Traditori, traditi e traghettati

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DI ALESSANDRO GUARDAMAGNA

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In questi giorni è nuovamente tornato alla ribalta il tradimento, che attraversa tutto lo spettro storico-politico italiano per ripresentarsi puntualmente ai nostri occhi coi fatti di Lampedusa.

L’ennesima richiesta di sbarco da parte di una imbarcazione ONG ha visto contrapposti da un lato il ministro dell’Interno, che ha definito i parlamentari PD sulla nave Sea Watch 3 come gitanti antipatriottici in visita ad una bagnarola fuorilegge. Questi ultimi hanno parlato di chi impedisce l’attracco ad una nave di profughi come responsabile di un atto disumano che tradirebbe i dettami della costituzione, della legalità e della solidarietà per la quale l’Italia sarebbe famosa. Ora il capitano della nave Carola Racket-è stata scarcerata su ordinanza dei giudici di Agrigento, e salutata dalla stampa di sinistra come “grande kapitana”. Ma di “grande” nell’exploit di una che ha arrogantemente infranto le leggi di uno stato sovrano, forzato un blocco per traghettare 42 immigranti clandestini rischiando con la sua abile manovra di stritolare una motovedetta della GdF con i suoi occupanti che stavano facendo il loro lavoro, non vi è proprio niente.

Certo non si tratta di una sentenza, ma che dopo tutto questo sia stata liberata la dice lunga sui valori alla rovescia che ormai imperano nell’ordinamento Italiano. Se rimane vero che chi in auto tenta di forzare un posto di blocco delle forze dell’ordine viene fermato anche con l’uso della forza, non si capisce il senso della scelta di scarcerazione, anche per il messaggio che passa: uno può arrivare in Italia, sovvertirne le leggi, mettere a repentaglio la vita di cittadini Italiani e restare impunito. Quindi non stupiamoci se domani per un rapinatore, che ti spiana un’arma sotto il naso dopo che ha tentato di svuotarti casa, venisse invocato, come è stato fatto per la sig.na Racket-e, lo stato di “necessità”. Viene da chiedersi se il ministro della Giustizia Bonafede sia già andato in vacanza e non abbia nulla da dire a riguardo, a parte il solito refrain sul rispetto delle sentenze

Sentire poi i parlamentari del PD parlare di legalità è grottesco, quando queste parole provengono da esponenti di un partito che ha svenduto i diritti dei lavoratori con modifiche all’art.18 e l’infame Jobs Act, mentre la piena solidarietà viene concessa ai migranti e all’affido dei minori a pagamento, che premia i loro aficionados di Bibbiano. Il tutto mentre i loro grandi sistemi progressisti impoveriscono i cittadini delle proprie risorse e diritti, perché quando ti tolgono un figlio senza diritto alcuno per darlo in affidamento a coppie lgbt di amici degli amici siamo di fronte all’orrore. Anche qui gli scenari di tradimento si sprecano, e con ragione.

Infatti mentre la vicepresidente della Camera Spadoni malediceva gli indagati e li voleva tutti in galera dopo aver gettato via la chiave, Rosella Ognibene, avvocato e già candidata alle nazionali 2018 nel MoV e poi ricandidata sindaco alle amministrative 2019, si è dimessa dall’incarico di consigliere comunale a Reggio Emilia per poter difendere meglio Federica Anghinolfi, accusata di essere responsabile della tratta di sottrazione di minori e di adozioni pilotate che aveva i servizi sociali di Bibbiano come epicentro. E su Ognibene sono caduti gli strali di attivisti del MoV, che l’accusano di tradimento e di quanto peggio vi sia. Se è vero che la sua scelta appare anomala, è altresì vero che risulta legittima, fino a prova contraria, e se a suscitare scalpore è il fatto che abbia deciso di difendere l’apparentemente indifendibile scatenando un vespaio, appare ancora più anomalo che nessuno nel MoV a livello istituzionale abbia fatto notare che nel Maggio scorso, pochi giorni prima delle elezioni, Ognibene aveva deciso di farsi appoggiare a Reggio Emilia dai locali rappresentanti di Più Europa. Si tratta della stessa forza di ex-radicali distribuitisi ai migliori offerenti, sponsorizzati da Soros dal 1994, favorevoli all’immigrazione spinta e accoglienza forzata, oppositori del sovranismo e puntello del traditore per eccellenza agli occhi del votante medio del M5S: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

