Una chiamata alle armi per l’economia: il percorso verso la prosperità analogo per cittadini comuni, capitalisti e cripto-anarchici

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DI GUNTHER SONNENFELD

medium.com

Un’idea policulturale per costruire un futuro migliore, fondendo le coscienze del mondo reale con quanto possibile tra tecnologia e concezione ambientale.

Il K2 all’alba. Un sito maestoso da contemplare, mentre subiamo uno dei più grandi passaggi epocali nella storia relativamente breve dell’umanità, qui sul pianeta Terra. Foto di: Doug Kofsky

La policultura può essere definita come un mezzo per le persone per vivere e lavorare secondo le proprie modalità.

Si è discusso molto su quale tipo di futuro noi, come civiltà, abbiamo già creato, tra le tecno-utopie, l’eccezionalità d’avanguardia, le comunità intenzionali, le città intelligenti (smartcity)(1), le realtà virtuali, le società post-monetarie e simili. E poi ci sono intere nazioni, come l’Estonia, che si sono incamminati sulla ‘via della blockchain’. Alcuni sviluppatori della blockchain stanno ora sostenendole virtù della ‘smart economy’ (2).

E poi c’è qualcosa di più attendibile che emerge.


Traduzione del tweet

* Tutte le cripto comunità, incluso ethereum, dovrebbero prestare attenzione a queste parole di avvertimento. Necessità di distinguere tra l’ottenimento di centinaia di miliardi di dollari di ricchezza cartacea digitale nei quali sguazzare e la realizzazione effettiva di qualcosa di significativo per la società.

Date un’occhiata.

Indipendentemente dalle promesse digitali, alcune persone vedono l’arrivo di una “sesta estinzione di massa”, mentre altre non vedono proprio nulla.

Facciamo a meno di dibattiti e ideologie per gli scopi di questa ricerca. Non sembra che ci stiano portando molto lontano in questa fase storica estremamente critica.

Quindi, facciamo un rapido esercizio mentale come modo per innescare un po’ l’immaginazione. Consideriamo dapprima cosa potremmo non volere. Voi siete al centro di tutto ciò. Come precisazione, non vi è risposta giusta o sbagliata.

Voi volete questo?

O questo?

O questo?

 O questo?

 O questo?

Ancora una volta, non vi sono risposte giuste o sbagliate.
Detto questo, potreste persino separare le reazioni immediate come:
“Bè, è così e basta …”
“È troppo tardi per fare qualcosa al riguardo …”
“La tecnologia continuerà ad accelerare, salvandoci da noi stessi …”
“Ci sono comunque troppe persone sul pianeta …”
“Non ci sono abbastanza risorse sul pianeta …”

E così via.
La domanda fondamentale, la domanda esistenziale, che ci vorremmo porre non è “Ciò ci sta bene?”, maLo vogliamo davvero?, e, cosa più importante, Cosa siamo veramente disposti a fare in merito?

Quindi, la domanda “Ciò ci sta bene?” non è così stupida o elementare come potrebbe sembrare, perché le immagini soprastanti sono ciò che sta già accadendo, volenti o nolenti.

Scegliere la policultura

Le società, i governi, i sistemi economici – ciò che alcuni considerano essere complessi sistemi adattivi–ci rivelano in modo strano qualcosa di profondamente inquietante, relativamente a noi stessi: che il nostro bisogno di sopravvivere deriva dal proprio tornaconto.

Allora diventa una questione di opportunità la nostra adozione di sistemi di credenze. Questi sistemi di credenze ci aiutano a dare un senso al mondo e a categorizzare ciò che abbiamo difficoltà a intendere, il più delle volte a discapito del futuro.

Proprio ora, in questo momento, ciò è quanto stiamo affrontando.

In questo caso la policultura svolge un ruolo cardine.

Ecco un esempio tratto dalla storia.

Quando gli avi hanno redatto la Costituzione degli Stati Uniti, artefici come Benjamin Franklin sono stati ispirati dai costrutti riscontrati nella Confederazione irochese. In sostanza, gli Irochesi hanno progettato un sistema in cui coesistevano 6 diverse società, laddove questi gruppi (che in genere gli occidentali chiamano ‘tribù’) creavano forme meritocratiche di amministrazione e partecipazione. L’intenzione era che le persone scoprissero i modi in cui potevano partecipare come individui nella società, guadagnare la loro autorità come membri del gruppo o della nazione, assumere varie posizioni di leadership e da lì, potevano prendere decisioni efficaci, basate su ciò che si considerava essenziale per l’esistenza della Confederazione, così come per le altre genti che convivevano nelle loro terre.

