DI RAUL ILARGI MEIJER
theautomaticearth.com
Una cosa mi ha colpito in questa settimana: le mappe pubblicate lunedì che mostrano l’esito delle elezioni francesi, raccontano una storia, una storia ormai familiare. La storia di una profonda divisione. Ci sono già diverse mappe: Brexit, elezioni presidenziali USA e quelle Francesi.
In tutti e tre i casi mi ritrovo a pensare la stessa cosa: “Siete sicuri di voler continuare a vivere nello stesso paese?” Perché per me la cosa non è affatto ovvia e credo lo sarà sempre meno col passare del tempo. Nel caso della Francia, ad esempio, le differenze “ideologiche” tra Macron e Le Pen sono sostanziali, a dir poco, sono mondi completamente opposti. E se sono mondi opposti, perché vivono nello stesso paese?
Ecco la mappa Francese:
Ora, la stessa divisione – con qualche lieve differenza – la ritroviamo nella mappa dei risultati delle elezioni presidenziali statunitensi dell’8 Novembre scorso.
E in entrambi i casi non c’è dubbio che la ricchezza sia un fattore determinante nel dividere una nazione in quanto tale. E la stessa cosa accade nel confronto “Urbano contro Rurale”. Città come New York, Los Angeles e Parigi sono roccaforti del governo, dei centri di potere e dei partiti che rappresentano i ricchi.
Non ci sono dubbi che il fenomeno lo ritroveremo ancora. Non nei paesi più piccoli, come l’Olanda, che non è abbastanza grande da mostrare queste dinamiche. Ma in Italia sì. C’è sempre stata nel paese una forte divisione tra nord e sud, e la sua attuale crisi ha indubbiamente aumentato questo scarto.
Osservando i fatti da questa prospettiva, è evidente che Macron è Obama (e quindi è Renzi e Cameron…), un perfetto ‘animale’ media-genico di bell’aspetto dal dono del gobbo elettronico, coltivato e addestrato dal mondo finanziario e industriale che governa il paese e fa i propri interessi. A me Macron sembra il più artificiale tra tutte le creature di questo vivaio. E ne verranno ancora e di più artificiali. Edward Bernays è solo all’inizio.
Inoltre, si è assistito a un forte spostamento dai partiti consolidati. In modo più pronunciato in Francia, dove sono stati completamente sradicati almeno nelle elezioni presidenziali, rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito. E non si tratta di un fatto occasionale o superficiale. Donald Trump e Bernie Sanders sono semplicemente la versione americana dell’ultima destra francese Le Pen e dell’ultima sinistra di Melenchon. E Trump sta già avendo problemi con quel che resta dei vecchi partiti consolidati, tanto quanto dovrà fare Macron, se sarà eletto presidente.
I paesi anglosassoni sembrano metterci più tempo a diversificarsi rispetto alla tradizione, in confronto ad altri paesi. Ma anche loro ci arrivano. Le varie economie disastrate aiuteranno sicuramente nel processo.
La terza mappa riguarda il voto della Brexit nel Regno Unito. Ancora una volta. Un forte divario, e ancora una volta con una caratteristica tutta particolare. Ignorando per un momento la Scozia, quello che troviamo é BLU=POVERO e GIALLO=RICCO. Un po’ brusco, lo so, ma ho fatto lo stesso per le altre due mappe. Ci sono solo pochi sprazzi di GIALLO=RICCO=RESTO IN U.E. Ma, beh, riguarda pochi cittadini, nel complesso. Stessa cosa vale per Stati Uniti e Francia.
Che ora tutta la questione della Brexit dovrà essere negoziata dai Tories è una cinica ironia che il paese deve al suo innato rispetto delle tradizioni. E’ la naturale conseguenza del non essere abbastanza flessibili. Come farà il Regno Unito a risolvere tutti i suoi problemi finora accantonati, nessuno lo sa. La Scozia lascerà questo Regno non più tanto Unito? Gli elettori si sveglieranno in tempo per non permettere ai Tories di peggiorare ulteriormente il divario Ricchi-Poveri?
C’è una mappa ancora più dettagliata della Francia che mostra anche meglio la misura in cui “il paese di Le Pen” sia estremamente simile agli Stati Uniti nel loro divario coste-hinterland. Ci sarebbe quasi da scrivere un poema, un poema sul modo in cui un paese arrivi a disgregarsi e a perdere il controllo delle periferie. Mi fa quasi pensare ad un’invasione di locuste…
Sembra che ogni essere umano Francese e Europeo, compresi i loro animali domestici, stiano dicendo a gran voce agli elettori francesi di NON votare per Le Pen, allo stesso modo che negli Stati Uniti prima delle elezioni presidenziali e nel Regno Unito: stessi cori unanimi di “Non Votate per Trump” e “No alla Brexit”. E chissà, magari qui funzionerà. La frenesia anti-Le Pen in Francia è fortissima, e si può sempre utilizzare come avvertimento la memoria del folle padre di Marine.
Ma, come mostrano queste mappe, non si tratta di Le Pen, o di Trump, o di Nigel Farage. Si tratta di persone, finora trascurate ma sempre più numerose, suscettibili a voci ben diverse da quelle che finora hanno ascoltato. E niente viene fatto per andare in contro alle richieste di queste persone, anzi: le cose per loro continuano a peggiorare.
Ho visto oggi un titolo che diceva che il presidente della BCE, Mario Draghi, “Gli incentivi possono battere il populismo nel ridurre la disoccupazione”. C’è sola una risposta a questa affermazione: che succede quando lui ferma gli incentivi?
La crescente divisione che testimoniano tutte queste mappe è destinata a crescere, a meno che qualcuno non decida che il neoliberismo si sia spinto troppo oltre. Ma le uniche persone che potrebbero prendere una tale decisione dovrebbero essere quelle che hanno reso ricco e potente lo stesso neoliberismo. Quindi, non contiamoci molto.
Contiamo invece più su Trump, Le Pen e Sanders. E stiamo certi che gli Obama e i Macron continueranno a distribuire ricchezza ai ricchi pur di mantenere il loro potere; e per farlo continueranno anche a limitare ulteriormente la democrazia. Contiamo anche su questo.
Ma non contiamo più molto sul fatto che tutti queste nazioni resteranno sovrane: i divari si stanno allargando troppo e troppo velocemente.
Fonte: www.theautomaticearth.com
Link: https://www.theautomaticearth.com/2017/04/the-great-divides/
26.04.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63