Anche l’Italia è un paese fuorilegge?

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Di Franco Maloberti per ComeDonChisciotte.org

Ho letto un articolo di un americano, Karl Sanchez, che sul suo Substack [1] si pone la stessa domanda relativamente agli USA. La sua analisi parte dalla carta delle Nazioni Unite e, in particolare, l’articolo 2, che al punto 3 dice:

Tutti i Membri risolveranno le loro controversie internazionali con mezzi pacifici in modo che la pace, la sicurezza e la giustizia internazionali non siano messe in pericolo.

Sembra evidente che quanto disposto da questo punto e i successivi siano disattesi non solo dagli USA ma anche da tutte le nazioni che fanno parte della NATO, inclusa l’Italia, e, quindi, sarebbero tutte fuorilegge. Per quanto ci compete, non si può pensare che le controversie tra Russia e Ucraina abbiano riguardato in qualsiasi modo l’Italia, e che l’autorizzino a parteggiare, assieme al cosiddetto occidente, per “difendere” una fazione. In verità, sono stati gli USA, a cui siamo “associati”, che hanno soffiato sul fuoco, istigando e finanziando i contrasti. Tutti sanno che Victoria Nuland è stata protagonista e artefice della politica statunitense in Ucraina (dalla gestione della “rivoluzione del Maidan” nel 2014 al radicamento del controllo di Washington sul governo di Kiev). Il tutto è documentato, incluso il fatto che gli USA hanno investito al dicembre 2013 cinque miliardi di dollari, come ufficialmente indicato dal Dipartimento di Stato USA nel documento [2] e dichiarato dalla stessa Nuland alla US-Ucraine Foundation Conference del 13 dicembre 2013. Solo i ciechi e le cheerleader che si fanno chiamare giornalisti non lo vedono. Dove siano i mezzi pacifici per risolvere le controversie è un mistero e sarebbe bene che il nostro ministro della difesa, ad esempio, spiegasse come le armi inviate in Ucraina (con elenco secretato) siano mezzi pacifici usati dall’Italia per risolvere le controversie internazionali. Se le armi non sono un mezzo che favorisce la pace, allora si deve parlare, anche per l’Italia, di comportamento fuorilegge.

È stato detto dalla prima ministra Meloni che la pace la si ottiene con la deterrenza. Ovvero, la pace la si garantisce con la capacità di impaurire e tenere a bada la controparte, creando una barriera insormontabile tra noi e l’altro che ci minaccia. Ma è proprio vero che l’altro ci minaccia? … In effetti, forse c’è chi ci minaccia. Ma non è la Russia, sembra. Invece è chi fa concorrenza sleale, chi comanda a bacchetta ma poi ci bacia sulla testolina, chi compra a prezzi stracciati le nostre aziende, chi ci riempie di basi militari in cui immagazzinare bombe, anche atomiche. E la Russia? In che modo ci minaccia? Ci sono esempi in giro pel mondo? Tipo l’aver sganciato bombe atomiche da qualche parte? Defogliato foreste intere? Usato proiettili con uranio impoverito? Essere indifferenti alla morte, come effetto collaterale, di cinquecentomila bambini iracheni? Rovesciato decine di governi democraticamente eletti? Rubato il petrolio ad altri paesi? Sarebbe carino ci si spiegasse contro chi dovremmo rivolgere la nostra deterrenza.

La deterrenza, poi, è un concetto un po’ strano che, francamente, non riesco a capire. Forse l’idea è ben compresa da chi vive o chi ha vissuto nelle banlieue o nelle borgate degradate delle grandi città, dove imperversano i bulli, dove non si può andare in giro di notte. O, forse, la deterrenza piace a chi produce armi e ai loro piazzisti o, anche, è la scusa dei bulli e dei loro amici. Non sarà che la deterrenza è quella usata dal lupo verso l’agnello della favola di Fedro? Oppure, quella usata dai cowboy per sterminare gli indiani? O, ancora, quella usata dagli israeliani per “difendersi” dai palestinesi cattivi? Da quel poco che ho imparato bambino, e che ho ritrovato nella definizione del vocabolario, la pace è (o dovrebbe essere):

La situazione contraria allo stato di guerra, garantita dal rispetto dell’idea di interdipendenza nei rapporti internazionali, e caratterizzata, all’interno di uno stesso stato, dal normale e fruttuoso svolgimento della vita politica, economica, sociale e culturale.

Cosa diversa dalla pax romana, quella che la Treccani ricorda essere una

Espressione attestata per la prima volta in Seneca (De providentia IV, 14), poi divenuta usuale per indicare il concetto della dominazione romana sul mondo intesa come garanzia di universale pace e concordia.

