FONTE: ANTIMEDIA.ORG
Il coinvolgimento delle forze armate USA in una prossima esercitazione militare multilaterale in Sud America ha suscitato preoccupazioni su possibili secondi fini da parte degli Stati Uniti.
L’esercitazione, denominata “Operation United States United“, prevede l’installazione di una base militare temporanea in tre paesi che confinano con il Venezuela : Perù, Brasile e Colombia.
Secondo Theofilo de Oliveira, Gen. in Capo delle Forze Armate Brasiliane, l’esercito U.S.A. farà delle esercitazioni insieme ai tre paesi dell’America Latina, il prossimo Novembre, per un periodo di 10 giorni. Il militare brasiliano ha affermato che obiettivo dell’esercitazione è “sviluppare maggiori conoscenze, condividere esperienze e sviluppare fiducia reciproca”, ma il governo brasiliano ha vigorosamente smentito voci sulla creazione di una base militare multinazionale in Amazzonia.
Gli U.S.A. sono stati invitati a participare dal non-eletto presidente Michel Temer, che ha fatto crescere del 36% le spese militari brasiliane , congelando le spese pubbliche, con un controverso emendamento costituzionale, per due decenni .
Una relazione amichevole con l’esercito del Brasile è fondamentale per gli interessi strategici USA nell’America del Sud, ha dichiarato alla BBC Hector Luis Saint Pierre – coordinatore della sicurezza, difesa e strategia internazionale dell’Associazione Brasiliana Relazioni Internazionali – : “Il Brasile è partner militare strategico, se gli USA manterranno un buon rapporto con la marina brasiliana, sarà più facile che il loro messaggio arrivi agli eserciti dei paesi della regione “.
Pierre ha sottolineato che l’esercitazione è di particolare interesse per gli U.S.A., perché è una occasione di concentrarsi sulla situazione politica in Venezuela. Secondo Telesur, il presidente Donald Trump ha già incontrato i presidenti di Perù e Colombia per spiegare quali sono gli interessi degli Stati Uniti in Venezuela.
Come ha già scritto MintPress, il Venezuela è stato il bersaglio di una guerra economica prolungata, per le continue ingerenze U.S.A. nei confronti del governo di sinistra che ha portato al potere Hugo Chávez. Ma mentre al suo successore, Nicolás Maduro, va sicuramente addebitata parte delle colpe per la situazione che sta vivendo il Venezuela, gli U.S.A. hanno continuato a lavorare in segreto per devastare l’economia venezuelana con una combinazione di sanzioni e di manipolazioni del prezzo del petrolio.
Con le riserve di denaro in cassa che si stanno riducendo rapidamente, il governo Maduro rischia il fallimento nei prossimi mesi, in quanto quasi il 70 % delle riserve residue serve solo per pagare gli interessi sui prestiti concessi da governi stranieri. Quando comincerà l’operazione “America United”, la situazione in Venezuela sarà probabilmente già molto più grave di oggi e il governo di Maduro sull’orlo del collasso.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno sovvenzionato con 50-60 milioni di dollari i partiti dell’opposizione venezuelana dopo il fallito colpo di stato USA contro Chávez nel 2002, nel tentativo di rafforzare i partiti di destra. Ora, questa cifra è destinata a crescere sostanzialmente dato che il Senato è disposto a votare un disegno di legge che dovrebbe finanziare con altri milioni l’opposizione venezuelana, oltre ad alcune non-nominate ONG.
La legge, si chiama “Venezuela Humanitarian Assistance and Defense of Democratic Governance Act” e vuole offrire 10 milioni di dollari in “assistenza umanitaria” al Venezuela e altri $10 milioni per “promozione della democrazia.”
Come dice chiaro la stessa legge, gli U.S.A. sono estremamente interessati alla situazione finanziaria in Venezuela, che è particolarmente preoccupante per la possibilità che la Russia possa prendere il controllo delle infrastrutture petrolifere venezuelane, se il governo Maduro dovesse finire per dichiarare bancarotta.
Nel testo della legge, si fa riferimento alla Compagnia Petrolifera Statale Venezuelana PDVSA e alle sue operazioni con la Rosneft, compagnia statale petrolifera russa. Come rileva TeleSur: “Per paura che la PDVSA non possa ripagare i suoi prestiti da $ 4 e $ 5 miliardi ricevuti dalla Rosneft – a parte il rimborso degli altri debiti del Venezuela – il disegno di legge teme che la Rosneft potrebbe prendere il controllo della PDVSA CITGO Petroleum Corporation – una controllata della PDVSA che opera in USA – che controlla “infrastrutture energetiche cruciali” in 19 Stati USA. “Visto come la Russia abbia già confiscato il petrolio venezuelano per fatture non pagate, malgrado l’alleanza esistente tra i due paesi, questa paura non sembra infondata.
Mentre gli Stati Uniti fecero in passato altre esercitazioni in Sud America senza però fare tanto rumore, la tempistica, l’ubicazione e le nazioni coinvolte in queste nuove esercitazioni suscitano varie congetture sui veri obiettivi USA.
Dato il timore che hanno gli Stati Uniti che il petrolio venezuelano finisca nelle mani del governo russo, e data la documentazione storica sui rovesciamenti e sulle intimidazioni, fatte dagli USA, nei confronti dei governi di sinistra in Venezuela, l’operazione “American United” potrebbe essere anche più del “drill-trapano” come dice anche il suo nome – per far rientrare il Venezuela, insieme ad altre nazioni sudamericane, nell’ambito della storica influenza U.S.A.
Fonte: http://www.zerohedge.com
9.05.2017
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario