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La Redazione

 

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DI NUOVO FRATELLI D’ARMI

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A cura di Olimpia
Il 23 Agosto 2005
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DI ELIZABETH WISHNICK

Dal 18 al 25 agosto per la prima volta la Cina e la Russia stanno svolgendo un’esercitazione militare congiunta, che coinvolge 10.000 militari e una serie di moderne tecnologie militari, nella penisola di Jiaodong nella provincia cinese di Shandong e nel Mar Giallo.
I loro vicini nell’area asiatico-pacifica devono allarmarsi? Sí e no. Da un lato le esecitazioni della Missione di Pace 2005 sono il segno di una potenziale sfida della Cina e la Russia ad un ordine di sicurezza asiatico dominato dagli Stati Uniti. D’altro lato però, rivelano le differenze negli obiettivi russo-cinesi che limiteranno la futura cooperazione strategica.
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Le ripercussioni di Andijan
La Missione di Pace 2005, organizzata all’interno della struttura dell’ Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), riflette l’apprensione sempre maggiore di Mosca e Pechino per quanto riguarda le destabilizzanti conseguenze politiche del coinvolgimento militare americano vicino ai loro confini. I leader russi e cinesi interpretano l’appoggio dell’amministrazione Bush alle “rivoluzioni colorate” in Georgia, Ucraina e Kirghizistan come prova evidente dell’impegno per un cambio di governo nella regione, e individuano una misura diversa di valutazione nella la sua condanna della repressione dei manifestanti a maggio ad Andijan in Uzbekistan, nell’ambito della politica antiterrorismo.

Durante il vertice di luglio in Kazakhistan, i rappresentanti dell’SCO hanno fatto appello a Washington affinché stabilisca una scadenza al suo utilizzo delle basi in Asia Centrale. Il ruolo degli Stati Uniti nell’evacuazione dei rifugiati uzbechi da Andijan, sullo sfondo di un atteggiamento sempre più critico nei confronti degli abusi del governo uzbeco sui diritti umani, hanno infine portato il presidente Islam Karimov a sospendere i privilegi statunitensi sulle basi militari proprio poche settimane dopo. Il Segretario alla Difesa Ronald Rumsfeld ha poi fatto un viaggio nella regione per assicurare che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto accesso all’altra loro base in Kirghizistan e il diritto di varcare i cieli del Tagikistan, che appoggia le operazioni degli Stati Uniti e della NATO in Afghanistan.

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Questo non vuol dire che l’SCO si stia trasformandoin una NATO euroasiatica. La Cina è stata la forza motrice di questa unione, mentre la russia è stata più cauta guardando con diffidenza gli sforzi cinesi di espandere i suoi obiettivi economici in quella che Mosca per molto tempo ha considerato la sua sfera d’influenza. Il governo di Vladimir Putin è stato molto chiaro nel rifiutare qualsiasi ruolo dell’SCO nella sicurezza collettiva, preferendo lasciare questa funzione nell’ambito della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS). Nell’ottobre del 2003 la Russia ha stabilito la sua base in Kirghizistan, che ora ospita una piccola forza di spiegamento rapido della CIS, e ne ha creata un’altra in Tagikistan nell’ottobre del 2004.

Location, location
La Missione di Pace 2005 segue le esercitazioni antiterroristiche precedenti del 2002 in Kirghizistan e in Kazakhistan e del 2003 in Cina, ma si distingue per la sua composizione e per la sua inaspettata collocazione. La Missione di Pace 2005 prevede un ipotetico conflitto etnico che scoppia in un terzo paese, che chiede aiuto ai suoi vicini e alle Nazioni Unite. Data l’opposizione della Cina a partecipare alla maggior parte degli interventi internazionali, questo scenario è già di per sé abbastanza sconcertante, ma i dettagli sulle esercitazioni fanno emergere anche altre questioni.

In origine la Russia aveva proposto di svolgere l’esercitazione a Xinjiand, data la sua possimità della base aerea russa in Kirghizistan. La Cina invece ha suggerito la provincia di Zhejiang, di fronte a Taiwan. Quando la Russia ha respinto la collocazione, giudicandola troppo provocatoria, i due paesi si sono accordati per svolgere l’esercitazione nella provincia di Shandong.