Parimenti importante è che sono stati in grado di adattare la loro amministrazione alle condizioni ambientali in rapida evoluzione.

Ciò significava che, per esempio, se si preannunciava penuria di cibo, le società avrebbero adottato le misure precauzionali necessarie per garantire che l’intera nazione avesse abbastanza scorte per superare i duri periodi invernali. Significava anche che i conflitti venivano risolti per mezzo dell’uso condiviso delle risorse, includendo le armi e gli strumenti per la caccia e l’agricoltura.

In altre parole, nulla era predeterminato dal punto di vista economico, specialmente con il progredire delle società. Inoltre, la confederazione era un sistema centralizzato con varianti decentralizzate altamente funzionale, il che significava basarsi su una sorta di uniformità accentrata e gestita, ma che veniva determinata nelle sue decisioni dall’autorità di coloro che guadagnavano il massimo rispetto tra le società e coloro che collaboravano maggiormente a garantire che l’integrità della nazione fosse preservata.

Se leggete o consultatela Costituzione degli Stati Uniti, noterete quanto il linguaggio del documento originale riflette la logica degli Irochesi.

Ora, naturalmente, ciò che si è evoluto come democrazia rappresentativa negli Stati Uniti rivela un insieme molto diverso di risultati. In breve, i tratti policulturali sono stati oscurati e segnati dall’economia monoculturale. Nello specifico, abbiamo un sistema monetario che non supporta la policultura, ecco perché sperimentiamo una stratificazione estrema delle risorse, disuguaglianze di reddito e divari razziali approfonditi.

Il punto è questo: non possiamo fare affermazioni ragionevoli sulla sovranità nazionale o sull’auto-sovranità, senza progettare in modo adattativo i nostri sistemi socioeconomici e nel caso di variabilità ambientale. Ciò è particolarmente decisivo dal momento che vengono considerati nuovi sistemi monetari, così come quelli sviluppati sul modello blockchain.

Se volgete lo sguardo a esempi più moderni, come la riforma policulturale islandese, o il movimento cooperativo della Mondragon Corporation(3), o quella che era una volta la simbiosi industriale di Kalundborg(4), capirete quanto siano importanti le concezioni ecologico-adattative e quanto determinino modelli rigenerativi per la creazione di nuova risorsa, asset e ricchezza.

La cosa ancora più importante è che lo accettiamo come membri della società, non tutti vogliamo le stesse cose, poiché, come individui, abbiamo obiettivi e desideri intrinsecamente diversificati, e talenti differenti che forniscono al mondo modi di vivere e lavorare molto diversi. Ciò include anche il modo in cui conduciamo, gestiamo e apportiamo contributi per la società.

In altre parole, alcune persone sono propense al comando, alcune alla direzione, altre all’obbedienza e fanno ciò che possono entro i propri limiti o impegni.

Concettualmente, dovremmo essere in grado di immaginare un mondo in cui ai capitalisti, ai cittadini comuni e ai cripto-anarchici siano consentite le libertà di creare le realtà che vogliono, senza sostenerne i costi a vicenda.

È un sogno irrealizzabile?

Forse sì, forse no.

In fin dei conti, è per voi che dovete decidere. E, così facendo, l’unico modo per arrivare a una tale decisione è testare le vostre supposizioni sulla realtà.

Basarsi su una solida base economica

Uno dei grandi errori che sperimentiamo in una democrazia rappresentativa è l’idea che è ruolo del governo la risoluzione dei nostri problemi socioeconomici.

Il dato è – giusto, sbagliato o indifferente – il governo è principalmente uno strumento per interessi commerciali, sia tramite le lobby, o più velatamente, tramite gli apparati di intelligence.

Quindi, in senso civico, quelli di noi che lavorano e gestiscono gli affari hanno la responsabilità di comprendere come possiamo fornire il massimo valore alle persone, senza continuare a estrarre molte risorse che consentono di prosperare nella società.

Ciò implica anche che il fare bene e il fare il bene possono essere la stessa cosa, purché le nostre intenzioni siano chiare e che siamo allineati economicamente, anche se potremmo avere modi molto diversi di creare o rigenerare valore.

