Un contratto prima di fare sesso? Il Politically correct potrebbe distruggere la passione
DI SLAVOJ ZIZEK
Tuttavia, dovremmo tenere a mente anche il fatto (non meno significativo) che milioni di persone ogni giorno hanno dei flirt e giocano il gioco della seduzione, con il chiaro scopo di trovare un partner per fare l’amore. Il risultato della cultura occidentale moderna è che entrambi i sessi dovrebbero svolgere un ruolo attivo in questo gioco.
Quando le donne si vestono in modo provocatorio per attrarre lo sguardo maschile o quando si “oggettivizzano” per sedurlo, non lo fanno offrendosi come un oggetto passivo, anzi sono parti attive della loro “oggettivazione” e manipolano gli uomini mostrandosi in giochi ambigui, incluso il diritto che si riservano di uscire dal gioco in qualsiasi momento, anche se, ad uno sguardo maschile, questo comportamento appare in contraddizione con i precedenti “segnali”.
Queste libertà che si stanno prendendo le donne fanno tanto piacere a tutti i tipi di fondamentalisti, dai musulmani che di recente hanno vietato alle donne di toccare o di giocare con banane e altri frutti che assomiglino ad un pene, fino al nostro maschilista sciovinista che fa esplodere tutta la propria rabbia contro una donna che, prima “lo provoca” e poi lo respinge.
La liberazione sessuale femminile non è solo un atto puritano del non voler essere “oggettivata” (come oggetto sessuale per gli uomini), ma è il diritto a giocare un ruolo attivo e di rendersi oggetto, decidendo però quando offrirsi e quando smetterla. Ma, alla luce dei tempi che viviamo, sarà ancora possibile parlare apertamente di queste semplici cose? oppure la pressione-del-politicamente-corretto ci costringerà ad accompagnare tutti questi giochi con un atto formale-legale (che attesti la consensualità, ecc.)?
Un nuovo modo di pensare
Una recente idea politicamente corretta è il cosiddetto “Consent Conscious Kit”, attualmente in vendita negli Stati Uniti: una piccola borsa che contiene un preservativo, una penna, qualche mentina per l’alito e un semplice contratto che dichiara che entrambi i partner acconsentono liberamente all’atto sessuale, con il consiglio, di farsi una foto con il contratto in mano, oppure di metterci firma e data, prima di cominciare a fare sesso.
Tuttavia, anche se il “Consent Conscious Kit” affronta un problema molto reale, lo fa in un modo che non è solo stupido ma anche controproducente – per quale motivo? L’idea alla base del kit è come si può fare un atto sessuale, se si vuol farlo senza nessun sospetto di coercizione, quindi dichiararlo prima, come decisione consapevole libera e presa da entrambi i partecipanti: per dirla in termini lacaniani, deve essere registrato dal grande Altro, e inscritto nell’ordine simbolico.
In quanto tale, il “Consent Conscious Kit” è solo una espressione estrema di un atteggiamento che sta prendendo piede negli USA – ad esempio, lo stato della California ha approvato una legge che impone a tutti i college di accettare finanziamenti statali per stimolare politiche che richiedono agli studenti di stipulare un atto di affirmative consent – cioè un “accordo affermativo, consapevole e volontario prima di impegnarsi in un atto sessuale” che deve essere “firmato” quando non si è ancora troppo ubriachi e prima di fare un atto sessuale, se non si vuol rischiare di cadere nel reato di violenza sessuale.
“Accordo affermativo, consapevole e volontario” – da parte di chi? La prima cosa da fare qui è mobilitare la triade freudiana dell’Ego, del Superego e dell’Es (semplificando: la coscienza della realtà, il peso della morale che impone regole e responsabilità e le passioni più profonde e inconsce che non conoscono logica o morale).
Cosa succede se c’è un conflitto tra i tre IO? Se, sotto la pressione del Super-Ego, il mio Ego dice NO, ma il mio ES resiste e si aggrappa al desiderio negato? Oppure (un caso molto più interessante) al contrario: se io dico SÌ all’invito sessuale, arrendendomi alla passione del mio ES, ma nel bel mezzo dell’atto sessuale, il mio Super-Ego mi sveglia un insopportabile senso di colpa?
Quindi, per arrivare all’assurdo, il contratto deve essere firmato dall’Io, dal Superego e dall’ES di ciascuna delle due parti e sarà valido solo se tutti e tre dicono SI? Inoltre, cosa succede se il partner maschile usa anche il suo diritto contrattuale di fare un passo indietro e annullare l’accordo in un qualsiasi momento dell’atto sessuale? Facciamo finta che, dopo aver ottenuto il consenso della donna, quando i potenziali amanti si ritrovano nudi sul letto, qualche minuscolo dettaglio corporeo (un suono sgradevole come un volgare ruttino) faccia svanire il fascino erotico e faccia ritirare l’uomo? Una cosa del genere non è di per sé un’estrema umiliazione per la donna?
L’ideologia che si muove intorno al concetto di “rispetto sessuale” merita uno sguardo più attento. La formula di base è: “Sì significa sì!” – deve essere un sì esplicito, non deve essere l’assenza di un no. “No-No” non equivale automaticamente a un “sì”: perché se una donna che viene sedotta non sa resistere attivamente, questo lascia spazio a diverse forme di coercizione.
Ma ecco che i problemi si moltiplicano: cosa succede se una donna lo desidera con passione ma è troppo imbarazzata per dirlo chiaramente? Cosa succede se, per entrambi i partner, il dire di volere e di non volere fa parte del gioco erotico? E se si dice “un sì”, è un sì a che cosa di preciso, a quale tipo di atto sessuale si riferisce ? E’ un sì dichiarato? La forma di questo contratto dovrebbe essere più dettagliata, in modo da specificare a cosa si sta dando il consenso principale: si tratta di un sì al rapporto vaginale ma non a quello anale? E’ un sì alla fellatio ma non alla deglutizione dello sperma? E’ un sì a una scopatina veloce, ma non a una scopata vera e propria? ecc.ecc.
Si può facilmente immaginare una lunga trattativa burocratica, che può ammazzare il desiderio, ma questa trattativa potrebbe anche assumere una sua propria libido. Questi problemi sono tutt’altro che secondari e riguardano il nocciolo dell’interazione erotica dalla quale non ci si può astenere e restare neutrali e dichiarare di essere pronti (o di non-essere-pronti) a farlo: ogni atto del genere è parte dell’interazione e questo dis-erotizza la situazione oppure può renderla ancora più erotica.
German flirt coach hires security after refugee training results in public backlash https://t.co/CwYKpb43jI
— RT (@RT_com) September 15, 2016
La regola sessuale “sì significa sì” è un caso esemplare della nozione narcisistica di soggettività oggi predominante. Tutti si sentono vulnerabili, devono essere protetti da un complesso insieme di regole, concordate prima e per tutte le possibili intrusioni che potrebbero provocare disturbi sia a lui, che a lei.
Ricordiamoci di quando uscì ET, che fu vietato in Svezia, Norvegia e Danimarca: perché offriva un ritratto non-simpatico degli adulti e quindi fu considerato pericoloso per le relazioni tra bambini e genitori. (Un dettaglio conferma questa accusa: nei primi 10 minuti del film, tutti gli adulti sono visti solo dalla cintura in giù, come gli adulti dei cartoni animati che minacciano Tom e Jerry …)
Dal punto di vista odierno, possiamo vedere questo divieto come un segno precoce dell’ossessione del politically-correct di proteggere le persone da qualsiasi esperienza che possa ferirle in qualche modo, ma potremmo continuare all’infinito – per esempio, con la proposta di cancellare con il digitale il fumo dai film classici di Hollywood …
Slavoj Žižek è un filosofo della cultura. E’ ricercatore senior all’ Institute for Sociology and Philosophy all’Università di Lubiana, Global Distinguished Professor of German alla New York University e international director del Birkbeck Institute for the Humanities della University of London.
Fonte: https://www.rt.com
Link: https://www.rt.com/op-edge/414219-sex-political-correctness-relations/
25.12.2017
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
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