DI MICHEL ONFRAY
Non c’è stato il primo compleanno per i gilet-gialli perché il bambino quel giorno era in coma.
C’è stato solo un doppio anniversario celebrato sia dalla faccia che dal rovescio della stessa medaglia: i black-block (che dicono che stanno combattendo contro il potere di Macron …) e il potere di Macron (che dice di combattere contro i black-block …) è stato in questo anniversario che hanno dimostrato di essere compagni in questa avventura, come maiali.
Perché questi due compagni i merende hanno fatto le cose per bene! Il prefetto di polizia, vale a dire il potere, ha lasciato scientemente a disposizione dei casseurs Place d’Italie, da dove doveva partire la manifestazione autorizzata, praticamente un supermercato di proiettili. In quella piazza c’era tutto quanto può far piacere a un nichilista per rompere, distruggere, devastare, rovinare, deturpare, saccheggiare, bruciare, bruciare e ancora distruggere. Mancava solo la benzina, sarebbe stato troppo, ma il potere ha lasciato pronti su un vassoio tutti i materiali infiammabili, senza nessuno che li controllasse sin dalla mattina del giorno della manifestazione.
Ma passiamo alla grossolana stupidità dei giornalisti: uno ha commentato l’incendio di un cosiddetto trattore che però era un micro-scavatore, del resto è vero che nelle scuole di giornalismo non si insegna come è fatto il mondo, ma come distorcere le immagini. Lo stesso giornalista un’altra volta aveva scambiato un fork-lift per una macchina di movimento terra … Riescono a riconoscere Libération da Le Monde (cosa difficile perché cambia solo la tipografia dove vengono stampati …) ma non le macchine con cui lavorano i proletari.
Gli stessi che s’impongono di non commentare una immagine alla luce del sole, dove due casseurs tutti vestiti di nero corrono verso un cordone della Compagnies Républicaines de Sécurité (CRS) che si apre al loro arrivo e si richiude subito, tanto che gli ultimi due della fila non fanno in tempo a entrare e si confondono in mezzo agli stessi agenti … Una scena sorprendente in cui quelli che sembrano avversari si ritrovano insieme dalla stessa parte politica! Non ci sarebbe stato materiale, altrimenti, per alimentare quei dibattiti infiniti tra giornalisti che dibattono sulle stesse sciocchezze da un anno? Esperti sedicenti della sinistra radicale o dei movimenti sociali, spiegano come mantenere l’ordine pubblico e parlano della classe politica …
Resto sorpreso che certe cose fatte apertamente e trasmesse dalla TV su tutti i notiziari e che non ci sia un singolo funzionario di polizia che informi chi di dovere per fermare certe violenze mentre ancora si stanno compiendo! Avevo già parlato molto della mia sorpresa (beh, è solo un modo di dire …) che dei vandali abbiano avuto tempo per togliere il selciato di Avenue des Champs-Elysées, davanti alle telecamere di BFM TV, sapendo perfettamente che quei sassi-proiettili sarebbero stati lanciati contro il capo della polizia e contro gli agenti di polizia e contro le vetrine dei negozi di lusso della stessa strada!
Come è possibile che l’intelligence francese non dia importanza a certi fatti, sapendo che le immagini in diretta di quegli scempi vengono trasmesse in televisione? Sorprendente … L’intelligence lascia che venga divelto il selciato, lascia che i giornalisti filmino i danni all’Arco di Trionfo, senza far intervenire la polizia per prendere quelli che i giornalisti avevano filmato mentre facevano i danni? Strano …
E poi non abbiamo visto le brigate di motociclisti schierate – come per i funerali di Johnny – a cosa servono queste pattuglie di motociclisti famosi per la capacità di muoversi rapidamente e di arrivare subito e bene sulla scena del misfatto, se non abbiamo visto nessuna moto e nessun motociclista sul teatro di queste operazioni?
