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Il disastro afgano e la glasnost’ americana

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A cura di Markus
Il 31 Agosto 2021
11431 Views

Dmitry Orlov
cluborlov.com

I recenti avvenimenti mi costringono ad interrompere la regolare programmazione per farvi un resoconto sugli sviluppi in Afghanistan e su ciò che significheranno per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti e la NATO hanno finalmente abbandonato l’Afghanistan dopo 20 anni di occupazione. A questo punto, mantengono ancora una base operativa all’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul, dal quale stanno tentando di rimpatriare i propri cittadini, insieme al personale afgano compromesso con l’occupazione. Questi collaboratori ora temono di essere uccisi dai Talebani, che hanno rapidamente preso il controllo di quasi tutto il Paese in quella che è stata probabilmente l’operazione di cambio di regime più incruenta che quella parte del mondo abbia mai sperimentato.

L’occupazione statunitense dell’Afghanistan era stata razionalizzata sulla base di un intera montagna di bugie. Alle sue fondamenta c’era la menzogna del 9/11. Sopra di essa torreggiava la menzogna di voler combattere il terrorismo (mentre addestravano ed equipaggiavano i terroristi). Ad un certo punto, a questa già increbile accozzaglia di bugie era stata aggiunta la menzogna di voler aiutare l’Afghanistan a svilupparsi in una vibrante e moderna democrazia, con l’uguaglianza di genere e tutti gli altri fronzoli (mentre l’unico sviluppo reale era quello del commercio di eroina). E, naturalmente, sopra a tutto questo un livello assolutamente sconcertante di corruzione e latrocinio.

Se si crede alla narrativa ufficiale, Osama bin Laden era una sorta di Gesù dei giorni nostri che aveva ripetuto il miracolo dei pani e dei pesci, ma con i grattacieli, abbattendone tre (WTC 1, 2 e 7) usando solo due aerei. Un altro dei suoi miracoli era stato quello di far compiere ad un aereo passeggeri, pilotato da un dilettante, delle acrobazie talmente sbalorditive che nessun aereo passeggeri aveva mai fatto prima (o avrebbe fatto dopo), per poi ascendere al cielo attraverso un [un foro nel] muro del Pentagono, con motori, sedili, bagagli, corpi e tutto il resto, lasciandosi dietro una piccola apertura carbonizzata e un pezzo di un missile da crociera che, apparentemente, era stato nascosto a bordo e che era stato successivamente portato via, avvolto in un telo, in spalla ad alcuni signori in abiti civili dall’aria molto nervosa e corrucciata. Un altro aereo pieno di passeggeri aveva lasciato una piccola fossa fumante nel terreno con registrazioni di conversazioni telefoniche che sembravano lette da un copione, avvenute mentre il presunto aereo era in una zona senza copertura cellulare. Bin Laden avrebbe orchestrato tutto questo caos via telefono satellitare o telepaticamente, senza mai lasciare il comfort della sua caverna in Afghanistan. Vi esorto a credere a questo racconto perché credere all’alternativa potrebbe farvi perdere la ragione. A molte persone è già successo.

E, se si volesse essere testardi e rifiutarsi di credere alla narrativa ufficiale, allora diventa abbastanza plausibile pensare che il 9/11 sia stato una enorme bufala americana, che i tre grattacieli erano stati minati da alcuni Americani, che il Pentagono era stato colpito da un missile da crociera americano lanciato da altri Americani e che Osama bin Laden era un agente della CIA che si faceva riprendere in video sgranati e cassette dall’audio gracchiante per ispirare i terroristi preferiti dell’America (marchiati Al Qaeda, poi ribattezzati ISIS/ISIL/Daesh/Califfato Islamico). Osama non vedeva l’ora di godersi una comoda pensione da qualche parte nell’amichevole Pakistan, una pensione che era stata interrotta dall’attacco di un gruppo di Navy Seals qualche tempo dopo la sua morte per insufficienza renale.

Perché gli Americani avrebbero dovuto fare questo a loro stessi? Perché, per dominare il mondo, naturalmente! Avevano comprato la teoria del “cuore del mondo” di Douglas Mackinder, secondo la quale la potenza mondiale che controlla il cuore dell’Eurasia controllerà il mondo. Se pensate che controllare un mucchio di rocce abitate da indigeni irascibili e bellicosi con il cervello ancora bloccato nel Medioevo non sia la ricetta giusta per governare il mondo intero, allora siete sicuramente più intelligenti di una rapa, ma non abbastanza per essere uno dei brillanti strateghi geopolitici dell’America.

