TERRIFICANTE STORIA DALLA GERMANIA

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blankDI PAUL BELIEN
The Washington Post

All’inizio di questo mese [02.2007, ndt], una teen-ager tedesca è stata sottratta con la forza dai propri genitori e imprigionata in un reparto psichiatrico. Il suo crimine? Era stata educata a casa (home-schooled).

Il primo di febbraio, quindici agenti della polizia si sono introdotti nella casa della famiglia Busekros, presso la città bavarese di Erlangen. Hanno trascinato Melissa (16 anni), la più grande tra i sei figli dei Buserkros, in un’unità psichiatrica presso la vicina Norimberga. Durante la scorsa settimana, una corte ha sostenuto che Melissa debba rimanere nell’Unità di Psichiatria Infantile in quanto soffre di “scuola-fobia”.

L’home-schooling è illegale in Germania da quando Adolf Hitler lo mise fuori legge nel 1938 e ordinò che tutti i bambini venissero inviati alle scuole di stato. La comunità di home-schooler in Germania è infima. Come ben sapeva Adolf Hitler, i Tedeschi tendono ad obbedire agli ordini senza discutere. Solo circa 500 bambini sono stati educati a casa in un paese di 80 milioni di persone. Le famiglie che educano a casa sono perseguite penalmente senza pietà.Lo scorso marzo, un giudice di Amburgo ha condannato un padre, reo di aver educato a casa i propri figli, ad una settimana di prigione ed una multa di 2.000 $. Lo scorso settembre, una madre di Paderborn con 12 figli è stata chiusa in prigione per due settimane. La famiglia appartiene ad un gruppo di famiglie tedesche etniche che immigrarono a Paderborn dall’ex Unione Sovietica. I Sovietici li perseguitavano perché erano Battisti. Un’iniziativa dei Battitisti di Paderborn per fondare una propria scuola privata è stata rifiutata dalle autorità tedesche. Una corte ha stabilito che i Battisti mostravano “caparbio disprezzo sia per l’obbligo dell’educazione di stato che per il diritto dei loro bambini di sviluppare le proprie personalità frequentano la scuola”.

Tutti i partiti politici tedeschi, tra cui i Democristiani del Cancelliere Angela Merkel, si oppongono allo home-schooling. Dicono che “l’obbligo di frequentare la scuola è un obbligo civile, che non può essere cambiato”. Gli home-schooler non ricevono sostegno nemmeno dalle chiese ufficiali (finanziate dallo stato). Queste sostengono che gli home-schooler “si isolano dal mondo” e che “la libertà di religione non giustifica l’opposizione all’obbligo di frequentare la scuola”. Sei decenni dopo Hilter, i politici tedeschi e i leader delle chiese ancora non capiscono la vera libertà: che crescere i bambini è una prerogativa dei loro genitori e non dello stato, il quale non è mai un genitore benevolo ma, anzi, è spesso un nemico.

Hermann Stucher, un pedagogo che si è appellato ai Cristiani affinché ritirino i loro bambini dalle scuole di stato che, dice, sono cadute nelle mani di “attivisti neo-marxisti”, è stato minacciato di processo per “Hochverrat und Volksverhetzung” (alto tradimento e incitamento contro le autorità). La ferocis della reazione governativa la dice lunga. La disputa riguarda il cuore e la mente dei bambini. In Germania, le scuole sono divenute veicoli di indottrinamento, dove i bambini sono portati ad accettare incondizionatamente l’autorità dello stato in tutti i campi della vita. Non è una coincidenza che le persone fuggite dall’indottrinamento sovietico capiscano quanto sta facendo il governo nelle scuole e siano tanto preoccupati da voler proteggere i propri figli.

Quanto preoccupa è che la maggior parte dei Tedeschi “nati liberi” accettino questo assalto alla loro libertà come normale e squadrino i genitori che guardano al sistema statale con sospetto.

A livello europeo la situazione non è molto migliore. Lo scorso settembre, la Corte Europea dei Diritti Umani ha sostenuto la legge sull’istruzione di Hitler del 1938. LA corte di Strasburgo, i cui verdetti si applicano all’intera Unione Europea, ha stabilito che il diritto all’educazione “per la sua stessa natura, richiede una regolamentazione da parte dello Stato”. Ha quindi mantenuto le conclusioni delle corti tedesche: “Le scuole rappresentano la società, ed è nell’interesse dei bambini diventare parte di quella società. Il diritto dei genitori di educare non giunge al punto di privare i bambini di quell’esperienza”.

Mentre è inquietante che gli Europei non abbiamo imparato le lezioni dal loro passato dittatoriale – mantenendo leggi naziste e spedendo i dissidenti, tra cui bambini, in reparti psichiatrici, come erano soliti fare i Sovietici – ci sono ragioni di preoccupazione anche per gli Americani. Le Nazioni Unite stanno restringendo anche i diritti dei genitori. L’articolo 29 della Convenzione ONU sui diritti dei bambini stabilisce che è obbiettivo dello stato dirigere l’educazione dei bambini. In Belgio, la Convenzione ONU è stata usata per limitare il diritto costituzionale allo home-schooling. Nel 1995, alla Gran Bretagna fu detto che violava la Convenzione ONU permettendo ai genitori di ritirare i loro bambini dalle lezioni di educazione sessuale dalle scuole pubbliche.

Lo scorso anno, la American Home School Legal Defense Association ha messo in guardia che la Convenzione ONU potrebbe rendere lo home-schooling illegale negli Stati Uniti, anche se il Senato non l’ha mai ratificata. Alcuni avvocati e politici liberali nei vari stati affermano che le convenzioni ONU sono “diritto internazionale consuetudinario” e dovrebbero essere considerate parte della giurisdizione americana.

Attualmente, il travaglio della giovane Melissa Busekros è una terrificante storia tedesca. Che presto diventi anche una storia americana?

Paul Belien è curatore del Brussels Journal e un professore aggiunto allo Hudson Institute.

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Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

VEDI ANCHE: NON COSI’ LIBERI IN GERMANIA

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