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GERMANIA: E SE I RUSSI CHIUDONO IL GAS ?

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A cura di Bosque Primario
Il 27 Ottobre 2014
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DI WOLF RICHTER

wolfstreet.com

Una delle minacce, o forse la minaccia, che pende sulla UE come conseguenza delle sanzioni-fiasco è la possibilità che la Russia chiuda i gasdotti e interrompa le forniture di gas naturale ai paesi europei.

Sarebbe un modo per accelerare la crisi, forzare la situazione e trovare una soluzione, in un modo o nell’altro.

Certo la Russia provocherebbe un danno enorme per la sua economia: Ma che potrebbe farci con tutto quel gas che pompa ogni giorno per mandarlo in Europa, e in particolare per mandarlo in Germania, il suo maggior cliente?

Potrebbero provare a ammazzarsi col gas? Forse, perché altrimenti non ci sono altre infrastrutture che possano far esportare tutta quella gran quantità di gas verso qualche altra nazione se non si affacci già lungo il sistema di gasdotti esistenti. Significherebbe un crollo delle entrate in valuta estera e quindi delle entrate statali.

Significherebbe devastare l’industria del gas naturale della Russia e ridimensionare tutti i più pii desideri di quei paesi che ormai stavano contando su una eterna disponibilità delle esportazioni energetiche in arrivo dalla Russia.

Ma questo non sarebbe un buon affare nemmeno per l’Europa, ha detto Günther Oettinger, il Commissario Europeo per l’Energia, quando la Commissione ha presentato lo “stress test” sul gas, giovedì scorso. Un lavoro appositamente disegnato per capire che cosa potrebbe succedere se la Russia dovesse smettere di pompare gas ed inviarlo in Europa per i prossimi sei mesi invernali.

“Per la primissima volta, possiamo avere un quadro completo dei rischi e delle possibili alternative” ha detto Oettinger. Certamente certi paesi, in particolare Estonia e Bulgaria, potrebbero avere dei problemi, ma…. “Se lavoremo insieme, se mostreremo solidarietà e metteremo in atto le raccomandazioni contenute in questo rapporto, non ci sarà nessuna famiglia dell’ UE che dovrà restare al freddo, il prossimo inverno.”

A quanto pare, come è già successo in precedenza con l’infame “stress tests” sulle banche, anche questo stress test ha un solo scopo: far sentire alla gente delle parole tranquillizzanti, che la possano far sentire sicura, credendo che tutto sia già sotto controllo, che non dovrà preoccuparsi perché non avrà problemi e tutto continuerà come sempre.

In verità, anche per la Germania – che è meno soggetta al gas naturale russo di Polonia, Finlandia, Estonia o Bulgaria – lo scenario non è proprio da sogno. Questo è quanto è emerso dal resoconto fatto sul rapporto dal Ministero per l’Energia della Germania Federale, secondo quanto è stato rivelato da Der Spiegel. La relazione, che nemmeno il Parlamento ha ancora visto, è stata inserita nell’analisi dei rischi inviata dal Ministro dell’Economia Federale alla Commissione Europea a fine Agosto – e allo stesso Vice-Presidente della Commissione Europea, responsabile per l’ Energia, Günther Oettinger, che quindi già conosceva questi risultati almeno da allora. Malgrado tutto, pur facendo parte della Commissione sullo “stress test sul gas” ha continuato a sputare da quella bocca le sue false parole per tranquillizzare la popolazione.

Dall’analisi si è arrivati a comprendere che cosa potrebbe succedere in Germania se le fornitura di gas russo dovesse restare completamente bloccata per i sei mesi invernali: il gas disponibile si ridurrebbe di 23 miliardi di metri cubi, mentre le normali esigenze energetiche della Germania sono di 51,2 miliardi di metri cubi, in quel periodo. Significa un taglio del 45%!

