Riceviamo e Pubblichiamo.
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Fermare il genocidio in atto a Gaza per impedire che la lotta del popolo palestinese per i suoi diritti negati si risolva nel terrorismo
Questa è la posta in giuoco ancora una volta in Terrasanta.
La libertà ed i diritti del popolo palestinese sulla Terra dei suoi padri, il riconoscimento della propria sovranità politica come lascito legittimo della sua millenaria storia, il ritorno di Gerusalemme a capitale di tutti i popoli ed uno statuto internazionale come garanzia di libertà religiosa e civile, la sicurezza dentro e fuori i confini attuali di Israele che fu fondato per dare una casa in cui vivere in pace ad una comunità dispersa e perseguitata.
Il precipitare della crisi in tutto il Medioriente ripropone con forza i principi di una soluzione diplomatica che stoltamente, l’Europa che non c’è e un’Italia angosciata dalla rottamazione del suo vecchio welfare, avevano messo in soffitta, assistendo così inermi alle sciagurate primavere arabe ed al crescente disordine nel Mediterraneo di levante.
Bisogna dunque risollevare la testa.
L’indignazione e la severa condanna per la spirale di violenza e la mancanza di pietà che travolge qualsiasi codice bellico, non possono più essere contenute. Una realtà che si sperimenta già da troppo tempo, nel silenzio colpevole, quasi assuefatto della guerra in Ucraina che traccia il solco di una nuova “cortina di ferro”, costando la vita di migliaia persone ogni giorno.
La mobilitazione delle culture politiche cristiane e socialiste, devono trovare uno sbocco politico in una proposta di risoluzione del conflitto israelo-palestinese che non può essere che quello dei
“DUE POPOLI DUE STATI”
E cioè la pace e la sicurezza in Palestina a partire dal riconoscimento reciproco dei due Stati sovrani.
Una via d’uscita diplomatica su cui l’Italia può vantare una civile e meritoria tradizione. E su questo esercitare nel nostro Paese ed in tutto l’area euro-mediterranea, una pressione costante per impedire che le crisi vengano mai più utilizzate come strumenti di ostaggio dei rapporti tra le potenze mediorientali e sugli scenari globali.
Le prese di posizione del mondo multipolare, emerso dall’impotenza e dallo sfascio dell’ONU, ci confortano su questa strada.
Ci rivolgiamo a tutti ed in particolare a quello schieramento che ha fatto della battaglia contro l’offesa ai diritti sanciti dalla nostra Costituzione e le politiche liberticide, l’iniziativa per uno stato sociale non asservito alla voracità della Grande Finanza, perché insieme si possa lavorare con un salto di maturità politica a questo
STORICO OBIETTIVO DI PACE e di STABILITÀ nel MEDITERRANEO.
Le relazioni internazionali sono lo scenario da cui discendono le vicende degli stati-nazione. Il tempo fugge, ma la responsabilità di fermare la deriva di civiltà in atto è anche nostra. Non possiamo sottrarcene e limitarci alla sfera delle emozioni indotte dal sistema mediatico.
Qui e ora, tutti insieme, su questa piattaforma culturale e politica chiederemo l’adesione alle donne e gli uomini di buona volontà.
Vi chiediamo di firmare questa petizione di sensibilizzazione, presente sul nostro sito online a questo indirizzo www.culturazione.it e di diffonderla attraverso tutti i vostri canali social e durante gli incontri ai quali partecipate, con più persone possibile.
Le firme raccolte saranno poi inviate alle amministrazioni locali, nazionali ed europee.
Il Presidente
Dott. Massimo OrlandiniIl Vice- Presidente
Dott. Maurizio RomaniE tutto il direttivo di CulturAzione
Claudia Baroni
Laura Ventra
Marco Billeci
Rossella Di Pasquale
Elisa Albanese
Gabriele Rinaldi