Negli esempi forniti in precedenza, i sistemi di autogoverno operano a fianco e all’interno dei sistemi di governo nazionali, statali o confederali. E ci sono molti altri esempi nella storia che mostrano più dettagliatamente come funziona.

Ma per ora, dobbiamo veramente radicarci nelle attuali realtà economiche e capire, almeno a un certo livello, che le cause di questo cambiamento attuale non sono così complesse come potremmo pensare. Il che significa anche che le soluzioni non sono così fuori dalla portata come molti di noi sono indotti a credere.

Iniziamo a dare uno sguardo a dove siamo arrivati in termini di creazione di valore, e le sue implicazioni.

Ciò che questo grafico dice, in sostanza, è che il valore è stato ampiamente mercificato negli ultimi 300 anni. Questo è il motivo per cui il denaro è speculativo, le risorse e gli asset sono ampiamente sovrautilizzati a proprio vantaggio, perché il lavoro viene sostituito dall’automazione e perché continuiamo a sperimentare bolle [speculative] con accelerazione e intensità crescenti.

Ora, ciò che questo significa per il progresso dell’economia può essere compreso in una tripletta di precetti o assiomi.

La logica economica qui sottesa è piuttosto semplice: Non possiamo continuare a estrarre valore sotto forma di lavoro, risorse e infrastrutture per sostentare quindi le economie locali o nazionali.

  1. La dimensione sull’asse verticale e la crescita stanno diventando un mito promulgato dalle culture imprenditoriali, come evidenziato dalla disparità nelle misurazioni deboli, come la performance azionaria e i rapportiprezzo / utili; 
  1. Le corporation e le istituzioni godono di liquidità per trilioni e riserve di asset che non vengono reinvestite; come risultato, i dividendi e gli scenari di buyback(5)delle azioni sono offerti agli azionisti di maggioranza al fine di creare liquidità speculativa; 
  1. Senza una nuova risorsa e una nuova generazione di competenze, il valore delle aziende rimane in gran parte speculativo, con poche o nessuna prospettiva futura di consentire alle persone impiegate presso di loro di mantenere il proprio posto di lavoro o alle persone che acquistano prodotti e servizi di poterseli permettere – bolle di auto-prestito e dei mutui per la casa sono semplici indicatori di tale fatto. 

Un recente rapporto McKinsey mette in luce il movimento economico degli ecosistemi di prodotti e servizi e l’enorme quantità di denaro che può essere (ri)distribuita tramite la condivisione di risorse infrastrutturali.

Ciò che è interessante notare in tale ambito sono le forze che determinano il cambiamento.In merito mancano precedenti documentati nella storia.

  1. Gli asset noti hanno raggiunto le soglie (di rischio) in quasi tutte le categorie di beni, in particolare le risorse naturali sotto forma di materie prime e sostentamento; 
  1. Gli strumenti di debito, come le obbligazioni, presentano rendimenti inversi, il che significa o perdita di denaro, oche non stanno originando rendimenti sostenibili; 
  1. Il declino energetico netto(6)sta contribuendo al regresso generale delle valute legali, come il petrodollaro (il dollaro americano), ciò significa che aspetti come i contratti petroliferi non possono continuare a finanziare il loro valore.

Questo NON vuol dire che non vi siano impennate frequenti nei maneggi relativi agli asset e valutari, ma che non possono essere sostenuti sul lungo periodo, e nemmeno evitare le bolle (speculative) (anzi il contrario: hanno una parte importante nella loro creazione). Probabilmente, non possono essere sostenuti sul lungo periodo, perfino risalendo nel tempo ai primi scambi commerciali o mercantili, o ad alcune delle prime cooperative di credito, come il Monte di Pietà.

Detto questo, è anche importante riconoscere il panorama economico in termini di ciò che è disatteso nella costruzione e sostentamento, affinché si rivitalizzino le economie locali e nazionali.

La mediana della capitalizzazione di mercato di 123 trilioni di dollari che rappresenta ‘the big middle’ è cosa seria. E viene sistematicamente ignorata.

Un esempio lampante di ciò è nell’arena dell’‘impact investing’(7), in cui una piccola percentuale della globalità dei 287 trilioni di dollari stanziati per questi investimenti viene veramente allocato.

