Gilbert Doctorow
gilbertdoctorow.com
La televisione russa sta sollevando un polverone a proposito della visita di Xi in Arabia Saudita e dell’importantissimo accordo per la denominazione in yuan degli acquisti di petrolio da parte della Cina. A questo proposito, i commentatori russi si spingono chiaramente più avanti rispetto agli stessi Cinesi, che, sul Global Times di ieri, un giornale cinese semi-governativo in lingua inglese, parlano più cautamente di “accordi in discussione” e “pagamenti parziali in yuan.”
Tuttavia, ci sono buone ragioni per credere che i Russi ne sappiano più di quanto i Cinesi o i Sauditi siano disposti ad ammettere pubblicamente. Dopo tutto, di recente sono trapelate notizie secondo cui i Cinesi da mesi inviano ogni settimana molti carichi di materiale militare alla Russia a sostegno della sua campagna in Ucraina, in violazione della loro presunta neutralità. Questo fatto è di per sé soggetto ad un blackout di notizie che Washington, per ovvie ragioni, non viola. Il solo parlarne accelererebbe la fine della globalizzazione e delle importazioni dalla Cina, cosa che, in pochi mesi, contribuirebbe a svuotare gli scaffali dei negozi americani. La sostituzione della produzione globale cinese nelle catene di approvvigionamento occidentali è una prospettiva ancora molto lontana nel tempo.
Non dimentichiamoci che la Cina è il più grande importatore di petrolio al mondo e che il potenziale uso della sua valuta negli scambi commerciali in alternativa al dollaro è l’evento storico che potrebbe segnare l’inizio della fine per il dollaro americano come valuta di riserva mondiale. La creazione del Petroyuan potrebbe porre termine, nel giro di pochi anni, alla centralità del Tesoro americano sul mercato obbligazionario globale. Se la domanda di dollari si riducesse, i tassi di interesse sui titoli di stato americani si alzerebbero rispetto ai livelli “artificiali” di oggi, livellandosi a quelli degli altri Paesi del mondo industrializzato, con la conseguenza che i contribuenti americani si accorgerebbero finalmente di quanto costa il finanziamento delle guerre americane. Con un po’ di fortuna, se riusciremo a superare l’attuale scontro con la Russia per l’Ucraina, la pace sulla Terra potrebbe diventare uno slogan da usare tutto l’anno e non solo uno o due giorni a Natale.
E chi potremmo dover ringraziare per questo potenziale cambiamento, evidente come la verruca sulla faccia dello Zio Sam? Vladimir Putin, ovviamente, novello Davide contro il Golia-NATO- americano che si muove sul territorio ucraino.
È evidente che il cambio di rotta in Medio Oriente contro gli Stati Uniti e verso la nascente potenza mondiale, la Cina, nonché verso la Russia, è stato indotto proprio dalle sanzioni statunitensi contro la Russia e, soprattutto, dal congelamento di 350 miliardi di dollari di beni russi depositati in Occidente. [Non deve essere sfuggito agli arabi che] queste punizioni, eccezionali e senza precedenti, potrebbero infatti essere applicate anche a Riyadh in qualunque momento e per qualunque motivo. E, a differenza della Russia, i Sauditi non potrebbero resistere ad un assalto economico e finanziario da parte dell’Occidente.
Quindi dico grazie, grazie ancora a Vladimir Vladimirovich per aver messo il mondo sulla strada di un multipolarismo pacifico.
Gilbert Doctorow
Fonte: gilbertdoctorow.com
Link: https://gilbertdoctorow.com/2022/12/09/xi-the-dollar-slayer/
09.12.2022
Traduzione di Roberto Pozzi rivista da Markus per comedonchisciotte.org