Gli sviluppi del 9/11 avevano fornito la giustificazione logica per l’occupazione militare USA/NATO dell’Afghanistan durata 20 anni, che è costata più di 2.000 miliardi di dollari e che ha causato circa mezzo milione di morti ingiustificate. Non si è trattato certo di un affare: mettere una taglia su qualcuno non costa neanche lontanamente 4 milioni di dollari a cadavere, soprattutto non in Afghanistan, che è poverissimo e pieno di armi. Un’ipotesi prudente è che molto di questo denaro sia stato semplicemente rubato. In effetti, la notizia che l’ex presidente afgano Ashraf Ghani era fuggito dal Paese in un elicottero talmente stracarico di soldi che una parte aveva dovuto essere abbandonata sull’asfalto, è una chiara indicazione di come venivano assegnati i fondi durante l’occupazione statunitense.

Si sa ufficialmente che poco più della metà del denaro era andato a rimpinguare le casse di alcuni appaltatori della difesa: Lockheed Martin, Raytheon, General Dynamics, Boeing e Northrop Grumman. I loro prodotti erano stati utilizzati con la massima liberalità in tutto l’Afghanistan, provocando una quantità favolosa di danni collaterali. Una parte era servita anche ad armare l’esercito afgano, che si è arreso ai Talebani senza combattere, armi e tutto il resto, tranne 22 jet e 24 elicotteri militari fuggiti in Uzbekistan, insieme a 585 soldati. Questo hardware, compresi i migliori elicotteri Black Hawk con tutti i recenti gadget installati, sarà ora preso in consegna dagli esperti russi che, probabilmente, si faranno anche quattro risate. (Quando gli USA indicono un bando per l’acquisto di prodotti bellici, non lo fanno per avere armi efficaci, ma per generare profitti per Lockheed Martin, Raytheon, General Dynamics, Boeing e Northrop Grumman).

Ma, vi chiederete, e i frutti del controllare il cuore dell’Eurasia? E il dominio del mondo intero una volta insediati lì? Una volta lì, gli Americani avevano scoperto che l’Afghanistan non offriva molto, se non indigeni irritabili e campi di papaveri. E, mentre i primi non erano affatto utili per assicurarsi il dominio del mondo, i secondi, convertiti in eroina, potevano essere usati strategicamente per indebolire l’intera Eurasia e trasformare la sua popolazione in un branco di drogati. A questo scopo, l’Afghanistan era stato ristrutturato in fabbrica di eroina del mondo, arrivando a produrra l’85% della fornitura globale stimata di eroina e di morfina, un quasi monopolio. Prima dell’invasione USA/NATO dell’Afghanistan, la coltivazione del papavero era stata vietata dai Talebani, quindi questo era stato interamente un risultato dell’Occidente.

Il piano era quello di diffondere l’eroina afgana in tutta l’Eurasia circostante con carovane di cammelli che attraversavano enormi deserti inabitabili e, in parte, era andata proprio così, anche si era subito scoperto che si potevano fare più soldi trasportando la droga per via aerea nei cargo militari statunitensi con destinazione Camp Bondsteel, in Kosovo, diventato successivamente il principale nodo di trasbordo dell’eroina. E così molta eroina è finita negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, al punto che ora ci sono più di 10 milioni di tossicodipendenti da oppiacei negli Stati Uniti e le morti per overdose da oppiacei nei soli Stati Uniti ammontano a mezzo milione all’anno e crescono rapidamente, con i decessi per droga come prima causa di morte tra i non anziani. Ma sembra che questi dati riguardino solo i tossicodipendenti da oppiacei, mentre l’abuso di oppiacei è molto più diffuso e, a giudicare dalla rapida caduta dell’aspettativa di vita complessiva, anche piuttosto grave.

Una buona domanda da fare è: cosa succederà agli eroinomani dopo che i Talebani avranno di nuovo dato un giro di vite alla coltivazione del papavero? Sarà facile per loro farlo ora che non ci sono truppe USA/NATO a guardia dei campi di papaveri. Compenseranno la mancanza di entrate vendendo al mercato nero le armi americane prese come trofeo. La probabile risposta è che i drogati passeranno (e stanno già passando) all’oppiaceo sintetico fentanyl, che i Cinesi sono felici di fornire in quantità industriali. A chi, ipoteticamente, suggerisse che i Cinesi dovrebbero smettere di farlo si potrebbero cortesemente ricordare le guerre dell’oppio e il vecchio adaglio che chi la fa l’aspetti. C’era stato un momento in cui un quarto della popolazione cinese era dipendente dall’oppio; vediamo se gli Americani potranno battere questo record.

A dire il vero, l’eroina afgana non è l’unica responsabile dell’epidemia di abuso di oppiacei negli Stati Uniti. La famiglia Sackler si è data molto da fare per costruire un vero e proprio nastro trasportatore, che prima aggancia le persone agli antidolorifici su prescrizione e poi le abbandona alle droghe di strada una volta terminate le prescrizioni. L’eroina afgana può essere considerata un importante boomerang della politica statunitense, insieme a molti altri.