La Russia sta contribuendo con un esiguo numero di forze, appena 1.800 sulle 10.000 totali, ma ha coinvolto un contingente navale consistente della Flotta Russa del Pacifico, compresa una grossa nave d’assalto BDK-11, la nave da guerra antisommergibile Marshal Shaposhnikov, il cacciatorpediniere Burny, e alcuni sottomarini diesel. Le squadre navali si uniranno alle forze cinesi per simulare uno sbarco anfibio su una testa di ponte nella penisola di Jiaodong. I bombardieri russi (bombardieri strategici Tu-95S Bear e bombardieri a lunga gittata Tu-22M3 Backfire) opereranno anche vicino a Qingdao, compresa la copertura aerea da parte degli aerei da combattimento SU-27SM armati con missili da crociera AS-15 con 3.000 chilometri di gittata contro obiettivi navali.

Un breve sguardo alla cartina dell’Asia Centrale indica che la maggior parte dei paesi dell’SCO a rischio di conflitto etnico (Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan) sono circondati da terra. A che pro quindi l’esibizione delle forze navali russo-cinesi in un’esercitazione dell’SCO?

Differenze Strategiche
Sebbene la Missione di Pace 2005 possa essere un’esercitazione congiunta, la Cina e la Russia stanno perseguendo mete diverse, e ci sono poche possibilità in futuro di interventi militari coordinati in paesi terzi. La Russia vede un’opportunità per allenare i suoi piloti, testare i suoi armamenti e, cosa ancora più importante, mettere in vetrina la sua tecnologia per l’acquisto cinese. Per la Cina invece l’esercitazione svolge l’importante funzione di addestramento, ma ha anche lo scopo di dimostrare il suo potere navale a Taiwan e ad altri vicini.

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Con lo sviluppo della relazione strategica sino-russa negli anni ’90, i funzionari russi hanno ripetutamente espresso il loro appoggio ad una politica per un’unica Cina. Ciononostante i leader di Mosca sono stati altrettanto decisi nel loro rifiuto di farsi coinvolgere in qualsiasi conflitto militare cinese con Taiwan, come dimostra il no allo svolgimento dell’esercitazione nel sud della Cina.

La Missione di Pace 2005 permette anche alla Cina di mandare un messaggio al Giappone riguardo la capacità di Pechino di difendere i suoi interessi nelle dispute territoriali all’estero, ma Mosca in questo senso ha interessi ben diversi. Il governo russo è riuscito a creare una guerra delle offerte tra Cina e Giappone per chi avrà accesso per primo al petrolio siberiano. Con la visita del presidente Vladimir Putin a Tokyo programmata per novembre, per discutere della questione territoriale e di cooperazione energetica, la Russia potrebbe voler dimostrare di aver un’opzione alternativa, in forma di relazione russo-cinese, nel caso i negoziati con il Giappone non dovessero andare bene.

Infine la Russia ha le sue preoccupazioni per le implicazioni strategiche a lungo termine di un’ascesa della Cina. Come preludio alla Missione di Pace 2005, a fine luglio il distretto militare dell’Estremo Oriente in Russia ha condotto l’esercitazione Vostok-2005 vicino al confine cinese, coinvolgendo 5.000 soldati e 14.000 dipendenti del Ministero degli Interni, del Servizio di Sicurezza Federale e del Ministero delle Emergenze, per prepararsi alla minaccia di gruppi separatisti e terroristi. Mentre la Federazione Russa si trova di fronte molte minacce separatiste, questo non succede nel distretto dell’Estremo Oriente. In questa parte della Russia i problemi di sicurezza riguardano la difesa di zone estese e gli squilibri demografici, soprattutto il vicino di fronte e partner strategico Cina.

Una più ampia agenda della sicurezza asiatica
Da settembre è diventato più difficile dividere in compartimenti la sicurezza asiatica. Gli ultimi eventi ad Andijan, in Uzbekistan hanno ripercussioni nel Mar Giallo, come dimostrano le esercitazioni militari sino-russe. Anche se su alcuni aspetti della sicurezza asiatica non sono d’accordo, la Cina e la Russia sono sempre più unite nella loro opposizione ad un ordine di sicurezza dominato dagli Stati Uniti. Per gli Stati Uniti e i loro alleati, questo significa che è tanto più importante escogitare un concetto di sicurezza regionale più ampio e più comprensivo, che tenga conto dei crescenti legami tra l’Eurasia e l’Asia orientale e che guardi oltre le strategie militari antiterrorismo per dedicarsi a piantare i semi dell’instabilità.

Elizabeth Wishnick è assistente universitaria di scienze politiche alla Montclair State University e si occupa di ricerca presso il Columbia University’s Weatherhead East Asian Institute. La si può contattare all’indirizzo [email protected]

Fonte: http://www.atimes.com/
Link: http://www.atimes.com/atimes/China/GH20Ad01.html
21.08.05

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da Olimpia Bertoldini

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