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La Redazione

 

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Tecnogabbia, la Repubblica digitale di Colao – Il TecnoRibelle

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Il 8 Luglio 2022
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Tecnogabbia_-la-Repubblica-digitale-di-Colao-Il-Tecnoribelle

Puntata 27 de Il Tecnoribelle di Maurizio Martucci, ora una produzione targata interamente ComeDonChisciotte.org

* * *

Il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao ha finalmente calato la maschera. E l’ha fatto nella sede romana dell’associazione Stampa Estera puntando all’ambiziosa leadership del Nuovo TecnoOrdine Continentale: ai più distratti sarà sembrato un déjà vu propagandistico alla Berlusconi anni ’90, quello delle 3-i (internet/informatica, impresa, inglese), invece è stato il ventriloquo di Klaus Schwab della Quarta Rivoluzione Industriale. L’Italia o meglio la Repubblica Italiana digitale, secondo Colao dovrà infatti essere capofila della Schengen digitale europea, cioè il potenziamento del Green Pass nell’identità digitale in QR Code finalizzata al Wallet system sullo Smartphone, cioè la replica nostrana del Sistema di credito sociale cinese per carta d’identità, passaporto, patente di guida, tessera elettorale, fascicolo sanitario, scuola e pubblica amministrazione da remoto, entro i prossimi 4 anni diritti e servizi trasformati per tutti in offerta liquida, gestiti da algoritmi e Intelligenza artificiale per una visione dell’Italia più semplice della quale siete abituati”. E allora? “Per ora a noi serve il dato, poi vedremo”, appellandosi al datismo come volano dell’operazione ha detto l’ex top manager delle multinazionali, facendo intendere il graduale step by step di un’agenda 2030 a lunga gittata che punta molto lontano.

Forte degli oltre 40 miliardi di euro da Bruxelles gettati a pioggia sulla sua scrivania col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la gestione post-Covid19 (11 dei primi 20 miliardi già allocati in un anno), Colao – col suo staff non a caso a volto scoperto tra giornalisti invece rigorosamente con mascherina nel proseguo acritico della narrazione emergenziale perenne – ha poi dichiarato guerra non solo al cartaceo, ergo indirettamente al contante in funzione criptovalute, ma pure ad un eventuale futuro tecnoscetticoprevista una tecnogabbia a prova di ipotizzati prossimi esecutivi tecnoscassinatori, “creati una serie di elementi che vanno oltre all’orientamento politico del Governo”.  Avete capito bene? E si, perché quando si tratta di super elitè mondialiste e poteri forti, Parlamento e politica nazionale si riducono a mero simulacro di loro stessi, ad orpelli superflui, inermi e sterilizzati proprio come inopportuna e stantia è oggi la carta costituzionale, tanto impellente il traghettamento, la corsa forzata degli italiani verso il futuro che non c’era, “per un’Italia migliore, attenta e competitiva”, ha detto l’ex McKinsey, ex Vodafone, ex Verizon parlando pure di 5G dallo spazio e Fibra ottica per coprire il 99% del territorio nazionale, ambendo anche – ormai lo sanno pure i sassi – ad innalzare di 110 volte i limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico finendo dai 6 a 61 V/m nella potenza di agenti possibili cancerogeni irraggiati nell’aria pubblica.

Ma, tra tutti, oltre privacy, crimini informatici, sistema di sorveglianza sociale e indirizzo eterodiretto dei nostri comportamenti presto lobotomizzati, volete sapere il primo dei problemi? Fingere di non capire come, oltre ad un trattamento sanitario obbligatorio, la tecnocratica transizione digitale sarà iniqua e non inclusiva nell’assenza di nuove rivendicazioni come il diritto all’autodeterminazione digitale e il diritto alla disconnessione. Perché tutti i de-digitalizzati e disconnessi per scelta, la fasce di popolazione senza telefono cellulare e tutti i malati ambientali costretti a rinunciare al wireless per sopravvivenza, entro il 2026 potrebbero diventare i nuovi esclusi, i nuovi parìa, gli impuri nella casta 3.0 imposta dalla tecnodittatura partorita nel grande reset. E già, perché la discriminazione digitale è più di una semplice minaccia, soprattutto se intrapresa da un Governo che non coinvolge le parti sociali, né tra i tecnici come Colao sarà tenuto a chiedere conto ai cittadini, l’anello debole dell’intera catena.

* * *

Massimo A. Cascone, 08.07.2022

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Massimo A. Cascone, dottore in giurisprudenza e giornalista pubblicista. Membro fondatore del Coordinamento No Green Pass Napoli.
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