DI PAOLO BARNARD
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Prefazione fissa: cos’è la Disruption.
Per Disruption oggi s’intende lo sconvolgimento, in positivo o in negativo, delle società e dell’economie portato dall’arrivo di nuove tecnologie dotate di una potenza mai vista dalla Storia umana. Il termine Disruption esprime il seguente concetto: tutto cambierà come mai visto prima, e nulla sarà più come prima. Ne consegue che, nel Terzo Millennio, non comprendere la Disruption equivale alla progressiva esclusione di Stati e individui da tutto, fra cui lavoro, produzione, salute, democrazia.
Non si può scrivere una piccola enciclopedia della Disruption iniziando a raccontare le cose che già, almeno di nome, sono sula bocca di tutti, come l’Artificial Intelligence, le App, la robotica, i super computer, la Blockchain o Big Data. Questo perché è fondamentale, prima, darvi lo strumento per capire cosa si nasconde dietro a tutto questo immane potere tecnologico, cioè proprio come fa a funzionare alla base. Infatti quasi nessuno lo sa.
Ogni singolo oggetto Digitale che oggi esiste, da quelli nella tasca del cittadino fino ai sistemi industriali e intercontinentali, deve la sua straordinaria capacità al seguente e davvero strano concetto:
Mucchi di elettroni sparati dentro a circuiti contando sull’alta… probabilità che si comporteranno come desiderato. Questo è il succo della grande scoperta chiamata Meccanica Quantistica. Senza di essa non esisterebbe il Digitale, né la Disruption.
A questo punto vi chiederete: la tech del futuro che già oggi domina il Pianeta sta in piedi su… calcoli di PROBABILITA’? Sembra una frase assurda, ma vi garantisco che è precisamente il modo in cui nell’essenza più profonda un cellulare usa la Rete, un computer crea una grafica, un laser esplora lo Spazio, una risonanza magnetica cerca immagini, un robot industriale riconosce una vite, l’Artificial Intelligence pensa, o l’energia illumina le città.
Ora scomponiamo parola per parola quell’affermazione, e alla fine avrete compreso tutto ciò che è fondamentale capire su come le incredibili tecnologie della Disruption siano potute nascere e possano fare ciò che fanno.
DIGITALE.
Il Digitale è venuto dopo l’Analogico come applicazione tecnologica, e il primo è diventato sinonimo di modernità, quindi di tecnologie della Disruption, diciamo infatti “l’era Digitale”. Ma cosa sono? Si tratta di due tipi di segnali elettronici diversi, che portano dentro di sé le ‘informazioni’ che poi i nostri gadget o macchinari trasformano in colori, immagini, numeri, parole, istruzioni, suoni ecc. Partiamo dal più ‘vecchio’.
L’Analogico è un segnale fluido e continuo. Se lo vedeste su un grafico è disegnato come una riga ondulata che va su e giù in vari modi ma che non s’interrompe mai. Il Digitale è invece un segnale non fluido e discontinuo. Se lo vedeste su un grafico immaginate la stessa riga ondulata del segnale Analogico, ma che se osservata alla lente d’ingrandimento è invece formata da tanti pezzettini a sé stanti e separati.
Questa caratteristica del Digitale, di essere appunto formato da pezzettini a sé stanti e separati, ha fatto sì che il suo segnale elettronico potesse essere maneggiato in modi mai pensati prima e con applicazioni mai possibili prima, producendo quindi molti dei miracoli tecnologici che oggi compongono la Disruption.
MECCANICA QUANTISTICA.
La domanda da farsi è: chi scoprì che l’energia può anche essere intesa sotto forma di pezzetti a sé stanti e separati, invece che, come sempre si pensò, sotto forma di un flusso unico e continuo? A inizio novecento un gruppo di fisici europei, fra cui Max Planck e Niels Bohr, notò delle stranezze nell’energia dei gas riscaldati. Era come se gli elettroni di quegli atomi si comportassero in modo assurdo. Ci doveva essere una spiegazione inedita. Scoprirono che l’energia degli elettroni – quindi ciò che noi chiamiamo generalmente energia – non era un flusso continuo, in realtà esisteva in blocchi precisi e assolutamente separati. Chiamarono questi blocchi col nome latino di Quanta, da cui proviene il nome della loro scienza, la Meccanica Quantistica.
