DI MASSIMO FINI
massimofini.it
Caro Direttore,
il Fatto di ieri pubblica un comunicato di Amnesty International che denuncia “stupri di gruppo e caccia all’uomo realizzati casa per casa dalle squadre della morte dei talebani sono solo alcune delle testimonianze strazianti di civili che sono emerse da Kunduz”.
Non sono là, purtroppo. Ma per via puramente induttiva mi pare che la veridicità del contenuto del comunicato sia assai dubbia. Lasciamo pur perdere che alla presa di Kunduz il capo dei Talebani Mansour, erede del Mullah Omar di cui segue la linea, aveva ordinato ai suoi uomini di ”concentrare l’attenzione sulla tutela delle vite, delle proprietà e dell’onore dei cittadini di Kunduz.
La sola possibilità che nella denuncia di Amnesty, organizzazione internazionale molto vicina all’Occidente e niente affatto imparziale, ci sia qualcosa di vero è che ai Talebani si siano uniti nella presa di Kunduz gli uomini dell’ex ‘signore della guerra’, Dostum, uzbeco che ha, chiamiamola così, tutt’altra ‘sensibilità’. Dostum, escluso dal potere di Kabul, può aver avvertito che i Talebani stanno vincendo la partita e quindi cerca di ritagliarsi uno spazio per il futuro. E, se questa ipotesi fosse esatta, i Talebani, che pur lo combatterono e lo cacciarono dal Paese, in questo frangente lo hanno integrato nelle loro file perché ‘à la guerre comme à la guerre’. Del resto un altro ‘signore della guerra’ Gulbuddin Heckmatyar, anch’esso sconfitto nel ’94-’96 dai Talebani, si è unito da tempo al movimento indipendentista.
Amnesty International non è sul posto. C’è invece Médecins sans frontières che ha denunciato che bombardieri americani, intervenuti, insieme ai reparti speciali (altro che ‘consiglieri’) statunitensi, inglesi, tedeschi a sostegno dell’inesistente esercito ‘regolare’ hanno colpito a Kunduz un ospedale uccidendo nove persone, fra cui tre medici, ferendone una trentina e causando altrettanti ‘dispersi’. Notizia successivamente ammessa dal portavoce delle forze Usa in Afghanistan, colonello Brian Tribus, come danni collaterali, non potendone fare a meno perché Médecins sans frontières è un’organizzazione internazionale ben conosciuta e stimata. Possiamo ben immaginare che se si bombarda una città e si colpisce addirittura un ospedale, molte altre vittime civili siano rimaste sotto gli ordigni della Nato. Insomma il solito massacro. Mentre una serqua di notori tagliagole di Stato, Putin, Bashar al Assad, Obama, Hollande, Erdogan litigano per ritagliarsi quanta più fetta di potere in Medio Oriente, vogliamo una volta tanto concentrarci su quanto da quattordici anni succede in Afghanistan e rispondere finalmente alla domanda: che cazzo ci stiamo a fare lì?
Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
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