Perché se i giornalisti filmano i black-block che vandalizzano la targa commemorativa del maresciallo Juin, l’uomo dei combattimenti contro fascisti e nazisti, non c’è stato un solo funzionario dell’intelligence che, mentre guardava la televisione, ha alzato un telefono per mandare sul posto chi, per dovere, deve fermare gli attori di un atto criminale e impedire di portarlo a termine fino in fondo? Queste brigate di motocicli circolano continuamente e in meno di uno o due minuti possono arrivare ovunque, ma nelle manifestazioni non le si vede mai, se non quando a Parigi si schierano attorno ai manifestanti perché non si fidano dei cordoni dei loro servizi di sicurezza …
Ma se le cose vanno veramente così, chi è che ci guadagna? La risposta è semplice: tutti quelli che vogliono associare i gilet-gialli al vandalismo dell’estrema sinistra (questa volta ho visto anche una bandiera palestinese ma non mi pare che questa sia una priorità per i gilet-gialli …) . Ci guadagna Macron, prima di tutti …
Quando il potere non vuole dare risposta alle esigenze sociali dei gilet-gialli e non vuole aprire un dialogo sociale, si disprezzano, si insultano, si sporcano, si picchiano, si manganellano, si eliminano, si imprigionano, si gasano, si rincorrono tutti i manifestanti anche negli ospedali e poi li chiamano devastatori di sale operatorie e poi, se non basta, si dice che, per loro, qualsiasi posto va bene per la violenza urbana dei gilet-gialli. A proposito, il povero caro Alexis Corbières, (quello che voleva dare il nome di Robespierre a una via di Parigi e che ha un ritratto di Lenin in salotto) domenica mattina, all’ora della messa, era ai margini della manifestazione, ha pianto per i lacrimogeni lanciati dalla polizia che poi gli ha chiesto i documenti e lo ha rilasciato …)
Verrebbe da pensare che se avessero trovato un vandalo che sventola la bandiera del Rassemblement national, che fa danni per le strade, immediatamente lo metterebbero in condizione di non nuocere e lo arresterebbero senza esitazione mentre viene ripreso dalla televisione in lungo, in largo e di traverso … Subito ci direbbero come si chiama, chi è, da quanto ha aderito al FN ecc., ecc.
Con i gilet-gialli invece niente, cassonetti della spazzatura in fiamme, macchine incendiate, auto ribaltate, depositi-autobus distrutti, chioschi danneggiati, scavatrici e scooter bruciati, non è stato fatto niente per impedire tutto ciò, perché tutto deve essere fatto vedere in televisione in Francia e nei dintorni. Non bisogna sempre fare qualche regalino all’Impero di Maastricht? non bisogna prepararsi per le municipali e non perdere di vista le presidenziali?
Il giallo dei gilet-gialli purtroppo fa pensare sempre più al colore degli uomini traditi e ingannati!
Abbiamo visto poco di quel colore giallo, durante questo ultimo evento e se ne è parlato poco. Però dal cappello dell’Eliseo è uscito fuori un nuovo elemento del linguaggio: gli “ultra-gialli” che vandalizzano! Era questo il titolo che si voleva dare alla giornata. A dire il vero pare che il colore dominante di questi casseurs non fosse il giallo, ma il nero, poco importa però, la contro-prova era stata ben infarcita da Macron: i gilet-gialli non indossavano più i gilet-gialli per evitare essere scambiati per gilet-gialli. ! Impareggiabile “Se sono neri, è la prova che sono gialli”, avrebbe potuto dire un pittore, lui che più di un ogni altro, sa che cosa significa usare il colore nero e cosa significa usare il colore giallo allo stesso tempo .
Ho un solo pensiero per i gilet-gialli, quelli delle rotonde, a cui rinnovo il mio affetto: si stanno rodendo il fegato perché i black-block e il loro amico Macron, ma anche la cosiddetta sinistra radicale si sono buttati su di loro, come un’epidemia vergognosa, e si fanno belli parlando di quell’ira che hanno rubato e lasciando ai poveri gilet-gialli solo la loro miseria.
Michel Onfray
Fonte: https://michelonfray.com/
Link: https://michelonfray.com/interventions-hebdomadaires/gilets-jaunes-an-0?mode=video
settimana del 17 nov. 2019
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario