FINI ? A LUI L'HA ROVINATO BERLUSCONI

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Intervista del Prof. Franco Cardini all’Unità: Ma cosa sta succedendo a destra?

Il 7-0 di lunedì scorso ovviamente non è piaciuto a nessuno nel centro-destra. Ma certamente quello che ha la poltrona più problematica è Gianfranco Fini. Fini ha due problemi fondamentali. La fine dell’idea che Alleanza Nazionale possa diventare nel tempo il partito di riferimento nel centro destra. Una sorta di partito conservatore affidabile e con una cultura di governo autentica. E un elettorato che tende a non riconoscersi nelle posizione politiche di An. Un elettorato movimentista, erede di una tradizione missina che ha mal digerito Fiuggi, e ora non riesce affatto a digerire le posizioni di Fini in politica interna e in politica estera. Dall’altro lato il leader di An ha il problema delle scissioni. Prima Rauti, naturalmente, ora la Mussolini, con un partito che ha avuto dei significativi successi in queste ultime supplettive. In futuro il rischio è Storace, anche se per ora il Governatore del Lazio sta buono al suo posto. Ma cosa sta succedendo a destra?
Siamo andati a chiederlo a un uomo di destra, sempre un po’ eretico, polemico con la sua area politica di riferimento, eppure molto attento a tutto quello che succede. Franco Cardini, 64 anni, proveniente da una famiglia operaia di San Frediano, è un coltissimo professore, è stato consigliere di Amministrazione della Rai, ha scritto libri, insegna Storia medievale all’Università di Firenze, ed è stato «visiting professor» in molte università europee e americane. Cardini è di destra da sempre, da quando ventenne militava nel Movimento Sociale Italiano.Professore che succede a destra? Due giorni fa Gianfranco Fini ha dichiarato: “Tra i nostri elettori c’è disincanto con punte di delusione. C’è un decifit di classe dirigente, il centrodestra ascolti di più gli umori popolari”. Sembra una dichiarazione di sconfitta vera. Una debacle. Cosa sta accadendo?

«Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. La svolta di Fiuggi non ha mantenuto le promesse di allora».

C’è già Berlusconi che non mantiene le promesse…

«Sì ma questa volta le cose sono più complicate. Lei se lo immagina l’elettore di An che si deve digerire lo sfascio ambientale con gli alberghi nelle isole Eolie, l’evasione fiscale, gli speculatori di ogni genere, e una politica estera che di fatto appoggia le multinazionali delle armi, e degli interessi in Iraq?

Intanto bisognerebbe capire chi è l’elettore di An.

«Guardi questo è più facile di quanto si pensi. Il Msi aveva due tipi di elettori. Il primo era un elettore che vedeva in Almirante la stessa sua ossessione. L’anticomunismo. Il fascismo missino era una forza anticomunista che garantiva l’ordine. L’aspetto ideologico e movimentista del Msi non gli importava granché. Quel tipo di elettore lì, che certamente ancora esiste, ora è ovvio che vota Forza Italia».

Certo, con tutta la litania berlusconiana dei comunisti che rovineranno l’Italia, è comprensibile. Mi dica il secondo elettore.

«Il secondo tipo di elettore è quello più interessante. Ed è quello a cui fa riferimento Fini, poi Storace, e quelli che fanno le scissioni, come la Mussolini. È un ceto sociale popolare, di solito. Gente che ha un forte senso dello Stato e della nazione».

Nazionalista.

«Sì, ma non solo. Un’idea etica dello Stato».

Magari autoritaria.

«Magari anche autoritaria. Ma con l’idea che lo Stato debba essere indiscutibilmente onesto. E con la forte e chiara convinzione che lo Stato sociale sia stata una delle migliori e fondamentali conquiste del Novecento. In tutto il mondo, o almeno in tutto quello che noi chiamiamo l’Occidente. Proprio quello stato sociale che ora il neoliberismo e il turbo-capitalismo stanno cercando di affossare. Parliamo dunque di un elettore antiliberista. Che vede nel liberismo, e nel neocapitalismo , atlantico soprattutto, un’ingiustizia assoluta. Non dimentichi che in questo c’è una vecchia tradizione. Il Msi votò contro la Nato».

