Divertirsi fino a morirne

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Neil Postman
darkmoon.me

Quasi tutti hanno accesso ad una biblioteca pubblica (almeno in America). In queste biblioteche troviamo la più grande, profonda e illuminante letteratura che gli esseri umani abbiano mai prodotto. La maggior parte delle persone legge questi libri? Avete mai letto Cervantes? Avete letto i sonetti di Shakespeare? Avete letto Hegel o Nietzsche? I loro libri sono nelle biblioteche, potete andarci, perché non conoscete questa letteratura? Anche se così non fosse, penso che sareste d’accordo sul fatto che la maggior parte delle persone non ha mai letto niente. Perché?

Ciò che Orwell temeva erano quelli che vietavano i libri. Ciò che Huxley temeva era che non ci sarebbe stato motivo di vietare i libri, perché non ci sarebbe stato nessuno che avrebbe voluto leggerne uno.

Orwell temeva quelli che ci avrebbero privato delle informazioni. Huxley temeva quelli che ce ne avrebbero date così tante da ridurci alla passività e all’egoismo.

Orwell temeva che la verità ci sarebbe stata negata. Huxley temeva che la verità sarebbe stata annegata in un mare di irrilevanza.

Orwell temeva che saremmo diventati una cultura prigioniera. Huxley temeva che saremmo diventati una cultura insignificante, interessati solo ai simulacri dei sentimenti, all’orgy porgy [1] e alla ‘palla ballerina.’[2]

Come Huxley aveva fatto notare in Brave New World Revisited, i libertari dei diritti civili e i razionalisti sempre in allerta nell’opposione alle tirannie “non erano riusciti a comprendere l’appetito quasi insaziabile dell’uomo per le distrazioni.” In 1984, aveva aggiunto Huxley, le persone sono controllate dalla somministrazione del dolore. In Brave New World, sono controllate dalla somministrazione del piacere.

In breve, Orwell temeva che saremmo stati rovinati da quello che odiamo. Huxley temeva che la nostra rovina sarebbe stata causata da ciò che amiamo

Una nuova tecnologia, a volte, crea più di ciò che distrugge. A volte distrugge più di quanto non crei. Ma non è mai di parte. L’invenzione della macchina da stampa ne è un eccellente esempio.

La stampa ha favorito l’idea moderna di individualità, ma ha distrutto il senso medievale di comunità e di integrazione sociale. La stampa ha creato la prosa, ma ha trasformato la poesia in una forma espressiva esotica ed elitaria. La stampa ha reso possibile la scienza moderna, ma ha trasformato la sensibilità religiosa in un esercizio di superstizione. La stampa ha contribuito alla crescita dello stato-nazione ma, così facendo, ha trasformato il patriottismo in un sentimento sordido, se non addirittura omicida.

Un altro modo per dirlo è che una nuova tecnologia tende a favorire alcuni gruppi di persone e a danneggiarne altri. Gli insegnanti scolastici, ad esempio, nel lungo periodo saranno probabilmente resi obsoleti dalla televisione, proprio come i fabbri erano stati resi obsoleti dall’automobile e i cantastastorie dalla carta stampata. Il cambiamento tecnologico, in altre parole, comporta sempre vinti e vincitori.

I monaci benedettini avevano inventato l’orologio meccanico nei secoli XII e XIII e credevano che tale meccanismo sarebbe servito a calcolare in modo preciso i sette periodi di devozione … ecco qui un grande paradosso: l’orologio è stato inventato da uomini che volevano dedicarsi più intensamente a Dio ed è arrivato invece ad essere la tecnologia di maggior utilità per gli uomini che si dedicano all’accumulazione del denaro.

La tecnologia ha sempre conseguenze impreviste e, all’inizio, non è quasi mai chiaro chi o cosa vincerà e chi o cosa perderà. … Gutenberg pensava che la sua invenzione avrebbe favorito la causa di Santa Romana Chiesa, mentre, in realtà, si è rivelata portatrice di una rivoluzione che ha distrutto il monopolio della Chiesa.

Il mondo in cui viviamo è quasi incomprensibile per la maggior parte di noi. Non c’è quasi alcun fatto … in grado di sorprenderci a lungo e questo perchè non disponiamo di un quadro completo e coerente del mondo, che farebbe apparire quel fatto come una contraddizione inaccettabile.

In un mondo senza un’ordine spirituale o intellettuale niente è incredibile, niente è prevedibile e, pertanto, niente rappresenta una sorpresa particolare.

Il mondo medievale era … non senza un senso di ordine. Gli uomini e le donne normali … non avevano dubbi sul fatto che esistesse un simile disegno e che i loro sacerdoti fossero in grado, per deduzione da una manciata di principi, di renderlo, se non razionale, almeno coerente.

La situazione in cui ci troviamo attualmente è molto diversa. … più triste, più confusa e sicuramente più misteriosa. … Non esiste una concezione coerente e integrata del mondo che serva da base al nostro edificio di credenze. E quindi … siamo più ingenui di quelli del Medioevo e più spaventati, perché possono farci credere praticamente qualsiasi cosa.

Nel Medioevo c’era scarsità di informazioni ma la loro stessa scarsità le rendeva importanti e utilizzabili. Questo stato di cose era iniziato a cambiare, come tutti sanno, alla fine del XV secolo, quando un orafo di nome Gutenberg, di Magonza, aveva convertito una vecchia pressa per vino in una macchina da stampa e, così facendo, aveva creato quella che ora chiamiamo l’esplosione delle informazioni. … Nulla potrebbe essere più fuorviante dell’idea che la tecnologia informatica abbia portato all’era dell’informazione. Era stata la macchina da stampa ad iniziare quell’epoca e, da allora, non ce ne siamo più liberati.

Ma quello che era iniziato come un flusso liberatorio si è trasformato in un diluvio caotico… le cose hanno raggiunto oggi proporzioni tali che, per la persona media, l’informazione non ha più alcuna relazione con la risoluzione dei problemi… Il legame tra informazioni e azione è stato reciso…. Arrivano a pioggia, dirette a nessuno in particolare, senza un senso pratico di utilità; siamo inghiottiti dalle informazioni, anneghiamo nelle informazioni, non abbiamo alcun controllo su di esse, non sappiamo cosa farne.

Non abbiamo più una concezione coerente di noi stessi, del nostro universo, della relazione con noi stessi e con il nostro mondo. Non sappiamo più, proprio come nel Medioevo, da dove veniamo, dove andiamo o perché. Non sappiamo quali informazioni siano pertinenti e quali informazioni siano irrilevanti per la nostra vita.

L’Iraq aveva invaso il Kuwait per una mancanza di informazioni? Se dovesse scoppiare una terribile guerra tra Iraq e Stati Uniti, sarà per mancanza di informazioni? Se i bambini muoiono di fame in Etiopia, succede per una mancanza di informazioni? …

Se tu e il tuo coniuge non state bene insieme e ponete fine al matrimonio con il divorzio, è accaduto a causa della mancanza di informazioni?

Se i tuoi figli si comportano male e gettano un marchio di infamia sulla tua famiglia, è successo a causa della mancanza di informazioni?

Se qualcuno nella tua famiglia ha un esaurimento nervoso, è dovuto alla mancanza di informazioni?

Ciò che ci causa il dolore e le sofferenze maggiori … non ha nulla a che vedere con il tipo di informazioni rese disponibili dai computer.

Il computer e le sue informazioni non possono rispondere a nessuna delle problematiche di base che dobbiamo affrontare se vogliamo rendere le nostre vite più significative e più umane. Il computer non può darci un’organizzazione morale interiore. Non può dirci quali domande valga la pena porsi. Non può darci i mezzi per capire perché siamo qui o perché ci combattiamo a vicenda o perché ci sfugge così spesso il senso della decenza, specialmente quando ne avremmo più bisogno.

Il computer è … un magnifico giocattolo che ci distoglie dall’affrontare ciò con cui avremmo più bisogno di confrontarci: il vuoto spirituale, la conoscenza di noi stessi, le nozioni utili del passato e del futuro.

Tramite il computer, affermano i suoi araldi, renderemo migliore l’istruzione, la religione, la politica, le nostre menti e, soprattutto, noi stessi. Questa è, ovviamente, una sciocchezza, e solo i giovani, gli ignoranti o gli sciocchi possono crederci.

In un mondo popolato da persone convinte che il paradiso sia raggiungibile attraverso maggiori informazioni, lo scienziato informatico è re. Ma io sono del parere che tutto ciò sia un monumentale e pericoloso spreco di energie e di talento umano. Immaginate cosa si potrebbe realizzare se questo talento e queste energie fossero dedicati alla filosofia, alla teologia, alle arti, alla letteratura fantastica o all’educazione? Chissà cosa potremmo imparare da queste persone, forse il perché delle guerre, della fame, dei senzatetto, delle malattie mentali e della rabbia?

Ci daranno l’intelligenza artificiale e ci diranno che questa è la via alla conoscenza di noi stessi … la comunicazione globale istantanea … la strada della comprensione reciproca … la realtà virtuale … la risposta alla povertà spirituale. Ma questo porterà solo tecnici, imbonitori, informazione spazzatura e idioti tecnologici.

Henry David Thoreau ci aveva detto: “Tutte le nostre invenzioni sono solo mezzi perfezionati per un fine imperfetto.” … Goethe ci aveva detto: “Si dovrebbe, ogni giorno, cercare di ascoltare una canzone, leggere una bella poesia, guardare una bella fotografia e, se possibile, pronunciare qualche parola ragionevole.”… Socrate ci aveva detto: “La vita non studiata non vale la pena di essere vissuta “. … Il profeta Michea ci aveva detto: “Di che cosa il Signore ha bisogno da te se non che ti comporti giustamente, ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?” E posso dirvi … cosa ci hanno detto Confucio, Isaia, Gesù, Maometto, Buddha, Spinoza e Shakespeare … Non c’è via di fuga da noi stessi. Il dilemma umano è lo stesso da sempre e non risolveremo nulla di fondamentale nascondendoci nella gloria della tecnologia.

Neil Postman

Fonte: darkmoon.me
Link: https://www.darkmoon.me/2019/amusing-ourselves-to-death/
30.09.2019

[1]orgy porgy. Canti e rituali per controllare in modo spirituale gli atteggiamenti sessuali individuali.
[2] centrifugal bumble puppy. Un gioco in cui i bambini rincorrono una palla, lanciandola prima su una piattaforma, da cui rotola giù per uno scivolo e cade su un disco rotante che la immette in una traiettoria casuale.

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