DI GIULIETTO CHIESA
facebook.com
Le tecnologie dell’atomica sono segrete, quelle di Facebook conosciute. Eppure gli scopi della prima sono noti, quelli delle bombe sul web sono ignoti ai più
Stiamo usando uno strumento mortifero. Lo uso anch’io, qui. Non voglio fare del male, cerco di fare del bene. Ma non posso dimenticare che per milioni (tra poco miliardi) farà solo male. Annullando le loro capacità difensive, le loro capacità critiche, la loro socialità reale (sostituendola con una fittizia socialità virtuale). A prima vista il massimo della espressione individuale. In sostanza una massificazione di reazioni istintive. Eguaglianza (anch’essa fittizia) al ribasso.
So bene che queste mie parole produrranno (anche) un’ondata di esecrazione. Le scrivo lo stesso, appunto perché so quello che dico. Il web è “anche” questa mia possibilità: di dire ciò che penso a centomila persone, quante, più o meno, mi seguono qui sopra. Ma questo è uno spazio (ancora) civile. E’ bene. Un bene grande come un secchiello da bambini. Poi c’è l’immenso mare.Per milioni, tra poco miliardi, non c’è niente di civile. E’ la giungla. Non commettiamo l’errore di pensare che “tutti sono più o meno buoni, come noi”. Non è così. E, in fondo, neanche noi siamo così buoni come crediamo di essere.
Qualche anno fa scrissi un saggio polemico (QUI) contro un video game . Fui letteralmente sommerso da una “shit wave” di oltre 60.000 insulti. In un pomeriggio! Avevo già compreso la pericolosità del mezzo. Ne ebbi la conferma.
Vester Lee Flanagan ha ucciso due persone, filmando il proprio duplice assassinio. Si era preparato perché i “social networks” lo moltiplicassero. Un successo strepitoso. Nessuno ha ancora fatto il conto di quanti hanno linkato, ritwittato, hanno messo il loro like. Coazione a ripetere per le immense masse dei manipolati. Resterà nella storia? No, sarà presto superato da miriadi di imitatori altrettanto solitari, altrettanto ipnotizzati dal mezzo che credono di dominare.
Vi propongo questa analogia (ricavandola da una lettura recente del “Progetto Russia”, una trilogia che non sarà mai tradotta né in italiano, né in inglese): “Osservate con attenzione questo paradosso: la tecnologia con cui si preparano le bombe informative è del tutto nota, esplicita, mentre quella con cui si preparano le bombe atomiche è segreta ai massimi livelli. E, all’incontrario: gli scopi strategici con cui si confezionano bombe atomiche sono comprensibili a chiunque, mentre gli obiettivi strategici delle armi d’informazione sono sconosciuti quasi a tutti”. (pag. 62,63 del terzo volume)
Giulietto Chiesa
Fonte: www.facebook.com
29.08.2015