Di Luca Lanzalaco per ComeDonChisciotte.org
Forse, è vero: sinistra e destra non esistono più. Questa tesi sembra essere confermata dalla recente notizia che la scorsa settimana a Bergamo il PD – acronimo di Partito Democratico, chiaro esempio di appropriazione indebita di aggettivo – ha votato a favore di una proposta della Lega affinché vengano inviati più soldati in città per “affiancare le forze dell’ordine, prevenire i reati e contrastare la microcriminalità” (Riva 2023). Vediamo cosa è accaduto.
Il 25 agosto 2023 nel centro di Bergamo, zona stazione, si svolge una rissa durata circa un paio di ore tra “giovani (tra cui molte ragazzine) compresi per lo più fra i 14 e i 18 anni, bergamaschi e italiani di origini marocchine, tunisine, senegalesi ed egiziane” (primaBergamo 2023a). Scena simile la sera di venerdì 8 settembre 2023. Anche qui, rissa tra alcune decine di giovani presso il luna park di Celadina, quartiere alla periferia est di Bergamo (primaBergamo 2023b). Qualche settimana prima un bagnino di una piscina viene aggredito da alcuni minorenni che erano stati invitati a comportarsi più educatamente (primaBergamo 2023c). Seguono ovviamente le denunce di rito ma, soprattutto, un intervento del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori Polizia) – siamo ai primi giorni di ottobre – che propone di impiegare, per gestire il problema, dei reparti specializzati (primaBergamo 2023d, corsivo nostro).
Si noti: reparti specializzati per contrastare qualche decina di ragazzini e ragazzine per lo più minorenni. Non agguerriti terroristi, non violenti black bloc, non anarchici facinorosi, non hooligans ubriachi ed inferociti, ma poco più che bambini. Polizia e carabinieri, che hanno saputo essere così risoluti e “dissuasivi” con i no global a Genova nel 2001, con i portuali no green pass di Trieste e, più recentemente, con i giovanissimi studenti di Torino, oggi sono tremebondi e intimoriti di fronte a bande di minorenni scatenati per le vie di Bergamo? C’è qualcosa che non torna.
O, meglio, qualcosa torna perfettamente se vediamo quanto è successo nel Consiglio comunale di Bergamo, città in cui la giunta è di centro-sinistra. La Lega, infatti, dai banchi dell’opposizione, «ha esortato l’invio delle forze armate in supporto agli agenti di polizia. La proposta, avanzata dai consiglieri comunali con in testa Stefano Rovetta, mira a collaborare con il Governo nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”» (Bergamotomorrow 2023). E, qui avviene l’impensabile: il PD vota a favore della proposta della Lega, suscitando stupore e malcelata ironia nei leghisti stessi che esprimono la loro soddisfazione per il fatto che “finalmente si sia arrivati a condividere la necessità di avere l’esercito a fianco delle altre forze dell’ordine. Mi auguro – dice l’esponente leghista Alberto Ribolla – che non sia una boutade per l’inizio della campagna elettorale” (Seminati 2023).
L’episodio in sé potrebbe rientrare nella “bassa cucina” della vita politica ordinaria. Infatti, mentre il PD vota a favore dell’ordine del giorno leghista che richiede un maggior impegno dell’esercito sul territorio, la Lega ricambia il favore e vota a favore dell’ordine del PD che richiede un potenziamento dell’organico di polizia e carabinieri (Seminati 2023). Insomma, uno scambio di favori tra forze politiche in nome della sicurezza dei cittadini. Nulla di più.
In effetti, quanto accaduto a Bergamo è molto più di uno scambio di favori, di un semplice bon ton politico-istituzionale tra maggioranza e opposizione, ma è l’ennesimo sintomo della crescente militarizzazione della vita politica e della affermazione del paradigma securitario che legittima questa tendenza.
