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C’è stato un colpo di stato in Italia, senza sangue, senza pistole e senza stivali. Ma comunque un colpo di stato. Il veto del Presidente al Ministro delle Finanze proposto dai partiti populisti, vincitori a valanga delle elezioni generali di Marzo, rappresenta un grave attacco alla volontà democratica del paese.
E’ stato un colpo di stato tecnocratico, influenzato dall’UE e dal grande-business, per isolare e indebolire il sentimento popolare anti-Bruxelles che pervade l’Italia. Ha portato al collasso i negoziati per formare il nuovo governo e ha reso necessarie nuove elezioni.
Dobbiamo essere onesti nel descrivere ciò che è successo in Italia: le elezioni democratiche di Marzo sono state sostanzialmente annullate da tecnocrati che si preoccupano più degli euro-finanzieri che della gente comune.
L’Italia è stata gettata in una grave crisi politica da quell’establishment che è stato respinto dall’euroscetticismo diffuso in tutto il paese. Nelle elezioni di Marzo, in effetti, i Partiti tradizionali – PD e Forza Italia – sono stati decimati dagli elettori. Hanno subito un duro colpo alle urne, con il PD che ha ottenuto il 18,7% dei voti e Forza Italia un ancor più triste 14%.
Nel frattempo i partiti populisti, Movimento Cinque Stelle (M5S) e Lega (in precedenza Lega Nord), sono saliti alla ribalta della vita politica. Il M5S ha ottenuto il 32,7% dei voti e la Lega il 17,4% – una crescita enorme rispetto al 4% ottenuto nelle elezioni del 2013.
Questi Partiti hanno “vinto un biglietto” per affrontare l’austerità, alleggerire gli oneri fiscali, far fronte alle Istituzioni Europee – con particolare riferimento al debito verso la BCE – e bloccare l’immigrazione clandestina. Lo svuotamento dei Partiti che hanno gestito l’Italia per decenni è stato una delle espressioni più chiare dello scontento popolare verso la politica del passato, comune a tante persone in tutta Europa.
Ma è un malcontento che l’establishment non vuole più tollerare. E così è intervenuto in Italia, con la vecchia élite a sostenere che la volontà popolare è stata troppo dirompente e che comunque deve essere diluita da coloro che sanno meglio cos’è che c’è da fare.
Quindi, parallelamente ai lunghi e tormentati tentativi del M5S e della Lega di formare un governo, i funzionari dell’UE hanno fatto pressione sui nuovi leader italiani per annacquare certe politiche e per sbarazzarsi di certe persone.
Agendo in gran parte attraverso il Presidente Sergio Mattarella (una posizione solo semi-democratica nella vita politica italiana), Bruxelles e altri influenti attori europei hanno chiarito che certe idee e certi individui non sarebbero stati accettati nel nuovo governo italiano.
Le proposte della nuova coalizione per aumentare la spesa pubblica a dispetto delle regole di stabilità dell’eurozona, la sua insistenza sul fatto che l’immigrazione in Italia debba essere più strettamente controllata, la sua opposizione alle sanzioni europee sulla Russia, le altre politiche sostenute da questi due Partiti popolari ..… sono state apertamente criticate dai funzionari dell’UE e poi ammorbidite sotto pressione di Mattarella, mentre la coalizione cercava di forgiare il nuovo governo.
Ad un certo punto Matteo Salvini, leader della Lega, si è sentito provocato al punto da dichiarare: “… stiamo subendo l’ennesima inaccettabile interferenza da parte di funzionari europei che nessuno ha mai eletto”.
Non contenta d’intromettersi nel processo decisionale dei partiti popolari italiani, la vecchia élite ha dato istruzioni su coloro che potevano o meno includere nel loro governo. Il Presidente Mattarella ha bloccato la nomina di Paolo Savona, economista italiano di 82 anni, per la carica di Ministro delle Finanze.
