Di Jacopo Brogi
In questo mondo occidentale in pieno caos amministrato e sempre più degenerato, accade che la polizia di un Paese autorizzi, quindi preventivamente, la messa al rogo del libro sacro dell’Islam di fronte ad una moschea. “Voglio esprimere la mia opinione sul libro del Corano, strapperò il Corano e lo brucerò”, queste erano le promesse dell’organizzatore della mobilitazione, proprio durante Eid al-Adha, festa del sacrificio celebrata dai musulmani in tutto il mondo.
La Corte d’appello svedese aveva appena riconosciuto l’ammissibilità di questo tipo di azioni: sbagliato che la polizia rifiutasse le manifestazioni a causa del rischio di un attentato; bruciare il Corano si puo’. La decisione, dopo che a gennaio scorso fu dato fuoco ad una copia del Corano davanti all’ambasciata turca di Stoccolma.
29 giugno 2023: detto fatto, Salwan Momika – origini irachene – ha preso a calci il Corano e poi lo ha bruciato dopo averlo riempito di fette di bacon, snocciolando frasi offensive contro l’Islam e sventolato la bandiera svedese. Tutto ciò sotto la protezione della polizia. L’uomo è stato poi denunciato per incitamento all’odio razziale.
Mentre la politica svedese si divide tra la salvaguardia della libertà di espressione e la necessità di sicurezza, e il Papa si dice “disgustato”, arriva ferma e unanime la condanna da parte di tutto il mondo musulmano: la Turchia parla di “atto spregevole”, mentre l’Iran lo definisce “un atto provocatorio e inaccettabile”. Il portavoce del ministero degli esteri Nasser Kanani va avanti: “Insultare le sacre scritture è una manifestazione di violenza e odio ed è contraria ai valori fondamentali dei diritti umani”.
Se sbagliare è umano, perseverare è davvero diabolico: e in Svezia, sempre più polveriera di immigrazione e di subbugli interni, in predicato per entrare nella Nato via Turchia (paese islamico), bruciare Corani sembra diventata una moda. Soprattutto per lui, Salwan Momika: altra manifestazione e nuovamente una copia del Corano dileggiata e calpestata (ma non bruciata nuovamente come promesso) davanti all’ambasciata irachena nella capitale svedese. L’azione blasfema e provocatoria, annunciata – e autorizzata dalle autorità (come sopra) – ha provocato reazioni violente in Iraq: assaltata e incendiata l’ambasciata svedese a Baghdad durante una manifestazione di protesta organizzata dai sostenitori del leader religioso Moqtada Sadr. La Svezia ha convocato l’ambasciatore iracheno, mentre Baghdad ha espulso l’ambasciatore svedese, minacciando la rottura delle relazioni diplomatiche in caso di nuove concessioni a manifestazioni anti-coraniche.
حمله طرفداران جریان الصدر عراق به سفارت سوئد و به آتش کشیدن ساختمان سفارت pic.twitter.com/T1Ur1hCWL2
— زرتشت (@zartosht111) July 20, 2023
“L’Unione europea condanna fermamente l’attacco contro l’ambasciata svedese in Iraq e chiede la protezione delle sedi diplomatiche a Baghdad, in linea con la Convenzione di Vienna”. E’ quanto ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell. “Attendiamo con impazienza la rapida adozione delle necessarie misure di sicurezza da parte delle autorità irachene per prevenire ulteriori incidenti e per portare davanti alla giustizia gli autori di questo attacco, come annunciato dal governo iracheno. Auspichiamo un rapido ritorno alla normalità nelle relazioni tra Iraq e Svezia”, ha aggiunto.
Baghdad ha espresso riprovazione per l’incendio dell’ambasciata; circa venti persone sono state arrestate ed il governo ha assicurato che i responsabili saranno processati.
Gli Stati Uniti hanno condannato duramente le azioni: “È inaccettabile che le forze di sicurezza irachene non abbiano agito per impedire ai manifestanti di irrompere per la seconda volta nel complesso dell’ambasciata e danneggiarlo”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.
E conclude: “Gli Stati Uniti hanno invitato il governo iracheno a onorare i suoi obblighi internazionali per proteggere tutte le missioni diplomatiche in Iraq”.
La questione sembra ingigantirsi a vista d’occhio, e la molla di tutto, non dimentichiamolo, è il Corano sotto attacco. Stesso schema: altro rogo del libro sacro islamico avvenuto il 21 luglio, a Copenaghen, per mano di un gruppo danese davanti all’ambasciata irachena. Quindi anche la Danimarca, dopo la Svezia, sempre sul banco degli imputati.
Da Teheran, il Ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian ha dichiarato che la Repubblica Islamica dell’Iran non accetterà il nuovo ambasciatore svedese, fino a quando Stoccolma non prenderà un’azione seria contro la persona che “insulta il Sacro Corano”. Rendendo noto ciò che ha riferito al suo omologo svedese, Tobias Billström:
“La persona che ha commesso questo imperdonabile insulto deve essere arrestata, processata e chiamata a rispondere delle sue azioni. Altrimenti, la Svezia dovrà attendere le decisioni decisive dei Paesi islamici”.
Tra le altre cose, l’adesione della Svezia alla Nato dipende dal placet della Turchia, e il sì di Erdogan al vertice di Vilnius sembrava una cosa seria, fintanto che non ha specificato che l’ultima parola spetterà al parlamento di Ankara, e non prima del prossimo ottobre.
“E ora? Rimangono un gruppo di manifestanti in Svezia che hanno scoperto di poter andare sui titoli dei media internazionali quando vogliono, una questione politica che continua a mettere i governi europei e musulmani l’uno contro l’altro e la realtà che, con quegli F-16 americani ancora in pista, l’adesione della Svezia alla NATO continuerà a dipendere dalla buona volontà del governo turco per almeno altri mesi”. Così l’analista e direttore del filoatlantico Eurasia Group, Willis Sparks.
Come riporta l’agenzia iraniana IRNA, la Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha condannato il ripetuto caso di profanazione del Sacro Corano, affermando che l’individuo che si cela dietro questa azione deve essere punito con la massima severità.
Per Khamenei, sostenendo il colpevole, il governo svedese ha dichiarato guerra al mondo musulmano: “Dovrebbe consegnare l’agente dietro il crimine al sistema giudiziario dei Paesi musulmani”. Ha continuato l’Ayatollah: ” I cospiratori dietro questa mossa devono sapere che il rispetto e la grandiosità del Sacro Corano aumenteranno di giorno in giorno e che tali cospirazioni e le persone dietro di esse non saranno in grado di impedire al Sacro Libro di brillare”.
Il messaggio di Khamenei sembra ben indirizzato e chiaro: troppe volte quest’Occidente, oggi in pieno caos amministrato e sempre più degenerato, ha usato e usa l’arma della destabilizzazione, della blasfemia, della distruzione, della colonizzazione e del saccheggio per imperversare nel mondo.
Chi provoca, chi cospira contro il mondo musulmano lo fa puntando alla sua balcanizzazione, all’esportare quel caos che viviamo noi “del mondo libero”, che troppo spesso non capiamo quanto la nostra “società dei diritti” stia diventando una prigione di tirannia e intolleranza.
Di Jacopo Brogi
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23.07.2023
FONTI
https://en.irna.ir/news/85176725/Iran-will-not-accept-new-Swedish-ambassador-will-not-send-envoy
https://www.agi.it/estero/news/2023-07-20/assalto-ambasciata-svezia-tensione-iraq-22318215/
https://www.gzeromedia.com/sweden-the-quran-and-nato