Quanto segue, si articola in tre punti. In primo luogo, metteremo in evidenza come gli episodi di Bergamo siano stati un semplice pretesto per rafforzare la presenza dell’esercito sul territorio. Successivamente, analizzeremo l’operazione “Strade sicure” all’interno della quale si colloca la vicenda bergamasca. E, per terminare, faremo alcune considerazioni più generali sulla presenza dei militari nello scenario italiano, avanzando qualche dubbio e qualche preoccupazione.
Bergamo, ultima trincea?
Partiamo da alcune considerazioni che fa Gigi Riva (2023) in un articolo estremamente lucido e arguto di cui consigliamo vivamente la lettura. Da un punto di vista empirico, Bergamo non è una emergenza nazionale. Nelle statistiche sulla criminalità nelle città italiane pubblicate da Il Sole 24 Ore (2023), Bergamo figura nelle posizioni mediane. Quindi, prosegue l’ottimo Gigi Riva (2023), “seguendo il principio di Bergamo, l’Italia intera dovrebbe essere militarizzata. Ipotesi che piace senza dubbio agli impresari della paura – o, aggiungo io, al Ministro della Paura magistralmente interpretato da Antonio Albanese (2008), andatelo a rivedere è istruttivo! – come la Lega che su questo sentimento esulta per il risultato strappato”.
Quindi, i dati oggettivi non giustificano l’intervento dell’esercito che, come ricorda sempre Riva (2023), è stato utilizzato in situazioni molto, ma molto più gravi: il brigantaggio, il banditismo, il terrorismo. Cioè, ogniqualvolta è stato messo in discussione il principio fondante lo stato moderno e contemporaneo, vale a dire il monopolio legittimo della violenza. E’ questa la minaccia rappresentata dall’intemperanza di qualche decina, diciamo pure di un centinaio di ragazzini e ragazzine per le strade di Bergamo? No, evidentemente no. Anche perché, ci ricorda sempre Riva, laddove recentemente la legalità è stata veramente messa in discussione, come a Caivano, non è stato mandato l’esercito, ma la polizia. Bergamo militarizzata, quindi, non è una risposta a chi vuole colpire il cuore dello stato, come si diceva un tempo, ma è parte di una politica pubblica che si chiama operazione “Strade sicure” e che va nella direzione esattamente opposta. Non difende le prerogative dello stato, ma comprime le libertà dei cittadini e della società civile.
Strade sicure. Sicuri?
L’operazione “Strade sicure” viene lanciata nel 2008 dal governo di centrodestra Berlusconi IV, ministro dell’Interno il leghista Roberto Maroni. L’idea su cui si basa è di utilizzare l’esercito per contrastare la microcriminalità. Un dubbio: ma se per la lotta alla microcriminalità si utilizza l’esercito, contro la macrocriminalità, pensiamo alla mafia o alla camorra, cosa si usa, la bomba atomica? I mezzi sono evidentemente sproporzionati rispetto agli obiettivi. Ammesso, e non concesso, che l’obiettivo sia veramente la lotta alla microcriminalità, e non invece altro. E qui iniziano a sorgere i sospetti. Ma proseguiamo con ordine.
L’operazione “Strade Sicure” ha impegnato dal 2008 ad oggi un contingente di unità che è oscillato di anno in anno dalle 3.000 alle 7.000 unità. Ma si tratta di una valutazione per difetto. Infatti, nel 2019 il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Salvatore Farina ha dichiarato che, in effetti, le unità complessive coinvolte, tenendo conto di turni ed avvicendamenti, sono state 22.000 su 45.000 unità complessive (Report Difesa 2019). Si tratta di un dato che va contestualizzato, infatti, prosegue il Capo di Stato Maggiore Farina “considerando che il personale impegnato all’estero richiede, a sua volta, un bacino costituito da almeno 10.000 unità; che gli impegni assunti in ambito internazionale e per fronteggiare imprevedibili situazioni emergenziali richiedono circa 10.000 soldati in stand-by, il numerico di forze effettive dell’Esercito mediamente impegnate si avvicina alla quasi totalità della componente operativa” (Perseo News 2019, corsivi nostri). Ciò significa che quasi tutte le unità dell’esercito italiano disponibili e presenti sul territorio nazionale sono impegnate in funzioni di ordine pubblico in assenza di una minaccia reale. Incredibile, ma sicuramente vero, data la fonte che lo afferma.
Quindi, l’operazione “Strade Sicure” è consistita di fatto in una massiccia mobilitazione militare di occupazione degli spazi urbani e di socialità delle principali città italiane, una vera e propria esibizione eclatante e “muscolare” della presenza dello Stato. Con risultati, a dire il vero, assai scarsi: i borseggi nelle metropolitane sono proseguiti, le gang dei giovani immigrati controllano indisturbate intere zone delle periferie e l’insicurezza fa parte dell’esperienza quotidiana di chi frequenta luoghi pubblici. Si confrontino, per esempio, le inquietanti immagini dei militari che nel 2008 presidiano le stazioni della metropolitana milanese (Youtube 2008) con la notizia, fornita dalla già citata indagine de Il Sole 24 Ore (2023), che oggi Milano è la città più pericolosa d’Italia Insomma, le strade saranno anche sicure, i cittadini meno.
Ma, allora, si domanda qualcuno (Gravino 2023), è proprio necessario aumentare la presenza dell’esercito nelle strade? Mentre qualcun altro ci informa che “l’Italia è l’unica democrazia al mondo a usare l’Esercito contro i piccoli delinquenti” (Di Feo 2023, corsivo nostro). Domandiamoci, quindi, a che serve un maggior impiego dei militari fuori dalle caserme e, soprattutto, in assenza di una minaccia realmente violenta e pericolosa allo Stato? Agli scippi si oppongono i blindati? I minorenni maleducati e talvolta violenti vanno fronteggiati da uomini in tuta mimetica che imbracciano il fucile? Se l’obiettivo fosse davvero reprimere la microcriminalità, non basterebbe una maggiore dotazione di forze dell’ordine, di poliziotti e di carabinieri? Non sarebbe possibile incentivare forme di autodifesa dei cittadini come i gruppi di sicurezza di vicinato che si sono dimostrati essere efficaci? Non basterebbe bonificare e riqualificare le zone in cui maggiore è il degrado?
Si tratta, evidentemente, di domande retoriche, perché la realtà è un’altra e il contrasto alla microcriminalità è un semplice pretesto, una motivazione fittizia, una cortina fumogena dietro alla quale si cela un’altra finalità ben più inquietante.
Militarizzazione e paradigma securitario
Esibire i militari per le strade e nei luoghi pubblici è un segnale che ha un duplice significato. Da un lato, è un segnale di allarme, di minaccia incombente, di emergenza. Solo situazioni di questo tipo legittimano la capillare presenza di uomini armati e in tuta mimetica in giro per le città. Dall’altro lato, l’uomo in divisa, armato, testa alta e petto in fuori è un segnale che trasmette, o dovrebbe trasmettere al cittadino ingenuo, sicurezza. I due messaggi – allarme e sicurezza – si integrano e si condensano nella figura del soldato.
Figura che è diventata una presenza costante nella vita politica e sociale italiana alla quale ormai ci siamo assuefatti. Il 1 marzo 2021 il Ganerale di Corpo d’Armata Roberto Paolo Figliuolo viene nominato dal governo Draghi Commissario straordinario per l’emergenza Covid e la campagna vaccinale. La scelta viene giustificata con la motivazione che il Generale è grande esperto di logistica. Ma non erano forse presenti nella società civile figure professionali in grado di coordinare gli interventi? Sicuramente c’erano ingegneri, manager, economisti. Ma mettere un militare ai vertici della struttura trasmetteva due messaggi ben chiari. Primo, siamo di fronte a una emergenza, a una minaccia letale e, come noto, “a mali estremi, estremi rimedi”. Secondo, più importante, siamo in guerra (la metafora bellica è stata utilizzata spessissimo in quei mesi), vaccinarsi è un ordine, chi non lo fa è un disertore passibile di stigma, punizione e isolamento (che è diverso da distanziamento) sociale. Insomma, non è una campagna vaccinale, è una precettazione.