Oggi An sta accanto a George W. Bush.

«Appunto, non vede che Fini è in diffiicoltà nella politica estera? Non vede che elude gli argomenti? Lui lo sa bene cosa accade nei circoli culturali della destra».

Lo dica anche a noi cosa accade.

«Orvieto, estate 2003. Convegno con Alemanno e Buttiglione seduti sul palco di presidenza. Un diluvio di interventi contro Bush, contro la guerra in Iraq, e contro la politica sociale ed economica del governo Berlusconi. Un diluvio di applausi. Compresi quelli di Alemanno e di Buttiglione che erano due membri proprio di quel governo. Come la mettiamo?».

Me lo dica lei, come la mettiamo.

«La mettiamo che l’elettorato di destra è più distante da Forza Italia che dalla sinistra, questa è la verità. Perché Forza Italia è un partito azienda, come si è detto sin dal primo momento. Solo che non si è specificato di che tipo di azienda si tratta. Non è la bellissima azienda etica e utopica di Adriano Olivetti. Ma è l’azienda tremenda delle multinazionali senza scrupoli».

E neppure l’acqua di Fiuggi può far digerire alla destra una cosa del genere, dice lei. Però, Cardini, non è che la destra missina fosse tutto questo senso dello Stato e questa moralità ineccepibile. Non erano mica cavouriani. Basti pensare a come nella storia della Repubblica sono stati utilizzati i voti missini. Comprati dalla Dc nel modo più bieco…

«Ha ragione. Ma era la logica del ghetto. Noi eravamo un ghetto. Al punto che molti di destra poi sono fuggiti via. E nel ghetto ti vendi a chi ti offre una fetta di lardo, o la possibilità di una doccia. Vede, pensi all’idea dello sdoganamento. Fini è stato sdoganato da Berlusconi. Lo sdoganamento è un bonus, una carta di circolazione a tempo, che può essere revocata in qualsiasi momento. Ma andava più sdoganato Fini o Bossi?».

Bossi direbbe che è stato lui a sdoganare gli altri. A destra come a sinistra. Ma torniamo alle parole di Fini. Sia lui che Storace ritengono di aver perso contatto con l’anima sociale della destra. Sarà per la verace Alessandra Mussolini.

«Sarà per questo. Ma è anche per altro. Il problema è la lurida borghesia italiana…»

Cardini, ma devo scrivere proprio “lurida borghesia italiana”?

«Certo che deve scrivere»…

Questo sì che suona fascista. Anzi repubblichino. Tremaglia le darebbe ragione.

«No, la lurida borghesia italiana ha utilizzato le destre in funzione anticomunista. Contro il cattolicesimo sociale, quello vero, non quello di certa gente che fa dire messa in latino. E oggi sta contro l’islam. Per biechi interessi neoconservatori e neoliberisti».

Ma la destra italiana era ed è anticomunista. Era ed è anticonciliare. Gente che il Vaticano II lo ha visto con orrore. Compresi i missini che la chiesa conciliare l’hanno sempre ripudiata…

«Non era per tutti così, anche se An avrebbe dovuto recepire profondamente, per esempio, la grandezza di un papa come il nostro. Che prima combatte il comunismo, e poi nella sua straordinaria intuizione, comprende che battuto il comunismo il vero problema è questo selvaggio disumano neoliberismo mondiale. Che sicuramente è anche peggio. Un neoliberismo erede, del resto, del liberismo e del colonialismo, che dal Settecento in poi ha fatto molti più morti degli ottanta milioni attribuiti al comunismo, solo che li hanno fatti fuori Europa, e noi abbiamo finto di non rendercene conto. Non dimentichiamo che Giovanni Paolo II ha incontrato Fidel Castro: non era una visita di cortesia, era un messaggio. A Castro, perché si rinnovasse. E a tutti gli altri: la natura di questo messaggio è stata chiarita dal papa stesso qualche settimana fa in uno splendido discorso contro l’idolatria del denaro e il disvalore della ricchezza, non cinicamente usata».