Questione di definizioni, quindi. E in base alla seconda definzione, l’occidente non si preoccupa molto di risolvere le controversie con mezzi pacifici, ma persegue, usando la deterrenza, la pax romana che, singolarmente, dovrebbe garanite pace universale e concordia, come facilmente verificato in Corea, Cile, Vietnam, Iran, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Libia, … e, ora, Ucraina e Palestina. Beh, la deterrenza funziona davvero!

L’articolo 11 della Costituzione recita:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Questo è uno dei dodici principi fondamentali [3] e come tale deve essere considerato. Invece, sia nel passato che ancor più nel presente, sentiamo pareri di legulei che snaturano il principio espresso dall’articolo 11 e ammettono le efferatezze a cui ora sempre più assistiamo. C’è una guerra tra Russia e Ucraina e l’Italia partecipa a questa guerra. Punto, a parer mio. Infatti, eludendo il principio fondamentale espresso dall’articolo 11, l’Italia ha ceduto (con la scusa di assicurare la pace) “materiali d’armamento alle autorità governative dell’Ucraina” [4], conformemente alle risoluzioni Foti, Molinari, Barelli e Lupi, alla n. 6-00079, Braga ed altri n. 6-00080 e alla Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 6-00082. Il decreto pubblicato sulla G.U. del 17 febbraio 2024, firmato da chi ha la responsabilità di difendere la costituzione, recita

Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza, connessa alla grave crisi internazionale in atto in Ucraina, di emanare disposizioni in deroga alla predetta legge 21 luglio 2016, n.145 per assicurare la partecipazione di personale militare alle iniziative della NATO per l’impiego della forza ad elevata prontezza, denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) …

Impiego della forza ad elevata prontezza, si legge! Poi, la legge 145 [5] a cui si deroga recita all’articolo 1

Al di fuori dei casi di cui agli articolo  78 e 87, nono comma, della Costituzione, la partecipazione delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o di altre organizzazioni internazionali cui l’Italia appartiene o comunque istituite in conformità al diritto internazionale, comprese le operazioni militari e le missioni civili di polizia e per lo Stato di diritto dell’Unione europea, nonché a missioni finalizzate ad eccezionali interventi umanitari, è consentita, in conformità a quanto disposto dalla presente legge, a condizione che avvenga nel rispetto dei principi di cui all’articolo 11 della Costituzione, del diritto internazionale generale, del diritto internazionale dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e del diritto penale internazionale.

Ovvero, a quanto capisco, si deroga alla norma “a condizione che avvenga nel rispetto dei principi di cui all’articolo 11 della Costituzione“. Ovvero si può andare alla guerra. Qualche dubbio? Per chiarire i termini della questione ci ha pensato Foti Tommaso [6] che al punto 3 della Risoluzione in Assemblea 6-00079 parla esplicitamente di una guerra divenuta ormai di posizione e di logoramento. Interessante anche l’intervento di Crosetto, disponibile nel lungo resoconto stenografico [7] della seduta 223 della Camera, dove parla esplicitamente di guerra, di armi, di dispositivi aerei navali e terrestri (per potenziare la postura di deterrenza) e dove ha spiegato che c’è sì una classificazione di segretezza sugli aiuti inviati a Kiev, ma gli otto pacchetto di aiuti militari sono equipaggiamenti e sistemi d’arma volti a rafforzare solo e soltanto le capacità difensive delle Forze armate ucraine. Meno male! Se garantisce lui!

Divertente, poi, il ribaltamento di frittata di Ettore Rosato che discetta sulla differenza tra armi difensive e offensive. Il prode Ettore, infatti, si chiede se un missile che arriva su un aeroporto da cui partono i bombardieri è arma difensiva o offensiva. Ma è una differenza semantica, dice, che dovrebbe convincere che stiamo facendo una cosa buona! Io, che sono un po’ tonto, ho finalmente capito che sparare un missile è ripudiare la guerra. Quel che conta è dove casca: se sulla testa di un russo è ripudio, ma se cade sulla testa di Ettore è guerra.

Gli elementi forniti sono utili al lettore per valutare il rispetto o meno del principio di cui all’articolo 11 della Costituzione. Non rispettare la Costituzione, nella sua vera sostanza, vorrebbe dire essere fuorilegge. Come linea guida possiamo usare il riferimento, non certo autorevole come il pensiero di Ettore, fornito da Scuola.net

Si parla di Costituzione violata se una “missione di pace” prevede combattimenti frequenti e specialmente l’uso delle bombe.