Si trattò di una scoperta sconvolgente, perché cambiava totalmente l’idea delle struttura dell’energia. Se gli umani fossero rimasti fermi all’idea di energia che si comporta come flusso unico e continuo, non avremmo mai scoperto come gli elettroni si comportano davvero, e dunque come usarli nel Digitale. Quindi non avremmo mai visto l’epoca degli Ipad, dei touch screen, o delle macchine intelligenti, cioè Artificial Intelligence, Blockchain, robotica futuristica, e super computers, e oggi non avremmo il cambiamento epocale chiamato Disruption.
Ma un poco più in profondo si trova un’altra scoperta clamorosa della Meccanica Quantistica, che è l’altro pilastro del funzionamento di tutte le tecnologie della Disruption.
La fisica moderna, da Newton ad Einstein, aveva stabilito leggi sull’energia che erano state comprovate e quindi certificate come leggi certe. Quando l’umano usa l’energia, dissero, essa si comporta in modi certi sempre. La Meccanica Quantistica buttò invece queste certezze all’aria. Un esperimento dopo l’altro dimostrò infatti che quando l’umano usa gli elettroni, essi non si comportano con certezze, ma solo secondo leggi di… probabilità. I fisici tradizionali, fra cui anche Einstein, rimasero allibiti e non ci credevano. Ancora un attimo e tutto avrà senso.
LA PROBABILITA’ DELLA QUANTISTICA E COME FA FUNZIONARE LE TECH DIGITALI.
Per farla davvero semplice, la spiego così: tutti immaginiamo che un impulso elettronico dato a un computer, a un robot tech o a un cellulare, significhi che degli elettroni osservabili come microscopici operai sono diretti con certezza dagli scienziati a una meta. Sbagliato. La realtà dimostrata dalla Meccanica Quantistica è fantasticamente diversa.
In realtà quando parte un impulso elettronico in un computer, nessuno scienziato sa con precisione dove quegli elettroni sono e come si comportano. Quello che si sa con certezza è che vi sono probabilità che un numero di essi arrivino in un preciso luogo. E allora ecco che conoscendo con certezza il calcolo di quelle probabilità gli scienziati sono in grado di fare previsioni precise su dove un certo numero di elettroni (l’impulso elettronico) arriverà per far funzionare qualsiasi apparato Digitale.
Avete letto bene: probabilità e previsioni. Il trucco sta nel numero di elettroni che viaggiano in un computer, che è inimmaginabile per la mente umana. Per capire, pensate a un tizio che se ne sta in cima a un grattacielo e che tira una monetina in strada nella speranza di beccare la fessura di un parchimetro. Se ipoteticamente quel tizio avesse milioni di miliardi di tentativi a disposizione e li potesse fare ogni secondo d’orologio, il calcolo delle probabilità che entro ogni secondo un numero di monetine finisca davvero nel parchimetro sarebbe prevedibile con precisione.
E’ esattamente così che si comportano gli elettroni (energia) in tutto ciò che esiste di Digitale al mondo, ma anche in tutto il resto dell’universo, salvo che lo fanno alla velocità della luce e non in lunghi secondi come nell’esempio del grattacielo. E allora adesso ha senso rileggere…
Mucchi di elettroni sparati dentro a circuiti contando sulla probabilità che si comporteranno come desiderato.
Senza il genio di Planck o Bohr, e altri addirittura più di un secolo fa, io non potrei postarvi queste righe, voi non potreste leggerle in autobus sul cellulare, e non staremmo parlando del più straordinario, ma anche inquietante, cambiamento nei nostri destini da sempre: la Disruption.
Bè, questo inizio è indispensabile perché ora sapete meglio com’è fatta davvero questa energia ‘nuova’ che dal vecchio mondo Analogico ci ha portati nel mondo Digitale. Cioè sapete che una radicale nuova comprensione di come si comportano gli elettroni, scoperta un secolo fa, è ora la ragione per cui esistono il banale telefonino ma anche i super computers che accendono le luci di tutto il pianeta. E sapete il nome della scienza che oggi produce i miracoli d’immagini, colori, suoni, e intelligenze artificiali che abbiamo attorno, e con essi la Disrutpion: la Meccanica Quantistica con la sua visione probabilistica dell’universo che il buon Alber Einstein mai accettò.
Ora siete pronti per il resto della Disruption. Avete le sue basi vere.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: https://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=2109
9.10.2018