 

fonte: The Good Capital Project 

Quindi, ciò che possiamo ricavare da questi dati è proprio uno scenario macroeconomico paradossale in cui:

  1. C’è molto capitale da investire nello sviluppo di nuove risorse, il che includerebbe le utility essenziali dal punto di vista civile e commerciale; 
  1. Esistono numerose infrastrutture esistenti per sostenere lo sviluppo, la distribuzione e il reinvestimento delle risorse; 
  • Tuttavia, la maggior parte del capitale disponibile non viene stanziata per questi tipi di (re)investimenti, anche se, evidentemente, produrrebbero rendimenti sostenibili principalmente rivitalizzando aree critiche di debolezza socioeconomica. 

L’attuale cripto grattacapo

Ormai, alcuni di voi che state leggendo ciò, potrebbero affermare a sé stessi cose come:
“Non abbiamo davvero bisogno di soldi.”
“Non abbiamo davvero bisogno di economie di mercato”.

“Non abbiamo davvero bisogno di governi”.

“Non abbiamo davvero bisogno di banche”.

“Non abbiamo davvero bisogno di capitale di rischio o mezzi di private equity”.

E così via. E potreste benissimo essere legittimati nel dire queste cose.

MA questi elementi certo che esistono e possono essere trasformati, anche perché lo devono.

Se vi atteggiate in questi ambiti, come fa il nostro gruppo, sapete anche che queste stesse istituzioni sono alla ricerca disperata di alternative–qualsiasi cosa a partire dagli investimenti, agli asset, ai modi per creare ricchezza per tutti gli attori del mercato coinvolti.

Quindi, da un lato avete un sistema vigente che sta già subendo i massicci cambiamenti descritti, e dall’altro lato, avete moltitudini di persone che hanno bisogno di soluzioni alternative, che vanno ben oltre il denaro e la capacità di effettuare transazioni.

Il che ci porta ai cripto-domini.
Se prestate ascolto ai ‘leader’ in questo campo che parlano di quello che stanno facendo, la stragrande maggioranza farnetica incessantemente sulla modalità dei distributed ledger (8), sugli asset digitali e smart contract(9), tra le tante altre cose fantasiose, tecnocentriche e inerenti al protocollo blockchain. Puntellano le loro posizioni con una matematica sofisticata e basano le loro affermazioni su presupposti circa il modo in cui il sistema dovrebbe funzionare.

Tuttavia, la loro comprensione dell’economia è prevalentemente astorica. Non solo ciò, essa ignora anche molte realtà socioeconomiche presenti.
Quando queste stesse persone parlano di valore, comunemente si riferiscono a esso come a qualcosa che ‘risiede nel network’, e che gli scambi di valore possono avvenire senza i metodi più tradizionali con i quali costruire la fiducia con successo e in modo sostenibile, guadagnare la nostra reputazione e, forse ancora più importante, i modi in cui effettivamente contribuiamo al bene pubblico. E con bene pubblico non si intende filantropia.

Oltretutto, ad un vero esame degli statuti degli stessi protocolli blockchain, semmai, c’è ben poco, in relazione all’adattamento delle persone a condizioni ambientali estremamente varie (cibo, alloggio, istruzione, politiche pubbliche, ecc.), né alla modalità di adattamento a tali condizioni in modo da apprendere come migliorare gli ambienti in cui si vive e lavora.

Il punto è che non possiamo presupporre che le persone stiano facendo queste cose perché possono interagire su una blockchain. Inoltre, non possiamo presupporre che le persone possano fare scelte migliori negli spazi fisici, in virtù del modo in cui scambiano valore soltanto perché una blockchain, nei fatti, li costringe a farlo. Semplicemente non accade imponendo regole predefinite, basate su ipotesi fuorvianti su come le persone dovrebbero interagire e autogovernarsi.

Non importano tutti gli attacchi hacker che si sono verificati, e non importano tutti i dibattiti sul processo decisionale guidato dal consenso, il sistema proof of work(10), i metodi proof of stake(11) e simili – stiamo parlando di approcci a presunte soluzioni economiche che in sostanza sono imperfette, e in sostanza inumane.

Ricordate la monocultura?
Ricordate l’esempio irochese?
Avete mai visitato Mondragon?
Siete mai stati in Estonia?
Costituisce grave preoccupazione tutto il ragionamento disumano che si cela dietro questi sforzi per la blockchain.

