Fame di libertà. Intervista al prof. Mauro Tassi

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Intervista al professore Saverio Mauro Tassi, docente di filosofia, storia e educazione civica al Liceo scientifico statale Einstein di Milano, che per 12 giorni ha sostenuto lo sciopero della fame come forma di disobbedienza civile per opporsi alle politiche liberticide e totalitariste del governo.

* * *

Buonasera professore, grazie per aver accettato questa intervista. Prima di tutto la voglio ringraziare per essersi messo in gioco in prima persona, rischiando la salute per degli ideali di libertà e non discriminazione.

  • Le chiedo, come prima domanda, di raccontarci la sua esperienza di sciopero bianco. Quali sono i motivi che l’hanno spinta allo sciopero della fame?

L’ultimo Decreto Legge del governo Draghi stabilisce che, se in una classe si verificano due casi di positività, tutti gli studenti privi di Green Pass rafforzato (quindi anche i vaccinati due volte e anche quelli in attesa di terza vaccinazione) sono costretti a seguire le lezioni in DAD per 10 giorni.

In questo modo si determina una discriminazione tra studenti in presenza e studenti in DAD, i primi privilegiati, i secondi penalizzati rispetto al godimento del loro diritto allo studio. Poiché ciò a mio avviso è in palese contrasto con il principio costituzionale dell’uguaglianza (art. 3) e poiché io insegnante sarei diventato esecutore corresponsabile di questa violazione della Costituzione, in scienza e coscienza, ho deciso di fare obiezione di coscienza, prima attuando una disobbedienza civile nella forma di uno sciopero bianco – non svolgendo lezioni normali ma non-lezioni sulla questione della costituzionalità dell’art. 4 del DL 1/22 – e in seguito rafforzandolo con lo sciopero della fame, al fine di ottenere il ritiro del provvedimento governativo.

Ho smesso di nutrirmi il 24 gennaio e ricomincerò il 5 febbraio, per un totale di 12 giorni. Dopo passerò il testimone a un altro digiunatore che ne condivide le motivazioni. Questa staffetta si protrarrà fino al 31 marzo, data in cui terminerà lo Stato di Emergenza

In questi giorni ho perso circa 6 chili.

 

  • Come hanno reagito i suoi alunni alla ferma presa di posizione che lei ha assunto nel non attuale le discriminanti norme del DL?

Gli alunni si sono mostrati sorpresi e inizialmente anche un po’ perplessi, ma poi si sono coinvolti nella ricerca conoscitiva e nella libera discussione, anche se la maggioranza non condivideva e ha continuato a non condividere le ragioni della mia disobbedienza civile. Per me è stato molto importante poter fare lezioni di costituzionalità. Ho cercato di dargli delle chiavi di lettura diverse per sviluppare il loro pensiero critico.

 

  • I suoi colleghi come hanno interpretato le sue azioni invece? Ha avuto problemi con le istituzioni scolastiche?

Tranne due o tre casi di solidarietà, i miei colleghi sono rimasti indifferenti, mentre il Dirigente Scolastico ha tollerato le mie non-lezioni, considerandole lezioni di educazione civica, e si è limitato a esprimere preoccupazione per la mia salute a causa dello sciopero bianco. Tuttavia, di fronte all’indifferenza dei colleghi, ho deciso di attuare anche un’occupazione simbolica della mia scuola, restandovi a dormire.

Il Dirigente Scolastico ha tollerato per il primo giorno, ma il terzo giorno è stato costretto a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Sono intervenuti 5 agenti della DIGOS che alle 19:00 del 5 gennaio mi hanno fatto uscire dalla mia scuola.

Sono stati molto garbati con me. Ho stretto loro la mano, mi hanno detto che dovevano scortarmi fuori, ho fatto i bagagli e mi sono fatto accompagnare all’uscita.

