Silvio, Giorgio e Matteo: con loro se ne vanno le ultime speranze di Verità per gli italiani!

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile e non verrà più alimentato [1] – il Sistema di Potere che guida il paese, oggi, non è certo nelle condizioni di correre nessun rischio, tanto meno che – per un miracolo dello stesso Onnipotente che lo ha creato – il boss mafioso nato, cresciuto e protetto nelle terre più care al nostro attuale Presidente della Repubblica, si dovesse risvegliare e con altrettanto miracolo cominciasse a raccontare a tutti gli italiani, ogni dettaglio segretissimo che giace sotto il grande tappeto della fratellanza che unisce mafia e poteri deviati dello Stato.

Un sodalizio, è bene non dimenticarlo, siglato con il sangue e l’Agenda Rossa, raccolti tra le macerie di un paese e delle sue istituzioni – che con le bombe del 92′ e 93′ – saltarono in aria insieme ai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le loro scorte.

Le probabilità che quando questo articolo verrà pubblicato, l’ultimo boss della stagione stragista di Cosa Nostra – erede di Riina e Provenzano – sia già passato ad altra vita sono alte e l’anno in corso verrebbe così benedetto come uno dei più proficui da chi teme possa comparire all’improvviso la parola della Verità dalla bocca di coloro che sono stati i protagonisti in prima linea di quella che è stata una vera e propria trattativa tra lo Stato e la Mafia, per interrompere le stragi e poi cominciare a fare affari insieme. Se non altro, per i ruoli apicali di potere che questi personaggi, che ci hanno lasciato o che ci lasceranno, hanno ricoperto dentro queste due entità.

A giugno scorso, come tutti sanno, onorato con funerali di Stato, se ne è andato il più amato dagli italiani festaioli; e pochi giorni fa, è passato ad altra vita il comunista preferito da Henry Kissinger (l’americano di origini ebreo-tedesche, ombra nera del deep state Usa ed autore, per loro conto, delle più immani porcherie politiche e militari in giro per il mondo).

Sto parlando del Silvio Berlusconi nazionale, l’uomo più processato del secolo e di Re Giorgio Napolitano, primo plurimo presidente della Repubblica e fervido sostenitore nei fatti dell’evoluzione moderna del pensiero comunista in salsa massonica che ha trovato la sua massima espressione nel belpaese, attraverso il principio democristiano (non democratico! ndr) del:

Quello che è mio, è mio! e quello che è tuo, è di tutti!

Ed è seguendo questo principio, estremamente pratico e di pura convenienza personale, che Napolitano ha ben conservato il Suo e messo a disposizione di terzi tutto il resto, all’interno di quello che è il progetto predatorio costruito intorno alla moneta comune Euro. Dalla democrazia alle nostre istituzioni, passando per la Costituzione ed il benessere degli italiani, non esiste cosa, che l’ex presidente della Repubblica, abbia negato ai poteri profondi che si sono impossessati del paese e delle nostre vite, ipotecando il futuro dei nostri figli.

Non intendo certamente, in questo articolo, ripercorrere di nuovo tutti i tradimenti che Silvio e Giorgio, dall’alto delle cariche ricoperte, hanno messo in atto contro il popolo italiano. Sono talmente evidenti e certi che tale esercizio di memoria non fa altro che contribuire in modo negativo alla salute del nostro fegato. E se anche in un certo momento storico, determinante come non mai, per le sorti del paese (mi riferisco al famoso golpe del 2011, ndr) –  i due possano essere apparsi – agli occhi degli ingenui – l’uno contro l’altro, le loro fratellanze li hanno di nuovo resi uniti ad una velocità tale che neanche hanno avuto il tempo di bersi un caffè insieme.

Se la cambiale emessa da Mario Draghi nel 2011 con debitore a vita il popolo italiano, a favore dei rentier di casa nostra e di quelli sparsi per il mondo, porta indiscutibilmente la firma di Giorgio Napolitano, non vi è dubbio alcuno che sulla stessa vi sia anche la firma per accettazione di Silvio Berlusconi; che – vuoi per il bene delle sue aziende, che per dovere verso chi ha permesso a lui di crearle – acconsentì di accostare a destra per far passare Mario Monti e le sue politiche di lacrime e sangue. La cosciente distruzione della domanda interna con l’escalation del tasso di povertà assoluta nel paese – che si può vedere nel grafico sotto – sono il risultato del capolavoro che Giorgio Napolitano ha conseguito durante i suoi due mandati dal 2006 al 2015.

Quello che, però, più mi interessa far comprendere a chi mi legge, è come con queste morti si vada a sciogliere nell’acido tutte quelle verità che chi ha partecipato direttamente a questa stagione di colonizzazione economica, morale e democratica del paese, ha custodito dentro di sé per lunghi anni, senza mai essere scalfito nella propria coscienza;  mantenendo fede a quel giuramento, che non è certo quello pronunciato quando sono stati chiamati a ricoprire le massime cariche della Repubblica.

Lungi da chi vi scrive addebitare reati penali di qualsiasi genere a questi personaggi, figuriamoci! Non ci sono riusciti in trenta anni i migliori magistrati del paese, con tutti mezzi a loro disposizione, non crederete mica che ci possa riuscire io!

Però, che non ci vengano a dire che non sapevano, che non c’erano e che se c’erano… dormivano!

Chi non ricorda la foga con cui l’establishment intorno al presidente Napolitano, si pose nel 2012 contro i magistrati di Palermo capitanati dal Dott. Antonino di Matteo, per far sentenziare dalla Consulta la distruzione delle quanto meno inopportune intercettazioni tra l’allora Presidente della Repubblica Napolitano e l’indagato per falsa testimonianza ex ministro Nicola Mancino. Non solo per farle togliere dagli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia, ma soprattutto per eliminare qualsiasi tipo di prova anche per le verità future.

Oggi, quel contenuto – se da una parte ipotizzabile come non favorevole alle azioni dell’ex presidente appena defunto e dall’altra certamente onorevole alla verità – resta solo patrimonio delle menti di quei pochi magistrati e degli uomini del corpo di polizia giudiziaria che, a quel tempo, le ascoltarono ed oggi sono costretti, per rispetto delle istituzioni, a portarsele anche loro (speriamo il più tardi possibile!), dentro la loro tomba.

Sempre riguardo al tema Giustizia – di cui ricordo il capo dello Stato esserne il Commander in chief, dal momento che riveste anche il ruolo di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura – come non far tornare alla memoria il suo fermo stop alla nomina come Ministro della Giustizia di Nicola Gratteri, forse il magistrato che insieme a Nino Di Matteo, ha più dato in questi anni alla lotta contro le organizzazioni mafiose ed i colletti bianchi!?

Un veto da parte di Napolitano, fermo ed irremovibile che andò persino oltre quelli che sono i poteri che l’articolo 92 della nostra Costituzione concede alla sua carica.

Insomma, con la morte di Berlusconi, Napolitano e quella probabile – e forse  imminente – di Matteo Messina Denaro – che appena arrestato rese subito garantito il Sistema, dicendo che non avrebbe mai parlato – finiscono le speranze per gli italiani di poter avere Giustizia nei tribunali e si aprano le porte alla impunità delle Verità della Storia.

di Megas Alexandros

ultimo aggiornamento alle ore 12.03 del 24.09.2023

Fonte: Silvio, Giorgio e Matteo: con loro se ne vanno le ultime speranze di Verità per italiani! – Megas Alexandros

Note:

[1] Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile – Notizie – Ansa.it

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