E sempre il Generale Roberto Paolo Figliuolo, il 27 giugno 2023 viene di nuovo nominato Commissario straordinario del governo, questa volta ricostruzione per il post-alluvione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Si noti il termine: ricostruzione. Giustificare la nomina del Generale diventa più difficile in quanto per ricostruire un territorio bisogna conoscerlo, e molto bene, da un punto di vista economico, sociale e idrogeologico. E qui il Generale non pare avere le competenze necessarie dato che non risulta essere profondo conoscitore delle genti, delle terre e delle imprese dell’Italia centrale. Ma ciò non conta nulla.
La cosa importante è che passi un messaggio: quando c’è un problema, lo risolvono i militari. L’assuefazione alla divisa, all’ordine, alla gerarchia, alla disciplina passa dalla normalizzazione dello stato di emergenza. In altri termini, seduto di fianco al Ministro della Paura deve esserci sempre un Generale dell’Emergenza.
Questo processo di assuefazione giunge al culmine nell’agosto 2023 quando il Generale Roberto Vannacci pubblica un libro intitolato Il mondo al contrario, che diventa il caso editoriale dell’anno. Prescindiamo dai contenuti del libro e focalizziamo l’attenzione sulla presenza del paracadutista della Folgore nella vita politica e sociale italiana. Il 18 agosto 2023 è stato immediatamente rimosso dal suo incarico dal Ministro Crosetto. Il 29 agosto 2023 la Lega gli ha proposto una candidatura alle elezioni europee del prossimo anno. Nelle settimane successive il “caso Generale Vannacci” è stato al centro del dibattito politico. Contemporaneamente, il Generale, oltre ad essere impegnato in una faticosa campagna di promozione del suo libro e della sua visione del mondo – quello secondo lui giusto, non quello al contrario in cui viviamo – ha acquisito una sorprendente esposizione mediatica.
Ora, che un Generale appaia in televisione o rilasci interviste ai quotidiani per spiegare questioni di ordine strategico, come è accaduto da quando è iniziata la guerra in Ucraina è cosa normale e può anche essere interessante. Ma il Generale Vannacci non ha fatto questo, ha fatto cosa ben diversa: ha pontificato sull’universo mondo, ovvero su questioni come la sessualità, gli immigrati, la raccolta differenziata dei rifiuti e Dio. Quest’ultimo riferimento non è assolutamente irriguardoso nei confronti dei credenti, ma registra solo uno dei temi che il Generale ha trattato rapidamente nel corso di una imbarazzante e memorabile intervista al canale Cento giorni da leoni (2023). Insomma, l’assuefazione alla militarizzazione è veramente trasversale e passa non solo dall’aula del Consiglio Comunale di Bergamo, ma anche dalla controinformazione.
Due studiosi delle transizioni democratiche, cioè i politologi Juan J. Linz e Alfred Stepan, hanno affermato che siamo certi che un regime autoritario è terminato solo quando i militari “tornano nelle caserme”. In Italia, con l’operazione ”Strade Sicure” li hanno fatti uscire ed è lì che è iniziato il processo di assuefazione alla militarizzazione culminato con i Generali, e speriamo che lì si fermi. Forse, questa è veramente un’emergenza. Democratica.
Forse, questa è veramente un’emergenza. Democratica.
Di Luca Lanzalaco per ComeDonChisciotte.org
10.10.2023
Luca Lanzalaco è professore ordinario di Scienza politica presso l’Università di Macerata. Ha recentemente pubblicato, con Giampiero Cama e Sara Rocchi, Le banche centrali prima e dopo la crisi. Politica e politiche monetarie non convenzionali (ATì editore, 2019) e Fragile Boundaries. The Power of Global Finance and the Weakness of Political Institutions (Rivista Italiana di Politiche pubbliche, 2/2015, il Mulino). E’ autore del libro L’Euro e la Democrazia – dalla Crisi Greca al nuovo Mes (Youcanprint, Bari, 2022).
NOTE:
– Riva, G. (2023), “Mandiamo i soldati in strada a Bergamo”. Il Pd vota con la Lega, “Domani”, 5 ottobre 2023, p. 5.
– primaBergamo (2023a), Domenica bestiale in centro: oltre cento adolescenti coinvolti in una maxi rissa, 26 agosto 2023, https://primabergamo.it/cronaca/domenica-bestiale-in-centro-oltre-cento-adolescenti-coinvolti-in-una-maxi-rissa/
– primaBergamo (2023b), Altra rissa fra gruppi di ragazzini al luna park della Celadina, 9 settembre 2023, https://primabergamo.it/cronaca/altra-rissa-fra-gruppi-di-ragazzini-al-luna-park-della-celadina/
– primaBergamo (2023c), Il bagnino dell’Italcementi li richiama, loro (giovanissimi) gli mettono le mani al collo, 3 ottobre 2023, https://primabergamo.it/cronaca/intima-a-dei-giovani-di-smetterla-con-le-azioni-scorrette-bagnino-allitalcementi-viene-aggredito/
– primaBergamo (2023d), Maxi rissa in centro: sette minori denunciati e tre feriti. Il sindacato di Polizia chiede reparti specializzati, 3 ottobre 2023, https://primabergamo.it/cronaca/maxi-rissa-a-bergamo-sette-i-denunciati-si-esaminano-le-telecamere-sindacato-di-polizia-chiede-reparti-specializzati/
– Bergamotomorrow (2023), Richiesta di intervento dell’esercito a Bergamo per contrastare la violenza giovanile, 18 settembre 2023, https://www.bergamotomorrow.it/2023/09/18/richiesta-di-intervento-dellesercito-a-bergamo-per-contrastare-la-violenza-giovanile/
– Seminati, S. (2023), La Lega: più esercito in città. E il centrosinistra approva, “Corriere della sera – Bergamo”, 3 ottobre 2023, https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/23_ottobre_03/la-lega-piu-esercito-in-citta-e-il-centrosinistra-approva-50c3449d-44dd-4c09-89b6-113891750xlk.shtml
– Il Sole 24 Ore (2023), Indice della criminalità, https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/indexT.php
– Antonio Albanese (2008), Il Ministro della Paura, https://www.youtube.com/watch?v=kx8xiRllre0
– Report Difesa (2019), Esercito, Operazione “Strade Sicure”, il Generale Farina presso la IV Commissione della Difesa per parlare del personale militare impiegato nell’operazione nazionale, “Report Difesa. Geopolitica e Sicurezza”, 25 giugno 2019, https://www.reportdifesa.it/esercito-operazione-strade-sicure-generale-farina-presso-la-iv-commissione-della-difesa-parlare-del-personale-militare-impiegato-nelloperazione-nazionale/
– Perseo News (2019), Operazione “Strade Sicure”, indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare, “Perseo News”, 25 giugno 2019, https://www.perseonews.it/2019/06/25/operazione-strade-sicure-indagine-conoscitiva-sulle-condizioni-del-personale-militare/
– Youtube (2008), “Strade Sicure”: benessere dei militari per la sicurezza per cittadini, https://www.youtube.com/watch?v=EQ2-r_ZIewY.
– Gravino, M. (2023), Più militari in piazza: ce n’è davvero bisogno?, “la Repubblica – il Venerdì”, 29 settembre 2023, https://www.repubblica.it/venerdi/2023/09/29/news/militari_piazza_strade_sicure_viaggi_da_fermo_gravino-416219172/
– Di Feo, G. (2023), Il dietrofront della destra: ora più soldati nelle strade, “la Repubblica”, 28 settembre 2023, https://www.repubblica.it/politica/2023/09/28/news/militari_strade_stazioni_governo_meloni_piantedosi-416089130/.
– Cento giorni da leoni (2023), In un MONDO al CONTRARIO. Con il gen. Roberto Vannacci, https://www.youtube.com/watch?v=ezK-KXK3Xnw&t