Un’altra bella domanda da porsi è: da dove viene la voglia di dominare il mondo prendendo il controllo del cuore dell’Eurasia e inondandolo di eroina (e di rifugiati afgani)? C’è certamente la necessità di mantenere in forma il complesso militare-industriale e di incanalare denaro nelle casse elettorali del Congresso, e poi c’è la generica e megalomane ambizione dei vari Washingtoniani di entrambi i partiti, ma questo non è certo tutto. Il bisogno generale di distruggere, degradare e, in generale, creare scompiglio è un elemento chiave del modus operandi dell’America, che è quello di continuare a vivere al di sopra dei propri mezzi, semplicemente stampando denaro.

L’unico modo per gli Stati Uniti di far funzionare questo modello economico è di presentarsi come un’isola di stabilità in un mondo caotico e come un porto sicuro finanziario, dove i ladri e gli oligarchi del mondo possano riciclare in sicurezza i loro guadagni illeciti. Una volta che questo piano sarà fallito, gli Stati Uniti diventeranno un Paese del Terzo Mondo e daranno vita ad una continua rievocazione della guerra civile, ma con munizioni vere. Da qui tutto l’attuale Sturm und Drang sul frettoloso ritiro USA/NATO dall’Afghanistan.

Perché, a chi importa dell’Afghanistan? Certo, c’è l’eroina, ma il fentanyl è ancora più potente e non c’è il problema della coltivazione dei papaveri, della raccolta e della lavorazione dell’estratto di papavero. E scusatemi se non credo che i militari statunitensi morti o i cittadini statunitensi lasciati indietro si qualifichino come una sorta di tragedia nazionale, è ciò che normalmente accade in una ritirata affrettata. E quando mai gli Americani non hanno abbandonato i loro alleati locali? I Curdi della Siria settentrionale, che gli Americani in ritirata hanno abbandonato ai sempre così amichevoli Turchi, sono l’ultimo esempio che mi viene in mente, ma quanti Americani si ricordano di quel lontano passato? È semplicemente quello che fanno gli Americani, da sempre.

Questa precipitosa ritirata segna, da qualche parte nel profondo del subconscio (perché la realizzazione è troppo dolorosa), la fine dell’economia del “qualcosa per niente,” da cui gli Stati Uniti si sono trovati sempre più dipendenti da quando Nixon aveva sganciato il dollaro USA dal gold standard, 50 anni fa. Questa malattia può essere stata lenta a svilupparsi, ma è cronica, incurabile e invariabilmente fatale. Il bilancio federale statunitense del 2021 è di 6,8 trilioni di dollari e il deficit di bilancio è di 3 trilioni di dollari, il che significa che, per ogni dollaro speso, vengono stampati 44 centesimi. Questo è un dosaggio di morfina finanziaria da terapie palliative per malati terminali

A questo punto, nessun dosaggio di morfina finanziaria permetterà al paziente americano di alzarsi dal letto, strapparsi la flebo dal braccio e andare a creare ancora più scompiglio nel mondo, seminando paura e caos. La paura e il caos ora sono proprio all’interno degli stessi Stati Uniti. I 753,5 miliardi di dollari che gli Stati Uniti spenderanno per la difesa nel 2021 sono più di quanto spendono complessivamente i nove Paesi che seguono in classifica, ma non sono abbastanza per causare un caos che spaventi il mondo intero e lo induca a continuare ad usare il dollaro USA nel commercio internazionale o ad investire in beni denominati in dollari; tutto ciò che rimane è l’inerzia finanziaria e un po’ di eccitazione intorno all’enorme bolla che la Federal Reserve statunitense sta disperatamente gonfiando.

L’angoscia mentale prodotta da questa situazione si traduce nelle terribili immagini mediatiche dall’aeroporto di Kabul. Si ignora il fatto che il resto dell’Afghanistan è diventato improvvisamente abbastanza tranquillo, con ragazzi talebani dagli occhi brillanti e dalla barba folta, armati delle ultime e più sofisticate armi statunitensi, che pattugliano i mercati e gli angoli delle strade. L’ISIS-K, i terroristi domestici dell’America in Afghanistan, discendenti da Bin Laden/Al Qaeda, sono diventati silenziosi. Organizzavano regolarmente esplosioni a Kabul, uccidendo abitualmente centinaia di persone, ma ora l’unico posto dove fanno ancora saltare in aria la gente è l’aeroporto, che è anche l’unica area attualmente sotto il controllo americano.

