C’è stato in Israele un “fallimento dell’intelligence” simile a quello dell’11 settembre?

Probabilmente no. Ecco perché.

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Kevin Barrett
kevinbarrett.substack.com

Sì, l’incapacità di Israele di prevedere e limitare le conseguenze dell’Operazione al-Aqsa Flood è stato un monumentale fallimento dell’intelligence. Forse perchè alcuni membri del governo israeliano avevano deliberatamente rinunciato a difendere il muro di confine con Gaza? Questa è la chiara insinuazione contenuta nel nuovo articolo di David Ignatius sul Washington Post, che paragona l’Operazione al-Aqsa al false flag dell’11 settembre.

Ignatius, considerato da molti come lo scriba non ufficiale della CIA, definisce il 7 ottobre “l’11 settembre di Israele” e afferma che la stessa “strana cecità” che aveva colpito l’apparato di sicurezza nazionale statunitense durante gli attacchi dell’11 settembre si è verificata anche in Israele il 7 ottobre.

Ignatius sa senza dubbio che l’11 settembre era stato un auto-attentato. Presumibilmente è consapevole che elementi pro-Israele nell’alto comando degli Stati Uniti avevano deliberatamente accecato le difese statunitensi durante l’estate del 2001, in modo che Israele potesse fabbricare una “nuova Pearl Harbor” e darne la colpa musulmani. E lascia intendere a grandi linee che le stesse forze potrebbero essere dietro la debacle di Israele del 7 ottobre.

Ignatius ha ragione?

Non credo. Ecco perché.

In primo luogo, Hamas è un’organizzazione militare reale e altamente competente che gode del sostegno passivo di quasi tutti i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa e del sostegno attivo di molti governi. (Supporto palese nel caso dell’Iran, negabile per altri Paesi). Hamas è assolutamente in grado di ottenere un successo militare sconvolgente come quello del 7 ottobre. Nel 2014, guidato dal leggendario comandante Mohammed Deif “il Leone della Palestina”, Hamas aveva sconfitto Israele, ma era stato poi privato dei frutti della vittoria da una diplomazia occidentale disonesta.

Al contrario, “Al-Qaeda” è sempre stata solo uno strumento delle agenzie di intelligence alleate degli Stati Uniti. Nata come database della CIA per la gestione dei mujaheddin antisovietici, Al Qaeda non è mai esistita come organizzazione indipendente con effettive capacità militari, tanto meno con una strategia.

Mohammed Heikal, giornalista egiziano di lungo corso, ex portavoce del governo e “il più importante commentatore politico del mondo arabo”, aveva spiegato:

“Bin Laden è stato sorvegliato per anni: ogni telefonata era monitorata e al-Qaeda era infiltrata dai servizi segreti americani, pakistani, sauditi ed egiziani. Non avrebbero potuto tenere segreta un’operazione che richiedeva un tale grado di organizzazione e di sofisticazione.” [Guardian, 10/10/2001]

In secondo luogo, la grande vittoria di Hamas del 7 ottobre non aiuta Israele dal punto di vista strategico, come aveva fatto l’11 settembre. Negli ultimi anni, la forza di Israele è stata la sua falsa campagna di normalizzazione e la sua capacità di nascondere il suo crescente estremismo e l’accelerazione del genocidio in Palestina. Ora tutto questo è finito, grazie al 7 ottobre. Come ho spiegato di recente in un’e-mail a Josh Mitteldorf:

Uno scenario LIHOP [Let it happen on purpose, lasciarlo accadere di proposito] è possibile. Ma quale fazione israeliana lo avrebbe fatto? La vecchia guardia del Mossad non ha alcun interesse per Netanyahu e la sua coalizione di pazzi. Lo farebbero per sbarazzarsi di Bibi e dei suoi collaboratori ancora più folli? Probabilmente no, perché questo non farebbe altro che irritare i pazzi estremisti e metterli ancora più saldamente al comando.

Sono stati quindi i pazzi estremisti a prendere il pieno controllo, a mettere da parte la vecchia guardia del Mossad e a preparare la “terribile repressione”? È possibile. Ma dubito che gli estremisti possano distrarre le truppe di confine a Gaza in modo coordinato con l’attacco di Hamas all’insaputa della vecchia guardia.

In ogni caso, dal momento che Israele è condannato dall’ascesa dei suoi estremisti lunatici e che l’operazione al-Aqsa Storm renderà i lunatici ancora più lunatici, si tratta di una vittoria strategica a lungo termine per la Palestina. Come la vittoria di Hezbollah nel 2006, dimostra che i Sionisti possono essere battuti e serve a risollevare il morale. Inoltre, distruggerà la “normalizzazione”, costringerà l’intero mondo islamico a difendere al-Aqsa, richiamerà l’attenzione sul fatto che Israele è caduto nelle mani di maniaci genocidi e, in generale, getterà le basi per la liberazione della Palestina.