In che modo Ognibene abbia tradito il MoV, forza formalmente sovranista, decidendo di difendere Anghinolfi e lo abbia invece rispettato alleandosi con una formazione dichiaratamente Europeista e filo-neoliberista meriterebbe quanto meno qualche approfondimento. A proposito, la collega di Bonafede al ministero della Sanità è già in vacanza anche lei? Strano che non abbia ancora inviato degli ispettori a Bibbiano per capire cosa sia successo nei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza.

Di Maio poi all’indomani del catastrofico risultato elettorale dello scorso 26 Maggio ha parlato di un programma per recuperare l’unità, contro correnti interne e possibili deviazioni, o tradimenti, che finirebbero col fare il gioco di tutti i partiti castaioli, MoV a parte che ha una sua specifica casta da non confondere con quelle altrui. Del resto la lotta al tradimento nel MoV è di casa, con il mantra predicato come articolo di fede di guardarsi dagli infiltrati di altri partiti.

In 9 anni confesso di non avere mai capito chi fossero i “famigerati” infiltrati di altri partiti; in compenso mi è apparso chiaro che il MoV fosse pieno di gente apparentemente apartitica che lo ha usato per farsi traghettare e fare altro, che non aveva niente a che vedere con i principi e gli intenti che ne ispiravano il programma di cambiamento.

Il MoV dispone addirittura di una sezione sulla piattaforma Rousseau per segnalare chi sgarra; peccato poi che chi platealmente faccia il contrario di quanto sancito dallo statuto di lanzaloniana memoria, che quindi secondo logica dovrebbe essere espulso, venga lasciato libero di continuare a farsi gli affari suoi, in vero stile nazionale nel senso deteriore del termine. Perché alla fine il consenso si ottiene coi voti di tutti, quindi meglio pensarci bene prima di prendere una posizione giusta, ma elettoralmente scomoda. Magari meglio lasciar correre, cosa che vale anche nei confronti degli alleati.

Bossi, quando ormai colpito dall’ictus e ridotto a stato di zombie deambulante fu sostituito anni fa alla guida della Lega, nell’epilogo di quello che fu un ventennio da leader indiscusso del Carroccio, disse che si erano fatti degli sbagli, era vero, ma la colpa era dei traditori, sorvolando sul fatto che all’interno della Lega si era trafficato in diamanti e lingotti, e creato una voragine in cui spariranno anche quei 49 milioni di euro che ora il partito deve restituire col contagocce, grazie all’indulgenza politica che si usa tra amici.

Tutte queste storie su tradimenti autentici ed immaginati in realtà fanno eco a quelle che hanno costellato la storia d’Italia, come insegna Caporetto, dove nell’Ottobre 1917 la seconda armata italiana fu travolta da un’offensiva austro-tedesca. In quell’occasione gli oltre 300.000 tra morti feriti e prigionieri furono dovuti all’incapacità degli alti comandi del Regio Esercito, che, a partire da Cadorna, erano arroccati ancora su strategie militari  ottocentesche, credendo che fosse essenziale tenere le vette per assicurarsi il controllo del fronte. E così, ubbidendo alla propria cecità e ignorando le informazioni sui preparativi di una grande offensiva nemica che da mesi i nostri servizi di informazione avevano fatto regolarmente pervenire, ordinarono alle truppe di tenere le alture a tutti i costi, mentre lungo le valli i precursori del blitzkrieg dilagavano ovunque tagliando le comunicazioni nelle retrovie ed isolandoli, prima dell’avanzata in massa della fanteria. Poi per giustificare  l’inevitabile disfatta, si scelse di fucilare interi reparti di sbandati come presunti disertori e traditori della patria. Così ufficialmente il fronte non era crollato per la pochezza di Cadorna, ma per lo scarso valore di alcuni che codardamente avevano voltato le spalle al nemico.