Perché? Perché Savona è un euroscettico, spesso assai pungente. Ha descritto l’eurozona come una “gabbia tedesca”. Ha detto che l’Italia potrebbe dover “uscire dall’euro” se l’alternativa è “finire come la Grecia”. I punti di vista di Savona, a quanto pare, lo rendono improponibile per le cariche pubbliche e così il Presidente Mattarella ha posto il veto, basato sul fatto che il suo euroscetticismo avrebbe reso nervosi i finanzieri europei e minacciato l’economia italiana. Tutto questo ha causato le dimissioni del Primo Ministro scelto congiuntamente da Lega e M5S, Giuseppe Conte, e ora ci saranno nuove elezioni.
C’è chi ha sottolineato che anche altri Presidenti hanno posto il veto su alcuni Ministri, in passato. Questo è vero, ma è davvero un evento molto raro per un Presidente. Ma, fatto ancor più importante, conosciamo il motivo per cui è stato posto su Savona. Henry Newman di “Spectator” [settimanale politico inglese], ha sostenuto che normalmente lo si pone solo se ci sono preoccupazioni “per incompetenza, nepotismo o conflitto d’interessi”. Su Savona, invece, il Presidente ha posto il veto “sulla base delle sue opinioni”.
Smisurata la portata politica di questo veto: mentre il popolo italiano esprime un sentimento di massa, una “figura” espressione del vecchio establishment impedisce a un Ministro euroscettico di entrare in carica. E’ chiaro che la gente e la vecchia classe politica vogliono cose molto diverse; evidentemente e in modo allarmante, è quest’ultima che “deve vincere”.
L’usurpazione della volontà popolare si riassume meglio in colui che è stato promosso da Mattarella come Primo Ministro in sostituzione di Giuseppe Conte: Carlo Cottarelli, ex alto funzionario del FMI, di solito chiamato “Mr. Scissors” per la sua insistenza sui tagli alla spesa pubblica.
Quindi, i milioni di italiani che hanno votato per quei partiti populisti che affermano di voler invertire i tagli alla spesa pubblica e sfidare le regole di stabilità dell’eurozona, si trovano ora ad essere governati da un tecnocrate portatore di una visione completamente diversa. Si ritrovano con l’opposto di quello per cui hanno votato. E’ questo il colpo di mano, è questo il colpo di stato tecnocratico, è questo lo scontro con un establishment che pensa di sapere meglio delle persone comuni com’è che dovrebbero essere gestite le loro vite.
E’ questo il modo in cui ora funziona la vita nell’Eurozona. Le persone e i Partiti per cui la gente vota vengono cancellati dalla “classe degli esperti”, dai tecnocrati e dalle forze del grande-business, in quanto irrazionali, pregiudizievoli o pericolosi, mentre la volontà popolare viene annullata nel nome del mantenimento dello status quo.
Tutto questo lo abbiamo visto nella furia dell’UE, quando ha beffeggiato la rivolta francese, olandese e irlandese contro la sua Costituzione, un decennio fa. Lo abbiamo visto nei tagli alla spesa pubblica in Grecia e in Irlanda che le persone in quei paesi non volevano, lo vediamo nei continui sforzi di Bruxelles e dei suoi utili idioti in Gran Bretagna, per indebolire o addirittura far fuori il nostro voto di massa in favore della Brexit.
Alle persone che vogliono restare nell’UE chiediamo di osservare la realtà dell’Istituzione per cui si stanno battendo: non è la felice e allegra unione dei popoli europei presente nei loro sogni da poveri illusi, ma un’imponente macchina oligarchica che irride la sovranità nazionale, che considera la volontà democratica come un fastidio da spazzare via, che ritiene la gente comune troppo ignorante per prendere importanti decisioni politiche.
Abbiamo bisogno che la gente si rivolti sempre più numerosa contro l’elitarismo europeo che detesta le opinioni del popolo e il principio di democrazia, così duramente conquistato.
Brendan O’Neill – Spiked on-line
Fonte: www.spiked-online.com
Link: http://www.spiked-online.com/newsite/article/the-putsch-in-italy/21444#.Ww1w3kiFPIU
29.05.2018
Scelto e Tradotto da FRANCO per www.comedonchisciotte.org