Leggo che l’Unione Europea dall’inizio dell’invasione russa ha fornito all’Ucraina sostegno economico, umanitario e militare per oltre 88 miliardi di euro (77,1 nel 2022). A questi si aggiungono i fondi forniti direttamente dai singoli paesi. Il totale per i paesi europei è stimato [8] in 156 miliardi di euro. Gli USA 71,8. L’Italia avrebbe inviato 3 miliardi di euro, il sistema antimissile Samp-T che costa 500 milioni e 32 missili Aster30 che costano due milioni l’uno. Ovvero, in totale, circa cinquecento milioni di pasti per poveri. In compenso, abbiamo aiutato lo sbaciucchiato Zelenz’kyj a incrementare un tantino il suo patrimonio.

Per quanto riguarda le armi, gli USA sono al primo posto con 44,34 miliardi, segue a grande distanza il Regno Unito con 4,89 miliardi; all’ottavo posto c’è l’Italia con 660 milioni. Sembra però, a sentire Cerasa del Foglio [9], che la vera cifra dell’impegno militare sia tre volte di più, 2,2 miliardi di euro. Quello che risulta oscuro è se e come si siano rispettate le regole di bilancio. In Europa, ade sempio, il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 prevedeva 14,9 miliardi per il settore sicurezza e difesa. Di quanto si sia speso, non si sa. Comunque, il 5 maggio 2023 è stato deciso di acquisire munizioni di artiglieria del calibro 155 mm per il costo di un miliardo di euro nell’ambito dello strumento europeo per la pace (EPF). Questa erogazione, secondo Borrel, si aggiunge alla precedente fornitura di due miliardi per arrivare a un sostegno militare totale dell’UE all’Ucraina di 5,6 miliardi, sempre provenienti dal fondo per la pace (sic!). Conforme alla legge (ovvero, fuorilegge) questo? Chi lo sa! Comunque, è carino vedere che l’UE compra armi coi soldi destinati alla pace.

Una buona quota dei finanziamenti UE è fatto da prestiti fatti all’Ucraina col fondo MFA (Macro-Financial Assistance) che si finanzia emettendo bond. I prestiti a lungo termine dovrebbero essere rilasciati in quote strettamente legate al rispetto di condizioni volte a rafforzare la stabilità macroeconomica e finanziaria. Come appare dal riferimento [11] i prestiti sono a 15 anni, a condizioni che … se non sono verificate … va bene lo stesso. In totale il fondo MFA (diventato ora MFA+) ha erogato all’Ucraina 42,2 miliardi di euro. Non sono esperto, ma mi sembra che l’UE si stia indebitando per fare prestiti a soggetti che non saranno in grado di restituire il dovuto. Non vorrei essere malevolo, ma l’ostinazione della UE a sostenere l’Ucraina non è, forse, per ragioni di difesa contro una invasione, assunta immotivata, dei russi, ma sul fatto che se l’Ucraina crolla, i debiti che ha con l’UE diventano un buco sostanzioso e, assieme a Banca Mondiale, Black Rock, Pimko e Fidelity, attorniati dagli arraffatori di fertile terra ucraina, sia europei che a stelle e strisce, possono fare tutti assieme  un bel quintiglio (tressette a cinque) per celebrare una perdita complessiva di circa quattrocento miliardi di Euro.

Di Franco Maloberti per ComeDonChisciotte.org

06.04.2024

Franco MalobertiProfessore Emerito presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Informatica e Biomedica dell’Università di Pavia; è Professore Onorario all’Università di Macao, Cina, dove è stato insignito della Laurea Honoris Causa 2023.

NOTE

[1]     https://karlof1.substack.com/p/why-the-usa-is-an-outlaw

[2]     https://2009-2017.state.gov/p/eur/rls/rm/2013/dec/218804.htm

[3]     https://www.governo.it/it/costituzione-italiana/principi-fondamentali/2839

[4]    https://temi.camera.it/leg19/temi/19_cessioni-di-materiali-d-armamento-alle-autorit-governative-dell-ucraina.html

[5]    https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2016-07-21;145

[6]     https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=6-00079&ramo=C&leg=19

[7]    https://www.camera.it/leg19/410?idSeduta=0223&tipo=stenografico

[8]    https://www.key4biz.it/soldi-allucraina-inviati-255-miliardi-dal-2022/472434/

[9]    https://www.ilfoglio.it/politica/2024/03/04/news/l-italia-per-l-ucraina-un-impegno-reale-che-vale-piu-delle-parole-6285678/

[10]  https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/05/05/eu-joint-procurement-of-ammunition-and-missiles-for-ukraine-council-agrees-1-billion-support-under-the-european-peace-facility/

[11]  https://eur-lex.europa.eu/EN/legal-content/summary/macrofinancial-assistance-to-ukraine.html

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