La verità è che una società non ha necessariamente bisogno di un distributed ledger per creare nuove forme di valore, anche se potrebbe trarne beneficio. Non ha necessariamente bisogno di smart contract per creare nuove risorse, ma potrebbe trarne vantaggio. Non ha necessariamente bisogno di sidechain(12) e di fork(13) per creare nuove criptovalute, ma potrebbe trarne beneficio.

Eppure, pochissimi, se ve ne sono, stanno anche considerando in quest’ambito le implicazioni economiche di come la varianza ambientale svolga un ruolo essenziale nella creazione di risorse reali o di asset reali, nonché la loro più equa ridistribuzione. Tutto ciò conterrebbe o porterebbe valore reale in cui gli elementi comportamentali umani, in modo adattivo, sono concepiti nelle blockchain, o, in cui le blockchain consentono costrutti sociali che in realtà hanno una presa sul comportamento umano reale, mentre si evolve in diversi ambienti e su una ampia varietà di condizioni socioculturali.

Certo, ci sono piattaforme di energia rinnovabile supportate dalla blockchain e ‘nuove nazioni sovrane’ supportate dal Bitcoin e scambi di asset determinati dalla criptovaluta. Nessuno che affronti il modo in cui gli umani possono evolversi secondo le proprie modalità e condizioni.

Cioèla policultura.

Quindi, immaginiamo uno scenario futuro in cui ciò è vero.Consideriamo la blockchain, o quanto meno una sua versione che potrebbe effettivamente avere senso dal punto di vista socioeconomico.

Immaginiamo questo mediante un esempio concreto, un esempio del mondo reale.

Questo è un progetto locale che è stato concepito per rilanciare lo sviluppo del territorio in una città in depressione, con quartieri abbandonati. Si trova vicino alla ferrovia, a una via d’acqua, ed è in una zona che presenta alcuni dei più alti tassi di disoccupazione, un alto tasso di criminalità, bassi tassi di laureati e una produzione ancora più bassa di prodotto locale lordo. 

Quindi, cosa viene effettivamente creato? 

Un ecosistema autosufficiente, un ambiente in cui vengono generate risorse naturali, vengono create nuove competenze sotto forma di posti di lavoro e vengono offerte utility(14) a uso civile sotto forma di energia, acqua e materie prime.

La componente blockchain di fondo serve a cinque scopi principali:

  • Misurare la fiducia e la reputazione mediante la partecipazione, ed è messa agli atti in accordi che evolvono di continuo (smartcontract)
  • Fornire un meccanismo per mezzo del quale i dati possono essere raggruppati, gestiti e condivisi
  • Fornire un mezzo per la cartolarizzazione e la garanzia di asset di valore
  • Fornire un mezzo per (re)investire, in modo tale che i flussi di denaro entrino ed escano dall’ecosistema in modo rigenerativo
  • Fornire un mezzo mediante il quale i futuri partner possono adottare, perfezionare e personalizzare aspetti del sistema, o il sistema nella sua interezza, in altri luoghi (territori) in modo tale che altre economie locali possano essere rivitalizzate 

Per un investitore, ci sono diversi modi per vedere i ritorni economici. Tra questi: flussi di entrate ricorrenti, classi di asset e asset in continuo sviluppo, nonché una piattaforma per testare nuovi prodotti e servizi in un ecosistema di mercato senza dover fare supposizioni inutili.

Per un imprenditore, ci sono molteplici modi per creare crescita ed espansione di valore. Tra questi: nuove utility per le esigenze in continua evoluzione dell’ecosistema di mercato, nuovi prodotti e servizi per le esigenze in continua evoluzione dei partner e, inoltre, una varietà di modi per sperimentare nuovi modelli di capitalizzazione per il (re)investimento.

Per un community stakeholder(15), ci sono molteplici modi per creare modelli di amministrazione adattativa e di leadership distributiva. Tra questi: nuovi modi di collaborazione alle iniziative statali, nuovi modi per sradicare subito la povertà, nuovi modi per costruire le abilità sociali delle persone che ne sono state private.

Derivano funzioni economiche. Alcuni meccanismi includono:

* stabilizzazione dei prezzi
* rinnovo delle risorse
* sussidi gestiti
* green bond(16) a livello locale

* molteplici forme di tassazione senza reddito personale 

Capite dove ciò conduce?

