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La Redazione

 

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Dalla fine all’inizio per immaginare un futuro di pace

Siamo a un bivio: o ripensiamo la pace, come pace interiore per garantirci la nostra stessa sopravvivenza oppure non ci resterà che augurarci la pace perpetua, per un umanità malata terminale
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Il 1 Luglio 2022
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Di Raffaele Varvara per Comedonchisciotte.org
Ci hanno fatto credere di aver vissuto 70 anni di pace, tuttavia non solo le guerre ci sono sempre state ma quella che convenzionalmente chiamamo “pace”, in realtà è stata solo la pausa tra due conflitti. L’io egoico-bellico da millenni è stato abituato a costruire la pace a partire dall’armonizzazione delle strutture esterne del mondo. Per la prima volta nella storia, stiamo capendo che la vera pace si costruisce a partire dall’armonizzazione prima di tutto delle parti interne all’ io egoico-bellico, poiché solo a partire da uno stato di autentica pace interiore possiamo costruire un mondo senza guerre. Le guerre rappresentano la proiezione esterna dei conflitti interni e la pace costruita a tavolino negli incontri diplomatici è caduca, effimera.
La vera pace si costruisce “dandosi pace” interiormente con il risultato che tutti i nostri piccoli ii, convergono nell’unità, in un io in comunione. Oltre la sovranità nazionale, urge ritrovare un io sovrano, quel direttore d’orchestra capace di dirigere tutte le parti in modo da ottenere una sinfonia corale e armonica.
Siamo dunque a un bivio: o ripensiamo la pace, come pace interiore per garantirci la nostra stessa sopravvivenza oppure non ci resterà che augurarci la pace perpetua, per un umanità malata terminale. Tocca agli uomini e alle donne che hanno già compiuto un percorso di guarigione, accompagnare la vecchia umanità verso un sereno fine vita e avviare un vero e proprio percorso di riabilitazione, di ri-centratura dalla devianza indotta dal potere, di disassuefazione dalle abitudini tossiche del sistema. La fase più profonda dello scompenso degli equilibri interiori e sistemici si manifesterà in forma catastrofica; tuttavia non c’è da disperare perché l’apocalisse intesa come “rivelazione”, rappresenta un passaggio necessario per la rinascita. Il raggiungimento del fondo è propedeutico per l’umanità a dare un colpo di reni e risalire.
Questo fenomeno denominato da Ulrich Beck, catastrofismo emancipativo, può riscontrarsi anche a livello individuale: se al sopraggiungere di un infarto, ne consegue, il miglioramento dello stile di vita del paziente, allora quell’evento acuto è positivo perché, in fondo, ha operato un cambiamento migliorativo.
La diagnosi è ormai chiara, la terapia è nella Costituzione; il principio attivo non risiede nelle parole o nei principi fondativi, bensì nella straordinaria esperienza di sintesi che ha dato vita alla Costituzione. Il principio, l’inizio della nuova vita, si genera a partire dalla scintilla creativa ottenuta dall’unione degli opposti. Per fulminare il potere con un inedito lampo creativo, ciascuno di noi è chiamato a divenire l’equilibrio tra gli opposti, la sintesi perfetta tra tutti i poli: bisogna essere di sinistra e di destra, materialisti e animici, tecnici e mistici.
Solo così potremo opporre alla forma più grande di oppressione, la più forma più grande di libertà che risiede nell’atto del dare inizio alle cose, di essere principio di nuova vita, di riscoprire la potenzialità divina che risiede in ciascuno di noi.
Da questa prospettiva di pace interiore possiamo operare una dilatazione quantica e sconfinata di pensieri originali, non condizionati, rivoluzionari che si trasformano prima in parole, poi in fatti. Ci hanno fatto credere che non esiste alternativa a questo mondo in decomposizione. Dilatare i nostri pensieri, invece, per visualizzare il nuovo mondo, non è uno sterile esercizio di immaginazione utopica ma una pratica interiore di rinnovamento, guarigione e liberazione e, al contempo, una prassi rivoluzionaria rigenerante.
Dilatiamo ora i pensieri fino a immaginare come diventare agenti di pace.
Analizzandolo più in profondità, il conflitto tra le due superpotenze mondiali, è, in realtà, uno scontro tra il bene e il male, tra il 99% dell’umanità oppressa inconsapevolmente, disgregata e servile e l’1% delle oligarchie organizzate.
L’umanità è pronta ad archiviare l’io egoico-bellico foriero di guerre e conflitti ma questa volta non sarà un liberatore straniero a fermare la guerra, bensì l’intera umanità, liberata interiormente ed organizzata in un blocco sociale mondiale, ad intervenire nella storia ed evitare l’estinzione dell’uomo.
La furia cieca dell’io egoico-bellico, tuttavia, non si può reprimere, il suo potenziale distruttivo va lasciato sfogare per l’ultima volta nella storia, ma si devono evitare al massimo le sofferenze e le ripercussioni a lungo termine. Il blocco sociale rivoluzionario mondiale non può intervenire prima poiché il tempo della sua organizzazione è più lento rispetto al tempo dell’avanzata distruttiva dell’io egoico-bellico.
Il blocco sociale dovrà accompagnare l’ io geo-ego-centrato a toccare il fondo, impedendogli però di sprofondare in un abisso irreversibile. La furia genocida dell’ io egoico-bellico residuante nelle compagini conflittuali, va disinnescata per evitare il punto di non ritorno: l’internazionalizzazione di una guerra nucleare che distruggerebbe in pochi minuti tutto il progresso tecnologico conquistato in centinaia di anni.
Il progresso tecnologico invece è un patrimonio da preservare poiché grazie ad esso, se usato a favore della nuova umanità, organizzeremo i rapporti economici e sociali in modo più razionale. Oggi grazie al progresso della tecnica (di questo va dato atto al capitalismo) possiamo garantire un esteso livello di benessere a tutti.
La vittoria della nuova umanità e la sconfitta dell’io egoico-bellico di stampo comunista o neoliberista, si realizzerà a partire dalla consapevolezza che:
1. l’umanità si salverà da sola, c’è nessun liberatore esterno stavolta!
2. l’umanità nascente dovrà avviare un lungo percorso di recupero, cura e riabilitazione di un pensiero sconfinato e creativo,
3. l’ uomo nuovo sarà chiamato a centrare lo stato del suo io, istante per istante per non ricadere nelle trappole dell’io egoico-bellico (rivoluzione permanente).
Per schiudere alla vittoria della nuova umanità, la politica esercitata per mezzo della democrazia, limitata ai soli confini nazionali, è una via necessaria da percorrere ma non sufficiente, nè decisiva. Tutti gli strumenti della democrazia convenzionale hanno creato crepe nel muro dell’ordine dominante ma per abbatterlo, serve sconfinare con la nostra immaginazione e aprire a inedite soluzioni su scala internazionale.
La politica risponde integralmente agli interessi di un capitale sempre più irriformabile perché non disponibile a concedere nessuna modifica che metta in discussione il dogma del mercato e, di conseguenza, la propria stessa supremazia assoluta. Essendo il piano politico convenzionale irrimediabilmente contaminato e compromesso, la rivoluzione non sarà l’effetto di un processo lineare che avviene all’interno di un gioco istituzionale, bensì la risultante di nuove forme che si daranno i corpi sociali nel dispiegare il conflitto di classe.
La rivoluzione sarà dunque l’esito di una ritrovata e rinnovata coscienza/soggettività dell’umanità oppressa organizzata su scala internazionale; per favorire la formazione di questo rigido blocco sociale rivoluzionario mondiale, possiamo e dobbiamo utilizzare la globalizzazione a nostro vantaggio per trovare nuovi punti di contatto e inedite intese tra gli oppressi di tutto il mondo.
La ri-consapevolezza di una nuova umanità organizzata in un blocco sociale mondiale, porterà all’automatica de-competitivizzazione degli individui su scala globale. Ripudieremo le logiche competitive che mettono contro lavoratori cinesi e lavoratori europei perché rappresentano la causa della maggior parte degli scompensi fisici e psichici. Far ristagnare gli esseri umani nella competizione vuol dire far vivere gli uomini in uno stato perenne di dissonanza cognitiva, una frattura tra ciò che si sente/crede profondamente e ciò che si fa in forma manifesta. Se l’uomo continua a vivere in uno stato di dissonanza e non diventa consapevole di queste logiche contro-natura, prima o poi gli si presenterà un conto salatissimo, fatto di malattie, traumi/incidenti/guerre o disagi psichici: la depressione è infatti acclarata come il male del secolo; in generale, la correlazione tra lo stato di salute di una popolazione e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, è nota e dimostrabile.
Il folle sistema in cui siamo inseriti, ormai, non sta più in piedi per rispondere ai bisogni della collettività ma, oggi, al contrario, utilizza gli individui ponendoli in competizione perenne gli uni contro gli altri, per autoperpetrarsi. La de-competitivizzazione dell’umanità, in seguito al suo processo di ri-consapevolezza, equivale a colpire al cuore il sistema. Il superamento dall’io egoico-bellico in competizione all’io in connessione rappresenta un colpo mortale per il potere.
In conclusione, “Di Sana e Robusta Costituzione” che da comitato presto diventerà “organizzazione popolare rivoluzionaria”, offre al dibattito, 3 spunti di immaginazione per la pace e la convergenza dei popoli. Immaginate come può essere, liberata dall’io egoico-bellico, un’ umanità…
1. ri-consapevole – con una ritrovata coscienza degli oppressi su scala globale che porti alla formazione di un blocco sociale rivoluzionario mondiale,
2. senza competizione tra i lavoratori,
3. affrancata dai lavori alienanti per mezzo della tecnologia. L’ uomo non deve più lottare per guadagnarsi la sopravvivenza ma il suo tempo sarà impiegato per compiere il travaglio transfigurativo dall’io in competizione all’io in connessione…e avete compiuto l’atto rivoluzionario della giornata!
W la PACE, W la RIVOLUZIONE!

 

Di Raffaele Varvara per Comedonchisciotte.org

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