DI IVAN LIZIN
Politikus.ru
L’interminabile isteria dei patrioti irriducibili, attualmente fomentata dal loro rigetto categorico dell’accordo della tregua di Minsk, che considerano come una abbandono della Novorossia e percepita come la presa d’una delle “torri del cremlino” da parte della giunta di Kiev, è la prova di come le emozioni possano oscurare la ragione ed impedire la comprensione di certi aspetti fondamentali senza la quale non si potrebbe avere una visione chiara dei confronti geopolitici.
Le autorità russe sono coerenti?
La Russia è diretta da persone che comprendono il senso più profondo degli eventi in corso, sia a livello del presidente che dei ministri. D’altronde i rappresentanti del potere considerano opportuno informare la popolazione con il massimo di trasparenza sul caos vigente alle frontiere della Russia.
Ciò che ci occupa è l’esistenza, o l’assenza, di un piano « strategico » disposto da Putin, la cui applicazione permetterebbe alla Russia di vincere nel suo confronto contro gli USA e l’UE, e di effettuare i passi concreti che rinforzerebbero le posizioni russe.
Il senso del piano di Putin a livello mondiale
Ciò significa che per vincere gli USA, che si considerano come gli eredi dell’impero romano, bisogna :
1. Unirsi a coloro che si vogliono liberare del potere di Washington
2. Indebolire dall’interno la «nuova Roma »
3. Privarla di quante più risorse possibili.
I paesi stanchi dell’egemonia degli USA si sono uniti nel quadro dei BRICS, dello SCO e dell’Unione Doganale Eurasiatica. Indebolire gli USA dall’interno è molto complicato, perchè ciò richiede delle azioni specifiche: una preparazione di alto livello delle ONG e di specialisti delle Rivoluzioni colorate, le quali non sono possedute né dalla Russia né dalla Cina. Tuttavia gli USA non mancano di problemi interni, che ultimamente peggiorano e si espandono, vedasi l’affare Ferguson.
In tal maniera, il mezzo più efficace di opporsi agli USA è il privarli di risorse, rifiutando tutti i prodotti chiave americani. Ciò andrebbe a scapito del dollaro, che è il mezzo con cui Washington opera la ridistribuzione delle risorse.
La realizzazione del piano
Innanzitutto, bisogna smettere di comprare le obbligazioni USA ed europee, che succhiano le riserve dei fondi russi. Dal primo gennaio, i fondi che erano utilizzati per l’acquisto di queste obbligazioni dei “partner occidentali” saranno utilizzati per i bisogni del tesoro.
In seguito, nelle strutture profonde del partito “Russia Unita” si prepara una rivoluzione economica a partire dai piani alti. In terzo luogo si persegue l’approccio con la Cina, sulla quale è utile soffermarsi in modo più preciso. Oltre che la messa in moto del memorabile progetto dell’oleodotto “Forza siberiana” si persegue un lavoro comune, determinato e coordinato, del rafforzamento dei mezzi militari, oltre che lo stabilizzare i partner dell’Asia centrale. Per esempio, la Cina appare essere uno degli investitori principali nel Tagikistan. Tutta una serie di progetti comuni tra Russia e Cina sono stati intrapresi, come l’inaugurazione d’un infrastruttura aeronautica comprende anche gli elicotteri. In relazione a ciò, sta venendo fatto pure un lavoro fondamentale di distacco dal dollaro americano negli scambi commerciali. È utile sottolineare che gli USA, con le loro azioni ad Hong Kong, hanno decisamente irritato Pechino. Il livello di sostegno della popolazione cinese è passato dal 47% al 66% in un solo anno, in seguito al suo confronto con l’occidente.
Durante la diciottesima sessione della commissione russo-cinese per la preparazione degli incontri governativi, il vice-premier ministro Wang Yang ha dichiarato come “sbagliate” le sanzioni occidentali contro la Russia; ed ha esortato sia la Russia che la Cina a dare una risposta appropriata ai paesi occidentali.
Durante il forum economico russo-cinese, il presidente della Banca centrale cinese, quinto istituto finanziario al mondo, ha dichiarato che “è indispensabile rafforzare la cooperazione in materia di tali operazioni e mettere fine al monopolio del dollaro”. I meccanismi per disgregare l’egemonia del dollaro sono stati oramai concepiti.
L’11 ottobre la stampa ha confermato che la Russia e la Cina hanno concluso un accordo sulle operazioni SWAP (ossia le operazioni di scambi) per le esportazioni in rubli e Yen. Questo accordo sarà probabilmente firmato ad ottobre.
Senza dubbio, dopo l’aver firmato quest’accordo Swap, il numero dei candidati che intendono astenersi dal dollaro dovrebbe aumentare, perchè anche la Turchia ne é interessata.
Intanto si rafforza l’approccio con l’Iran. Teheran e Mosca studiano una transazione nota come “petrolio in cambio di centrali elettriche”. Dato che l’Iran resta vincolato dalle sanzioni, le banche commerciali Russe stanno inaugurando una serie di collaborazioni con la Persia, e sta venendo anche effettuato uno studio per stabilire una banca comune per il finanziamento mutuo dei progetti economici e commerciali.
E tutto ciò senza parlare delle attività ininterrotte per l’inaugurazione dello spazio economico eurasiatico, al quale s’aggiunge anche l’Armenia e a cui prenderà parte anche il Kirghizistan prima della fine dell’anno.
Insomma, il piano strategico di Putin, il cui fulcro è la cooperazione con coloro che sono stanchi dell’egemonia degli USA, mira a privare gli Stati Uniti delle loro risorse e a rinforzare la propria economia evitando di ricorrere al dollaro per le transazioni. E tutto ciò senza che la Russia e la Cina rischino di incappare nei tranelli che sono tesi loro, sotto forma di “paracaduti gialli” o di prese di posizioni radicali nella guerra civile ucraina.
Se ciò non piace a qualcuno, è un suo problema. Agli altri auguro di avere idee chiare e pazienza. La nuova Roma, senza dubbio, crollerà. Ivan Lizin
17.10.2014
http://politikus.ru/articles/32788-hitryy-plan-putina-kratkoe-rukovodstvo-po-borbe-s-mirovoy-imperiey.html
14.10.2014