Ora immaginate miliardi, se non trilioni, di dollari che invadono ecosistemi come questi. Immaginate questi ecosistemi di risorse condivise all’occorrenza e di dati sfruttati reciprocamente per ottenere una vera manovra per passare dalla crescita locale a regionale, a statale, a nazionale.

Sana follia? 

Sta già accadendo, seppure in modo eterogeneo. 

La strada per i 300 (trilioni)

Ecco qui come appare nel complesso l’attuale cambiamento.

Come si può evincere, stiamo trattando solo tre fattori primari
1. Il declino energetico netto
2. Un reset del debito globale
3. L’accelerazione infrastrutturale

L’affrontare nello specifico questi elementi può essere realizzato in diversi modi. Ma il punto è che i problemi e le soluzioni non sono poi così distanti.

Se ora potete immaginare un sistema, o un insieme di sistemi, in cui cose come la blockchain combinino realmente l’effettivo miglioramento dei comportamenti umani con le utility a uso civile, in modo da influenzare le operazioni commerciali in generale e il tipo di impatto che avrebbero sulla società … anche noi non siamo molto lontani.

Con gli attuali insuccessi del governo, un sistema finanziario predatore e tutte le indicazioni di disordini sociali, ci viene preparato il sentiero per cambiare radicalmente rotta, indipendentemente da chi siamo o da ciò che vogliamo fare.

L’unica cosa che ci limita davvero è la nostra immaginazione e la nostra capacità di vedere oltre ciò che già pensiamo, o ciò che è irrealizzabile. 

Gunther Sonnenfeld è socio fondatore di Novena Capital, che costruisce innovazioni ambientali per la Financial Technologye ha un proprio cripto fondo per investimenti di blockchain opportunistici di prossima generazione. Il documento di intenti di Novena sarà presto pubblicato su “The Next Economy”.

Gunther  è anche co-fondatore e consulente della nuova piattaforma INSURGE Intelligence, che fa parte della suite di piattaforme PRESSCOIN costruita da Higher Order VC, che si sforza di rivitalizzare i media indipendenti e ripristinare la democrazia.
 

Fonte:  https://medium.com/

Link: https://medium.com/@goonth/an-economic-call-to-arms-the-path-to-prosperity-for-commoners-capitalists-crypto-anarchists-644e4891c207

28.12.2017

 Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

Note a cura del traduttore 

  • La città intelligente (dall’inglese smart city) in urbanistica e architettura è un insieme di strategie di pianificazione urbanistica tese all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici così da mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita» grazie all’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Città_intelligente

  • La Smart Economy può essere definita come l’intersezione tra economia e ciò che squisitamente attiene alle Smart Cities. La definizione, pur essendo molto ampia nella sua accezione, può essere scomposta principalmente in tre fattori caratterizzanti:
  • come le tecnologie “Smart” stanno cambiando il commercio urbano;
  • la “città intelligente” come motore dell’economia;
  • l’economia dietro le attività di Smart Cities.

Fonte: http://www.energiamedia.it/la-smart-economy-tecnologie-commercio-urbano-e-smart-city/

  • La Mondragon Corporation è una impresa e federazione di cooperative di lavoratori con sede nei Paesi Baschi in Spagna. Fu fondata nella città di Mondragón nel 1956 da diplomati della scuola tecnica locale. Il loro primo prodotto furono riscaldatori di paraffina. Oggi sono la settima più grande impresa spagnola in termini di fatturato patrimoniale, e il gruppo affaristico leader nei Paesi baschi.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Mondragon_Corporation

  • Kalundborg è una cittadina di circa 20.000 abitanti sita a 100 chilometri ad ovest di Copenhagen (DK) dove a partire dagli anni ’70 si è andata via via sviluppando una complessa rete di scambi di materiali ed energia che coinvolgono un certo numero di soggetti presenti entro i confini comunali di Kalundborg. Di fatto quello che si è andato generando è un sistema industriale, o addirittura territoriale, che opera secondo i principi della simbiosi industriale: è stata implementata una rete di scambi di materie seconde, scarti di produzione e forme residue di energia che incrementano l’efficienza dei singoli processi produttivi e che riducono fortemente l’impatto ambientale. Le entità sono collegate tutte nello stesso ambito territoriale grazie a legami fisici con l’obiettivo di riciclare e riutilizzare materiali di scarto/cascami di alcuni processi produttivi. Tali enti fanno confluire in uno stesso sistema di condutture le acque di rifiuto, condividono le risorse termiche ed energetiche e promuovono la configurazione ecologica dell’ecosistema industriale di cui fanno parte. Il caso di Kalundborg è emblematico perché non nasce da una programmazione urbanistica ed industriale ma, invece, si è andato sviluppando nel corso degli anni in maniera si potrebbe dire fisiologica, a partire dall’iniziativa dei singoli che hanno saputo intuire i vantaggi anche economici derivanti dal sistema di sinergie messe in atto: infatti, i meccanismi di simbiosi industriale realizzati a Kalundborg consentono di realizzare la riduzione dei costi di produzione attraverso l’accesso a risorse secondarie di costo inferiore ed allo smaltimento remunerativo degli scarti di processo. Le relazioni di simbiosi operanti a Kalundborg si sono sviluppate progressivamente a partire dal 1961 ai giorni nostri, fino a creare una rete molto complessa tra la municipalità e le imprese insediate nel territorio. 

Fonte: http://www.simbiosiindustriale.it/Simbiosi-Industriale/cosa/la-simbiosi-industriale-dal-basso-il-caso-scuola-di-kalundborg

  • Il buy-back (o riacquisto di azioni proprie) è l’operazione di acquisto di azioni proprie da parte di una società per azioni. In base alla legislazione italiana, le azioni proprie in portafoglio non possono superare la quota limite del 20% del totale delle azioni presenti sul mercato (vd. articolo 2357 del codice civile). Secondo la disciplina contabile civilistica, l’importo nominale delle azioni proprie, iscritto al costo storico o al fair value, va imputato ad una specifica Riserva per azioni proprie; essa si trova in bilancio sotto la voce Patrimonio netto, nel Capitale Netto all’interno del Passivo (Passività + Capitale Netto).

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Buy-back

  • Guadagno energetico netto è un concetto usato nell’economia dell’energia in riferimento alla differenza tra l’energia spesa per ricavare una fonte energetica e la quantità di energia ottenuta da quel ricavo. Il guadagno energetico netto è espresso in joule.

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Net_energy_gain(traduzione dall’Ingleseall’Italiano)

  • L’impact investing si riferisce agli investimenti “realizzati nell’ambito di società, enti, e fondazioni con l’intenzione di generare un impatto che possa essere quantificato, dal punto di vista dei benefici sociali o ambientali, assieme a un ritorno economico.”

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Impact_investing

  • Con l’avvento della Blockchain i primi Digital Ledger possono vedere una accelerazione grazie alla contemporanea disponibilità di due fattori abilitanti: la criptografia e lo sviluppo di algoritmi di controllo e verifica dei dati che aprono le porte a quelli che diventano i Distributed Ledgers Technology.

Con i Distributed Ledgers Technology si entra nell’ambito dei Database Distribuiti, ovvero di Ledgers (Libri Mastro) che possono essere aggiornati, gestiti, controllati e coordinati non più solo a livello centrale, ma in modo distribuito, da parte di tutti gli attori.

I presupposti per i Distributed Ledgers Technology sono nella creazione di grandi network costituiti da una serie di partecipanti e ciascun partecipante è chiamato a gestire un nodo di questa rete. Ciascun nodo è autorizzato ad aggiornare i Distributed Ledgersin modo indipendente dagli altri ma sotto il controllo consensuale degli altri nodi.

Fonte: http://www.blockchain4innovation.it/esperti/cosa-funzionano-le-blockchain-distributed-ledgers-technology-dlt/

  • Gli Smart contract (a volte smartcontracts) sono protocolli per computer che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, o che evitano il bisogno di una clausola contrattuale. Gli Smart contract, di solito, hanno anche un’interfaccia utente e spesso simulano la logica delle clausole contrattuali. I sostenitori degli smartcontract affermano che molti tipi di clausole contrattuali possono quindi essere rese parzialmente o integralmente automatizzate, auto-ottemperanti, o entrambe le cose. Gli Smart contract aspirano ad assicurare una sicurezza superiore alla contrattualistica esistente e a ridurre i costi di transazione associati alla contrattazione.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Smart_contract

