ANCORA GUAI A MURDOCHLAND

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DI MIKE WHITNEY
Information Clearing House

Venerdì il leader laburista
Ed Miliband si è augurato un crollo dell’impero di Murdoch, dicendo:
“Credo che abbia troppo potere sulla vita pubblica dei britannici
[…]. Dobbiamo stare attenti a una situazione in cui una persona può
possedere più del 20 per cento del mercato dei quotidiani […]. Credo
che non sia sano.”

Miliband ha un buon fiuto per i sentimenti delle folle, e questo è il motivo per cui i suoi indici di gradimento sono saliti nei sondaggi delle ultime settimane. I suoi commenti rappresentano un cambio radicale nelle attitudini verso la proprietà dei media dopo le rivelazioni su Millie Dowler, la tredicenne vittima di omicidio i cui messaggi telefonici erano stati intercettati dagli investigatori impiegati da Murdoch.Il pubblico ora capisce che la concentrazione dei media ha portato a terribili abusi che devono essere corretti. Mentre si allarga l’indagine sulle intercettazione telefoniche, le iniziative per rivedere le regole per la proprietà dei mezzi di comunicazione potrebbe guadagnare forza.

Ma Murdoch non può preoccuparsi di

cose simili in questo momento. Deve far fronte a questioni più importanti,

come lo spegnere le fiamme che stanno minacciando di consumare ancor

di più le sue proprietà. Quello su cui si sta concentrando è una

crisi gestionale e su come risalire la china per non essere trascinato

dagli eventi come gli è successo sinora. Questo è il motivo per cui

ha lanciato una impressionante campagna di Mea Culpa durante

la quale due dei suoi direttori hanno dato le dimissioni (di venerdì),

Murdoch si è personalmente (e pubblicamente) scusato con la famiglia

di Millie Dowler, e News Corp. ha pubblicato un avviso di due pagine

nelle loro edizioni di punta, sabato e domenica, dichiarando in grassetto:

“CI DISPIACE”.[…] “Siamo dispiaciuti per le gravi malefatte

che si sono verificate […] Siamo profondamente spiaciuti per il dolor

sofferto dalle persone colpite”, (eccetera) firmato Rupert Murdoch.

Mea culpa, mea culpa, mea

maxima culpa.”

Quindi, Murdoch sta prendendo le cose

sul serio per fermare l’emorragia. Ma funzionerà? Il primo test sarà

il 19 luglio, quando lui e suo figlio James dovranno apparire davanti

al Select Committee in Parlamento per rispondere alle domande

sulla controversia delle intercettazioni. Ci aspettiamo che il solitamente

caustico Murdoch tiri fuori il suo carattere migliore facendo tutto

il possibile per fermare la frana.

Ma la crisi non terminerà con queste

audizioni preliminari. Infatti, c’è ben poco che Murdoch potrà fare

per stoppare lo stillicidio delle nuove rivelazioni. Già ci sono voci

di “intrusioni” e “intercettazioni”, anche se, fino

a ora, le denunce non sono state circostanziate. Quello che è certo,

comunque, e che Murdoch Inc. sarà sotto il microscopio per un lungo

periodo di tempo. E si tratta di cose molto spiacevoli per le entrate

pubblicitarie e per le quotazioni azionarie.

Quindi, cosa potrà scoprire l’indagine?

Prima di tutto, ci sono gli aspetti

criminali. Dove sono le prove? Questo arriva dalla Reuters:

Il Primo Ministro britannico

Gordon Brown ha riferito mercoledì che la direttrice esecutiva di News

International, Rebekah Brooks, fu avvisata dalla polizia nel 2002 su

pesanti malversazione e possibili attività illegali dei giornalisti

che aveva al quotidiano.

[…] Mercoledì Brown

ha detto in Parlamento che all’inizio del 2002 i più alti funzionari

di Scotland Yard si incontrarono con l’attuale direttrice esecutiva

di News International e la informarono delle condotte scorrette da parte

del suo staff e della sorveglianza criminale realizzata per suo conto.”

(“Brown: La polizia riferì delle malversazioni di Brooks di News

Corps, Reuters)

Bene, allora sappiamo che le intercettazioni

venivano fatte e quanto si può salire lungo la catena di comando? Fino

a Murdoch?

Se così fosse, le intercettazioni

erano una politica dell’azienda? Sono le domande che hanno bisogni

di una risposta.

Ecco una chicca dall‘Hindustan

Times:

[…] un flusso continuo

di rivelazioni nelle ultime settimane suggerisce che i giornalisti al

News of the World intercettavano illegalmente fino a quattromila persone,

controllando le loro caselle vocali e, forse, ascoltando le loro conversazioni.

La lista di quelli che erano intercettati (spesso da investigatori privati

che lavoravano per conto del giornale) includono politici, stelle dello

sport, attori, altri giornalisti e chiunque era nelle cronache del periodo

[…].