A venticinque anni da Caporetto, dopo le mazzate di Taranto e Matapan, l’incapacità di venire a capo della resistenza Greca senza l’aiuto della Wermacht, una disastrosa campagna in Russia e la perdita dei possedimenti in Africa, Mussolini, ancor prima di essere destituito e rinchiuso sul Gran Sasso, tuonava contro i traditori ed i disfattisti che avevano causato gli insuccessi militari dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Che lui e il suo regime si fossero dimostrati incapaci di condurre decentemente una guerra moderna – che per certi versi non capivano – sui vari fronti, contro avversari che invece di guerra moderna si intendevano, sembrava non riguardarlo, come non lo toccava il fatto di aver rifiutato di far costruire portaerei, sviluppare il radar e armamenti al passo coi tempi.

Analogamente il MoV avrebbe perso 6 milioni di elettori per l’astuzia traditrice della Lega che ha sottratto votanti, per i voli di stato di Salvini, e perché gli Italiani non hanno saputo apprezzare quanto è stato realizzato per loro, non perché questi ultimi si sono accorti dell’inconsistenza di un partito che ha promesso cambiamenti su cui in meno di un anno ha fatto inversione totale di rotta, come avvenuto per TAV, EU, VAX e ora acqua pubblica, che nel sud il governo sta bellamente avviando ad un processo di privatizzazione. Ma guai a parlarne altrimenti si fa la fine dei “traditori”, come Paola Nugnes

E’ una costante italica mai smentita. Quando a livello istituzionale e politico si toccano con mano i limiti grossolani dei nostri rappresentanti, quando i fatti smentiscono le dichiarazioni ufficiali degli slogan che sono sempre “dalla parte dei cittadini”, quando il perseguimento dell’interesse deve essere giustificato e prevalere su tutto, ecco che compaiono i “traditori”, responsabili della stortura, della caduta di tono, dell’insuccesso politico o catastrofe militare del caso. Si deve invece ancora trovare chi responsabilmente ammetta di aver sbagliato.

Alla fine l’unico ad essere tradito nei diritti che gli appartengono e nelle promesse che gli sono state fatte è il popolo, i cui membri rischiavano di essere schiacciati come una gelatina dalla manovra della nave della “kapitana Racket-e”, i cui figli furono fatti fucilare in massa per ordine di Cadorna, colpevoli, in entrambi i casi, di stare facendo solo quanto gli era stato ordinato finché possibile farlo, o di aver creduto nelle promesse di partiti ondivaghi e aver avuto per decenni una magistratura che arrangiava i processi.

E’ il popolo ad essere stato svenduto dal PD che si è accordato con la finanza internazionale neoliberista per cedere diritti e risorse degli Italiani – è un caso che all’indomani del crollo del ponte Morandi gli eredi “progressisti” di PCI, Quercia ed Ulivo sembravano preoccuparsi prima della perdita in borsa di Atlantia, società del gruppo Benetton che gestiva Autostrade e responsabile della manutenzione del viadotto crollato, che delle vittime della tragedia?

E’ sempre il popolo ad aver assistito ad un ribaltone totale su tutta la linea politica del MoV, al punto che quest’ultimo era pronto ad andare a sostenere l’UE lo scorso 26 Maggio. Sono quindi stati 6 milioni di Italiani ad essersi stancati di farsi prendere per il naso – o farsi tradire – dagli slogan della Casaleggio ripetuti a pappagallo dai “propri” portavoce, che sembrano costituire il braccio politico dell’azienda esperta di web solutions. E come nel caso di Caporetto vi era chi all’interno del MoV aveva avvisato che a continuare così la stangata sarebbe arrivata, ma voi il cambiamento di gestione l’avete visto? Io no.

Del resto tutto combacia a livello nazionale e locale, come evidenziato da quanto accaduto 3 settimane fa a Parma, dove il 14 Giugno scorso si è tenuta una conferenza sul Sovranismo, annunciata con anticipo ed organizzata da Sovranità nazionale e Pietro Menghini e pubblicizzata a 360° in tutti i settori. Il tema era importantissimo e di attualità come non mai, vista anche l’ultima lettera inviata da Bruxelles all’Italia in cui siamo stati invitati a fare bene i conti e nel caso fossero stati un po’ stretti, a tagliare sui diritti dei cittadini. Da Bruxelles ci hanno detto proprio così.

