Covid-19: l’ABC dei tamponi

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ovvero: la panico-demia da “tamponamento a catena”

 

Premessa: convengo che la terra non è piatta e che:
1) da circa un anno è emerso un ceppo di coronavirus denominato SARS-CoV-2;
2) SARS-CoV-2 è l’agente causale di una malattia chiamata CoViD-19;
3) SARS-CoV-2 ha una diffusione planetaria ignota, e l’OMS non ha mai dichiarato la pandemia[1];
4) la diagnosi clinica, nei casi gravi e ben documentati, è pacificamente condivisibile;
5) la contagiosità (numero medio di persone contagiate da una persona infetta) e la letalità (rapporto morti/infetti) di SARS-CoV-2 sono soggette a stime sempre più contrastanti a causa della crescente confusione fra “positivo al tampone” / “infetto” / “contagioso” / “malato”;
6) alla base di codesto caos mondiale stanno i cosiddetti “tamponi”.

Tutto ciò premesso, mi propongo di chiarire i limiti dei test RT-PCR che vengono eseguiti sul materiale prelevato mediante tampone naso-faringeo. Ciò permetterà di fare chiarezza anche sugli altri punti.

FALSI NEGATIVI (problemi con la sensibilità dei test).

Falsi negativi si verificano sostanzialmente nei seguenti casi:
A) il prelievo mediante tampone può essere inaccurato;
B) ci sono problemi di sensibilità intrinseci alla metodica, peraltro modesti nei pazienti anziani[2];
C) Persone con quadro clinico altamente suggestivo di Covid-19 possono risultare negative alla RT-PCR, anche ripetutamente. In tal caso i falsi negativi sarebbero comunque rari, quindi poco influenti sui grandi numeri;
D) Persone asintomatiche risultano ripetutamente negative. Anche in tal caso i falsi negativi sarebbero rari, quindi statisticamente trascurabili. Va anche rammentata una legge fondamentale della biologia: quando una nicchia ecologica è stabilmente occupata da una famiglia di microorganismi ben adattati -com’è il caso dei coronavirus nel nasofaringe-, difficilmente prenderà piede un ceppo meno adattato.
In conclusione, i falsi negativi hanno un peso trascurabile sul piano epidemiologico.

FALSI POSITIVI (problemi con la specificità dei test).

Falsi positivi si verificano sostanzialmente nei seguenti casi:
A) il passaggio preliminare RT “perde” specificità[3];
B) Il passaggio da tre a una sola sequenza “specifica” di SARS-CoV-2 è contrario ai basilari principi scientifici[4],[5],[6],[7], tanto da invalidare tutti quei test (vedere la figura sotto, da fonte[8], modificata);
C) il test PCR viene refertato come “positivo” dopo più di 35 cicli replicativi (Ct). Anche questo è contrario ai basilari principi scientifici[9] al punto da invalidate tutti quei test;

Un tipico referto di PCR per SARS-CoV-2
un test RT-PCR correntemente usato, che dà esito “positivo” pur rilevando un solo gene e con più di 35 cicli di replicazione. Il laboratorio stesso avverte che è del tutto inaffidabile

Ora, nessun laboratorista accetterebbe mai di eseguire e refertare un test con tante e tali carenze. Un collega ha così commentato: “se facessi uscire dal nostro laboratorio referti altrettanto fuorvianti per il test di gravidanza o per altri test di routine, verrei licenziato in tronco”…
D) C’è anche un limite di natura strettamente statistica: il valore predittivo positivo (VPP). VPP è la probabilità statistica che un test positivo individui una persona davvero infetta. Il VPP è alto se l’infezione è molto diffusa nella popolazione, mentre è tanto meno valido quanto meno diffusa è l’infezione. Nel nostro caso assumiamo pure che la prevalenza reale sia 10%, come proclamano i bollettini ufficiali (ma sappiamo che molti sono falsi positivi, cioè che la prevalenza è ancora più bassa). 10% è una prevalenza molto bassa, e  così il calcolo probabilistico dà il colpo di grazia all’affidabilità di un test che è già gravemente compromessa sul versante tecnico.
In conclusione: i falsi positivi hanno enorme rilevanza sul piano epidemiologico. Ignorarli significa sovvertire le indicazioni scientifiche su cui impostare le politiche sanitarie.

Che cosa comportano, in pratica, tutti questi limiti?

PER LE PERSONE MALATE, con un quadro clinico assai suggestivo di Covid-19 (febbre, dispnea, ossimetria < 90, immagini di polmonite “interstiziale” bilaterale, anamnesi di contatto con persona similmente malata), un test RT-PCR positivo corrobora[10] la diagnosi, mentre un test ripetutamente negativo la mette in dubbio e riorienta in parte la strategia terapeutica.
Comunque, l’esito del test, positivo o negativo che sia, non incide sui grandi numeri dell’epidemiologia.

PER LE PERSONE SANE, invece, cambia tutto. L’onere della prova che siano davvero “infette” ricade sui tamponi, e abbiamo visto quanti e quali problemi di affidabilità gravino sui “tamponamenti a catena”. Oltretutto, errori così madornali conducono all’errata valutazione che esistano centinaia di milioni di persone “infette ma non contagiose”, il che è un evidente paradosso per un’infezione a trasmissione aerea.

