sono impegnati a investire fino a $ 10 miliardi in vari settori industriali russi. Ma, ancora più significativo, hanno accettato di comprare il sistema missilistico S-400, il più avanzato sistema di difesa aerea russo, come parte di un acquisto di armi da 3 miliardi di dollari.

Questo accordo significa un terremoto geopolitico, i sauditi non avevano mai comprato attrezzature militari russe.

Sin dalla nascita del petrodollaro, i sauditi sono sempre dipesi dalla protezione militare americana. Dopotutto, è quello che avevano ottenuto in cambio del prezzo del loro petrolio pagato in dollari.

L’accordo degli S-400 fa pensare e che i sauditi stiano cercando di dare una copertura ai loro affari. Primo, non stanno comprando un sistema americano. Secondo, stanno comprando un sistema russo capace di dissuadere un attacco americano.

L’Arabia Saudita sta facendo passi significativi per trovare  delle alternative alla protezione americana.

Contemporaneamente la Cina sta tagliando gli acquisti di greggio saudita.

Qualche anno fa, il petrolio saudita costituiva oltre il 25% delle importazioni di petrolio cinesi. Era il primo fornitore di Pechino. Oggi, la quota di mercato dei sauditi è scesa sotto il 15%.

In altre parole, i sauditi stanno perdendo enormi quote di mercato e vengono cacciati dal più grande mercato di petrolio del mondo. Questo principalmente perché si stanno rifiutando di vendere petrolio in yuan alla Cina.

La Cina si è schiarita le idee:  vuole fare affari solo con chiunque accetterà i suoi yuan in pagamento.

Oggi la Russia ha superato l’Arabia Saudita come principale fornitore della Cina. La sua quota del redditizio mercato cinese è salita dal 5% a oltre il 15%. L’accettazione entusiastica della Russia dello yuan come pagamento è la ragione principale di questo cambiamento.

Nel frattempo, anche l’Angola, altro produttore di petrolio africano, è salita a bordo. Il paese ora accetta yuan come pagamento per le sue esportazioni di petrolio verso la Cina, anzi nel 2015 ha persino reso lo yuan cinese la sua seconda valuta legale.

Da allora le importazioni cinesi dall’Angola sono aumentate ed ora l’Angola è il secondo fornitore della Cina, dopo la Russia.

Niente di questo fa ben sperare per il sistema dei petrodollari.

I sauditi hanno due possibilità …  o strappare l’accordo del petrodollaro o essere esclusi dal mercato petrolifero più redditizio del mondo.

In un modo o nell’altro – e probabilmente presto – i cinesi troveranno come costringere i sauditi ad accettare i loro yuan. Le dimensioni del mercato cinese rendono impossibile che l’Arabia Saudita ignori all’infinito le richieste della Cina.

Cosa guardare per ……

La Cina potrebbe non convincere i sauditi a sbarazzarsi del sistema del petrodollaro domani, ma sta andando avanti velocemente.

Qualche mese fa, l’Arabia Saudita ha annunciato di voler emettere obbligazioni Panda per finanziare il deficit di spesa del governo. (Le obbligazioni panda sono obbligazioni denominate in yuan da emittenti non cinesi e vendute in Cina).

Questa è una cosa importante. La valuta dei sauditi è ancorata al dollaro USA. Fino ad oggi hanno utilizzato esclusivamente dollari USA per tutte le loro principali iniziative finanziarie.

L’emissione di debito in yuan, anziché in dollari USA, rappresenta una mossa significativa e significa che l’Arabia Saudita si sta avvicinando alla Cina.

Inoltre, i sauditi hanno recentemente inaugurato una imponente raffineria di Yasref nella città saudita di Yanbu. La raffineria è una joint venture da $ 8,5 miliardi tra la Saudi Aramco e la cinese Sinopec.

Questi sono movimenti che non passano inosservati, anche se i sauditi non hanno ancora dato alla Cina quello che vuole veramente : petrolio in cambio di yuan.  Ma  questo potrebbe accadere presto …

La più grande IPO della Storia

Nei prossimi mesi, i sauditi pianificano di lasciar fluttuare una partecipazione del 5% della Saudi Aramco, la compagnia petrolifera statale.

L’Aramco saudita è l’azienda più preziosa del mondo e questa probabilmente sarà la più grande offerta azionaria di sempre. Potrebbe triplicare o addirittura quadruplicare l’attuale offerta pubblica iniziale (IPO) di Alibaba da $ 25 miliardi.

Il successo dell’IPO dipenderà da quali grandi investitori riuscirà ad attirare l’Arabia Saudita. Ma finora, gli investitori occidentali non hanno mostrato molto entusiasmo.

Per la Cina, tuttavia, potrebbe essere l’occasione perfetta per prendere maggior influenza politica in Arabia Saudita

Se la Cina prendesse una grande partecipazione nell’IPO della Aramco, contribuirebbe a cementare le sue relazioni con l’Arabia Saudita e farebbe anche aumentare la distanza tra  sauditi e americani.

E in modo critico, darebbe ai cinesi più potere per costringere i sauditi ad accettare i loro yuan per il petrolio.

La Cina sta negoziando non solo un 5%, ma il suo potenziale che è molto maggiore.

In conclusione … i sauditi non hanno ancora rotto veramente con gli Stati Uniti, ma hanno preso una deriva che li porta verso la Cina finanziariamente e verso la Russia militarmente.

I sauditi stanno chiaramente cominciando a scaricare il petrodollaro.

Se i sauditi vendessero alla Cinapetrolio  in yuan, ucciderebbero il petrodollaro con una notte sola. Comunque, a parte questo, le cose sembrano mettersi piuttosto male per il petrodollaro.

Il sistema dei petrodollari sta affrontando una grave erosione, grazie, in buona parte , alla Golden Alternative cinese che è già bella e pronta da servire in tavola.

E con quella, una brutta inflazione negli Stati Uniti è una certezza e questo sarà probabilmente il punto di svolta …

Dopo il crollo del petrodollaro, il governo USA sarà abbastanza disperato da mettere in atto controlli sui capitali, controlli sulle persone, nazionalizzazione dei risparmi per la pensione e altre forme di confisca di ricchezza.

Vi esorto a prepararvi per le ricadute economiche e sociopolitiche finché ci sarà ancora tempo. Aspettatevi un governo più grande, meno libertà, meno prosperità … e forse anche peggio. Forse non sarà domani. Ma sappiamo dove sta andando questo trend.

È possibile che un giorno non molto lontano  gli americani si sveglieranno in una nuova realtà. Una volta che il petrodollaro avrà toccato il fondo del secchio e il dollaro avrà perso il suo status di prima valuta di riserva del mondo, ci resterà poco da scegliere.

La triste verità è che la maggior parte della gente non ha idea di quanto le cose potrebbero mettersi male  se le lasciassimo andare, seguendo da sole gli eventi …

Eppure ci sono semplici passi si possono intraprendere già oggi per proteggere i propri risparmi  dagli effetti finanziari e sociopolitici del crollo del petrodollaro.

Abbiamo pubblicato recentemente una  Guide to Surviving and Thriving During an Economic CollapseClick qui per una copia in PDF.

Fonte:  http://www.internationalman.com

Link: http://www.internationalman.com//articles/the-cardinal-sin-of-international-finance

novembre 2017

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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