Omar Monzeglio, Nino Galloni e Nicoletta Forcheri erano gli invitati. Della Forcheri sapevo già qualcosa, avendo letto e condiviso su facebook alcuni suoi interventi. A colpirmi è la voce, che risuona, e arriva come colpi di lama. La moneta è un’immagine, un’icona, e ne fa la storia dai Sumeri, che la disegnarono per primi fino ai giorni nostri, spiegando come a  livello mondiale si è creato l’inganno della moneta come ente supremo che deve governare la vita dei popoli. Continua parlando di una nazione europea, la Francia, che, oltre ad essere la principale responsabile della crisi migratoria che ad ogni estate colpisce l’Italia, stampa il Franco Africano CFA imposto come valuta a 14 sue ex-colonie.

Ma non è vietato da Maastricht, dagli accordi tra BCE e Tesoro di qualsiasi altro paese europeo dell’eurozona? Eccome se lo è, incalza Forcheri, ma la Francia se ne frega e nessuno a Bruxelles ha mai emesso un fiato sull’argomento. In cambio della presunta garanzia di convertibilità di detta moneta, il Trésor richiede il deposito in un conto segreto del 50% delle riserve valutarie di ognuna delle ex-colonie africane francesi. Quindi mentre Macron spianava i campi profughi alle porte di Parigi, l’Italia veniva definita “vomitevole”, ed ora ha ricevuto la lettera da Bruxelles per aver infranto le regole sul debito avendo varato il reddito di cittadinanza per fare sopravvivere i propri poveri.

La Francia stampa le monete che vuole e ne ritira gli interessi come chi passa dal via al monopoli, le sue ex-colonie devono cambiare la valuta imposta con quella estera depositata su conti segreti del Tesoro Francese, chiamati comptes d’opérations, ma nessuno le manda nemmeno un biglietto di auguri o un pizzino? La Germania ha le sue banche pubbliche, che posso finanziare con denaro pubblico, mentre in Italia tali istituti “non possono esistere”?!

A sentirla fa venire in mente Anne Hutchinson che predicava che l’intuizione dello spirito può farti arrivare a capire Dio, mentre le autorità di Boston sostenevano che la via per arrivare a Dio la conoscevano solo loro. Togli Dio e metti Euro e la cosa non cambia. La sua voce ti arriva profonda, ti ipnotizza. E conclude rammentando di come aveva visto il trattamento riservatoci da vent’anni a questa parte, da quando ebbe modo di lavorare a Bruxelles, dove l’Italia veniva costantemente discriminata. Ha offerto le sue riflessioni a chi ci governa, le prove che l’UE è una truffa, che le regole non sono uguali per tutti, così che si possa sbatterle in faccia pubblicamente ai burocrati di Bruxelles,  ma “quei deficienti” da Roma non hanno mai fatto niente.

Di fronte a tale argomentazioni e alla forza con cui vengono presentate uno rimane strabiliato, perché comprende che in Italia vi sono coloro che se fossero nelle istituzioni avrebbero la competenza e la forza morale per cambiare le cose, o almeno per provarci seriamente senza tentare di vendere slogan di democrazia.

Allo stesso tempo non si può non notare che la serata non ha visto la partecipazione di un solo esponente locale delle forze politiche che a pieni polmoni dichiarano di voler affrancare l’Italia dallo strapotere dell’UE. Assenti in toto i consiglieri territoriali del MoV e gli attivisti, che in compenso hanno presenziato in massa pochi giorni dopo ad un meeting dove un’imprenditrice locale finita sotto processo per truffa all’erario e sottrazione di patrimoni all’estero ha parlato di legalità.

Forse si organizzano per una manifestazione di protesta per i drammatici eventi di Bibbiano, e per sabato 6 Luglio stanno promuovendo un corteo per salvare 6 macachi dalla sperimentazione che ne verrebbe fatta in Università. Giustamente ognuno ha i propri interessi e priorità, e se poi finiscono con il cozzare contro quello che si sostiene solo a slogan, pazienza: dopotutto la storia insegna che traditori colpevoli in Italia si trovano sempre… quanti se ne vuole.

 

Alessandro Guardamagna

Fonte: https://comedonchisciotte.org/

4.07.2019

 

 

 

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