DI MASSIMO FINI
C’era da aspettarselo che in un mondo come il nostro l’unico posto dove essere un pò liberi sarebbe diventata la prigione. E’ quanto si ricava dalla legge voluta dal ministro della Sanità, Sirchia, che entrerà in vigore il 10 gennaio, secondo la quale con divieti severissimi, multe salate, gestori trasformati in ‘sceriffi’, vigili urbani, guardie giurate, polizia giudiziaria, milizie sanitarie mobilitate, non si potrà più fumare nei ristoranti, nei bar, nelle aziende e in qualsiasi luogo pubblico ma anche privato aperto al pubblico, ad eccezione delle prigioni e dei penitenziari.
In fondo si tratta di una metafora abbastanza esatta della nostra società dove si aggira uno spettro di nuovo conio: un liberismo senza liberalismo, senza libertà.Sotto i colpi del terrorismo diagnostico e sanitario, di quello propriamente detto e del ritorno di una religiosità che non é recupero di un autentico sentimento del sacro ma piuttosto di una faziosità religiosa da contrapporre a quella islamica, una sorta di religione sanza Dio, strumentale, per cui improvvisamente e improbabilmente ci riscopriamo cristiani, per paura (vedi Giuliano Ferrara e Oriana Fallaci), tutte le libertà individuali, civili, conquistate della ragione illuministica, vengono pian piano erose, tranne una: la libertà economica. E’ anche per questo che i provvedimenti del ministro Sirchia sono simbolici e, insieme, grotteschi. Perchè dobbiamo proprio alla libertà economica senza più freni la costruzione di un mondo che, oltre a provocare le malattie psichiche, tutte moderne, della depressione, della nevrosi, della frustazione, dell’anomia, e della perdita di senso, produce un inquinamento ambientale, diffuso e capillare, che é portatore di malattie organiche, anch’esse quasi sconosciute nella società premoderna, come il cancro e le patologie cardiovascolari.
Ma questi rischi collettivi, provocati dall’enorme produzione industriale, noi dobbiamo subirli senza poter dire ne ‘ah’ ne ‘bah’, in silenzio e boni, in nome delle Loro Maestà l’Economia e il Progresso, mentre su tutti i rischi e i piaceri vissuti individualmente, il fumo, l’alcol, il sesso quando non sia ‘politically correct’ si alzano i verboten e si mobilitano le polizie, le guardie giurate, gli sceriffi, i vigilantes, le milizie della salute fisica e morale, i preti.
Per cui mi pare conseguente che in un mondo che é diventato una galera il solo posto libero, dove nessuno viene a romperti i coglioni, sia la prigione.
Massimo Fini
Fonte:www.quotidiano.net
22.12.04