E invece Fini…

«Fini non sa come uscirne. Fini non può dire: “noi con Forza Italia, per non parlare della Lega, non abbiamo nulla a che fare. Dunque usciamo dalla casa delle Libertà”…».

Forse perché ci ha più a che fare di quanto sembra.

«No, io credo di no. E comunque il problema è che perde i voti. I suoi elettori di destra che condividono i disvalori del partito azienda di Berlusconi sono già passati a Forza Italia. A lui rimane gente, per la maggior parte disorientata, che a volte ragiona più come Michael Moore che come i neocon americani».

Sì, Cardini, però è un disastro, anni e anni di buoni vestiti grigi. Aria rassicurante, ripudio degli stivaloni del fascismo, smalto nuovo per una destra moderna. E adesso, che si fa?

«Io capisco. La destra rispettabile, quella che si può invitare nei salotti… Tutte cose giuste. Domenico Fisichella fu l’uomo che capì profondamente questa cosa. Voltare pagina con il fascismo era indispensabile. Ma qui a furia di voltare le pagine si è finito il libro».

Era un brutto libro…

«Non tutto. Perché in quel libro c’erano delle istanze vere della società italiana. Nella destra italiana c’è una tradizione che si rifà a Sorel, c’è un solidarismo autentico, c’è la ricezione della dottrina sociale della Chiesa, c’è soprattutto il senso della cosa pubblica e l’importanza dello Stato sociale, tutte cose che si stanno perdendo. E ora si allontana sempre di più la possibilità di un dialogo autentico con la sinistra».

A essere onesti, con tutta la buona volontà il dialogo era impossibile.

«Senta, l’Europa, con la firma della Costituzione di oggi [29 ottobre 2004] a Roma, è profondamente lacerata. Stanno sparendo i poteri condivisi. Gli Stati sono in mano a comitati d’affari delle multinazionali. Si dovrebbe lavorare sui diritti dei cittadini che non rappresentano altro che se stessi. Questa doveva essere la strada di Fiuggi. Ma se si propongono queste cose a un partito che si definisce della “destra dei valori”, si può forse avere ancora un futuro politico».

Ma questo vuol dire aderire ai progetti della sinistra e per Fini sarebbe un suicidio politico.

«Aveva ragione Luciano Canfora, quando nel 2003 mandò una lettera al “Corriere” che era un remake del celebre appello ai “Fratelli in camicia nera” di Palmiro Togliatti dell’agosto del 1936. Oggi come ieri si deve combattere la dittatura dei ricchi che si credono maggioranza. Il problema non è essere di sinistra e di destra. Si può stare a sinistra e stare a destra, e capire che un dialogo è davvero possibile».

Non crede che questa è una storia forse plausibile, ma che non esiste e non è mai esistita. Che un Fini di questo genere non c’è. Che An non è mai stata una cosa del genere. Che il mondo gira diversamente?

«Purtroppo il mondo gira diversamente. Ma sta girando in un modo davvero molto pericoloso. Oggi la priorità assoluta non è la lotta contro il terrorismo, che semmai è una conseguenza dell’ingiustizia e del disordine mondiali. Oggi la priorità è lottare contro un assetto mondiale dominato dall’ingiustizia, dalla speculazione, dallo sfruttamento, dalla violenza delle élite finanziare e tecnocratiche. Ed è osceno che tutto questo venga chiamato: “democrazia”».

 

Fonte:www.unita.it
30.10.04

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