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“In quale dittatura potreste dire quello che dite?”
Tipico argomento che si sente ripetere a pappagallo come confutazione rivolta a chi denuncia rischi per la democrazia ed eventuali derive autoritarie. Innanzitutto, la dittatura non è altro che l’accentramento di poteri in un unico soggetto politico (non fa differenza che sia una persona, come nell’immaginario collettivo, o un gruppo organizzato, un’ élite, un apparato, etc.) e la sua definizione prescinde da eventuali derive autoritarie, che in genere sono successive al suo affermarsi. Sorprenderà i nostri pappagalli sapere che i dittatori del passato sono spesso stati accolti in patria come dei salvatori, perché guarda caso il copione tipico è appunto quello di uno stato emergenziale che, per essere affrontato, necessita della sospensione delle normali prassi di governo, dell’accentramento di poteri e della sospensione del diritto. Una dittatura può godere, e in genere gode, di un ampio margine di consenso, perché di solito si sostituisce a un vuoto di autorità o di competenza. La deriva autoritaria si presenta invece quando appare ovvio che lo stato emergenziale è venuto meno, e chi si è arrogato il potere non intende restituirlo, ma normalizzare e rendere permanente la crisi. A definire la dittatura non è la quantità di libertà che vengono lasciate ai cittadini, ma il metodo di governo e il modo in cui si acquisisce il potere. Detto questo, ci sono molti modi per togliere la parola a una popolazione, e i nostri pappagalli sembrano non accorgersene. Censurare – sebbene già accada, anche se la facoltà è devoluta ai privati detentori dei social, e il potere pubblico non se ne sporca le mani – è considerato un metodo troppo grossolano e spesso controproducente: svela l’oppressione e genera martiri. Quando non è alle strette, il potere preferisce non ricorrervi. Il metodo più subdolo ed efficace non è obbligare al silenzio, ma delegittimare la voce scomoda. Quando uno stato sedicente democratico, che dovrebbe tutelare l’opposizione o le minoranze ideologiche, crea ai danni di queste campagne di diffamazione sistematica e di stigmatizzazione sociale, è il momento di porsi delle domande.
FONTE: https://www.weltanschauung.info/2021/03/riconoscimento-di-una-deriva-autoritaria.html
Pubblicato da Tommesh per Comedonchisciotte.org