DI MICKEY Z
“Avviso: illustrazioni grafiche di tecniche estreme di tortura praticate da terroristi”
Essere uno scrittore che ogni tanto si occupa di questioni radicali ha i suoi vantaggi
Ad esempio, di recente un anonimo mi ha inviato tre video di tecniche di tortura adottate da terroristi (completi di descrizioni e didascalie). L’anonimo si è raccomandato di farne “buon uso”. Così, avendo a mente questa “missione”, consentitemi di darvi un piccolo assaggio – orribile e tuttavia illuminante – della mentalità terrorista.
Il primo filmato mostrava un prigioniero nudo e piuttosto malconcio chiuso in una piccola gabbia, troppo piccola da consentire alla vittima di stare dritto in piedi o sdraiato. Il malcapitato indossa una sorta di collare legato alla gabbia con una catena, come un guinzaglio.
Poi si vedeva un terrorista che entrava nella stanza, apriva la gabbia e staccava il guinzaglio dalla stessa. Usava poi il guinzaglio per portare via il prigioniero a quattro zampe. Sorprendeva vedere come la vittima non opponesse alcuna resistenza; probabilmente era l’effetto dello stato di prigionia: “L’ effetto calmante del terrore”.
Gli ultimi minuti del video mostravano il torturatore pieno di odio che spingeva il prigioniero giù in posizione prona a faccia in su, gli montava a cavalcioni inchiodandogli le braccia al lurido pavimento con le ginocchia. A questo punto, il sadico iniziava a prendere a pugni il viso e il corpo del prigioniero, in quello che appariva come un incontro di Arti Marziali senza arbitro. Il rumore che facevano i pugni era davvero nauseante.
Il secondo filmato iniziava con una vittima già denudata e a quattro zampe, apparentemente sotto l’effetto di un qualche sedativo o stupefacente. Nella stanza c’erano tre torturatori.
Uno teneva su la testa del prigioniero, in modo tale che potessero vedere quello che succedeva. Il secondo terrorista inseriva un tubo di plastica trasparente nell’ano della vittima. All’altra estremità del tubo c’era un grosso imbuto di plastica. Il terzo aggressore teneva un secchio pieno d’acqua. Nell’acqua nuotavano dei pesci argentati lunghi circa sei centimetri e larghi tre. Sollevava in alto il secchio e faceva cadere i pesci nell’imbuto. La forza di gravità spingeva i pesci a nuotare nel tubo di plastica e nell’ano della vittima.
Il video terminava con il viso inespressivo della vittima, con gli occhi all’indietro. Didascalia: “Dopo questo trattamento di certo sarà più mansueta”.
Terzo video: c’era un’altra vittima nuda bloccata da un intricato sistema di cinghie sopra un tavolo alto, le gambe divaricate e bloccate al petto dalle ginocchia, le braccia serrate al tavolo dai polsi e la testa tenuta ferma da uno spesso collare di ferro assicurato al tavolo.
A giudicare dai tagli, dalle ferite, dai lividi e dalle cicatrici, la vittima doveva essere stata picchiata brutalmente. Un terrorista era lì vicino, tenendo in mano un barattolo con un’etichetta “Salsa di Fuoco”. Con un pennello girava la salsa, poi lo avvicinava al naso della vittima. La vittima aveva un sussulto e si ritraeva: doveva sicuramente essere una sostanza piuttosto forte.
Il sadico aggressore poi utilizzava il pennello per “dipingere” lentamente e accuratamente i genitali depilati della vittima. Risultato: gemiti agonizzanti di dolore. E il tutto reso ancora più terrificante dai termini utilizzati per descrivere questa tattica di tortura: “Non puoi muoverti, non puoi urlare, non puoi riposare, non puoi fuggire: puoi solo resistere”.
Dopo aver visto il terzo video mi sono chiesto: che razza di odio deve provare uno in grado di praticare simili torture e di filmarle, per giunta? Chi sono questi selvaggi e chi li sta finanziando? ISIS? CIA? Mossad? Al Qaeda? Dove sono avvenute queste crudeltà, a Gitmo o in una prigione segreta della Corea del Nord?
E proprio in quel momento mi è arrivata una seconda mail che rivelava l’origine di quei tre video brutali. Che sollievo scoprire che si trattava di un falso allarme! La fonte era un popolare sito internet di pubblico accesso. Non era terrorismo, non era tortura e non era neanche illegale! Era solo spazzatura porno.
(E quelle che io chiamavo “vittime” erano solo delle donne che si prestavano ai video).
Mickey Z. – raggiungibile qui.
Fonte: http://worldnewstrust.com
Link: http://worldnewstrust.com/what-we-can-learn-from-leaked-terrorist-torture-videos-mickey-z
2.06.2016
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63