Mike Whitney
unz.com
“Se qualcuno dall’esterno dovesse interferire in Ucraina, dovrebbe saperlo: se ci minacceranno… risponderemo immediatamente. Abbiamo tutti gli strumenti necessari per farlo e tutte le decisioni in merito sono già state prese.”
Il presidente russo Vladimir Putin
Non c’è dubbio che la ritirata da Kherson sia stata uno smacco per l’esercito russo. È altrettanto indubbio che il generale che ha ordinato l’evacuazione abbia preso la decisione giusta. È vero, l’apparenza è terribile, ma con le apparenze non si vincono le guerre. Strategia, valore e potenza di fuoco vincono le guerre. Il generale russo Sergey Surovikin sembra averlo compreso ed è per questo che ha preso l’impopolare decisione di ritirarsi.
Surovikin avrebbe potuto fare una scelta politicamente più accettabile e difendere Kherson a tutti i costi, ma i rischi sarebbero stati di gran lunga superiori ai benefici. A detta di tutti, i 25.000 soldati russi presenti in città avrebbero potuto essere facilmente accerchiati e annientati dall’artiglieria ucraina. Inoltre, Surovikin sarebbe stato costretto ad impegnare altre truppe in una missione di salvataggio che non avrebbe minimamente giovato alla strategia militare complessiva della Russia. L’obiettivo immediato della Russia è quello di completare la liberazione del Donbass, un compito che non è ancora terminato e che richiede un numero maggiore di truppe, anche quelle che erano state bloccate a Kherson.
A tutti gli effetti, ritirarsi da Kherson era una scelta obbligata. Se si fosse verificato lo scenario da incubo – come molti si aspettavano – e migliaia di soldati russi fossero finiti circondati e massacrati per difendere una città di scarso valore strategico, in Russia il sostegno popolare alla guerra sarebbe svanito da un giorno all’altro. Né Putin né Surovikin potevano permettersi di correre questo rischio. Così, invece, hanno scelto di fare le valigie e di evacuare finché erano in tempo, scatenando ovviamente la furia dei loro critici. La buona notizia, tuttavia, è che il disastro mediatico della ritirata di Kherson non avrà alcun impatto significativo sull’esito della guerra. La Russia è ancora sulla buona strada per raggiungere tutti i suoi obiettivi strategici, nonostante le insidie incontrate lungo il cammino. Ecco un breve riassunto del ritiro russo tratto da un’intervista con il colonnello Douglas MacGregor:
“Quando il generale Surovikin ha assunto il comando… è stato deciso che la Russia avrebbe atteso un’operazione decisiva per porre fine alla guerra. In altre parole, basta con la difesa dell’Ucraina meridionale e del territorio annesso, basta con le aspettative di negoziati con chiunque – quei tempi sono finiti – dobbiamo porre fine alla guerra.
Come si pone fine alla guerra? Beh, si lanciano operazioni talmente devastanti nella loro distruttività che il nemico non può resistere. Tuttavia, se si vuole fare una cosa del genere, bisogna ridimensionare le attività in corso (come a Kherson). In altre parole, bisogna fare dei cambiamenti sul terreno, spostare le truppe, cambiare l’impegno delle risorse, perché ora si stanno facendo preparativi per forze che non sono ancora nel sud dell’Ucraina… ma che arriveranno dalla mobilitazione di 300.000 uomini integrati in questa nuova forza per le operazioni future… che arriveranno quest’inverno, una volta che il terreno sarà gelato…. Quindi, considererei (il ritiro) una decisione operativa con benefici a breve termine a sostegno di una strategia a lungo termine volta a costruire questa enorme potenza d’urto… I Russi non ripongono più alcuna fiducia nei negoziati. Non credo che, a questo punto, potremmo dire ai Russi qualcosa che li convinca a fermarsi.” (“EVERYTHING changes in 4 weeks: Interview with Colonel Douglas MacGregor”, Youtube; da 50 secondi in poi)
Quindi, secondo MacGregor, il riposizionamento delle truppe è fondamentale per la strategia generale, che è cambiata sotto Surovikin. Con il nuovo comandante, l’obiettivo principale delle operazioni militari è l’annientamento di tutte le forze e i mezzi che permettono al nemico di continuare a combattere. Ho il sospetto che questo significhi la rimozione del regime di Zelensky e dei suoi servizi di sicurezza, ma potrei sbagliarmi. In ogni caso, l’imminente offensiva russa sarà molto più in linea con una guerra terrestre convenzionale ad armi combinate che con le operazioni militari speciali che abbiamo visto fino a questo momento. Mosca è determinata a risolvere la questione il più rapidamente possibile e con la forza necessaria. Non ci sarà più da scherzare.
Detto questo, recenti rapporti (vedi sotto) suggeriscono che l’amministrazione Biden potrebbe dispiegare nel teatro ucraino truppe da combattimento statunitensi in risposta ad una escalation russa che minacciasse di alterare il corso della guerra. Se queste notizie si riveleranno esatte, la tanto attesa offensiva invernale potrebbe innescare una conflagrazione diretta tra Stati Uniti e Russia. Visto come si sono messe le cose fino a questo punto, pensiamo che sia solo una questione di tempo prima che Washington emerga da dietro i suoi mercenari e ingaggi le truppe russe sul campo di battaglia. Molti segnali indicano che il Pentagono si sta già preparando a questa eventualità.
Le comunicazioni segrete tra il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e l’ex ambasciatore russo a Washington, Yuri Yushakov, e l’ex capo dell’FSB, Nikolai Patrushev, suggeriscono che Sullivan abbia avvertito le sue controparti russe che gli Stati Uniti non avrebbero permesso alla Russia di risolvere il conflitto alle sue condizioni, ma che avrebbero preso qualsiasi misura necessaria per impedire una vittoria russa decisiva. Guardate questo estratto di un’altra intervista con il colonnello Douglas MacGregor:
MacGregor – “Jake Sullivan ha parlato dei pericoli di un’escalation… Ha semplicemente detto che ‘vediamo le prove che voi, Russia, vi state preparando ad un’escalation del conflitto’. Il che è vero; abbiamo parlato di questa (imminente) offensiva invernale russa. ‘E noi vi mettiamo in guardia da questo’ (ha detto Sullivan). La tacita implicazione, a questo punto, è che siamo pronti ad entrare in qualche modo in questo conflitto perché non vi permetteremo di dividere l’Ucraina. Non vi permetteremo di combattere e vincere questa guerra alle vostre condizioni……
Napolitano – Lei sa se Sullivan ha menzionato la presenza di 40.000 truppe statunitensi (la 101esima aviotrasportata) in Polonia?
MacGregor – Non lo sappiamo, ma pensiamo – sulla base del linguaggio che è trapelato nel paragrafo che ho ricevuto da un’altra fonte – che lui (Sullivan) abbia fatto intendere che (gli USA) hanno 90.000 truppe in Polonia e in Romania e che, potenzialmente, se la Russia dovesse provocare un’escalation – presumibilmente nella misura in cui pensiamo che i Russi potrebbero escalare – noi (gli Stati Uniti) potremmo essere pronti ad intervenire. E interverremmo con 40.000 soldati statunitensi, 30.000 polacchi e 20.000 rumeni….. Sullivan ha chiarito che siamo in grado di intervenire.”
… “Quello che non sappiamo è cosa hanno risposto i Russi, perché se siete russi, la linea rossa è chiara: ‘Se vi muovete in Ucraina, sarete in guerra con la Russia.’ Sembra che noi ci rifiutiamo di capirlo.”
Napolitano – “Mi faccia capire bene: Lei è convinto che Jake Sullivan… abbia minacciato i Russi che, se avessero oltrepassato questa linea rossa, avrebbero incontrato la resistenza militare degli Stati Uniti in Ucraina?”
MacGregor – Credo che questa allusione sia stata fatta. Questa è l’impressione che ho e non credo che dovremmo esserne sorpresi, perché la posizione dell’Ucraina si sta deteriorando molto rapidamente… E siamo molto preoccupati per un collasso dell’Ucraina. Alcune stime indicano che l’intera economia e la struttura sociale potrebbero crollare entro 60 giorni. Alcuni dicono che, proprio ora, in Ucraina si sta procedendo alla mobilitazione generale, che potrebbe includere le donne, perché la base di reclutamento è esaurita. E, ricordate, sempre più gente continua a lasciare l’Ucraina, perché nessuno vuole rimanere bloccato in un Paese che a breve non avrà energia, né elettricità e dove ci saranno problemi a reperire acqua e cibo. La situazione in Ucraina è terribile.”
Napolitano – Cosa ci fanno 40.000 truppe statunitensi della 101esima aviotrasportata in Polonia?
MacGregor– Si stanno preparando per le operazioni di combattimento….
Napolitano – Il Dipartimento della Difesa ha fornito al Presidente degli Stati Uniti i piani per l’ingresso delle truppe americane in Ucraina? È stato fatto?
MacGregor – Penso che questi piani siano stati certamente discussi, anche se non comunicati a Jake Sullivan. Certamente il Segretario di Stato (Anthony Blinken) ne è a conoscenza. Non so cosa abbiano detto al Presidente. Spero che (il presidente) abbia ricevuto qualche informazione. Ancora una volta, tutto questo è molto grave perché siamo nel bel mezzo di un’elezione e questo potrebbe accadere senza alcuna consultazione con il Congresso.
Napolitano – Qual è la situazione dei 300.000 riservisti che Putin ha richiamato un mese fa?
MacGregor – La maggior parte di loro è già stata integrata in formazioni e unità – molti di loro sono andati in unità che erano a ranghi ridotti e che ora sono tornate a “piena forza.” Alcuni sono entrati in nuove unità. [Nota: credo che MacGregor possa sbagliarsi su questo punto. Secondo altri analisti, finora sono stati inviati in Ucraina solo 80.000 riservisti. Potrebbero volerci alcuni mesi prima che l’intero dispiegamento venga portato a termine]. È quasi completo, ma il punto è che, attualmente, la temperatura minima in Ucraina è di circa 2 gradi sopra zero, il che significa che sarete ancora bloccati nel fango, sia che stiate attaccando o difendendovi. Finché il terreno non ghiaccerà, non credo che accadrà nulla… Ma quando arriverà l’inverno e il terreno ghiaccerà, sarà allora che i Russi attaccheranno. E ne vediamo le premesse da almeno tre direzioni diverse, tra cui l’est, il sud-est e il nord. E, a giudicare dal concentramento (militare), dai sistemi di armamento in atto e dalle forniture disponibili, si tratterà di un’offensiva destinata a porre fine alla guerra. Non sappiamo se ci riuscirà o meno. Ma credo che l’idea sia questa.
MacGregor – C’è un’ultima cosa che vorrei dirvi: quando il generale Surovikin, il comandante del teatro occidentale, aveva accettato la nomina, aveva fatto questa breve dichiarazione. Aveva detto: ‘Una soluzione siriana per l’Ucraina è inaccettabile.’ In altre parole, non permetteremo che l’Ucraina cada sotto l’influenza di attori che manterrebbero l’Ucraina in uno stato di agitazione e di guerra permanente. Questo è un segnale molto chiaro: quando lanceranno (l’offensiva invernale) lo faranno per porre fine al conflitto. Quindi, sarebbe molto poco saggio da parte nostra ostacolarli….. Semplicemente, non abbiamo il livello di sostegno necessario per garantire il successo.” (“This is a Red Line in Ukraine”, Colonel Douglas MacGregor, Judging Freedom)
https://youtu.be/ZJvLVc0gA6M
La Russia ora è pronta a fare tutto ciò che è necessario per vincere la guerra in tempi brevi e sgominare un esercito ostile che rappresenta una minaccia per la sua sicurezza nazionale. Se le forze statunitensi si uniranno ai combattimenti, i tempi per la vittoria potrebbero cambiare drasticamente, ma gli obiettivi strategici rimarrebbero gli stessi. Non ci si può aspettare che una nazione viva in pace quando le viene puntata una pistola alla testa. È per questo che Putin si è opposto all’adesione dell’Ucraina alla NATO ed è per questo che si sta combattendo la guerra attuale.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/the-stage-is-set-for-us-combat-troops-in-ukraine/
11.11.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Mike Whitney scrive di politica e finanza e vive nello Stato di Washington. È raggiungibile all’indirizzo [email protected]