Ma solo una piccola frazione della fornitura mancante potrebbe essere compensata ricorrendo ad altre fonti:

  • 2,00 miliardi di metri cubi arriverebbero da altre importazioni di LNG (liquified natural gas)
  • 0.75 miliardi di metri cubi arriverebbero da importazioni extra dalla Norvegia
  • 3,00 miliardi di metri cubi arriverebbero da una sostituzione del tipo di energia, ad esempio passando al petrolio oppure non cancellando dei contratti che stavano per essere annullati.

Si troverebbero meno di 6 miliardi di metri cubi per compensare il mancato arrivo di 23 miliardi di metri cubi, quindi dopo un periodo molto breve, anche se le scorte di gas saranno ancora al 96%, il governo dovrà necessariamente proclamare una emergenza energetica, che gli conferirà la facoltà di poter decidere chi continuerà a disporre del gas e chi non ne avrà più diritto.

Il Gas in questo caso sarà distribuito con una sequenza basata su quattro gruppi gerarchici, secondo lo schema che segue, estratto dal rapporto:

  1. Fasce di Consumatori Protetti (per lo più famiglie, ma anche centrali elettriche a gas che forniscono calore ai clienti)
  2. Centrali elettriche a gas, ritenute indispensabili per l’approvvigionamento energetico
  3. Industria
  4. Altre Centrali alimentate a gas

Il gruppo 1 – le famiglie usa 26 miliardi di metri cubi -. il gruppo 2 – le centrali elettriche indispensabili usano altri 2.4 miliardi di metri cubi. Mettendo insieme solo questi due gruppi si arriva a 28.4 miliardi di metri cubi, più di quanto sarebbe tutto il gas disponibile.

Per tutti gli altri clienti – industria e altre centrali alimentate a gas – non dovrebbe restare niente. In Teoria.

Ma le cose si complicano, secondo il rapporto. Quella di cui si è detto è una distribuzione in teoria.

In realtà è tecnicamente difficile che, in una rete di distribuzione, si possa riuscire a dividere i clienti protetti da quelli nonprotetti.” Quindi, le famiglie che dovrebbro sempre ricevere il gas potrebbe restarne senza, perché il loro gas potrebbe essere dirottato altrove.

L’industria potrebbe perdere gran parte della sua energia elettrica perché – in base al rapporto – le centrali elettriche non sono ritenute indispensabili e quindi potrebbero chiudere. Se si evitasse di riscaldare gli impianti di produzione o se non si dovessero accendere le luci o far partire i robot . la produzione precipiterebbe e si comincerebbe subito con i licenziamenti.

Tutta la catena dei servizi crollerebbe. Un taglio nella fornitura di gas comporterebbe enormi costi economici afferma il rapporto – e anche i più fortunati, quelli che comunque continuerebbero a ricevere regolarmente il gas, andrebbero incontro ad una impennata dei prezzi da capogiro.

Con una mossa autodistruttiva come questa, la Russia potrebbe sfasciare tutta la potenza industriale della Germania, almeno per un po’ e questa devastazione rimbalzerebbe poi in tutto il mondo, perché gli ordini per le esportazioni tedesche resterebbero inevasi e anche le importazioni tedesche si fermerebbero.

Il costo sarebbe realmente incalcolabile ed è per questo che questo rapporto è rimasto segreto, e questo è anche il perché non è stato mostrato nemmeno al Parlamento tedesco, ma spiega perché tanti eurocrati hanno già da tempo cominciato a dire un sacco di parole melliflue ma confortanti per placare la popolazione.

La Russia ha ancora 396 miliardi di dollari in riserve valutarie e, anche se è in una fase di contrazione economica, il suo bilancio è ancora ben solido e potrebbe sopportare qualche indebolimento.

A quanto pare però ci sono parecchie questioni irrisolte sul tavolo.

Wolf Richter

Fonte: http://wolfstreet.com

Link: http://wolfstreet.com/2014/10/21/leaked-what-happens-to-germany-if-russia-turns-off-the-gas/

21.10.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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