  • Un sistema proof-of-work(POW) o protocollo proof-of-work, o funzione proof-of-work è una misura economica per scoraggiare attacchi denial of service (diniego di servizio) e altri abusi di servizio, come spam sulla rete, imponendo alcuni lavori dal richiedente del servizio, di solito intendendo tempo di elaborazione di un computer. Una caratteristica chiave di questi schemi è la loro asimmetria: il lavoro deve essere moderatamente complesso (ma fattibile) dal lato richiedente ma facile da controllare per il fornitore del servizio (service provider). Questa idea è anche conosciuta come funzione di costo della CPU, client puzzle, puzzle computazione o funzione di pricing della CPU.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Proof-of-work

  • Proof-of-stake (PoS) (vagamente traducibile in Italiano come, “prova che si ha una posta in gioco”) è il nome di un metodo per la messa in sicurezza di una rete di criptovaluta e per il conseguimento di un consenso distribuito. È basato sul principio che ad ogni utente venga richiesto di dimostrare il possesso di un certo ammontare di criptovaluta. Si differenzia dai sistemi proof-of-work che sono basati su algoritmi di hash che validano le transazioni elettroniche.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Proof-of-stake

  • L’obiettivo che si vuol raggiungere è che dalle pochissime transazioni al secondo si vada verso un sistema che raggiunga o superi gli scambi effettuati con il circuito Visa (decine di migliaia al secondo). Un’idea è quella di aggiungere una o più catene (chain) di fianco alla bitcoinblockchain (cosiddetta sidechain). Ci si riferisce generalmente a sidechains che sono ancorate alla principale blockchain di bitcoin. Tali protocolli consentono di gestire i valori trasferiti dalla catena di origine seguendo le regole del nuovo ambiente, ad esempio un tempo inferiore per la convalida del blocco, un diverso meccanismo per raggiungere un consenso tra i membri, oppure fornire un più avanzato ambiente di programmazione. Poi, quando necessario, una quantità di valore può essere spostata di nuovo dentro la blockchain di origine, tornando a seguire le principali regole di questa catena, quella più lenta ma al momento più sicura (quella di Bitcoin). Questo è uno sviluppo promettente che consentirà di superare le limitazioni di scalabilità e velocità del Bitcoin e di sperimentare nuovi modelli di funzionamento.

Fonte: http://nova.ilsole24ore.com/progetti/dalle-sidechains-agli-smart-contracts-levoluzione-della-specie/

  • Un fork è una situazione nella quale una blockchain si suddivide in due catene separate in modo temporaneo o permanente. Le situazioni di fork sono state utilizzate nell’ambito delle criptovalute, in modo da aggiungere nuove caratteristiche a una blockchain o per contrastare gli effetti degli attacchi hacker o di bug catastrofici su una blockchain, come attestato dal caso della situazione di fork tra Ethereum ed Ethereum Classic.

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Fork_(blockchain) (traduzione dall’Inglese all’Italiano)

  • Utility” è un termine dell’economia introdotto da Daniel Bernoulli per riferirsi al completo godimento che si prova dalla consumazione di un bene o servizio. È importante capire l’utilità economica di un bene o servizio è importante, perché ciò influenzerà all’istante la domanda, e quindi il prezzo, di quel bene o servizio.

Fonte: https://www.investopedia.com/terms/u/utility.asp

  • Community stakeholder vengono generalmente definiti persone, gruppi, organizzazioni o aziende che hanno interesse o sollecitudine nella comunità. Gli stakeholder possono influenzare o essere influenzati dalle azioni, dagli obiettivi e dalle linee di condotta della comunità.

Fonte: http://neighborhoodeconomics.org/community-stakeholders/

(traduzione dall’Inglese all’Italiano)

  • Green bond

Queste obbligazioni rappresentano un’opportunità per gestire attivamente l’impatto ambientale dei portafogli degli investitori, in quanto due delle principali caratteristiche dei green bond sono la trasparenza e la rendicontazione.Sono anche strumenti finanziari responsabili. Infatti, oltre 100 erogatori, investitori e sottoscrittori hanno firmato i Green Bond Principles, un’ampia linea guida che fornisce definizioni e standard per questi strumenti a reddito fisso. Inoltre, l’impatto positivo dei Green bond è generalmente certificato dalle ONG, come la Climate Bond Initiative, o da verificatori di parte seconda.

Fonte: https://www.weforum.org/agenda/2017/07/what-are-green-bonds-explainer/

(traduzione dall’Inglese all’Italiano)

 

 

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