di Stefano Di Francesco e Fabio Conditi
Comedonchisciotte
Sono trascorse appena poche settimane dalla devastante scossa che ha di fatto spaccato l’Appennino centrale, causando notevolissimi danni a molti centri urbani ed il loro conseguente abbandono da parte della popolazione.
Ma già oggi, questa tragedia epocale sembra essere scivolata nel dimenticatoio, superata dalle notizie e dagli eventi che inesorabilmente occupano i media nazionali.
Sempre più va diffondendosi nelle popolazioni colpite dal sisma, il sentimento di essere state già abbandonate al loro destino, condannate ad un esilio perenne, lontano dai luoghi a loro più cari. Lo stesso sindaco di Amatrice, in audizione al Parlamento, ha sollevato la questione, ritenendo che “qualcuno “ già si fosse defilato, dimenticando gli impegni presi tanto solennemente all’indomani del sisma.
La nostra proposta, la proposta di Moneta Positiva, ha invece lo scopo di fornire alle persone coinvolte dal terremoto la certezza di un domani migliore, senza dubbi e senza tentennamenti, restituendo loro ciò che purtroppo la natura selvaggia gli ha sottratto.
Lo scopo dell’iniziativa è trovare subito i finanziamenti per ricostruire i comuni distrutti dal terremoto, 6 mld di euro, senza aumentare il debito pubblico e senza pagare interessi. Questo si realizzerà attraverso l’esercizio da parte dello Stato della propria sovranità monetaria, così come del resto fanno la Germania, la Finlandia ed altre nazioni dell’Eurozona.
Lo Stato conia monete da 5 e da 10 euro, valide solo nel territorio italiano, per finanziare la ricostruzione dei comuni distrutti dall’ultimo terremoto nel Centro Italia, monete che hanno anche un grande valore simbolico perché rappresentano due edifici molto rappresentativi della nostra cultura :
– la moneta da 5 € raffigura la chiesa di Amatrice, dedicata a San Francesco patrono d’Italia, che è stata distrutta dal terremoto;
– la moneta da 10 € raffigura la basilica di Norcia, dichiarata anche patrimonio dell’umanità, dedicata a San Benedetto patrono dell’Europa, che è stata distrutta dal terremoto.
La proposta è quella di coniare monete metalliche per un totale di 6 mld di €, da destinare al finanziamento della ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto in Centro Italia, senza aumentare il debito pubblico, con notevoli implicazioni sui conti pubblici e sui parametri oggetto dei Trattati :
– incremento del PIL dell’ordine dello 0,6% (stima prudenziale);
– extra-gettito fiscale per lo Stato di circa 5 miliardi di euro, a parità di condizioni, derivante dalla creazione di nuova ricchezza, quale conseguenza dell’incremento del PIL.
– miglioramento dei rapporti Debito/ PIL (-1%) e Deficit/ PIL (-0,3%), ottenuto senza misure di riduzioni di spesa, aumenti d’imposte, taglio dei servizi e privatizzazioni.
Lo Stato italiano infatti, ha ancora la sovranità monetaria e le monete metalliche sono la chiara espressione di questa sovranità; riteniamo importante utilizzarla per ricostruire i paesi distrutti dal terremoto, che sono una urgenza imprescindibile che deve essere subito risolta, anche per limitare al minimo il disagio della popolazione.
La legislazione italiana in materia ha prodotto provvedimenti che negli ultimi 30 anni hanno smantellato il sistema monetario nazionale per dipendere dal sistema bancario privato e dal sistema autonomo dell’Eurozona.
Attualmente la sovranità monetaria è ancora in mano allo Stato che però non ha, o ha deciso di non utilizzare, gli strumenti per esercitarla. La stessa Banca d’Italia afferma che la sovranità monetari è dello Stato italiano.
Infatti la Banca d’Italia definisce signoraggio “l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta” e spiega che “viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria”.
Nel 2015, la Banca d’Italia ha versato alle casse dello Stato circa 3 miliardi di euro.
Il volume di emissione di nuove monete metalliche per 6 miliardi di euro è stabilito in base al fatto che la Germania conia monete metalliche da 5 euro valide solo sul proprio territorio ed è il paese che ha coniato il maggior volume di monete metalliche nell’Eurozona, pari a circa 17 mld di €, contro solo 7 mld di € dell’Italia. Sulla base di questa evidente disparità, possiamo chiedere alla BCE l’approvazione per un aumento di volume di conio di almeno 6 miliardi di euro.
Le nazioni che attualmente stanno coniando monete con metalli non pregiati, ma diverse da quelle previste dalla BCE, sono le seguenti :
– la Finlandia dal 2003 conia monete da 5 euro;
– la Slovenia conia monete da 3 euro;
– il Portogallo conia monete da 2,5 – 5 – 7,5 – 10 euro;
– l’Austria conia monete da 10 euro;
– la Germania conia monete da 5 euro.
Queste monete sono di proprietà dello Stato, sono valide solo sul loro territorio nazionale e sono accettate dal sistema bancario.
I punti di forza della proposta sono i seguenti:
1- Si rendono immediatamente disponibili le risorse finanziare;
2- Non c’è alcun incremento del debito pubblico;
3- L’emissione di moneta ha un impatto significativo sia sul PIL che sui parametri oggetto dei Trattati;
4- Per realizzare questa iniziativa non è necessario uscire dall’Euro o modificare i Trattati ;
5- L’emissione monetaria si sostanzia come una automatica riduzione del debito pubblico di pari importo ( cioè il debito pubblico scende di 6 miliardi, a parità di spesa pubblica);
6- L’incremento del PIL determina, a parità di condizioni, un extra-gettito a favore dello Stato.
Riteniamo la discussione di questa proposta essenziale ed imprescindibile quale reale forma di reperimento delle risorse da destinare alla ricostruzione post-terremoto, per aiutare realmente e subito le popolazioni colpite.
Stefano Di Francesco
Esperto economico e finanziario
Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Moneta Positiva
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
Campagna Quantitative Easing for People
Fonte: www.comedonchisciotte.org
22.11.2016