Quindi, poiché è strategicamente dannoso per il Sionismo, non lo vedo come un probabile false flag. Come “Al-Qaeda” nel caso dell’11 settembre, i responsabili dovrebbero essere sia abbastanza brillanti da riuscirci, sia abbastanza idioti da volerlo fare.

Diamo credito ai combattenti palestinesi per la loro creatività, competenza e coraggio.

Trascrizione di una mia intervista a Press TV

Domanda. Cosa ha spinto i palestinesi a mettere in atto questa operazione senza precedenti? Cosa c’è dietro il suo successo?

I palestinesi sono stati massacrati, bloccati e affamati, rinchiusi in veri e propri campi di concentramento come la Striscia di Gaza e sottoposti a infiniti soprusi. I loro bambini vengono uccisi per divertimento dai soldati dell’IDF. I loro quartieri vengono isolati con posti di blocco orwelliani e i coloni illegali rubano sempre più territorio. Le loro case vengono invase e demolite. Le loro donne vengono aggredite, i loro luoghi sacri profanati, i loro ulivi sradicati, i loro sistemi idrici, fognari ed elettrici distrutti. Le loro scuole e le loro ambulanze vengono bombardate, i loro adolescenti vengono falciati dagli aerei mentre giocano a calcio sulla spiaggia e i loro corpi vengono bruciati con il fosforo bianco. Armi sperimentali vengono testate su di loro. I leader più coraggiosi vengono presi di mira e uccisi. E chiunque venga sorpreso a resistere e non venga ucciso viene imprigionato e torturato.

Come popolo che vive sotto occupazione, i palestinesi hanno il diritto, secondo la legislazione internazionale, di usare la forza militare per cercare di liberarsi dall’occupazione. Considerando il trattamento orribile che continuano a ricevere, non sorprende che siano disposti ad avvalersi di questo diritto.

Il genocidio al rallentatore in corso in Palestina ha quindi posto le basi per l’operazione Al-Aqsa Storm. Ma la causa scatenante è stata l’escalation di profanazioni da parte del regime sionista della moschea di al-Aqsa, il più antico e grande monumento architettonico del mondo islamico.

Negli ultimi mesi, e ancor più nelle ultime settimane e giorni, i Sionisti hanno invaso la moschea e attaccato i fedeli. Hanno fatto di tutto per brutalizzare donne e anziani. La polizia israeliana ha scortato i coloni all’interno della moschea, li ha osservati mentre attaccano i fedeli ed è intervenuta per picchiare e arrestare i musulmani che cercavano di difendersi.

I coloni sionisti che hanno invaso la moschea sotto la protezione della polizia non solo sono intrusi e prepotenti. Intendono distruggere al-Aqsa e le loro invasioni hanno lo scopo di estromettere gradualmente i Musulmani dalla moschea e farla passare sotto il controllo sionista. Una volta che i Musulmani saranno stati completamente espropriati del loro più grande tesoro spirituale e architettonico i Sionisti lo distruggeranno per potervi “ricostruire” un tempio per i sacrifici di sangue.

L’Operazione Al-Aqsa Storm è stata lanciata principalmente in difesa della santa moschea da cui il Profeta Maometto, pace su di lui, era asceso nel ‘Isra wal Mir’aj, incontrando i profeti precedenti, tra cui Mosè e Gesù, mentre saliva alla presenza di Dio. Al-Aqsa è il simbolo preminente della spiritualità islamica e dell’ecumenismo monoteista. Per i Musulmani è importante quanto il Vaticano per i Cattolici. Per i Musulmani, permettere che al-Aqsa venga invasa, profanata e distrutta “non è un’opzione”, così come i Cattolici non permetterebbero che il Vaticano venga invaso, profanato e distrutto.

Quindi Hamas, nella sua eroica difesa di al-Aqsa, non rappresenta solo i palestinesi. Rappresenta l’intero mondo islamico. Ogni leader musulmano sulla terra deve far sapere al mondo, in modo chiaro e inequivocabile, che tutti noi siamo dalla parte dei palestinesi.

Domanda. Qual è la probabilità di un’invasione via terra di Gaza? Crede che la situazione possa degenerare in un conflitto più ampio?

Netanyahu ha apertamente proclamato le sue intenzioni genocide: “Trasformeremo Gaza in un’isola deserta. Ai cittadini di Gaza dico: dovete andarvene subito. Prenderemo di mira ogni singolo angolo della striscia”. In altre parole, Netanyahu minaccia di uccidere i 2,3 milioni di persone rinchiuse nel campo di concentramento a cielo aperto noto come Striscia di Gaza, nel caso rifiutassero di andarsene. E loro si rifiuteranno. Ma Netanyahu sterminerà davvero i 2,3 milioni di detenuti del campo di concentramento? Ha intenzione di caricarli su dei vagoni e spedirli nelle camere a gas? Anche se pensasse di avere l’approvazione dell’opinione pubblica mondiale, crede davvero che Hezbullah e la Repubblica Islamica dell’Iran, e molto probabilmente altre nazioni e organizzazioni regionali, resterebbero a guardare e permetterebbero il totale sterminio dei gazesi?