Al riguardo voglio sottolineare una cosa. L’utilizzo degli agenti della DIGOS per sgomberare un professore è gravissimo. Secondo il sito della Polizia di Stato:

“La Digos-Divisione investigazioni generali ed operazioni speciali- è una divisione della questura, sebbene dipenda per la sua materia da una direzione centrale del ministero dell’interno: la Direzione centrale della polizia di prevenzione. La Digos è composta da una o più sezioni Informative, a seconda della grandezza e da una o più sezioni antiterrorismo. Le Sezioni Informative svolgono la loro attività negli ambiti delle pubbliche manifestazioni sportive e di piazza (manifestazioni politiche, cortei, concerti), per garantirne il regolare svolgimento e seguono ogni fenomeno sociale che possa creare pericoli per la sicurezza e l’ordine pubblico. La Sezione Antiterrorismo si occupa delle attività investigative finalizzate al contrasto dei reati di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.
Nell’ambito dell’attività informativa, un particolare rilievo assume la ‘Squadra tifoserie’, istituita con direttiva del ministero dell’Interno del 12 febbraio 2001, che segue le dinamiche interne al tifo sportivo attraverso personale dedicato a ciascuna squadra di calcio presente nel territorio di competenza.”

Riflettendoci a freddo. In quale delle tipologie di competenza della Digos rientrerei io? Terrorismo? Eversione dell’ordine democratico? Tifoso ultras?

Altrimenti gli agenti che mi hanno sgomberato dalla mia scuola hanno agito fuori dalle loro competenze? Chi sarebbe allora il superiore che gli ha impartito questo comando? Comunque, un incompetente?

Tipica storia all’italiana, ennesima prova dello sfascio delle nostre istituzioni e dell’apparato amministrativo statale.

La cosa più grave non è che mi hanno buttato fuori dalla scuola perché stavo commettendo un reato grave – la mia non era interruzione di pubblico servizio – ma solo perché chiedevo il rispetto della Costituzione e del diritto allo studio.

La cosa più grave è che, per buttarmi fuori, abbiano distolto cinque agenti della Digos dalla loro attività di prevenzione e repressione del terrorismo, dell’eversione antidemocratica, del tifo violento.

 

  • Il suo sciopero è iniziato dopo aver conosciuto Resistenza Radicale?

Ho saputo dell’esistenza di Resistenza Radicale dopo essere entrato in contatto con il prof. Davide Tutino. Di Tutino avevo saputo attraverso la TV e l’ho poi contattato attraverso Facebook per proporgli di coordinarci. Cosa che abbiamo fatto, anche con molti altri digiuna/tori, fondando un gruppo omonimo.

Resistenza Radicale da quello che so, è un gruppo di cittadini legati alla tradizione politica del partito radicale, che conduce azioni di opposizione all’obbligo del Green Pass utilizzando il metodo non-violento della disobbedienza civile.

 

  • Qual è la sua lettura della situazione politica italiana?

Analoga a quella dell’ancien régime francese nel ‘700: discriminazioni, privilegi, selva inestricabile di norme incomprensibili, cretinismo burocratico, sfacelo della pubblica amministrazione, classe politica incompetente e stupida, paralisi del governo e stagnazione dell’economia, penalizzazione dei giovani, decadenza morale della popolazione manipolata e ipnotizzata dai mass media.

Quella che abbiamo davanti è una lotta che sarà durissima e lunghissima ma vincente, ne sono sicuro.

 

  • Che cosa augura agli studenti italiani?

Di comprendere che questo è un Paese non per vecchi, ma un Paese guidato da alcuni vecchi tanto privilegiati quanto rimbambiti e inadeguati, e che dunque devono abbracciare il satyagraha e unirsi all’azione non violenta di disobbedienza civile, per dare vita a un nuovo Risorgimento liberale che salvi il nostro paese dallo sfascismo e quindi dia loro un futuro.

 

Grazie mille professore per averci raccontato la sua esperienza.

Massimo A. Cascone

 

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