Gli Americani sono stati abbastanza gentili da condividere il loro ingegnoso piano di battaglia con gli alleati della NATO, ed è per questo che Lord Pederast d’Inghilterra e Madame Petite-Pute di Francia (non posso perdere tempo a cercare i loro nomi reali) hanno reso pubblica la notizia di questo attacco terroristico molto prima che si verificasse. Sono morti tredici militari statunitensi; molti civili sono morti perché i militari statunitensi sopravvissuti hanno aperto il fuoco sulle vittime. Nessuno è andato sotto corte marziale e nessuno si è dimesso; questo è business as usual. Perché proprio i ragazzi dell’ISIS-K siano stati incaricati di questa missione è ovvio. Gli Americani hanno bisogno di una ragione per interrompere l’evacuazione dei loro cittadini e dei loro servitori locali afgani, come richiesto dai Talebani, ed ora hanno la scusa: la sicurezza dei loro militari è fondamentale.

Il ritiro americano dall’Afghanistan era inevitabile, ma ciò che ha stupito e inorridito il mondo intero è stata la stupidità, semplicemente inimmaginabile, dell’operazione ad ogni livello. Rispetto al ritiro sovietico, è una profonda umiliazione nazionale. I Sovietici si erano ritirati in ordine di battaglia, con le bandiere sventolanti e si erano lasciati dietro un governo funzionale che era rimasto al potere per altri tre anni, resistendo con successo agli sforzi occidentali per rovesciarlo, e che era caduto solo quando era cessato il sostegno sovietico perché l’URSS era crollata, essenzialmente a causa del tradimento di Gorbaciov. Ma gli Afgani ricordano e amano ancora i Russi, li chiamano ancora “Shuravi” (Sovietici) e sono grati alla Russia per tutto quello che ha costruito nel Paese. L’ambasciata russa a Kabul è al completo, funziona normalmente e tiene aperti i canali di comunicazione con i Talebani. Al contrario, in tutta la loro occupazione ventennale, gli Americani non hanno costruito nulla, hanno distrutto molto e sono ormai quasi universalmente odiati e disprezzati.

Credo che l’estrema e apparente incompetenza degli Americani in Afghanistan sia il risultato dell’effetto corrosivo delle bugie. Una base di bugie è inevitabilmente traballante e se ne può impedire il crollo solo in circostanze attentamente controllate. Per esempio, un certo losco oligarca può promuovere un certo vaccino come efficace contro un certo virus mentre la sua vera intenzione è di bloccare la crescita della popolazione mondiale rendendo le donne sterili. Questo funziona perché le strutture aziendali possono essere organizzate intorno ad una strategia gestionale nota come “teoria dei funghi” (tenere la gente all’oscuro e nutrirla di merda). Ma non funziona con impero militare tentacolare, dove la verità inevitabilmente trapela, le contraddizioni aumentano, il morale crolla. Una bugia ne provoca sempre un’altra e allora gli errori, gli sforzi per rimediare agli errori e gli sforzi per nascondere gli errori diventano tutti ampiamente intercambiabili. Ad un certo punto, in Siria, i terroristi della CIA stavano combattendo i terroristi del Pentagono. Questo era davvero imbarazzante e difficile da nascondere. Per fortuna i Russi avevano risolto il problema bombardandoli tutti indistintamente.

L’occupazione dell’Afghanistan era iniziata con le orribili bugie del 9/11, era continuata con le scuse ridicole inventate per l’invasione e poi è andata avanti per 20 lunghi anni, uno uguale all’altro, con le bugie dell’anno nuovo che si accumulavano su quelle degli anni precedenti. L’America aveva dovuto rimanere a causa del terrorismo, causato dai terroristi che prima aveva organizzato per combattere i Sovietici e che poi aveva tenuto come animali domestici. E ora in America dire la verità è come gridare al fuoco in un teatro affollato. Il povero, vecchio Joe Biden, con il cervello che ticchetta sempre più forte, che lotta per formare una frase coerente, che lavora sotto il carico schiacciante di queste bugie, non riesce a fare di meglio che mettersi in posizione fetale proprio nel bel mezzo di una conferenza stampa. Potete immaginare quale bolgia scoppierebbe se improvvisamente smettesse di mentire? Rabbrividisco al solo pensiero! Potrebbe essere prudente fare una scorta anticipata di torazina. Ma un tale attacco di glasnost’ americana sembra quasi inevitabile. Prima o poi la verità si riverserà da questa gigantesca diga traboccante di bugie. L’inondazione che ne seguirà spazzerà via tutto ciò che troverà sul suo cammino.

Dmitry Orlov

Fonte: cluborlov.com
Link: https://cluborlov.wordpress.com/2021/08/28/the-afghanistan-rout-and-american-glasnost/
28.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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