Se è vero che l’entità sionista ha una potenza di fuoco sufficiente per annientare Gaza, anche i sostenitori dei palestinesi hanno una potenza di fuoco sufficiente per annientare l’entità sionista. Spero e prego che questo stallo di “distruzione reciproca sicura” dissuada i Sionisti dall’attuare la “soluzione finale al problema palestinese” di Netanyahu. Un’invasione via terra più limitata di Gaza, tuttavia, è probabilmente inevitabile. E, se i Sionisti continueranno a subire pesanti perdite, cosa che sembra probabile viste le ottime prestazioni militari dei palestinesi (per non parlare del coraggio), non si può escludere un’escalation genocida.

Domanda. Si sta speculando sul fatto che Hamas abbia voluto far deragliare i colloqui di pace tra Arabia Saudita e Israele per evitare che il conflitto palestinese venisse nascosto sotto il tappeto. È vero? Se sì, Hamas ha avuto successo nel suo tentativo?

Hamas probabilmente temeva che i sauditi, autoproclamatisi custodi degli altri due grandi santuari del mondo islamico, si stessero preparando a fare un passo indietro e a permettere che la Moschea di al-Aqsa venisse distrutta mentre il popolo palestinese subiva un graduale sterminio. Questa sembra essere la politica della leadership saudita. Ma la popolazione dell’Arabia Saudita e del resto della regione del Golfo, al contrario dei leader, sostiene con forza i palestinesi, si oppone alla “normalizzazione” con Israele voluta dai loro leader ed è disposta a morire per difendere al-Aqsa.

Hamas si è quindi trovato di fronte ad una situazione difficile: i sionisti guidati dagli estremisti controllavano gran parte della leadership regionale e stavano spianando la strada per un attacco ancora più grande alla Palestina. Come dice Sam Husseini: “… la scacchiera era fondamentalmente predisposta affinché Israele colpisse i palestinesi. Questo e altri fattori – come il fatto che il presidente turco Erdoğan abbia di recente ha incontrato Netanyahu per la prima volta – hanno reso evidente che Israele era pronto ad infierire contro i palestinesi. Non so, ma sospetto che Hamas sia giunto alla stessa conclusione e abbia deciso di colpire per primo”.

Attaccando per primi e ottenendo una grande vittoria, i palestinesi hanno riunito e risvegliato i popoli della regione, compresa l’Arabia Saudita, rendendo impossibile per la leadership saudita portare avanti il suo progetto di “normalizzazione” profondamente impopolare.

Domanda. Qual è l’impatto del conflitto sul suo futuro corso? Come si svilupperà? L’estrema violenza di Israele potrà costringere i palestinesi a fare marcia indietro?

Come gli americani in Vietnam, Iraq e Afghanistan, Israele si trova di fronte ad una situazione impossibile e senza speranza. Più usa la violenza, più viene odiato. Uccidi un nemico e ne spuntano dieci nuovi al suo posto.

I palestinesi hanno raggiunto da tempo il punto in cui non hanno davvero nulla da perdere. Come Putin, secondo cui “un mondo senza la Russia non ha senso”, [anche per i palestinesi] non c’è alcun senso nel vivere in un mondo senza la Palestina. E, naturalmente, i Musulmani non accetteranno mai un mondo senza al-Aqsa. Quindi, i palestinesi e i loro sostenitori sono pronti a morire per la loro causa.

Non così i Sionisti. La maggior parte di loro ha la doppia cittadinanza e può vivere abbastanza comodamente in Europa occidentale o orientale, in Russia, in Nord America o persino in Sud America. Qui in Marocco, i marocchini ebrei che erano stati convinti con false promesse ad emigrare in Israele saranno accolti calorosamente. Avevano commesso un terribile errore facendosi infinocchiare dalla propaganda sionista e coinvolgere in una guerra contro centinaia di milioni di persone che non hanno paura di morire. Ma il governo e il popolo marocchino sono pronti a perdonarli e a riprenderli a casa.

Il progetto sionista ricorda la frase del famoso fumetto “Pogo” di Walt Kelly dell’epoca del Vietnam: “Abbiamo incontrato il nemico, e siamo noi”. Gli israeliani sono i loro peggiori nemici. L’invasione, l’occupazione e la pulizia etnica dei palestinesi, in una regione in cui centinaia di milioni di persone condividono la lingua, la cultura e/o la religione delle loro vittime, era destinata a fallire. Dieci milioni di tribalisti ebrei, per quanto ricchi, potenti e ben ammanigliati, non possono sconfiggere definitivamente quattrocento milioni di arabi e due miliardi di musulmani. L’unica strada realistica, che è sempre stata aperta agli israeliani, è l’integrazione pacifica nella regione sulla base della libertà e dell’uguaglianza. Purtroppo, l’insopportabile arroganza degli israeliani l’ha preclusa fin dall’inizio.

Kevin Barrett

Fonte: kevinbarrett.substack.com
Link: https://kevinbarrett.substack.com/p/did-israel-just-experience-a-911
09.10.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

 

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