USA e NATO in preda a ‘Pazzia da Mar Nero’

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MARTIN SIEFF
strategic-culture.org

Quelli che gli dei vogliono distruggere, aveva detto Friedrich Nietzsche, per prima cosa li fanno impazzire. Che cosa penserebbe Nietzsche dell’attuale, assolutamente folle ossessione degli Stati Uniti e della NATO di spingersi fin dentro al Mar Nero? È un pensiero utile da cui trarre alcune considerazioni.

Il Mar Nero è stato ben al di fuori del tradizionale teatro di operazioni della NATO per la maggior parte della storia dell’Alleanza. Tuttavia, Bruxelles e Washington da tempo continuano ad accumulare nella regione risorse militari e visibilità, come api intorno al miele, o come una mandria impazzita di elefanti in corsa verso l’orlo di un burrone.

Eppure la presenza “sbandierata ai quattro venti” della NATO nel Mar Nero non protegge nessuno. Al contrario, mette in grave pericolo gli alleati dell’America nella regione, aumentando le tensioni e il pericolo che una guerra su vasta scala possa scoppiare per un incidente deliberatamente voluto (si pensi al Golfo del Tonkino nel 1964) e/o per un errore casuale o uno scontro armato che va fuori controllo.

La presenza avanzata degli Stati Uniti/NATO nel Mar Nero è una follia strategica. E replica in tutto e per tutto le stesse manovre guerrafondaie che gli Stati Uniti, con una stupidità da finto macho, conducono contro Pechino nel Mar Cinese Meridionale: una zona geografica da cui il popolo cinese aveva già subito un’invasione e un collasso sociale che era stato un vero e proprio genocidio, a seguito delle sconfitte inflittele da Gran Bretagna e Francia nella Prima Guerra dell’oppio (1839-1842) e dal Giappone imperiale, con la sua feroce invasione dell’estate 1937.

Washington sembra anche intenzionata ad aprire un terzo fronte contro l’Iran, portando avanti una politica parallela nel Golfo Persico e nell’Oceano Indiano.

Tre guerre simultanee contro tre grandi nazioni, due delle quali sono le più grandi e più popolose del mondo, per giunta armate con formidabili armi nucleari? La grande strategia americana, ammesso e non concesso che ce ne sia una, sembra avere come unico obiettivo il suicidio nazionale.

La cosa è particolarmente strana nel Mar Nero: l’alleato più forte e più importante di Washington nella regione, la Turchia è in procinto di essere espulso dalla NATO a causa della determinazione del governo turco ad acquistare l’eccellente sistema di difesa aerea russo S-400, il meglio al mondo nel suo genere.

Espellere Ankara non ha alcun senso logico per gli Stati Uniti e la NATO. La Turchia si è dimostrata vitale per la demente “strategia” di Washington del 21° secolo: suscitare disordini in tutta la regione, specialmente in Iraq e in Siria. Se la Turchia venisse cacciata dalla NATO, gli Stati Uniti non riuscirebbero più ad impedire ad Ankara di portare avanti una durissima repressione delle ormai quasi indipendenti enclavi kurde, una mossa che Iran, Iraq e Siria accoglierebbero con entusiasmo.

Peggio ancora, se gli Stati Uniti si spingessero fino al punto di sfidare la Convenzione di Montreux del 1936 e concentrassero nel Mar Nero navi da guerra, aerei da combattimento ed altri apparati militari, rischiano di vederseli tagliar fuori, qualora una inferocita Turchia dovesse bloccare lo Stretto del Bosforo ad Istanbul. Gli Stati Uniti non possono in alcun modo mantenere la propria e le altre forze della NATO, che dovrebbero “proteggere” nel Mar Nero l’Ucraina e la Georgia, se la Russia e la Turchia, sostenute dalla presenza amichevole di Cina ed Iran, decidessero di isolarle o di muovere contro di loro.

Gli Stati Uniti avrebbero quindi la scelta tra arrendersi, perdendo una catastrofica guerra convenzionale in un modo mai sperimentato prima o passare alle armi nucleari.

Il presidente Donald Trump continua a proclamare il suo desiderio di pace e sembra essere sincero, almeno a livello coscio. Eppure ha nominato e si è lasciato circondare dai peggiori estremisti e avventurieri. Il segretario di Stato Mike Pompeo, il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il comandante supremo delle truppe alleate in Europa (SACEUR), Curtis Scaparotti, hanno tutti asserito di voler di mantenere ed espandere la presenza militare statunitense nel Mar Nero.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, un uomo così spericolato e irresponsabile che non è nemmeno stato in grado di impedire che i ragazzi del suo stesso partito politico, nella sua natia Norvegia, venissero massacrati da un unico, folle estremista gonfio di odio, continua a versare con entusiasmo benzina su questa infiammabile regione, ebbro nella sua illusione di essere un leader coraggioso e competente.

Probabilmente il 99% degli Americani è più interessato al lato nascosto della Luna che alla storia e all’importanza strategica del Mar Nero. Eppure, senza dubbio, si lasceranno trascinare come al solito dai viscidi e superficiali demagoghi dei mass media e si adegueranno passivamente a queste politiche folli e deliranti.

La linea di fondo è fin troppo chiara: la presenza, in continua espansione, degli Stati Uniti nel Mar Nero non può essere sostenuta. Gli stessi Stati Uniti stanno spingendo la Turchia fuori dalla NATO e la cosa costringerà Ankara ad unirsi o a collaborare, per la propria protezione e sopravvivenza, con l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Allora Washington non sarà più in grado di cavarsela, infrangendo a suo piacimento la Convenzione di Montreux del 1936 per poter riempire il Mar Nero con le proprie navi da guerra.

Gli Stati Uniti dovranno a questo punto affrontare la scelta di rimangiarsi il proprio orgoglio, riconoscendo che i loro bluff hanno fallito, abbassare la cresta e ritirarsi dalla regione o affrontare la certezza virtuale di una catastrofe nazionale.

È fin troppo evedente quale sarà la scelta.

Martin Sieff

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2019/06/15/us-nato-consumed-by-black-sea-madness/
15.06.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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