A questo punto il medico obietterà allo statistico che il suo calcolo presuppone l’esistenza di due gruppi di popolazione nettamente distinti: da una parte malati contagiosi e dall’altra sani non contagiosi. Verissimo: con i coronavirus esistono tanti portatori sani contagiosi, allora ammettiamo che tutto quel 10% di popolazione, positiva al tampone, sia contagioso. Quanto contagioso? Evidentemente ben poco, se dopo un anno la “pandemia” ha raggiunto solo il 10% della popolazione. Perciò torniamo al punto di partenza: restiamo con un test assolutamente inaffidabile e con la strategia anti-scientifica di “tamponare a catena” i contatti sani di persone sane.

Infine, i bollettini quotidiani che “danno i numeri” dei tamponi positivi spacciandoli per persone “contagiate”, non avvertono che vengono conteggiati più volte i tamponi ripetutamente positivi della medesima persona: si veda il “famigerato” esempio del calciatore Ronaldo[11].

Corollario 1: la prevalenza reale sulla popolazione si può misurare solo mediante test anticorpali davvero specifici, da eseguire su campioni di popolazione rigorosamente randomizzati (con eventuali pesature) e da ripetersi a intervalli regolari.

Corollario 2: se anche la prevalenza dell’infezione nella popolazione generale fosse quella comunicata ufficialmente (circa 10%) la contagiosità di SARS-CoV-2 sarebbe comunque inferiore a quella dell’influenza stagionale (altrimenti, dopo quasi un anno, dovremmo avere prevalenze ben più alte).
Questo fatto è confermato dai pochi casi di Covid-19 in Svezia, Giappone, Corea del Sud, Tanzania, e altri paesi[12], dove non si può dire che la contagiosità di SARS-CoV-2 venga “frenata” mediante misure di protezione individuale, distanziamento sociale, lockdown e addirittura coprifuochi, perché in quei paesi tali misure sono o inesistenti o assai deboli.

Corollario 3: estrapolando i dati ISS al 28/10/2020[13], ottenuti dalla revisione di 4.888 cartelle cliniche di pazienti deceduti essendo “positivi all’infezione da SARS-CoV-2”, possiamo stimare con buona approssimazione che, in Italia, sulle 37.468 persone esaminate, 1.311 sono morte “a causa di” SARS-CoV-2 [14], mentre 36.157 sono morte principalmente a causa di gravi malattie pre-esistenti (in media 3,5), a un’età mediana di 82 anni (range IQR: 74-88 anni).

CONCLUSIONE
Dall’analisi statistica dei dati ufficiali, esaminati alla luce della più aggiornata letteratura scientifica, risulta che:
i tamponi eseguiti su popolazione sana danno una schiacciante preponderanza di falsi positivi;
SARS-CoV-2 rivela una contagiosità e una letalità inferiori a quelle dell’influenza stagionale;
il terrorismo scatenato e continuamente alimentato dai mass media è del tutto sproporzionato rispetto al pericolo oggettivamente misurabile;
i leader politici di moltissime nazioni non sembrano voler ridimensionare codesta “panico-demia da tamponamento a catena”, anzi se ne fanno complici.

Gioco di parole sul termine tamponamento a catena, di auto e di Covid
Gioco di parole sul termine tamponamento, di auto e per Covid

 

 

Dottor Leopoldo Salmaso
specialista in Malattie Infettive e Tropicali
specialista in Sanità Pubblica
già “Esperto del Min. Affari Esteri” in Tanzania
già Direttore Distretto Sociosanitario 3, AULSS 16 Padova

 

[1] L’OMS non ha mai dichiarato ufficialmente lo stato di pandemia per CoViD-19. Tutto quello che abbiamo è una conferenza stampa in cui il DG Ghebreyesus dice: “Abbiamo valutato che CoViD-19 può essere caratterizzata come una pandemia”. Nessun atto protocollato da parte degli organi competenti in base allo statuto dell’OMS: Assemblea Generale (art. 21a) o Consiglio Direttivo (art. 28i).

[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7180649/

[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6374950/pdf/main.pdf

[4] https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/real-time-rt-pcr-assays-for-the-detection-of-sars-cov-2-institut-pasteur-paris.pdf?sfvrsn=3662fcb6_2

[5] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7255707/

[6] https://diagnostics.roche.com/global/en/products/params/cobas-sars-cov-2-test.html

[7] https://clinical.r-biopharm.com/wp-content/uploads/sites/3/2020/02/pg6815ruo_ridagene_sars-cov-2-ruo_en_2020-02-12_final.pdf

[8] http://www.medicinapiccoledosi.it/stefano-scoglio-perche-pieni-positivi-ce-un-trucco-nel-test/

[9] https://www.gene-quantification.de/miqe-bustin-et-al-clin-chem-2009.pdf

[10] la conferma diagnostica si avrebbe solo mediante coltura di particelle virali e loro tipizzazione, con successivo attecchimento in animali suscettibili.

[11] https://www.proiezionidiborsa.it/come-vengono-conteggiati-i-tamponi-del-coronavirus/

[12] https://comedonchisciotte.org/covid-19-svezia-e-tanzania-disobbedienti-a-chi/

[13] https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_28_ottobre.pdf

[14] Dopo un paio di mesi di comprensibile disorientamento, oggi abbiamo conoscenze e presìdi terapeutici tali da rendere la morte per Covid-19 alquanto improbabile. Vedere in proposito https://comedonchisciotte.org/covid-19-e-buona-pratica-clinica-faq/

 

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