Se è scorretto intercettare

i telefoni o prendere appunti delle conversazioni private (come l’onda

montante di rabbia sembra suggerire) allora diamo per scontato che si

tratti di una pratica comune e dilagante. I giornalisti spesso intercettano

o registrano segretamente le conversazioni. I giornali si introducono

nei computer e ottengono accesso alle banche

dati e alle informazioni finanziarie personali. Utilizzano conversazioni

registrate senza verificare la loro accuratezza e senza testare i nastri

per verificarne le alterazioni […].

In Gran Bretagna, è

presente un poco discusso ambito di giornalismo chiamato

“dark arts” nel quale i giornalisti ingaggiano per fare telefonate attori per poter ottenere informazioni o per far finta di essere qualcun altro con le persone con cui stanno parlando […].” (“Quando
i nodi arrivano al tabloid”, Hindustan Times)

Quindi, Murdoch è solo la punta dell’iceberg?

Sembra di sì. Ma se così fosse, allora non è giunta l’ora che il pubblico scopra quanto invadenti siano queste intrusioni nella vita privata? E le persone non hanno il diritto di sapere se i media stanno raccogliendo informazioni in modo legale? Sembra una cosa abbastanza semplice.

C’è un articolo interessante su The Nation intitolato “Roger Ailes ha intercettato i telefoni americani per Fox News?” di Leslie Savan che si focalizza
ancora di più su questi aspetti. Ecco un estratto:

Dan Cooper era una delle persone che ha contribuito a creare il canale Fox News con Roger Ailes, ed è stato licenziato nel 1996. Nel 2008 Cooper scrisse sul suo sito web che David Brock (ora direttore di Media Matters) lo aveva usato come fonte anonima, di sottofondo per fare un profilo di Ailes che stava scrivendo per la rivista New York. Prima che il pezzo venisse pubblicato, il 17 novembre del 1997 Cooper riferì che il suo impresario, Richard
Leibner, gli disse di aver ricevuto una chiamata da Ailes, dove identificava in Cooper la fonte, e ha insistito che Leibner lo mollasse […]. Cooper ha proseguito:

“Ho collegato i punti. Ailes sapeva che io avevo dato l’intervista a Brock. Di sicuro non è stato Brock a dirglielo. Ovviamente. Fox News ha avuto le registrazioni telefoniche di Brock dalla compagnia telefonica, e il mio numero di telefono era nella lista. È stato ne cuore di 1211 Avenue of the Americas, il quartier generale di News Corporation a New York, che Roger ha chiamato la Brain Room. La maggior parte delle persone pensò c’era semplicemente il dipartimento di ricerca di Fox News. Ma diversamente da chiunque altro, perché ho dovuto progettare e far costruire la Brain Room, sapevo che c’era un ufficio di controspionaggio e per le operazioni segrete. Quindi accedere alle registrazioni telefoniche era un gioco da ragazzi.” (“Roger Ailes ha intercettato i telefoni americani per Fox News?” Leslie Savan, The Nation)

Se Savan è nel giusto, allora anche gli altri grandi media sono probabilmente coinvolti in attività simili. Ma questo non suggerisce che i media non siano assolutamente i “guardiani del potere”, quanto piuttosto una minaccia agli interessi pubblici? Dopo tutto, nessuno sa come queste informazioni siano state usate. Potrebbe darsi che la proprietà stia usando le informazioni per ricattare politici o per eliminare nemici. È questo il motivo per cui molti parlamentari hanno deciso di non presentarsi alle elezioni del 2012 per un rinnovo, solo perché qualcuno nei media aveva qualcosa di compromettente che li avrebbe fatti apparire come i nuovi Anthony Wiener o John Edwards?

Da ultimo, c’è un risvolto da un altro articolo di The Nation, intitolato “Sky cade su Rupert Murdoch”:

[…] mentre si ampliano le rivelazioni sullo show dello scandalo sulle intercettazioni telefoniche, è evidente che News Corporation non è la solita impresa
commerciale. Oltre ai giornalisti, gli scrittori di gossip, la rete degli ex e attuali funzionari di polizia e ai controllori a libro paga, Rupert Murdoch ha operato in modo analogo a un servizio privato di intelligence.
E la minaccia di essere smascherato pubblicamente, sulla prima pagina del Sun o a pagina 6 del Post, dava a News Corporation la possibilità di esercitare la propria pressione su quei controllori curiosi o su
quei politici inguaiati che nessun altro avrebbe preso mai in considerazione.

L’inglese ha già l’espressione “parastato” per descrivere il tipo di forze oscure che operano attraverso e alle spalle della legittima autorità. È irragionevole pensare che in News Corporation, Fox, News International, Sky e nel resto dell’impero di Murdoch, stiamo assistendo allo smascheramento della para-corporation?” (“Sky cade su Rupert Murdoch”, D.D. Guttenplan, The Nation)

Ripeto: “Rupert Murdoch ha operato in modo analogo a un servizio privato di intelligence.”

Ohibò.

Nel Regno Unito la tempesta di fuoco non riguarda solamente le intercettazioni telefoniche. Riguarda i feudi delle mega-aziende e le oligarchie non elette che controllano il flusso di informazione e usano il loro potere a proprio vantaggio. Più l’indagine andrà avanti, meglio sarà per tutti. La trasparenza è il miglior disinfettante.

*********************************

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article28609.htm

17.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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